martedì 2 gennaio 2018

Tanto per iniziare...



Non ho idea se qualcuno, oltre a me abbia notato che l’essere umano è l’unico animale su questo pianeta che cerca un senso ai fenomeni della realtà in cui vive. Inoltre li colora spesso con interpretazioni non sempre ragionevoli.

Non per fare il figo, ma l'ho inuito a sei anni, mentre guardavo con un amico le nuvole e ci vedevamo le facce, oggetti, oppure degli animali. 
In quel momento realizzai che siamo fatti così, cerchiamo sempre un motivo, una correlazione, un significato,  anche quando oggettivamente non esiste come nel caso delle nuvole. 
E' un meccanismo automatico della mente di cui siamo dotati. Questo non significa che tutti lo utilizziamo però nello stesso modo e con la stessa frequenza.
 
Dunque l''uomo cerca sempre un perché, e mi verebbe da aggingere: perché?  A maggior riprova di quanto affermato.

Parlo però di alcuni uomini, non di quelli che si picchiano allo stadio per sostenere 22 cavernicoli in pantaloncini che corrono dietro a una palla.  
Nemeno quelli che pensano a fregarsi l'uno con l'altro, per sentirsi più furbi e non si chiedono il senso di questo gioco più grande che si chiama Vita. Si accontentano banalmente di cercare di vincerlo. Questo gioco però non è fatto per essere vinto, mi pare evidente perché alla fine tutti prdono tutto, ma forse non se ne sono ancora accorti.  
Diciamo che queste persone pur avendo la possibilità di trovare correlazioni e sviluppare la propria fantasia e intuitività, preferiscono usarla per questioni più materiali e meno complesse, in definitiva usano le loro capacità di astrazione il meno possibile cioè solo quando questa è necessaria per un risultato e un vantaggio immediato.

Invece altri uomini un po' più profondi o semplicemente più complessi non si accontentaano del "come" che soddisfa quasi tutti, quasi sempre. Si domandano appunto il "perché" cercando una più estesa correlazione fra eventi e risultati, senza fermarsi banalmente alla primaria causa e al conseguente effetto.
Secondo me, quelli che non lo fanno sono un po' come animali, esistono ma non vivono completamente, perché non danno un senso alla propria esistenza. 
Ci sarebbe però da chiedersi: "Sono cretini o sono magari più saggi, perché vivono in maniera meno complicata?"

Per saperlo bisognerebbe  intervistare un animale, e se mai fosse possibile, lo domanderei a un Leone, perché è più vicino alla mia naturale modestia. 
Così gli domanderei: "Qual è il senso della tua esistenza o'Lione?  Credo che se potesse rispondermi mi direbbe: “Per mangiare le zebre”
Insisterei con un'altra domanda: "Solo questo? Non ti sembra poco?"
E se non mi sbransse, forse sentirei: "No,  perché le zebre mi piacciono."
Così dovrei ammettere che il suo pragmatismo è di una saggezza che non avevo considerato.
Insomma, diciamo che questa logica leonina è diretta, efficace , ma non è funzionale. 
Non è funzionale per cosa, e soprattutto per chi?

Che domanda…Per Dio.
 
Ipotizziamo che per qualche ragione esista Dio, e si trovi a esplodere in un meraviglioso Big Bang, dando vita all’Universo di materia e antimateria, di energia, tempo e spazio che conosciamo e di quella materia oscura, energia oscura e forse tempo oscuro che ancora non capiamo. 
Come si sentirebbe?

Sicuramente onnipotente, solo, ma senza una risposta per la propria esistenza. 
Allora, credo che  si chiederebbe come sarebbe possibile rispondere a una tale domanda, diciamo fondamentale, perché esistenziale.
Certamente non da se stesso.  
Sarebbe come se un uomo volesse capire perché esiste, domandandolo al suo mignolo…Sarebbe non solo impossibile, ma stupido

Se io fossi Dio, e mi si perdoni il paragone blasfemo e pure presuntuoso perfino per la mia presunzione, cosa farei?

Creerei degli esseri viventi che cercano il senso di questo esistere, che si domandano il perché di ogni cosa al posto mio, ma non come un Leone o un tifoso che abbiamo visto come il primo sia troppo esaustivo e il secondo troppo stupido, per diventare  strumenti per una ricerca approfondita.

Farei così un essere intelligente, ma un po' più complicato e anche poco attrezzato biologicamente, per dargli in primis un forte incentivo a sviluppare le sue  capacità per la sua sopravvivenza e poi per rispondere alle sue domande. Lo sguinzaglierei grazie alla curiosità, alla ricerca di un senso, di un perché, al mio posto (inteso come Dio).

Questo Virus filosofico chiamato Uomo non sarebbe l'unica risorsa  cui affidare la risposta a questa domanda divina.

Non mi accontenterei della sola umanità, ma creerei una miriade di progetti biologici in progress, cioè altri esseri intelligenti che lavorano tutti alla stessa ricerca, ma su piani diversi e con modelli biologici diversi ma con la medesima matrice di curiosità, ovviamente parlo di razze extra terresti. Questo per non mettere sulle spalle di questa povera umanità un po' così, un fardello tanto pesante.
 
Infatti, perché una risposta possa considerarsi valida dovrebbe essere giusta per infiniti modi d'indagine, che semmai convergessero alla stessa conclusione, sarebbe  allora da intendere che tale risposta univoca è quella esatta appunto. 

Non per una sorta di pluralismo divino, ma perché Egli è in costante autocritica o per meglio dire riflessione su se stesso, perché è (a mio modesto parere) il modo di emandere l'errore dalla Sua creatività. 

Non a caso la Creazione è considerata perfetta a priori, non solo perché non avendo termini di paragone non sia possibile dare un giudizio di valore, ma perché essa è in costante auto-critica. 
Questo però fate finta che me lo sono inventato.

Insomma, praticamente ho appena messo per iscritto un delirio che  mi  darebbe  il diritto di finire non fra i massimi pensatori, ma in un bel manicomio.
Oppure di aver inciampato, ovviamente per sbaglio, nell’arco e nellla freccia che usa il Grande Arciere, per cercare il bersaglio che vorrebbe colpire, anche se quello, mi pare di intuire non lo ha ancora trovato nemmeno Lui.   

A conclusione di questa elocubrazione lisergica cosa poso dire? Solo quello che mi ha detto il Leone mentre conversavamo: "Se ti sei perso non vuol dire necessariamente che sei sulla strada sbagliata". 

Non so se si capisce la contometafora. Questa è davvero difficile.