martedì 29 marzo 2016

Nessun dorma

Vi è una legge economica immutabile. 
La ricchezza non si crea, ma si sposta.

Quando una persona diventa più ricca un'altra da qualche parte diventa più povera. 

Su scala globale avviene che i lavoratori (produttori di merci e servizi) che hanno già poco denaro lo perdono ulteriormente a causa della diminuzione del potere d'acquisto; mentre i detentori del capitale, nel tempo, grazie alla speculazione ne hanno sempre di più (cioè paradossalmente il denaro rende altro denaro pur non essendo né una merce né un servizio, ma solo una convenzione di scambio). 

Di fatto i poveri spesano la cosiddetta svalutazione a vantaggio dei ricchi che non solo non la subiscono, ma si arricchiscono. 
Questo non si dovrebbe chiamare più semplicemente: rubare?

giovedì 3 marzo 2016

Sull'Amore.


Forse sarebbe meglio la dolcezza della serenità, piuttosto che la magia dell’amore, ma quando si ama non si pensa così. 

Si può vivere benissimo anche senza, però la vita non è un granché.  Inoltre non si può amare un po’, non si può amare al trenta percento, o si ama oppure non si ama.

Come tutte le particolarità di questo mondo, anche l’amore deve essere appreso e dunque insegnato. Esso dipende dallo stato dell’essere. Maggiore è la profondità con cui viviamo più sarà lo spessore di questo sentimento. 
Almeno se lo si vuole vivere pienamente, se lo si desidera conoscere oltre al naturale istinto che ci porta a sentirlo dentro di noi.
Spesso è una percezione indistinta, mischiata e confusa con altri sentimenti che non c’entrano nulla.

Va dunque capito, grazie ad un lavoro di raffinazione. E’ come estrarre dalle anonime pietre, l’oro.

C'è un problema; Molte nozioni al mondo si danno per scontate. Un errore in cui si inciampa spesso.
Ho notato che le persone sono convinte che sia necessario avere un’abilitazione per svolgere quasi tutto, a volte perfino per un lavoro senza importanza. Affermano che è bene frequentare corsi per qualsiasi cosa, anche per preparare il barbecue la domenica.
Per quello che è veramente fondamentale invece, sono certi di conoscercelo come scienza infusa; Per diritto naturale di nascita. 
A me sembra presuntuoso oltre che falso.

Tanti, tantissimi pensano di saper respirare, di saper camminare, di saper pensare correttamente…di saper amare. In realtà sanno veramente poco, e poco per queste cose è come non sapere nulla.
La maggioranza non è dunque padrona del proprio respiro, non è consapevole di come cammina, e si vede; Si trascinano per questo mondo tutti storti, senza eleganza né agilità. 
Sono deboli, vuoti. Hanno opinioni, certamente, ma sono prese a prestito, perché non sanno indagare la realtà dei fatti oltre le apparenze e le idee degli altri.
Percepiscono forse istintivamente questa debolezza, ma invece di affrontarla, di guarirla e trasformarla in forza la nascondono sotto una coltre di aggressività e di egoismo. 

In particolare per questa sorta di proto-umani,  i sentimenti sono funzionali principalmente alle loro ambizioni e alle loro attese. “Ti do per quanto mi dai” pare così che agiscano solo in conformità a questo principio commerciale, sovente manovrando di nascosto per ottenere più di quanto meritano.  Si comportano come ladri piuttosto che come degli onesti contadini, e alla fine restano poveri proprio perché vogliono arricchirsi in fretta e senza sacrifici. 
Non stupisce che s’invaghiscono piuttosto che innamorarsi. Non stupisce nemmeno che i sentimenti in loro cambino così tanto, così in fretta e per così poco.
 
Fuoco e fiamme nei confronti del loro partner appena conosciuto e dopo qualche anno,  mese, a volte giorni,  divengono l’uno per l’altro estranei, quando non divengono nemici.

Personalmente  ho invece sentimenti durevoli.  Quando amo, amerò per sempre. Certamente le necessità e le circostanze, a volte mi allontanano dalle persone care, ma nel fondo di me stesso, i sentimenti una volta nati, restano. 
Le follie del mondo mi turbinano intorno, ma i miei affetti restano nell'occhio del Ciclone, immutabili. E' per questo che gli do un grande valore, certamente non li confondo con gli oggetti e con i soldi.

Ricordo che da bambino amavo ogni cosa. La mamma, il papà, i compagni di scuola, gli amici con cui giocavo, perfino i semplici giocattoli mi parlavano, e ricambiavano il mio affetto.  Gli alberi erano come il tetto della mia casa, e il cielo era la mia televisione. Tutto brillava in una connessione che comunicava con me. 
Una profonda luce mi scaldava il cuore e mi accompagnava, insieme allo stupore continuo di vedere la vita svolgersi davanti ai miei occhi con le sue rivelazioni e ancora di più con i suoi misteri.

Lentamente e dolorosamente, però ho constatato che gli altri erano diversi da me.  A loro era preclusa questa percezione di unicità e non sentivano le cose e gli altri come se stessi. 
I miei genitori a volte non mi capivano, i compagni di scuola inaspettatamente erano crudeli e prepotenti, gli amici spesso mi preferivano al tornaconto. 
Banalmente direi che la rivelazione che ne ho tratto è che Il mondo umano era (lo è sempre stato?) un luogo insidioso, insensibile, irriconoscente, dominato dalla stupidità di volere sempre una soddisfazione immediata, senza alcuna visione più ampia e lungimiranza.
Ho compreso che quest’umanità non mi rappresentava completamente. Non ero certo migliore, nondimeno ero, e sono molto diverso. 

Per necessità ho fatto così l’inconcepibile. 
Ho riposto questa gemma preziosa che brillava dentro di me in un luogo sicuro; L’ho nascosta, perché non volevo che altri la sporcassero e la sfruttassero. 
Forse è capitato a tutti in qualche misura? Forse solo a me. Non saprei che dire.
In riposta a questo disagio ho edificato un muro per proteggermi e ho chiuso in una stanza, dietro ad una porta d’acciaio quello che ritenevo di valore. 
Poi, ahimè col tempo ho dimenticato dove avevo riposto la chiave per aprire quella porta.  Il tesoro non era proprio sparito con la sua chiave ma era diventato però irraggiungibile. Così per non dispiacermene ho dovuto scordare di averlo mai posseduto.

Ho vissuto per molto tempo senza quella luce, compagna della mia più profonda felicità.  Constatando saltuariamente ma amaramente che un diamante in una cassaforte non brilla più.
Sebbene è ragionevole pensare che una pietra preziosa vada custodita, non si può metterla in una cassetta di sicurezza. Deve invece essere indossata. 
E’ pericoloso, rischioso e difficile, ma cosa non lo è in questa vita di ciò che ha valore e significato?

In conseguenza alla mia rinuncia ho vissuto l'esistenza come in una sorta di distacco, ero invincibile ma solo perché non combattevo per qualcosa cui davo realmente valore. Non avevo paura,  ma solo perché non mi importava di me stesso. 
Che triste consolazione questa invulnerabilità. Che idiozia! Riderei sino alle lacrime di quel me stesso se solo non avessi dovuto condividerne il destino e comprenderne l'errore pagandone il caro prezzo.

E’ solo quando ci si libera dalla follia che si capisce di essere stati pazzi, perché nelle tenebre non si vede nulla.

Ero amato ma non amavo. E’ stato come sedersi a una tavola apparecchiata senza appetito e senza nessuno con cui fare quattro chiacchiere.
Mi facevo largo nel mondo come in una battaglia ma non sapevo per chi conquistare qualcosa. Ero un guerriero crudele, senza pietà per nessuno, soprattutto per me stesso.

Tutto ciò mi ha trascinato in una profonda crisi percependo dentro di me una desertica solitudine e la vacuità di ogni azione. 
Ho cercato così con arroganza la perfetta autarchia. Un’autonomia completa. Volevo bastare a me stesso. Essere il Dio della mia anima. Ovviamente ho fallito, perché è impossibile. Almeno lo è per me.  
Da questa situazione di stallo interiore e senza speranza ne sono uscito in maniera inconsapevole e fortuita. Grazie alle circostanze o più verosimilmente creando le situazioni per arrivare in fondo a questa strada senza uscita.

La vita mi ha dato una mano, alla sua maniera che di solito è una mano chiusa, un pugno che arriva dritto sul naso.
Una serie di circostanze terribili hanno improvvisamente e inaspettatamente distrutto tutto il mio mondo. 
La mia energia interiore a lungo compressa è detonata. E' stata una vera fortuna. 
Come scriveva un grande uomo di vita: “Per quel che mi riguarda, ben sapendo di essere sempre stato la causa principale di tutte le sventure che mi sono capitate, mi sono trovato con piacere in condizione di essere lo scolaro di me stesso e in dovere di amare il mio precettore”.
Sono in pratica morto non in senso letterale, altrimenti sarei il trionfo dello spiritismo, ma nel senso più ampio del termine.
Dal fondo della mia fossa sono inaspettatamente risorto, il mio funerale è stato la mia nuova nascita e con una voce diversa ho emesso il mio secondo primo vagito alla vita. 
Non avendo più nulla da perdere né da proteggere ogni difesa è crollata in me.

Togliete ad un uomo ogni speranza è conoscerà finalmente la libertà. Posso garantire che è così ma è un incontro atterrente. 
E' qualcosa che è oltre ogni umano coraggio. Abbagliante e agghiacciante nel medesimo tempo. In verità inesprimibile.

La porta d’acciaio dove avevo riposto il mio amore si è inaspettatamente incrinata. Non si è aperta, ma si è fessurata un pochino.

Una piccola apertura; Sufficiente a far filtrare uno spiraglio di luce all'interno e coglierne così il bagliore di rimando che né usciva. Questo mi ha indicato la strada che dovevo percorrere; Ciò che dovevo fare.
Ho dovuto così lavorare duramente per scardinare quanto rimaneva di questa barricata e trarne fuori faticosamente questa gemma preziosa, lavarla e lucidarla per renderla ancora presentabile.
La strada fatta è stata lunga, dolorosa ad ogni passo come un calvario ma non era che l’inizio.
Perché a che serve un diamante se non ne puoi condividere la bellezza? 
L’unico modo per non perderlo di nuovo, l’unica maniera per vederlo bene è stato donarlo a qualcun'altro. 
Se lo avessi tenuto indosso non sarei riuscito a scorgerlo bene, e gli specchi in questo mondo di sentimenti non esistono, o meglio ci sono ma si chiamano persone. 

Tutto quello che so dunque sull'amore, l’ho appreso principalmente grazie alla sofferenza e non alla gioia come si vede nei film. 
Soprattutto grazie alla Donna che è per me il naturale contrappunto a me stesso. Lei è stata, ed è il mio maestro d’amore.
Quando parlo di donna parlo di una Donna con la D maiuscola, non certo quelle che si trovano in giro e che in un modo o nell'altro si vendono al miglior offerente, il quale se ha tempo le compra con le attenzioni e le adulazioni, altrimenti se ha fretta con i soldi.  
Solo una donna completa può completarmi.
Cosa può fare un uomo? O meglio cosa posso fare io?
Amare, certamente e sperare di essere riamato. 
Più in generale direi però che se questo sentimento non è corrisposto bisogna avere le palle per lasciarlo andare.
La vita è troppo breve per trascorrerla da masochista e soffrire per qualcosa che è oltre le nostre possibilità. 
Così se hai il coraggio di dire "addio" la vita ti regalerà certamente un altro "ciao".
Bisogna perciò essere buoni con la propria vita perché siamo l'unica persona che ci può rendere felice. 
Ma visto che non si può comandare l'amore, bisogna almeno comandare a se stessi. Non è assolutamente facile, non lo è nemmeno comprendere che ogni sorriso che l'amore regala lo si pagherà, in un modo o nell'altro, e quando accade è proprio un vero inferno rosa.

Alla fine che lezione ho ricevuto da tanto patire? 
Che cosa ho capito dopo tanti severi castighi, dopo che tante lacrime si sono asciugate, cosa è rimasto scritto sulle mie guance? 
Qual è dunque il segreto che è stato sussurrato alle mie orecchie sorde? 

Per prima cosa che l’Amore non lo puoi avere stabilmente, rubare o comprare: accade. Oltre la propria volontà, oltre i meriti e le circostanze. Questa accettazione d'impotenza richiede un grande coraggio, forza e molta fiducia. 
Non nell'altro come banalmente si potrebbe credere, ma fiducia in se stesso; Nelle proprie percezioni e nel sapere di meritarselo. 
Un merito che non si accumula come in un conto corrente, perché in questo mondo non esiste alcuna contabilità retributiva sovrumana o divina. 
Esso va meritato momento per momento. 
E' sempre un nuovo inizio che non può essere confinato nelle leggi di una relazione stereotipata, nelle idee e nei desideri che mettiamo davanti ai nostri occhi e che ci nascondono la verità.

Vi è però una dimensione più profonda e sconvolgente che va oltre alla naturale relazione sentimentale. 
L'amore nella sua dimensione più vera non ha soggetto. Incredibilmente quando ami tu non esisti più. 
C'è solo la percezione fortissima di non separazione. Non è freddo e non è caldo. Non è bello né brutto. 
E' semplicemente oltre ogni categoria. 
E' sconvolgente eppure così naturale. Non tiene conto di nulla ma ti da tanto. Non c'è contabilità, paura, calcolo. 
E' azione senza nessun tornaconto. 
E' qualcosa di assurdo che invece è l'unica cosa ragionevole nella vita.
Spesso è per questo motivo che l'Amore non lo si capisce e neppure lo si riesce a vedere. 
A volte, ti passa accanto e non te ne accorgi. Ha un passo talmente leggero! 
E’ fortissimo ma fragile, va trattato con cura. E' sacro.
Allora cosa mai  bisogna fare?

Una cosa sola: -Se vuoi conquistarlo, devi arrenderti ad esso-  


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