mercoledì 12 agosto 2015

Mangiare, bere, uomo, donna.




Proprio ieri parlavo con un mio amico e mi raccontava che stava soffrendo come un cane bastonato.
La sua ragazza lo aveva appena lasciato.
Va detto per la cronaca che era lontana dall’Italia già da quattro mesi e questo fa sorgere qualche perplessità sulla fedeltà reciproca, e sul valore che davano al loro rapporto.
Mi è uscita invece di getto una  frase  che può sembrare cinica, spietata, ma non è così.
E’ mera osservazione e deduzione.
Gli ho detto: “Le donne quando amano non amano proprio noi, ma quando ci lasciano è proprio noi che lasciano”.
MI ha guardato con due occhietti ancora più tristi e non mi ha creduto. Ho cercato di svisceratre la questione  come al solito in una “spiega” che deve avergli gonfiato ancora di più gli attributi, visto che non aveva più con chi svuotarli.  
Ecco la mia tiritera.
Una donna (generalizzo) quando ha un rapporto sentimentale con un uomo ama di lui ciò che quest’uomo  realizza per lei. Di quello che noi siamo come entità biologiche maschili alle donne non gliene frega niente, questo deve essere chiaro ai miei omologhi.
Ed è bellissimo che sia così ed è  anche giusto perché i maschi si comportano più o meno nella stessa maniera.
Dunque il maschio è funzionale al progetto femminile che non necessariamente deve essere un "grande progetto"  di una vita intera, può essere anche un'avventura di una serata. Lo decidono loro, non noi.
Personalmente  adoro le donne e non solo perché sono belle e quando vogliono ti mandano in Paradiso senza bisogno di morire, ma perché le trovo estremamente pragmatiche.
Sono meravigliosamente spietate e trovo una grande purezza in questo. Come guerriero le rispetto, a volte quasi le ammiro.
Infatti nonostante parlino sempre di sentimenti  per loro contano molto di più i fatti
Ed è proprio sui fatti che è opportuno chiarirsi.
Come ho già scritto in altri miei precedenti deliri, penso e credo  che la femmina abbia  due coscienze in sé,  a differenza del maschio che ne ha una solamente.
La donna ha la coscienza personale come l’uomo cioè quella che si occupa della propria soddisfazione, realizzazione, quindi di concretizzare i propri desideri,  ma ha anche una coscienza biologica.
In lei c’è una potente spinta della Natura alla conservazione della vita, visto che è l’unica che può fare dei figli. Difatti in una gravidanza biovulare quando c'è un aborto spontaneo il feto sacrificato è maschile.
La Natura investe sempre nella femmina.
Certamente  la donna una volta cresciuta non può fare tutto da sola, ed è qui che entra in gioco il maschio.
Non solo è necessario come partner per quell’attività ricreativa che tutti conosciamo, ma anche per la cura della prole generata  al seguito dell’esperienza ludica in parola se fatta per un ragionevole numero di volte  e senza le opportune cautele.  In poche parole,  quando “si fa famiglia”.
Ovviamente un essere con una coscienza non può comprendere un altro che ne ha due.
Così la donna è incomprensibile all’uomo, ogni tentativo è inutile come combattere i Borg di Star Trek,  ma la donna è anche incomprensibile a se stessa,  perché in lei queste due coscienze spesso sono in contrasto, generando quelle contraddizioni che hanno fatto scrivere tanti libri e girare molti film così romantici.
Qualche volta queste follie fanno sorridere gli uomini  ma più spesso invece gli danno una montagna di problemi se mai in questo mondo non ce ne fossero già abbastanza.
Così, finché un uomo è funzionale al progetto di una donna va tutto bene, su questo potete scommetterci.
Ci  sono donne che perdonerebbero al proprio uomo anche l’omicidio per motivi futili e abietti, ma solo se questo
uomo continuerà  a darle quello che desiderano. Alcune lo aiuterebbero perfino ad arrotolare il cadavere nel tappeto per farlo sparire,  giustificandosi moralmente con quell’invenzione meravigliosa che chiamiamo amore.
Quando parlo di desideri femminili non parlo solo di scarpe, ma di tutti quei desideri che abbracciano anche l’emotività e la profondità di una donna.
Ma cosa vogliono veramente?
La vicenda non è chiara. E' dibattuta da un paio di secoli (non molti perché prima le femmine non contavano un cazzo) senza conclusioni esaustive .
Forse la risposta è nella tanto sbandierata “sicurezza” che chiedono costantemente come fossero  un disco rotto.
Una parola però forviante per il maschio che non brilla certo di perspicacia a parte rarissime eccezioni.

L’uomo infatti si domanda: “Ma cosa casso vuol dir stà mona di sicuressa?” Lo dico in veneto che ha più Pathos.
Sono i soldi? La protezione fisica? Il supporto morale? Forse ha bisogno dell’automobile e si vergogna a chiedermela in prestito? Non gli basta la mia carta di credito e vuole la mia Fidaty Esselunga?
Tutto queste cose e niente di tutto questo.
Vogliono la sicurezza che i loro desideri saranno realizzati e che un uomo sia abbastanza autorevole da garantirglielo.
E' puerile? Molto probabile, ma si sa che l'umanità è ancora infantile per tante cose.
I desideri di una donna però sono mutevoli proprio a causa della sua doppia "anima". 
Per capire cosa le succede devi avere le antenne più grosse del radiotelescopio di Arecibo.
Un momento vole un  uomo tutto d'un pezzo, in un altro un bimbo tenerissimo. Quando gli viene voglia cerca una tigre nel letto, quando gli passa: un poeta sognatore.
Quasi sicuramente non gli dispiace ricco (equandomai)  ma lo vuole anche idealista. Bello, ma non innamorato di se stesso. Dolce, ma solo quando serve. Forte, ma giusto. Intellettuale, ma che gli tiri il pisello.
In certi momenti vuole stare da sola, perché non sopporta nessuno, specilamente un uomo.
Pare che i desideri femminili non tengano conto della realtà, ma questo lo si può dire di ogni essere umano.
Quindi?
Sono cavoli amari, perché in un modo o nell’altro siamo condannati a donarci reciprocamente la sofferenza, la disillusione e la frustrazione.
E’ evidente che questo povero uomo per farsi una trombata dovrà fare  una vita d'inferno, questa non  è una previsione ma una certezza per il maschio.
A meno che un uomo possa diventare una sorta di eroe come Che Guevara, scaltro come un avvocato di Law&Order, abile come un capitano d’industria, coraggioso come Indiana Johns,  seducente  come Casanova e fedele come un pastore tedesco (inteso come cane) non sarà facile rendere una donna soddisfatta.
Penso che ci vorrebbe il dottor Frankenstein per assemblare tanti pezzi diversi in un solo uomo e poi vedere se funziona.
Diciamo dunque la verità: “Chi può avere così tante qualità, soprattutto contraddittorie?”  Nessuno, lo dico io per tutti.
In ogni caso non ha importanza, perché non è necessario averle, basta che la donna pensi che un uomo  le abbia, oppure pensi che questo uomo possa cambiare acquisendole.
Rimarremmo stupiti nello scoprire quanti rapporti si fondano sul fraintendimento.
Si deve dunque cambiare in conformità ai desideri altrui? E' possibile?
Cito ancora l’ovvio quando affermo che nessuno cambia nessuno.
Ecco il senso del naturale risentimento che si  percepisce talvolta nella donna inframmezzato dai teneri baci che dispensa.
Non è proprio rancore, ma nella sua personale ottica avanza sempre qualche cosa.
Una sorta di insoddisfazione insanabile nei confronti del compagno; Almeno così cerca di fargli credere, esercitando un potere grazie ai sensi di colpa instillati nel partner, ma in generale con gli uomini non funziona, perché tendono ad assolversi con grande facilità.
L’uomo dal canto suo è migliore?
Manco per niente. Tra maschi siamo apparentemente più amiconi e solidali.
Le donne invece che conoscono meglio l'umanità, tra loro sono nel migliore dei casi solo complici.
Il maschio è spinto dalla biologia tramite il sesso alla continuazione di questa razza di bipedi presuntuosi che definiamo: umanità.  
Il sesso in lui è una spinta potente, quasi come il campionato di calcio e i soldi.

A volte mi domando perché non estinguersi? Tanto non si risolve mai niente, i problemi sono sempre gli stessi.
E' trentamila anni che ce lo mettiamo nel culo a vicenda e non ci siamo ancora accorti che la vita così costruita è una trappola.
Certamente le cose cambiano ma non per questo sono diverse.
Sarebbe facile smettere di riprodurci, più facile certamente che smettere di fumare.
Lo metterei come slogan sui preservativi e sui pacchetti di sigarette. "Smetti anche tu, riprodurti ti fa male, il mondo ha deciso di smettere".
Il mondo, già questo incredibile mondo...
Il mondo è bellissimo, ma in particolare senza esseri umani.
Osservate con attenzione che paesaggi maestosi ci sono,  lande infinite, colori e profumi, aspre rocce e tramonti fiammeggianti che tolgono il fiato, poi mentre siete in contemplazione arriva un tizio e si mette a salutare, a fare un "selfie" a parlare al telefono, confrontate la differenza con prima e apparirà evidente che l'uomo è oramai avulso dalla Terra.
Questo però è un altro discorso.
Invece finché Excalibur avrà la durezza necessaria per duellare saremo dalla Natura chiamati costantemente alle armi.
"L'eterna tenzone del bastone" come diceva poeticamente mia nonna.
Quindi in sostanza anche  la donna è per l’uomo funzionale a qualche cosa d’altro.
La realtà rivelata del rapporto tra i sessi è troppo brutta?  Il ricatto che ci estorciamo a turno non ci fa onore?
Non c’è problema, abbiamo inventato i sentimenti.
Almeno quelli comunemente sbandierati dalle persone.
I sentimenti reali sono un'altra cosa, e come si riconoscono?
C'è un solo modo: I sentimenti veri non cambiano.
Perché invece non si vuole ammettere che piuttosto che "all’innamorato" teniamo alla soddisfazione personale tramite lui.
Sarebbe più onesto, ma è più facile mentire. 
Questo è il cosiddetto “amore umano” spogliato da tutte le falsità.
In ogni caso i sentimenti sono un lusso che ci permettiamo da meno di 5.000 anni prima la vita era troppo impegnativa per consentire una vita emotiva elaborata.
Per 200.000 anni l’uomo della preistoria a vissuto con la Natura e a contatto con  essa in modo strettissimo e difficilissimo. Non c’è paragone con il nostro odierno.
Questo connubio atavico con la Natura e le sue leggi, questa riminiscenza millenaria della pulsione a sopravvivere è ancora presente dentro ognuno.
Necessariamente l'uomo moderno è chaiamato a conciliare la dicotomia della spinta alla sopravvivenza primitiva e le regole e le relazioni interpersonali elaborate legate alla morale dell'era moderna.
Usiamo così i sentimenti come maschera per celare i nostri egoismi; Un egoismo ipertrofico che partorisce dei filgi deformi a causa del nostro ego ingigantito da una vita sempre più psichicamente e spiritualmente malata.

I paradossi che viviamo nel quotidiano dunque si incaricano di dirci che stiamo mistificando la realtà. Però, pare che a nessuno gliene fotte.
Così non vedendo cosa siamo non possiamo nemmeno trascenderci e sperare in una vita degna di essere vissuta.
Bella perché vera non solo perché ricca.
L’uomo preistorico viveva circa 18/20 anni, tutto era concentrato in poche stagioni,  a 16 anni aveva già prole, era “uomo fatto” come si dice.  
La femmina era ancora più precoce, dopo il primo ciclo già sfornava bambini a raffica, finché con molta probabilità moriva di parto. 
Se non ti ammazzava il Mammut ti faceva fuori un’infezione, la carestia, qualche virus, un'eruzione vulcanica, le frane, un'innondazione, una mini glaciazione oppure la tribù vicina.
L'umanità viveva un'esistenza breve, intensa, molto pericolosa.
Per questo motivo duravano e si riproducevano i più fetenti.
Noi siamo gli eredi di feroci assassini e sfruttatori.
Il nostro retaggio genetico è nella guerra e nella violenza. 
Chi non lo capisce, di questo mondo non capisce proprio niente.
 La vita allora era così impegnativa che non c’era il tempo per dirsi ti amo e festeggiare S. Valentino al ristorante.
In quel mondo primitivo realizzare la sopravvivenza era il primo obiettivo comune a uomini e donne e non lasciava spazio per altri desideri.
Oggi possiamo diversificare le nostre voglie, ma il valore prioritario profondo che abbiamo nelle nostre scelte arriva da lì, arriva da quel mondo molto lontano, una realtà con una forza potente costituitasi in centinaia di migliaia di anni.
Tornando al presente e con "par condicio" mi domando: cosa desidera il maschio?
E'  una facile risposta, perché è interessato generalmente a cose  più terra, terra. Sempre per la solita ragione dell’unica e sola coscienza personale molto più facile da soddisfare.
Le donne perciò sono condannate a una maggiore insoddisfazione e non parlo del fatto che non raggiungono la taglia 38, ma anche per quello che succede nel letto che è la naturale conseguenza di quello che succede fuori dal materasso.  
E’ ingenuo credere che un rapporto sessuale  avvenga durante il coito. Comincia molto, molto prima.
Questo le donne lo sanno istintivamente, perchè lo vivono come esperienza personale, ma non c'è condivisione di questo con gli uomini perché è una realtà che il maschio non capirebbe.
Se con un po' di fortuna invece la vita femminile è soddisfacente, loro trovano il piacere anche nell’intimità senza grandi acrobazie, altrimenti la cercano altrove. Su questo non trovo nulla da ridire. 

Sono troppo determinsta e materialista?
Perché mai dovrei trascurare i fatti in favore delle idee?
Questa obbiezione che sento spesso è proprio il trionfo della speranza sull'esperienza.
E' così difficile crederlo? 
Basta osservare i bambini che sono meno ipocriti.
I bambini sono buoni?
Studi psicologici rigorosi hanno dedotto che se l'aggressività infantile restasse invariata nella crescita umana ci saremmo già sterminati da secoli.
Vi è anche un gap notevole nella maturità fra i sessi.
Le bambine a tre anni hanno già capito tutto di come gira il mondo, i maschietti forse a cinquanta iniziano a ragionarci sopra.
Basta vedere come chiedono qualcosa cioè come esercitano la volontà.
I bambini gridano e si disperano per quello che vorrebbero, le bambine con due moine invece lo ottengono.
Il potere della seduzione è congeniale alla donna, è il suo sport naturale; In questo mondo non è forse tutto  una seduzione?
Un uomo nei migliore dei casi può diventare solo un discreto dilettante, ma il campionato è femminile ed è per professioniste di altissimo livello, perchè a volte su queste cose le donne si giocano la vita e quindi non ci scherzano.
Allora già pareggiare per un uomo è una vittoria incredibile.
Il problema non è però la guerra dei sessi, ma capire come funzioniamo e perché non siamo in armonia con questo funzionamento.
La Natura o Dio (per chi crede a questa fantasiosa superstizione) è un cazzo di ragioniere, non un poeta.
E’ dunque ancora un problema economico di investimenti e ricavi. 
Con queste parole epigrafiche ho terminato il simposio improvvisato per il mio amico.
"Non è meglio illudersi?" Ha chiosato il cuore (cranio) infranto.
"Già lo facciamo, e la vita è comunque una merda"
Poi, finalmente ho sintetizzato: "Meglio la realtà.  Sai, non è difficile guardarla. Il difficile è avere il coraggio di viverla."