martedì 22 maggio 2018

Vox calmatins in deserto vol. 1



La cosiddetta Economia oggigiorno è delirante per non dire "delinquerante".
Il potere economico non si basa più ragionevolmente sulla ricchezza, ma sul debito; E' in linea con questa ideologia criminale gravare ogni essere umano o quasi, di  esso. 

Questo principio debitorio si estende anche alle industrie e alle nazioni. Nessuno è sano ma solo contagiato in stadi diversi.
Come nasce l'idea del debito su scala globale? 
Nasce dalla necessità. 
Perché la ricchezza può essere rubata ma non il debito. 
Il debito rimane: eterno e multiforme. Figliando gli interessi legati al prestito. Forgiando in tal modo le catene che rendono tutti schiavi di qualcun'altro, tranne i pochi gestori di questo cancro.

Le Borse mondiali sono il tempio dell'assurdo dove questa tragica farsa economica si rappresenta, in quanto il valore di un'azienda è basato sul "si dice" le stime sono quanto di più opinabile e fantasioso ci possa essere. 
Dunque in questo teatro moderno si recita come nell'antichità usando maschere. 
Praticamente è un gioco di carte, dove le regole però cambiano, secondo la convenienza di pochi croupier a scapito degli investitori/giocatori (complici sacrificabili). 
Non bastasse questo, lo stesso mazzo di carte è truccato. 
In tali condizioni non è possibile sperare in una vittoria, certamente non onesta ma nemmeno fortunosa.

Nel medioevo il prestito a interesse era vietato dalla religione cristiana ed era considerato un peccato, alla stregua del furto, dell'omicidio, dell'eresia. Era sanzionato e socialmente considerato abietto e riprovevole. Questa lucidità si è persa o è stata per colpevole interesse, travisata; Per far posto ad un mondo dove con il miraggio di una ricchezza senza il merito del lavoro produttivo, chiamandola speculazione finanziaria, si mettono così le mani in tasca alle persone povere per renderle ancora più povere.
Infatti la cosa più sicura che è possibile aspettarsi da ogni investimento gestito da questi personaggi senza scrupoli è la povertà, una povertà generalizzata. 
Schiacciati dal debito come si eserciteranno le poche libertà civili a disposizione? Non avranno senso se non come slogan, quando nei fatti senza una libertà di mezzi non c'è nessuna libertà di fini concreti. 
Se muori di fame quale libertà rimane? Chiunque potrà comprare il voto "democratico" con un piatto di lenticchie. Il meccanismo di coercizione sarà quasi perfetto, perché in teoria sarai libero, ma in pratica sarà peggio di esser schiavo, perché almeno lo schiavo ha la possibilità di vedere le catene che lo legano.
A me pare strano che pochi si accorgono di questo grande inganno e acriticamente si presti il fianco, se non addirittura una certa complicità entusiastica a tutto ciò, alimentando questa mostruosità economica che divora i suoi stessi sostenitori, come il mitologico Kronos fagocitante i propri figli. 

Ovviamente, questo fiume Stige scorre sotterraneo. E' un subdolo  vampiro, ma non ha neanche l'umanità di uccidere la sua vittima; La lascia viva, incosciente e prigioniera per berne ogni giorno un po' del suo sangue, e in tale stillicidio malvagio, esegue una condanna peggiore di quella capitale.

Mi ricorda la vespa scarnificatrice che paralizza la vittima con un chirurgico colpo di pungiglione e la lascia immobilzzata ad ospitare le proprie uova, quando le larve si schiuderanno la  divoreranno viva ma inerme. 
Non c'è una cura a questa neoplasia civile, perché il problema è così ramificato che è quasi impossibile sradicarlo.

Un breve inciso per il lettore abiatuale e per il malcapitato nuovo. 
I concetti espresi sono già stati esposti in altri scritti, compreso questa freccia semantica della vespa (che non è mia, ma di Proust riferita alla sua domestica, e la si può trovare ne: La Recherche - Alla ricerca del tempo perduto-). Una freccia semantica dicevo che ho già scagliato, ma cui ho dato due diverse interpretazioni rispetto al suo autore, questo per dire che non sono rincoglionito del tutto né mi mancano le metafore per catturare l'attenizione. 
E' solo il modo di dare a tutti (vecchi e nuovi lettori) gli stessi elementi di riflessione. 
"Ma quali lettori?! Anvedi questo che si sta a inventare? Ma se non ti capisce nessuno, un motivo ci sarà?" Odo la solita voce molesta della concretezza che dal fondo della cucina mi insullta  ma con sussiego faccio finta di non sentirla.  
Rinuncio dunque alla presunzione (ahimé così ipertrofica in codesta entità biologica a disposizione della mia essenza) e faccio finta di dire qualcosa di nuovo, in nome però di una comunicazione paritaria, perché più largamente condivisa. 
E' un  mio goffo modo di sembrare umile. 
E' il mio scomposto tentativo di voler caracollare verso gli altri.

Tornando al discorsetto, direi che il  mio personale suggerimento, se mai qualcuno dei predetti lettori è stato così stoico da arrivare sin qui per leggere questa filippica, ma soprattutto per comprenderla, è di non avere debiti con nessuno, soprtattutto con se stesso.
Ridurre il più possibile eventuali mutui, dilazioni e cambiali. Non comprare qualcosa se veramente non serve (questo è difficile)  e  pagarla in contanti, evitando rate e finanziamenti. 
L'obiettivo è ridurre al minimo il circuito del denaro.

La cosa migliore sarebbe un cambio radicale del sistema sociale, ma questo è oltre le possibilità del singolo e allo stato attuale perfino della maggioranza. 
Non perché sia necessario una rivoluzione apocalittica, ma solo perché la coscienza della maggioranza schiavizzata è conforme alle regole dei propri aguzzini, altrimenti si ribellerebbe. 
E' così semplice.
La vera rivoluzione non ha bisogno di armi, ma di coscienze perché basterebbe smettere di comprare. 
Non servirebbe neanche molto tempo: due settimane o poco più, da trascorrere senza comprare nulla senza lavorare a questi apparati del potere economico. 
Si potrebbe barattare quello che si ha o si sa fare, scambiando merci e servizi con vicini e amici, almeno per quelli che non sono contadini e cioè che vivono in città senza cibo (infatti le città importanto tutto come una sorta di vivaio o meglio gabbia). 
Le città sono di fatto prigioni per condannati ai lavori forzati, mi pare evidente visto che a nessuno è concesso di procacciarsi da mangiare senza denaro, casa e  lavoro. 
La sopravvivenza  decorosa in città è negata senza denaro spendibile. Come ulteriore atto plebiscitario ognuno rinuncerà all'estinzione di qualsiasi debito o credito, riportando a zero l'orologio dell'umaità, almeno sul piano economico. Niente debiti, personali o nazionali, niente sanzioni, niente crediti, niente di niente. Si parte tutti da zero. 
Non si darà o restituirà più niente a nessuno. Ci si troverà sicuramente un po' più magri, perché non ci sarà molto da mangiare, ma come per miracolo anche ricchi, perché liberi.

Niente più debiti tra Nazioni dunque. Le Banche? Puf! Le Finanziarie? Puf! Le poche famiglie che dominano le Nazioni? Puf! Si ritroverebbero tutti con una mano davanti e una di dietro e se vogliono mangiare dovranno lavorare come gli altri. 
Gi eserciti, le fabbriche di armi, i governi e perfino le Chiese? Puf! Puf! Puf! Spariti. 
Azzerare i server economici planetari, togliere ogni pubblicità, Equtalia, Essatri, tasse, tributi e quant'altro; Finalmente liberi delle persone inutili e pericolose che gestiscono questi gioghi,  come: avvocati, soldati, poliziotti, giudici, preti, economisti, politici e sopratttutto quei fastidiosi pseudo filosofi come me.

"Sarebbe il caos!" Sento urlare, è ovviamente la solita voce dalla cucina.  
"Perché qualcuno pensa che viviamo nell'ordine?" Rispondo gridando silenziosamente nella mia testa. 
Perché questo qualcuno, pensa veramente che tra sette anni, quando saremo dieci miliardi di persone ci sarà ordine,  e poi dopo altri quindici anni,  saremo venti miliardi, e poi? 
Secondo quel qualcuno cosa succederà? E' ragionevolmente prevedibile vivere in tale sovraffolamento come nulla fosse? In una specie di brasiliana metropolitana, tutti compressi in un allegro samba appicicaticcio? Oppure ci sarà un conflitto? 
E' evidente che ci sarà una guerra. 
Una guerra non solo mondiale ma totale. 
E' quella non è forse caos? 
Almeno, quello proposto sarà deciso da chi né sopporterà le conseguenze, fatto insolito per l'umanità, dove chi soffre non è mai lo stesso di chi decide le soffrenze. 
Certamente si morirà, e allora? 
Perché, qualcuno è convinto di vivere in eterno? 
Soprattutto chiedo, ma questo è vivere?  
Almeno moriremo pacificamente e lasceremo ai "figli della ragione  e del cuore" un mondo migliore a disposizione, donato dai "filgi del dolore" quali siamo. 
Altrimenti qual'è il senso di soffrie se non per imparare, imparare a donare? 
Per quale insulso motivo avremmo tutti trasmigrato da un corpo a un altro, in tantissime esistenze senza un fine, ripetendo sempre gli stessi errori e inseguendo sempre le stesse deludenti illusioni, se non per capire che non servono? 
Il Principio Universale si manifesta sempre in modo meravigliosamente libero. 
Vuoi una cosa? Falla, Ti dice, e poi guarda cosa succede, e se ti piace. 

Il passo successivo è manifestare questa comprensione cioè il valore  sacro della rinuncia e del sacrificio. Non proprio una cosina facile, facile. 
Siamo tutti, prima o poi, volenti o nolenti, destinati a  celebrare uno straordinario atto di coraggio (per gli umani) ma non così straordinario secondo la mia modesta ragione, solo dovuto e necessario. 
Certo, ci vogliono le palle, cazzo se ci volgliono, c'è la paura, ma quella dura solo un attimo, poi arriva sempre il sole: lo giuro.  "Senza pioggia non c'è arcobaleno" lo dicono anche quelli del Meteo.

Con questo drastico colpo di mano si girerà finalmente pagina e su di essa si scriverà una poesia, al posto di una partita doppia. 
Che figata.  Nuove poche regole allì'insegna del vivere bene ma senza sfruttare nessuno.  
Nel momento che si interromperà qusto circolo venefico economico che come una nebbia tossica, rende ciechi cioè mette davanti alle persone degli oggetti di desiderio, quindi si vedono solo quelli, il sistema imploderà su se stesso. 
Si chiuderà dopo tanti millenni il Vaso di Pandora. Donando all'umanità salute, invece di malattia. 
Sembra il discorso di un matto, ma ho perfino ragione.  
La condizione perché funzioni e lo sviluppo e l'applicazione di quella coscienza globale di cui parlo sempre. 
Cosa intendo? 
Non è un pindarico volo della mia fantasia né un'analisi approfondita di estetica e morale. 
E' una cosa che possono capire tutti, ma proprio tutti: "Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te". 
Più basic di così... 

Per il momento, cioè sino a quando pronunzierò il mio discorso all'umanità tutta, risvegliata alla coscienza globale nel mio comunicato in mondo-visione per sancire l'inizio della fine del periodo oscuro...Che preventivo, avverà quando le vacche voleranno e i piccioni smetteranno di cagare sulle automobili appena lavate, consiglio caldamente di  non seguire il miraggio della speculazione.

A me sembra un'ottima cosa non fare investimenti, perché promettendo una ricchezza rapida, sono generalmente la primaria causa di bancarotta.
Se poi qualche simpatico burlone ha la possibilità di lanciare una bomba al Neutrone sopra la riunione plenaria del sulfureo Club Bildrberg (scritto male apposta) e anche altri ordigni letali su tutte le sue varie metastasi connesse e cioè: le Fondazioni, le Società finanziarie, i centri di pseudo ricerca economica, nonché le Società Segrete, le Banche et varie ed eventuali affini, beh! Avrà di certo  i ringraziamenti dei pochi ultimi liberi pensatori, e da parte mia un orsetto di peluche e una bottiglia di Sambuca Borghetti (la migliore). 

A parte gli scherzi, questo stato di fatto vessatorio è oggettivamente il suicidio annunciato di una società che aspiri ad un benessere che non si fondi esclusivamente sugli oggetti di consumo e che, ma questo se ne accogono sempre e solo i soliti pochi, riduce anche le persone a oggetti di consumo. 

Siamo dunque oggetti/clienti sacrificabili in questo mondo spietato così edificato per noi. 
Nel momento stesso che un essere umano non ha più nulla da spendere non ha pù diritto a vivere, purtroppo questa è la dura realtà di questa umanità disumana.

Una particolarità selettiva che si riscontra un po' anche nella Natura sul piano di competizione biologica, ma che è  molto più onesto. 
Diversamente dall'uomo, gli animali non esercitano questo conflitto con quelli della propria specie se non in casi estremi, e non sfruttano i membri della propria famiglia in maniera così diabolica come l'uomo. 
Gli altri animali infatti, sanno bene che la sopravvivenza e il benessere del singolo, rispetto a quello della specie, è un'amara  vittoria di Pirro. 

Pare invece che questi "sapientoni" che amano (?) gestire la vita degli altri, visto che la loro è così povera di significato (nonostante siano così ricchi) facciano finta di non accorgersene. 
Credo che siano affetti da una sorta di delirante euforia, grazie alla richezza con picchi di serotonina, ma anche a drastici e repentini cali dopaminici, conseguenti alle loro malattie psichiche ereditarie. 
In generale il quadro clinico di questi "grandi uomini" è di maniaci depressivi con altalenanti turbe sociopatiche.
Sono convinto che sebbene abbiano il potere di realizzarlo, non desiderano un mondo felice, vogliono solo un mondo triste e  sofferente per giustificare la loro depressione. 
Ecco tutto. 
Questa è una diagnosi però che lascio agli psichiatri, perché a differenza loro mi ritengo una persona seria, e certi azzardi vorrei evitarli.

Intuisco invece, in quella mia parte più...che questo piano mefistofelico economico è parte di un più ampio piano salvifico. 
Perché il cosiddetto Diavolo, lavora comunque per il cosiddetto Dio, anche se non se ne accorge. 
In realtà non è proprio così, ma ogni tanto mi piace visitare i luoghi comuni per provare a spiegarmi. 
Non lo descriverò questo grande progetto extraumano finale, per diverse e opportune ragioni. 
La prima ragione è che non mi piacerebbe vivere il resto della mia meravigliosa esperienza umana in una stanza imbottita rincoglionito dagli psicofamaci.
La seconda, perché non è consentito parlarne dalle forze che lo promuovono, assai severe sulle questioni sacre. 
La terza perché ovviamente sarà una sorpesa per tutti e non è carino rovinare le sorprse. 
Da ultimo, perché non sono sicuro di aver capito bene e perciò resto zitto che di cazzate ne dico già abbastanza. 
Nel caso (poco probabilie) mi sbagliassi, e come dice il sommo poeta:"Tutto andasse a puttane" ho sempre un piano B, cioè la mia astronave energetica  fatta dal corpo etereo, pronta per il balzo quantico, onde giungere alla dimensione atemporaale al di là della barriera di causa/effetto. 
Esattamente dove bazzica  quella gran zoccola di  vostra sorella, che è proprio di quella di cui stavo parlando.  
Eh! Ci siete cascati...Purtroppo non sono impazzito, cazzeggiavo solamente. 

Tornando alle persone normali e a quelle che fanno finta di esserlo, direi che aderire a questo sistema economico kamikaze, senza esercitare anche un poco di senso critico, è come interrare Plutonio radioattivo nel giardino di casa del vicino per fargli dispetto.

Comunque arriveranno le conseguenze a ricordare a chi vuole un mondo di economia e di denaro che come si è deciso di fare per gli altri, anche per loro sarà deciso, perché "Con la moneta che spendi sarai pagato".   

Abbiamo un solo pianeta abitabile per il momento, e gli esseri umani sono vicini e connessi l'uno all'altro più di quanto si possa credere o immaginare..

venerdì 4 maggio 2018

Se incontri un Buddha prima di ucciderlo offrigli una birra.



L'esaltazione dell'infanzia da parte di molti è per me incomprensibile, perché è di fatto il periodo della sottomissione, della sudditanza alla famiglia, alla scuola ai cosiddetti "grandi", grandi però solo nelle dimensioni.

E' quando diveniamo adulti se mai lo diveniamo, cioè con la maturità che ne consegue, invece il periodo che ci permette di affrontare la vita senza illusioni. Di cercare tra molte fatiche la nostra individualità, al di là dei facili modelli che ci impone questa società ipocrita, almeno in prima istanza e una volta costituita questa "individualità" trascenderla.
E' per me di valore andare verso una conoscenza di "cosa sono" e all'affermazione di questo "qualcosa" per trovare un mondo di vivere più vero, non certo più felice, ma sicuramente più autentico. E' l'unica ricerca che abbia senso nel vivere. 

Una fatica che spesso mi toglie il sorriso, ma mi regala uno sguardo diverso sul mondo, sugli altri e su me stesso. Riducendo un po' la mia granitica presunzione e accrescendo il mio senso di responsabilità personale, soprattutto facendomi più spesso domandare: perché? A volte persino: Quello che faccio mi rappresenta? 

Aprendo il mio cuore a un senso di umanità più profondo, senza sentimentalismi sdolcinati ma intensamente miei.


Una volta Sheldon Kopp ha scritto: "Non saremo mai al di là dell’errore. Nulla di importante rimane risolto una volta per sempre, finalmente e per l’eternità".
Siamo come tanti piccoli Kafka, che cercano disperatamente di comprendere le regole del gioco, perché tutto possa risolversi: il dolore, la confusione, i dubbi, la solitudine, la mancanza di senso dell'esistenza, la morte.

La vita è proprio ciò che sembra? Un fardello mutevole, ambiguo, effimero, misto? 
Ognuno deve trovare la verità procedendo lungo un sentiero solitario. 

L’universo è casuale, non guidato da leggi logiche, almeno non dalla logica umana e neppure dalla sua morale, il senso profondo del Tutto se mai esiste, ci sfugge.

Vedere questo fa paura, perché ogni nuova luce spaventa come il buio.


Andare oltre le paure è l'unico modo di andare, non c'è diverso modo di procedere per trovare la propria verità, e per fare questo ci vuole coraggio; Certamente è difficile, molto difficile, ma non ci sono alternative, perché: nulla sostituisce il coraggio.