martedì 10 agosto 2021

Ops!

Oggi vado a bere un caffè e vedo alcune frasi riportate sui muri del Bar di scrittori famosi.

Così suggerisco al gestore una lavagna dove i suoi clienti possano scrivere qualcosa di saggio e fornire un contributo personale.
Lui però mi dice che gli avventori sono poco propensi alla riflessione, perché un pochino stupidi.
Allora lo correggo dicendogli: "Guardi che la saggezza non è proprietà dei saggi, ma di tutti. E' Lei, la Saggezza, che sceglie dove albergare per qualche momento in una persona, così anche un idiota può, a volte, dire cose profondissime. L'importante non è chi pronuncia una frase, ma chi l'ascolta. Si può trarre conoscenza anche dalla frase più banale se le sappiamo dare un significato profondo"
Inutile dire che ha sbarrato gli occhi e gli ho visto scendere, il già mille e mille volte visto, velo sullo sguardo.
Senza ricevere risposta ho sorriso, pagato, e poi sono andato, di spalle allontanandomi come cavalcando verso il tramonto.
Il mondo è veramente un meraviglioso deserto affollato.

lunedì 26 luglio 2021

Analisi C

Alle conferenze stampa del Governo, tramite i suoi rappresentanti, i giornalisti non solo devono avere il green pass, ma devono fare anche il tampone-test.

Allora se il green pass non è garanzia di salute, perché utilizzarlo?

Infatti, quando si tratta della "loro" salute le regole cambiano.

Addirittura il green pass favorisce la diffusione del virus, perché una falsa certezza di salute è più pericolosa della malattia.
A prova di questa affermazione in Olanda ai concerti è obbligatorio il green pass, risultato: 1.600 contagiati.
Perché non si investe in un test rapido non invasivo? Avrebbe maggiore garanzia ed efficacia.
Devi prendere l'aereo?
Così come ti fanno il test antidroga immediato con un cerotto, potrebbero creare un test C simile, semplice e veloce.
Non credo che sia impossibile da realizzarlo a costi modesti.
Lo fai il giorno prima, poi senza file, come fai il check-in, esegui ancora un altro test sulla pelle con un cerotto, altrimenti in un altro modo, e se tutto va bene, parti.
Se un soggetto risulta positivo dovrà andare immediatamente in isolamento.
Gli asintomatici sono secondo me una cazzata, poiché la malattia si evidenzia dai sintomi.
I cosiddetti "asintomatici" non sono altro che persone che hanno contratto il virus e ne sono guarite, magari senza neanche accorgersene. Tracce del virus sono presenti nell'asintomatico, ma non sono più attive. E' la risposta più logica.
Se invece una persona risulta negativa al test non contagerà nessuno, perché limitarne la mobilità, il lavoro, le relazioni umane?
Idem al ritorno.
Al Cinema, in palestra, ai concerti, ecc. ecc.
Un test valido per un giorno, basterebbe metterlo in una bustina sigillata con la data impressa, insomma i modi si trovano.
Ipotizzando il costo di un euro a test, con trenta euro al mese avremmo la possibilità di tornare a vivere normalmente, e favoriremmo un controllo reale sulla diffusione che è l'unica soluzione al contagio.
Costerebbe meno delle vaccinazioni, delle certificazioni e dei tamponi nasali o sierologici messi assieme.
Certamente sarebbe molto più efficace, pratico e immediato.
Lo ripeto non esiste ancora che io sappia, ma se non lo cercano non lo troveranno mai.
Esiste un test salivare a circa sei euro con esito immediato, che su scala nazionale il suo costo, credo, diminuirebbe sensibilmente. Sempre che ne sia comprovata l'efficacia.

Fra un paio di mesi si avranno ben cinque cure efficaci, infatti terminerà la sperimentazione di alcune terapie che hanno dato ottimi risultati, in particolare la cura monoclonale. Cure senza rischi mortali oltre la norma, infatti ogni virus può essere mortale, nel senso che ci sono percentuali infauste modeste, ma ineliminabili per qualunque malattia. Sebbene la cura con il sangue immune, trascurata, risulti essere già disponibile, efficace e tra l'altro economica.
I sieri inoculati come vaccini purtroppo compromettono il sistema immunitario per un tempo non quantificato e che potrebbe diventare definitivo per chi ne ha fatto uso, senza contare il rischio genetico che è evidenziato dagli ultimi studi ovvero che l'RNA utilizzato nel cosiddetto vaccino poi si radica nel DNA coinvolgendo così anche le generazioni future.

In alcuni paesi si sono viste soluzioni sorprendenti, ma con applicazioni diverse da quelle europee (non si è fatto esattamente la medesima cosa, perché i test non erano ancora disponibili, ma grazie al confinamento e adottando ospedali dedicati cioè non mischiando pazienti infettati e malati normali).
In Vietnam non vi è stata diffusione del virus (34 casi totali in due anni). Quello Stato ha adottato procedure che ci dicono drastiche, ma di sicuro effetto. Alcune persone sostengono che non sono applicabili in Europa. Non ho idea su quali basi formino un'ipotesi del genere, quando in realtà le limitazioni alla vita ordinaria ci sono state e sono state rispettate.
Ad ogni modo Il principio vincente in caso di epidemia è un rapido e sicuro monitoraggio di tutti i soggetti esposti e quelli a rischio con test rapidi e di pronta disponibilità; Successivamente si procede all'individuazione degli infetti e al loro isolamento.
Infine, cure efficaci per i malati infettati per ridurre l'impatto negativo di perdite.
Mantenendo l'isolamento dei contagiati con un reale confinamento; Non come si è fatto sino a d'ora cioè con reparti C all'interno degli Ospedali che è una vera follia.
Andava dedicato un solo Ospedale per area metropolitana per il ricovero dei contagiati.
Mettere nella medisima struttura malati con patologie usuali e quelli infetti da virus C è sicura condanna a morte per i malati non ancora contagiati, perché già debilitati.
Curiosamente si constata che un'apparente decisione insensata coincide con l'interesse per i finanziamenti stanziati per il ricovero degli infetti. Per l'Ospedale risulta un ottimo affare avere un reparto C, infatti per ogni paziente infetto sono erogate le spese per le cure.
Il calcolo della spesa è stato fatto in maniera indiretta dall'Alta scuola di Economia e Management dell'Università Cattolica che (cito) "Annotando il numero complessivo dei ricoveri, la percentuale di ricoveri registrati per ogni singola voce della tabella dei ricoverati e il costo di ogni singolo trattamento, il rapporto conclude che lo Stato spende 1.425 euro al giorno per ogni singolo ricovero in terapia intensiva, 8.476 euro a paziente per i ricoveri ordinari da Covid-19 (considerando una degenza media di 12 giorni, si tratterebbe di 706 euro al giorno".
E il rischio di contagio per gli altri pazienti ricoverati per altre patologie?
Ma sono isolati! Si dirà.
Eh! già perché all'aria condizionata non ci ha pensato nessuno?
Al personale medico e sanitario che va avanti e indietro?
Alla mensa e al cibo preparato?
Ai bagni , al personale delle pulizia, alle lenzuola e al materiale di uso comune?
Avete presente com'è un Ospedale? Ecco.
Se si facesse il computo dei decessi causati dallo spostamento scomposto delle risorse mediche a causa del panico con cui si è gestita questa emergenza sanitaria, unitamente alla mancanza di cure di cui molti pazienti sono stati vittima, ebbene il numero dei reali decessi a causa di C credo sarebbe sorprendente apprendere che in molti casi: la soluzione è stata peggio del problema.
Infatti è risaputo che C risulta fortemente mortale solo in presenza di concause cioè in soggetti con altre patologie.
In una persona sana la percentuale di rischio di decesso per virus C è al di sotto del 1%, meno di quanto rischia con gli effetti collaterali (ancora non completamente conosciuti) dei vaccini creati per contrastarlo, considerando che debellare il virus con gli attuali sieri incompleti non è possibile. Incompleti perché non forniscono una totale copertura al virus.
Ecco che a pensar male si nota che si è sfoltito il numero dei vecchi, dei malati, dei poveri, a fronte di un business miliardario per l'industria farmaceutica e per alcune branche dell'economia.
Le strategie sino ad ora adottate in Europa sono state apparentemente ragionevoli ma scientificamente assurde, e contro le regole già note che sono nel prontuario operativo in caso di epidemia ad alto rischio. Una situazione che è equiparata a quella in caso di contagio dovuta a un'arma batteriologica o virale localizzata.
Sono norme operative militari:
Per prima cosa c'è ovviamente l'individuazione del virus.
Le armi batteriologiche o virali sono quasi tutte note, grazie allo spionaggio.
Nel caso non lo siano la base su cui si sperimenta un nuovo patogeno è la conoscenza del patogeno stesso.
Tutti i virus prima del loro sviluppo militare sono mappati geneticamente e ne viene studiato un vaccino.
Non sono cretini quelli che li fanno.

Ritornando alle azioni che andrebbero compiute, la seconda cosa da fare è il massimo controllo dei primi esposti al rischio.
Successivamente esteso ai soggetti con maggiore probabilità di contagio, sino ad estenderlo ulteriormente alla popolazione più prossima al focolaio localizzato.
Così facendo si riduce l'espansione virale tramite una drastica riduzione tempestiva degli spostamenti delle persone.
In un tempo ancora successivo si ha l'estensione a tutta la popolazione di eventuali test o delle regole di profilassi, in quanto è impossibile o molto difficile fermare la diffusione di un virus, ma è possibile rallentarla.
Terza fase: Isolare i contagiati in maniera completa.
Evitare dunque ogni commistione con malati di diverso tipo per non aggravare le perdite.
Quarto. Sottoporre gli infetti a cure dedicate ed efficaci generalmente già messe a punto se si conosce la natura del virus.
Quinto. In caso non se ne conoscano gli effetti e la pericolosità sulla popolazione, si farà sperimentazione diretta sui contagiati se purtroppo non si dispone già della cura.
Sesto. Ufficiali, medici militari e staff governativo sono messi al sicuro per mantenere un'efficace linea di comando.
Settimo. Il personale militare dotato di apparati per guerra batteriologica e virale sono gli unici autorizzati a rendere operative le norme.
Ottavo. In subordine si dota di simili attrezzature e protezioni il personale medico civile.
Nono. Mantenere massimo stato di allerta sino a riduzione accettabile della minaccia e del suo rischio.
L'unica cosa che ha fatto lo Stato Maggiore, invece di difendere la Patria, si è messo supino, obbediente al Governo e non obbedendo al giuramento fatto alla Nazione che non è il Governo, ma il popolo italiano; Questo discernimento non è consentito alle forze militari, ma in caso d'emergenza esse hanno il potere decisionale conferito dal Governo e non "lavorano" per il Governo. Sono cose molto diverse. Lo Stato Maggiore è scattato invece sull'attenti alle regole di mercato che si sono comprate la politica.
Ha messo un Alpino a consegnare vaccini come fosse un pony express con la piuma sul casco. Che squallore.
La cosa importante da comprendere è che da un punto di vista sanitario, una grave epidemia è come detto equiparabile a un'attacco con arma batteriologica localizzato cioè non diffuso simultaneamente sul territorio nazionale (che è lo scenario più apocalittico) che può avvenire con sistemi diversi.
Le analisi e i modelli previsionali sono noti, le azioni da compiere già disponibili, vanno solo messe in essere.
Perché non si sono usati questi modelli analitici?
Se avessi una risposta a questa domanda, probabilmente non camperei sino a domani.
Ribadisco che sono semplici e chiare disposizioni già note e non sono affatto segrete, in quanto le norme generali ormai sono di dominio pubblico, cioè non più riservate, ma solamente le norme operative lo sono, in particolare in caso di attacco d'arma batteriologica nemica, oppure nel caso di un evento virale ad alta pericolosità o per la fuoriuscita incontrollata di un arma batteriologica dai laboratori o dove queste armi sono stoccate.
Questi moduli tattici nel caso di C sono stati tutti disattesi.
Non ci vuole uno scienziato per capirlo.
I casi precedenti ci sono stati (SARS Ebola e altri) , le strategie efficaci erano a disposizione e già comprovate, mentre i modi applicativi si trovano man mano in base alla minaccia e lo sviluppo del virus.
Come ribadito più volte questi dati erano già conosciutii, i modelli previsionali già preparati dagli analisti militari, che sono dei personaggi veramente pittoreschi in quanto elevano la paranoia allo stato dell'arte, ma pensando sempre al peggio spesso ci azzeccano.
Alla fine poteva essere una mera applicazione di procedure ben note senza bisogno del bailame che ha fatto da contorno alla situazione passata e attuale.

Non si capisce perché allora è stata disattesa la norma se qualcuno non ci voleva speculare.

I fatti curiosi e le coincidenze strane si contano a decine. Ovviamente è un commento ironico, perché nel caso degli eventi sociali, politici, economici e in generale nella storia dell'umanità: le coincidenze non esistono.
Il responsabile è accertato.
Il virus è stato creato in laboratorio da un coronavirus influenzale ibridato con una sequenza genetica del virus HIV.
Il premio Nobel per la medicina che lo ha dichiarato è stato però trattato come un cretino.
Curiosamente le sue previsioni si sono correttamente avverate in tempi e modi sorprendenti, dimostrando una straordinaria lungimiranza e acume per uno scienziato insignito del più altro premio della scienza, ma divenuto improvvisamente un'idiota.
Le caratteristiche peculiari del virus sono la capacità mutagena che invalida in parte l'azione di un vaccino, la rapidità di diffusione e una certa pericolosità con incidenza mortale al di sotto del 1% in soggetti sani e dal 3 al 10% a secondo dello stato di salute compromesso da altre patologie dei soggetti contagiati.
Una percentuale infausta che scende drasticamente se le cure eseguite sono opportune.
E' evidente che molte metodiche di cura adottate sono state fallimentari.
Quelle più efficaci usate con parsimonia.
Luogo d'origine del virus?
Laboratorio Studio armi chimiche, virali e batteriologiche di Wuhan in Cina. Ora, già questo pone dei seri dubbi. Wuhan si trova in corrispondenza del più grande nodo ferroviario cinese con milioni di persone in transito, particolarmente durante il Tet cioè il capodanno cinese a febbraio 2020, il momento in cui si sono presumibilmente avuti i primi casi endemici.
Note dei servizi però davano notizia già a novembre 2019 di alcuni casi riscontrati nella medesima città.
Pare così che le lancette dell'orologio siano da spostare indietro di quasi tre mesi rispetto alle notizie diffuse e alle prime contromisure adottate con ritardo particolarmente in Europa.
Se c'è poi una cosa certa è la propensione dei cinesi alla riservatezza, in particolare sui loro segreti. L'estrema attenzione da parte del paese del Dragone sulla sicurezza.
Ebbene in un paese come la Cina dove tutto è controllato e non esiste neppure Internet, se non quello cinese, ecco che un laboratorio ad alta pericolosità è posto in una delle dittà più densamente popolate e traffficate. Il colmo si raggiunge enll'apprendere che tale laboratorio militare è condiviso con l''OMS cioè l'Organizzazione Mondiale della Sanità.
C'è qualcuno che può crederlo?
In tutto il mondo la diffusione è stata inarrestabile, tranne in Cina che è rimasta confinata in quella provincia. Certamente una provincia grande come l'Italia ma sempre una provincia rispetto all'immensa Cina.
Sorvolo sui filmati che dovrebbero testimoniare la presunta diffusione volontaria del virus da parte del personale del laboratorio.
E' poco credibile che un bioterrorista diffonda il virus dove vive e senza un vaccino a disposizione per se e per i suoi, senza poi che indagini approfondite rivelino a chi e a quale organizzazione faccia capo. L'arma batteriologica non è adatta a quello che viene definito "terrorismo" semplicemente perché non è controllabile e dunque non indirizzabile verso un obiettivo specifico. Una strage generalizzata non porta nessun vantaggio politico né sostegno o seguito, dunque perché eseguirla?
La cosa veramente buffa è invece che queste "azioni" sono pianificate con largo anticipo, infatti il laboratorio in questione era stato segnalato dalla rivista "Nature" come installazione pericolosa già nel 2007.
Cioè (questo è veramente comico) abbiamo a che fare con un laboratorio segreto contenente virus pericolosissimi e letali, ma di cui tutti sanno l'ubicazione.
Per di più posto vicino al mercato del pesce di una città tra le più grandi della Cina, senza che questo desti la minima preoccupazione all'Intelligence militare cinese.
Sarebbe come mettere una base missilistica armata con testate nucleari nel parcheggio di un Mac Donald's lungo la tangenziale milanese e far finta di niente.
Pare proprio una favola se non una barzelletta.

Nessuna richiesta di risarcimento è stata presentata alla Repubblica Popolare Cinese e questo, più di ogni altra cosa, dice con cosa abbiamo a che fare.

La diffusione negli USA non era ancora avvenuta, quando il Presidente Trump, ancora in carica, autorizzò l'invio di trentamila militari americani in Germania, Belgio e Olanda per fantomatiche manovre NATO. Curiosamente poco dopo il rientro in patria dei militari impegnati in quelle manovre si ebbe il dilagare dell'infezione negli Stati Uniti.
Ma guarda che disdetta!
L'ipotesi "complottista" non mi appartiene, sebbene quanto scritto possa apparire tale, semplicemente perché questo mondo civilizzato è espressione della volontà economica che domina l'essere umano. Quindi il motto latino "cui prodest, scelus, is fecit" cioè più brevemente "A chi giova?" è sempre e comunque valido.
Lo sfruttamento per un vantaggio nel breve termine, a prescindere da qualunque saggezza o lungimiranza è un dato antropologico integrato profondamente nell'uomo e anche purtroppo incontrovertibile.
Appena c'è da arraffare qualcosa l'essere umano perde di vista tutto quello che ne consegue, in quanto è accecato dal guadagno immediato.
Anche l'omologazione delle decisioni nel mondo e le scelte molto simili adottate dei leader politici è espressione di questa realtà; Nei pochi paesi al di fuori dall'economia globale le strategie sono state diverse e anche più efficaci.
Evito inoltre di considerare questo attuale come un beta-test a preparazione di una ben più grande "operazione Omega", non perché non possa accadere, ma solo perché svilirebbe il senso di questa riflessione, alimentando lo scetticismo nei confronti di queste informazioni.
In ogni caso non mi interessa convincere nessuno, piuttosto cambiare idea sarebbe auspicabile.
In un'ottica trascendente completamente personale, devo aggiungere che è per me evidente il cambiamento di stato di coscienza umana, un cambiamento verso forse una maggiore consapevolezza innescata, per via della natura umana, dalla sofferenza e dalla paura.
Senza questi due maestri nelle persone non si sviluppa la necessità che, per il modesto grado di evoluzione dell'essere umano attuale, risulta essere ancora la spinta dinamica più efficace.
L'uomo si muove per necessità e vantaggio, altrimenti resta fermo come la rocca di Gibilterra.
Questi comunque sono eventi ancora lontani dal divenire e non influenzabili dalla volontà del singolo né, semmai l'avrà, dalla volontà della massa.

Tralascio con una nota di disgusto, la farsa cui ho assistito in Italia fra scandali di ogni tipo, bustarelle, e chi più ne ha ne mette, del peggio del peggio, tra ruberie e inefficienza. Fucilare alla schiena questi miserabili autori di un tale sciacallaggio sarebbe un atto fin troppo pietoso.
La mia personale opinione è che niente di quello che è accaduto è stato casuale se non in marginali effetti collaterali.
Resta il fatto incontestabile che la ricchezza mondiale detenuta in massima parte da 2.300 persone, le più ricche al mondo (che chiamarle esseri umani è già un azzardo) è (stimata da Forbes) aumentata del 30% a fronte della povertà generalizzata ormai sotto gli occhi di tutti.
Occhi che comunque restano chiusi.
I

martedì 8 giugno 2021

Funny Poem

Si amano i fiori anche se un giorno appassiranno.

I desideri accecano.

Non c'è un davanti né un dietro nell'acqua limpida.

Ciò che resta è vuoto e solitudine.

Come percorrere la Via se è sempre nascosta?

Si rivela passo a passo, dice il vento.

"Grande Guerriero" dice la montagna, mentre ride di me.


L'Inferno perduto

Nel paradiso della probabilità, la mia vita sembra diversa.

Infiniti scambi lungo un unico binario.

Tanti me stesso in circostanze diverse.

Eppure il medesimo uomo abita tutte queste stanze

senza chiamarle casa..

martedì 4 maggio 2021

Papaveri senza papere


Dal papavero si produce l'oppio e i suoi derivati: Morfina, Laudano, Codeina  e altri; Questi prodotti non sono e non furono una prerogativa edonistica dell'aristocrazia orentale e di molte rock-star in tempi recenti, ma realizzarono un salto epocale per la chirurgia del 800'. 

Prima di loro non esistevano gli anestetici, a parte il cloridrato di cocaina, ma che avevano costi e risultati meno convenienti. Prima degli anestetici oppioidi molti pazienti morivano d'infarto già durante un'operazione a causa del dolore, e l'abilità di un chirurgo si misurava, agli inizi del XIX secolo, con la velocità con cui operava oppure amputava un arto. 

Vi fu perfino una guerra, la cosiddetta guerra dell'oppio, svoltasi in due fasi che devastò la Cina e costituì successivamente il protettorato inglese a Hong Kong per garantire alle potenze europee la materia prima da cui estrarre la morfina, che sarebbe servita ai feriti per le guerre mondiali ancora da combattere. La produzione di oppio venne diversificata in altre aree dalla Compagnia delle Indie Orientali, coinvolgendo il Golfo del Bengala estendendosi sino in Birmania e innondando successivamente la Cina con un prodotto a più basso costo.

Il produttore principare di Oppio (90%) non è però il sud est asiatico né l'India, ma l'Afganistan e questo se non proprio spiega, almeno indica il motivo dell'interesse delle grandi potenze per una nazione che non ha nulla d'altro da offrire a parte capre e sassi. 

L'Eroina, anch'essa derivata dal medesimo componente estratto dal Papavero fu creata dalla Bayer tedesca, tra l'altro dallo stesso ricercatore che inventò la più innocente Aspirina, e fu considerata (L'Eroina) per molti anni un ottimo sedativo sino a che se ne compresero i terribili effetti collaterali, ancora peggiori e più devastanti della Morfina, dovuti alla forte dipendenza e alle crisi d'astinenza. Si racconta, ma non ho idea se sia vero, che il suo nome fu ideato perché si riteneva fosse una sorta di panacea per i dolori e rendeva "eroici" i sofferenti, anestetizzandoli. Quelli che ne facevano e ne fanno abuso in realtà non furono né sono affatto "eroici". 

Le guerre e le droghe hanno sempre avuto uno strano e scellerato connubio. 

Anche nella guerra del Vietnam (guerra di liberazione americana così la chiamano i vietnamiti) i soldati USA erano manipolati, grazie proprio all'uso dell'eroina che gli era somministrata fino a renderli tossicodipendenti e poi,  ceduta ad ogni missione, certamente non se ne parla, ma fu così che andarono le cose. 

E' il modo, poco epico, in cui si manda la gente al macello e a diventare essi stessi dei macellai. Senza questi espedienti si rischierebbe una rivolta. Molti non sanno che durante un conflitto circa un terzo dei soldati al fronte impazzisce. Senza droga le grandi battaglie non si compiono. 

Non stupisce allora che quei buoni soldati americani, difensori della libertà, commisero atti scellerati e violenze ingiustificate di ogni sorta, omicidi efferati spesso ai danni delle popolazioni inermi, bambini trucidati e donne, prima violentate e poi uccise, senza il minimo scrupolo. La guerra è sempre stata così, non solo sorda malvagità, ma piuttosto spietata realtà sulla natura umana che affiora quando nessuno la guarda e quando non ci sono più leggi o morale a frenarla. Già nel secondo conflitto mondiale si usarono i farmaci psicoattivi, da entrambi gli schieramenti non vi fu solo il Pervitin nazista, mentre nella prima guerra mondiale si usava solamente l'alcool. 

Mio bisnonno, reduce dalla "grande guerra", decorato perfino con una croce di bronzo e una medaglia d'oro (L'ho avuta per la fortuna non per il coraggio, diceva) quando ero piccolo mi raccontava delle trincee.  Aveva ancora una stretta allo stomaco tutte le volte che vedeva una bottiglia di liquore, perché gli ricordava le botti di grappa che arrivavano sui carri alla prima linea del fronte, e questo significava che a breve ci sarebbe stato l'assalto. La morte per loro aveva il sapore del cordiale. 

Nella seconda guerra invece furono predilette le meta-anfetamine (invenzione giapponese) creando dei veri e propri "mostri" militari in grado di compiere ogni efferatezza. Una pratica tutt'ora in uso, perfino nei cosiddetti eserciti delle nazioni civili, da ultimo i soldati USA "nella guerra di invasione dell'Iraq, dove l'utilizzo di meta-anfetamine per "aiutare"i soldati in battaglia è giustificato come farmaco necessario contro la stanchezza, ma anche contro ogni scrupolo, è dunque pratica comune e diffusa.; Perché ovviamente non è molto facile uccidere uno sconosciuto che non ti ha fatto nulla di male, in nome di ideali o di politiche molto distanti dal campo di battaglia. 

Così con un simpatico-mimetico si risolvono tutti i problemi di coscienza. 

Tornando all'oppio, mi ricordo che lo incontrai in un viaggio che feci in Birmania, lambendo il  cosiddetto Triangolo d'Oro, dove vivono alcune popolazioni che da tempi antichi sono dedite a fumarlo con delle caratteristiche grandi pipe ad acqua dette "shisha". Ne vidi coltivazioni a perdita d'occhio. In quei luoghi e per quella gente non ne è vietato l'uso, perché considerato una tradizione ancestrale. Uomini e donne (queste ultime però non usano la pipa) lo fumano dopo il lavoro nei campi per lenire le condizioni di vita assai dure. 

All'interno della giungla invece, lungo il confine laotiano e thailandese, ci sono le coltivazioni "industriali" gestite da unità paramilitari, dove non è proprio il caso d'avventurarsi. 

Invece in quei modesti villaggi di povera e semplice gente la coltivazione è limitata all'utilizzo degli abitati, generalmente di etnia cinese o birmano-tibetana. 

Queste persone vivono in un mondo al di là del tempo, del nostro tempo, e lontanissime dalle nostre consuetudini e latitudini. È veramente un mondo a parte. Attraversai quei luoghi in motocicletta in una sorta di spedizione, visto che le strade erano impraticabili tranne per i camion e per le motociclette fuoristrada appunto, e non esisteva alcun servizio pubblico. 

Un luogo selvaggio a tratti desolato e in altri lussureggiante; Un forte contrasto di indescrivibile fascino. Mi ricordo che nella nebbia del mattino si vedevano le file di contadini dirette ai loro poderi e dall'altra parte pervenivano i monaci buddisti dal monastero per la questua alimentare giornaliera. 

Erano linee umane diverse, multicolore da un lato, scarlatta dall'altro; Imbevute entrambe di un silenzio irreale, mentre gli uni sparivano nella nebbia, gli altri ne sorgevano. 

E' come la contraddizione di questo fiore con la sua innocente bellezza e il suo estratto, utile e terribile, nel medesimo tempo. 

Vite con e come il Papavero: una conciliazione di opposti in un unico delicato fiore...

martedì 20 aprile 2021

We're caught in a trap


Bisogna avere il coraggio almeno di dirlo.

Non è possibile realisticamente amare un altro essere umano.
Siamo troppo meschini e quando non lo siamo: siamo patetici.
Certamente abbiamo alcune qualità, ma sono sporadiche; Spesso dissimuliamo dei difetti con false virtù e così mentiamo a noi stessi. E molto sottile l'inganno che ci rifiliamo.
Se dovessi fare il computo dei tanti "Amori" scritti sulla mia linea del cuore, cioè tutte le donne che ho "amato" e da cui sono stato "amato" piuttosto che un vita sentimentale mi sembrerebbe un bollettino di guerra, una guerriglia senza tregua, con imboscate da parte di entrambe le fazioni.
Senza quartiere né pietà, tranne ovviamente nelle momentanee tregue che preparano solo nuovi "colpi di mano" atti a guadagnare un vantaggio.
Ci si estorcono l'un l'altro vicendevoli ricatti e mi stupisce che nel frattempo si riesca anche a essere così felici e contenti.
E' questo il gioco che si gioca, non c'è critica è solo una mera constatazione.
Ed è bello così.
Con un pizzico d'ironia intitolerei questo ipotetico libro rosa: "A letto col nemico".

In quanto agli altri? Alle persone di questo pianeta, onestamente?
"No comment" è la mia dichiarazione affettata, esattamente come quella di chi non vuol offendere e rovinarsi con le sue stesse parole.
Allora, credo che amare veramente sia possibile solo attraverso Dio.
Parlo dell'Amore con la A maiuscola cioè quello incondizionato, quello a cui non serve aggiungere una bella scopata, quello che è gioia solo per il fatto di provarlo, non ha bisogno di ricevere nulla.
E' una luce senz'ombra. Solo luce.
Dunque utopistico, ecco perché solo attraverso il trascendente è possibile ospitarlo.
Non possederlo, ma almeno viverlo.
Senza Dio non possiamo nemmeno amare veramente noi stessi.
Dio, non credo sia certo un anziano signore con la barba che ci guarda dall'alto dei cieli e ci giudica né quello indicato dalle religioni che a ben vedere si assomigliano un po' tutte e non hanno risolto mai nulla se non inasprire i conflitti con le differenze.
Si dice che Dio sia amore, ma di che tipo? Non certo quello umano.
Più che altro il nostro cosiddetto amore, l'amore sentimentale e quello degli affetti, è prendersi cura di qualcuno, badando bene ai costi e ai ricavi per questo impegno misurato.
Si ama a volte come in un Supermarket, si entra nella vita dell'altro, si prende quello che serve e poi se ne esce senza salutare.
Ma l'amore che ha questa misura non è amore.
Ecco perché dico che senza quel "Qualcosa" che talvolta è come un'indistinta grandezza, non si evade da questa gabbia illusoria, dall'auto-inganno che ci fa essere dei mercanti: ti do, mi dai.
Un comportamento utile, ma piccolo che restringe sempre più la vita sino quasi a soffocarci.

Secondo il mio sentire, Dio non ha questa natura, non è un mercante né un'idea, ma semmai per l'essere umano: una percezione.
Inoltre il suo Regno non è in questo mondo, così fu detto, e appare evidente dalla sofferenza che ci circonda.
L'eternità che Lo contraddistingue non è presente in questo universo materiale, sempre in divenire, un continuo ciclo di nascita, morte e cambiamento, sino alla terminale dissoluzione.
Il Caos è inarrestabile e alla fine vincerà su tutto nella dimensione dello spazio/tempo.
La condizione divina è però al di là del Tempo, quindi inconcepibile per l'essere umano.
Ed è pazzesco perché razionalmente io non credo alla divinità, il mio cervello si rifiuta di concepirla, eppure....
Se dovessi descrivere come Lo percepisco qualche volta e con la dovuta soggezione che non so perché mi incute, semplicemente direi che mi scende un silenzio nel cuore, mi apro senza alcuna richiesta, solo il piacere di sentire il suo sorriso che mi arriva, poi ricambio con una strizzatina d'occhio...E continuo la mia vita di merda come nulla fosse.
Non è una regola, ma qualche volta accade.
Non è un vero incontro, questo va ben inteso, voci tonanti e apparizioni non mi appartengono, visto la nullità quale sono, più che altro è una sorta di pacca sulla spalla che sembra voler dire: "Dai muoviti, la strada e lunga, vai vai!".

E' una situazione paradossale.
Forse sbaglio di poco se parlo un po' per tutti dicendo che viviamo in un universo dove non è possibile che esista questo "Regno" ma ne percepiamo comunque il richiamo.
E' compito dell'essere umano edificare il "Paradiso" in Terra?
Se così fosse non avremmo dovuto avere in dotazione maggiori mezzi per una costruzione tanto ardua?
Se dovessimo costruire realmente un mondo perfetto, perché mai saremmo nati con tanti difetti?
I fatti si incaricano di dirci che la strada verso tale traguardo non è stata ancora percorsa, anzi questa strada non è stata nemmeno costruita, forse è stata appena immaginata e descritta con qualche parola a riguardo.
Abbiamo avuto notizia del progetto, ma senza averne i mezzi per realizzarlo.
Siamo condannati al fallimento? Non credo.
L'esistenza piuttosto che un Paradiso prossimo venturo è secondo la mia opinione, una trappola ben congenita per la riflessione.
Il mondo pare essere stato fatto solo per capire che facendo esperienza dei limiti della Vita si aprirà la porta per il contatto con questo Mistero, così chiamo Dio, perché il suo nome convenzionale è troppo frainteso. Inoltre meglio definisce la sua natura sconosciuta e forse inconoscibile.
Un Mistero che è sinonimo di libertà, ma la libertà deve essere voluta, non può essere solamente ricevuta.
Questa libertà con cui intendo il soprannaturale per essere vissuta va meritata.
Meritata non secondo una sorta di codice etico o supino rispetto di leggi pseudo-divine, una sorta di puerile retribuzione per prestazioni rese, pensare in tal modo è infantile; Piuttosto una forma di svincolo dal mercato di cui scrivevo prima.

L'azione libera dal ricavo rende puro l'agire.
L'Intento buono rende buono il fare anche se i risultati a volte non lo sono.
Non possiamo staccarci completamente dai desideri, essi ci legano e dominano, possiamo solamente alleggerirli della nostra energia. Affinché questo meccanismo, questa "trappola" possa perdere di slancio e l'essenza possa liberarsi, grazie alla saggezza di questa realizzazione.
E poi? Personalmente auspico finalmente la fine della sofferenza, in quanto inutile, non perché mi faccia paura.
Comunque credo che tutti su questo pianeta abbiano una certo coraggio, anche se non sembra.
Chi sceglierebbe di viverci se non lo avesse?
Tanto bello e tanto difficile pare essere l'esistere e di più lo è svincolarsene.

Come accennato in altri scritti, personalmente trovo d'aiuto una percezione più ampia che si realizza attraverso il sogno, uno stato che considero reale come la realtà della veglia.
Il sonno profondo è preceduto da una condizione di dormi-veglia con immagini e situazioni assurde che ci prepara a un diverso alfabeto.
Segue il riposo, poi cominciano i sogni e ve ne sono di diversi tipi. Ci sono i sogni ordinari atti a mettere ordine nella vita del sub-cosciente, altri riversano le personali esperienze in una sorta di mente collettiva che credo esista e ci mettono in contatto con le esperienze proprie di tutta l'umanità. In questa fase mi capita di fare esperienze di altre vite, vivendo come fossi un'altro. Talvota mi capita perfino di vedermi allo specchio senza riconoscermi per quello che sono eppure percependomi distintamente.
Altri sogni invece sono veri e propri viaggi in dimensioni sconosciute e strane.
Certe volte arriva "il sogno che parla" e quando accade è sempre sconvolgente.
Sono momenti in cui entro in contatto con qualcosa che è semplicemente oltre. E' indefinibile la qualità di quei momenti.
Non né ho mai scritto, ma ora posso raccontarlo.

Proprio ieri notte in un sogno particolarmente vivido, viaggiavo a pelo d'acqua lungo un lago azzurro appena increspato dalle onde. Giunsi vicino a una piccola barca di legno, occupata da una persona che parlava a dei bambini seduti su un molo anch'esso di legno.
Questo personaggio spiegava ed esemplificava.
Così galleggiando sull'acqua mi fermai ad ascoltarlo.
Nella fase onirica non si è legati alla razionalità e ai limiti della Fisica sebbene abbia notato che a volte i temi che vengono espressi hanno una sorprendente proprietà di linguaggio e una logica profonda.
Vi è come uno "spirito intelligente" che mi supera e mi sovrasta.
Ebbene, quella persona nel sogno diceva: "All'inizio fu il verbo" credo intendendo "l'inizio" come l'inizio del Tempo cioè come opera di quel "qualcosa" che ha dato il via al Tutto.
E su questo non vi è gran novità, perché è scritto nella Genesi, ma il modo di interpretarlo e darne spiegazione fu sorprendente nella sua semplicità.
In questa originale comunione del trascendente con la parola, il verbo (il linguaggio) definisce meglio ciò che non può essere definito né contenuto.
Dio è nel linguaggio? Questo pareva esprimere il sogno.

Continuando con la mia storia onirica, questo personaggio spiegava ancora: "Prendiamo il verbo -baciare- esso è infinito, ma non solo come definizione grammaticale, esso contiene tutti i modi di baciare soggettivi, perché ognuno bacia a suo modo.
L'insieme di tutti i modi di baciare, l'insieme di tutte le soggettività, in tutti i tempi e i modi possibili sono contenuti nell'infinito, la caratteristica propria del Mistero.
Egli (?) è così la medesima cosa in tutti i modi d'essere possibili, nello stesso eterno momento nonostante tutti i tempi in cui l'esssere umano fraziona illusoriamente l'esistere: passato-presente-futuro.
Questo è comprensibile, sebbene particolare, ma poi ha aggiunto una frase che in quel momento aveva senso, ma al mio risveglio l'ha perso: "La prugna e l'uva hanno lo stesso colore, ma il loro effetto è diverso".
Cosa significa?
Onestamente non lo so più, però mi sono svegliato di soprassalto molto colpito se non proprio spaventato.
Ecco un esempio di come il mondo interiore comunica lambendo la frangia dell'intangibile e comunicando con esso. Non è solo una comunicazione inconscia è qualcosa di diverso secondo la mia intuizione.
E' una comunicazione a volte ardita, arguta, spesso paradossale, mentre altre volte è fatta di immagini ed emozioni, ma ha una particolare luce, un'intensità che va oltre i fatti narrati, un contatto con una realtà diversa, ma che è parte integrante di quella di cui abbiamo normalmente percezione.

Cosa resta?
A mio modesto modo di vedere?
Faccio posto dentro le mie umane miserie e aspetto...Che qualcosa entri in me e forse mi liberi dalla prigione del mio egoismo.
Sino ad allora cambio solamente cella, lasciandone una che non sopporto più per un'altra che non conosco ancora, ma che imparerò a detestare.
E stranamente in questo pellegrinaggio di vita in vita, nei molti secoli attraversati, tutti apparentemente desolati, sono felice.
Perché se un giorno tornerò a casa, allora non mi sono mai perso.

mercoledì 31 marzo 2021

Non ci resta che piangere?


La senescenza è un fatto oggettivo che spesso si vive come un problema quando giunge.

Accettare di rendere i prestiti della Natura non è facile, perché li consideriamo regali.
Forza, bellezza, entusiasmo sono qualità proprie della gioventù, mantenerle in età avanzata è per pochi se non per pochissimi.
Anche l'uomo più fortunato con gli anni diverrà come tutti gli altri sfortunati, non è carino ricordarlo ma è comunque vero.
Accettare il tempo che passa con i suoi cambiamenti è una qualità rara che è molto difficile coltivare.
Chi conta su valori transitori e talvolta effimeri sarà destinato alla delusione. Questo è quanto.
La nostra attitudine al cambiamento appare così assai limitata.
Ci attacchiamo con insistenza al passato quando questo è pieno di cose buone, pare normale ma non è saggio.
La vita è paradossale, ma possiede una sorta di strana contabilità, alla fine tutto si pareggia. Si perde la bellezza, utile a sedurre, ma anche il desiderio sotteso alla seduzione.
Il corpo si indebolisce, ma diminuirà anche la voglia di fare, viaggiare ed edificare un futuro.
Tutto si compensa, ma solo ad una visione attenta.
Sebbene una certa presbiopia sia naturale con gli anni, la visione di chi l'abbia esercitata lungo la vita, aumenterà in profondità.
Alla fine si comprenderà che resterà solo ciò che è proprio, quello che una persona ha costruito con le sue forze; E non parlo del conto in banca.
Spiritualmente ognuno dormirà nel letto che si è fatto.

Questo ha un particolare senso di equità che la vita umana materiale con le sue regole arbitrarie e le convenzioni condivise come fossero verità, non possiede.
La Natura dunque ha una saggezza che supera spesso la comprensione dell'essere umano.
Alla fine restituiremo tutto, corpo compreso, e solo l'anima non è presente in questo inventario.
Viene da chiedersi: è mai esistita?
Il nostro senso di essere si identifica con il carattere e con il personale rapporto dialettico con la realtà percepita, ma secondo me è banale considerarsi così semplicemente.
Il mistero di cosa siamo ci accompagnerà sino all'ultimo passo.
Per quanto grandi siamo stati troveremo tutti posto in una cassa della medesima misura, e questo la dice lunga sulla nostra presunzione.
Come in un film comico le domande esistenziali alla fine si riassumono in : Chi siete? Cosa fate? Dove andate? Si, ma quanti siete?
Un fiorino.

martedì 19 gennaio 2021

Poesia del Sole e della Luna



Se le parole perdono di significato, allora riempirò con il vuoto le mie mani.

E quando sarà..pagherò tutti i miei debiti con un unico sorriso.

martedì 5 gennaio 2021

L'Uomo che non dorme -Capitolo 2-

 


Ogni tanto mi capita di non dormire. 

Lavoro, mangio, vado in giro, sbrigo le mie faccende e invece di  andare a letto come al solito resto sveglio. 

Non mi annoio né mi dispero. Però non guardo la TV, rispolvero vecchie foto, leggo, metto a posto la casa. 

Quando arriva quasi mattina il mio cervello inaspettatamente crea dei pensieri e riflessioni strane. Una voce interiore mi parla o meglio mi suggerisce.

Così stamane ho pensato: Tra qualche tempo, magari un po' di più, morirò, e ammettendo che esista una nuova vita (figa un'altra!), ho immaginato di avere il potere di sceglierla. Qualunque tipo di vita a mia disposizione, senza limiti. 

Mi sono creato bellissimo, affascinante, intelligentissimo, ricco insomma perfetto, cioè senza difetti fisici, mentali o materiali. Un destino benevolo, madre e padre meravigliosi e saggi, tantissimi amici, donne che solo che le guardo mi cadono ai piedi. Un lavoro utile all'umanità, riconoscimenti da parte delle persone importanti e anche di quelle semplici. Insomma una vita come quelle di cui si scrivono le biografie e che vendono anche tante copie. Trovare lungo questo cammino futuro una donna bella che mi ama, ma non è gelosa e sopratutto mi fa fare tutto quello che voglio. 

Una famiglia da creare con questa bellezza senza difetti, senza screzi, solo tanto amore e rispetto. 

Infine trascorsa questa vita futura, dolcemente addormentarsi per un nuovo breve sonno eterno. 

L'ho detto che non ci sono limiti alle richieste. 

Questo uomo ancora da venire possiede anche un buon carattere, è sensibile, empatico, si occupa con altruismo del suo prossimo. Insomma ci ho messo il meglio del meglio, non solo cose, ma anche sentimenti.  

Sono rimasto attonito dalle conseguenze implicite in questo fantastico essere umano che prendeva vita nella mia fantasia. Sono sorte immediatamente delle terribili contraddizioni in questo piano idilliaco. 

Un super figo così descritto mi è parso subito deprivato dell'umiltà, perché talmente superiore a chiunque che  evidentemente non poteva  che essere orgoglioso. 

Le donne ammaliata dal fascino di questo playboy? Una lista di ex lunga come un elenco telefonico. Diciamolo fuori dai denti, dopo un po' tutte le donne ti stufano, lo sanno quelli che ne hanno avute tante. Quante ne vuoi provare? Alla fine la quantità non è garanzia di significato.

L'amore romanticamente dipinto con la donna perfetta? Ammesso che esiste una tale donna, la scelta include solo le personali caratteristiche non quelle degli altri, è dunque un'incognita trovare una simile anima gemella se non proprio un miracolo. Insomma due cuori e un superattico è un progetto un po' banale. Lo pensano e lo desiderano tutti, nessuno lo realizza. Un motivo ci sarà.

Continuando l'analisi di questo tripudio di qualità e capacità in un solo uomo, ho chiesto a me stesso: Quanti amici aveva Einstein? Credo pochissimi. Certamente alcuni colleghi, ma amici secondo me non ne aveva. Di che cazzo parli con Einstein? 

Quanti amici veri ha un miliardario? Nessuno. 

Immagino anche un moderno Leonardo da Vinci però affascinante ed etero. Anche lui con chi parla e sopratutto chi lo capisce? Chi lo sopporta un genio, bello e facoltoso?

Ecco che sorvolando per brevità su tutte le contraddizioni che ho evidenziato in me stesso, sintetizzo: "Ogni superiorità è un'esilio". 

A riprova di ciò proprio ieri ho colto al volo un programma televisivo, ambientato nel napoletano, dove in una sorta di castello sono organizzate feste...Sfarzose ma un po' trash. 

Ho visto la celebrazione di un signore che tutti chiamavano Don oppure Boss. Un personaggio a suo modo anche simpatico con tantissimi parenti e amici che festeggiavano il suo anniversario di matrimonio. 

Mah! Personalmente mi vergognerei ad usare un titolo più adatto a un pregiudicato che a un padre di famiglia, ma quel tizio "il Boss" non pativa alcun imbarazzo; Sua moglie dopo quarant'anni di onorato servizio matrimoniale invece lo amava, anzi lo adorava. 

Così almeno sosteneva lei, anche se mi è parso eccessivo quel fervore. Ammetto che la mia perplessità è un po' prevenuta, perché sono sempre sospettoso a riguardo dell'ultima forma ancora accettata al mondo di schiavitù cioè il matrimonio e dei suoi sostenitori. 

In ogni caso tutti i partecipanti al party partenopeo erano felici, consanguinei, amici e pure i camerieri che dovevano lavorare. 

Per me non ci sono dubbi: qualcuno aveva messo nelle sfogliatelle della metanfetamina (l'unica cosa che i giapponesi hanno inventato senza copiarla dagli altri).   

Anche i parenti erano amichevoli. Dai! Nessuno ci può credere. Dunque erano sotto effetto di un simpaticomimetico. 

Poi c'era nel medesimo programma un ragazzo che festeggiava il compleanno, per l'esattezza i suoi diciotto anni. Indossava una giacca realizzata a copia di quella di un calciatore famoso durante non so quale manifestazione. A me quella giacca sembrava un Kandinskij con le tasche e i bottoni. 

Questo giovanotto aveva al seguito un centinaio di amici festanti. Un ragazzo non certo bello, non molto istruito (aveva difficoltà ad esprimersi in un italiano appena comprensibile) con un viso da primate che  Lombroso non avrebbe definito con magnanimità, insomma senza voler essere critici, era meno che ordinario.

Mi è sorto forse con un po' di invidia, un paragone. 

Quando ho compiuto diciotto anni non avevo questo stuolo di adoratori. C'erano solo mamma e papà, una torta neanche troppo grossa e un regalino e via andare...Eppure allora mi ritenevo un bel ragazzo, istruito, simpatico, allegro. 

L'illetterato con indosso il "tre bottoni" variopinto era invece  circondato da questi sostenitori esultanti. 

Cento amici? Umanamente è impossibile averli in una vita, figuriamoci a diciotto anni. Per non accorgersene che c'era qualcosa che non tornava doveva avere almeno un danno cerebrale, probabilmente da abuso di Paranza.

Ho realizzato così che il consenso spesso non è legato alle qualità intrinseche di chi lo gode. A volte, per non dire sempre, è il contrario. 

In poche parole una vita splendida, come quella che avevo pensato per la mia prossima incarnazione si è immediatamente palesata come una trappola per l'anima. Un'esistenza ad alto rischio di ipocrisia. 

Inoltre, la noia di un esistere tempestato di successi mi è parso subito un muro invalicabile a chi voglia conoscersi al di là degli effimeri traguardi che gli indicano come fosse vero: "Sei un grande, sei bravo, sei utile all'umanità intera". 

Insomma, tutte quelle certezze cedute dagli altri a chi onestamente non le può vantare, ovvero un essere umano con le sue irrinunciabili miserie, non sono credibili.

Ricordo da ultimo che invecchiando, anche il più fortunato diverrà una persona come le altre.

Finché le cose vanno bene nessuno riflette seriamente e onestamente sulla propria vita e su se stesso. Purtroppo la natura umana non lo permette. 

L'uomo avvia la riflessione solo quando qualcosa va storto. Finché tutto fila liscio non lo sfiora nessun pensiero né dubbio alcuno.

Allora ho ipotizzato: meglio una vita di sola sofferenza? 

Per favore! Il masochismo non è garanzia di valore. Quanta gente a questo mondo è diseredata e disperata? Quasi tutti, purtroppo ma non è certamente detto che sia più profonda o saggia dei più fortunati. Solo perché una persona ha lo stomaco vuoto o gli mancano le gambe non gli è garantito un posto numerato in Paradiso. 

La sfiga non nobilita nessuno, diciamo chiaramente.

Ecco che mi sono domandato alla fine cosa ha valore? 

Il linea di principio quasi nulla, infatti il concetto di "valore" è all'interno di una classifica estremamente opinabile e soggettiva. 

Esistono forse qualità auspicabili per tutti? 

Credo di si, ovvero tutte quelle doti che non solo ci fanno vivere bene, ma fanno vivere bene anche gli altri. 

Direi che una felicità, un benessere, un calore e una benevolenza tra simili, scambiata e allargata è una cosa buona. Non per amore della morale o bontà sostenuta dalla religione, ma è una semplice verità oggettiva. 

Una persona felice non può esserlo completamente se altri intorno piangono. La sensibilità che permette di cogliere la vera felicità è irrealizzabile senza compartecipazione dei nostri simili o più esattamente, quasi uguali. 

E' il motivo per cui i ricchi si isolano, stanno tra di loro. Come fai a mangiare quando gli altri muoiono di fame? Ti va tutto per traverso. 

Se invece una persona semina dolore, rancore, infelicità per suo tornaconto o per una sorta di malvagia invidia nei confronti dell'umanità, per odio verso gli altri, secondo me ha qualcosa che non va. Perché generalizzato questo  comportamento ed esteso al mondo intero, questo mondo diventerà  subito un Inferno, tipo quello in cui viviamo, tanto per intenderci.

A un certo punto ho detto tra me "Non è facile scegliere la vita da vivere" anche avendo un potere quasi assoluto come nel mio sogno.  

Così ho ricordato la mia esistenza e quel  quadro composto dai molti colori fatti di gioie, illusioni e sofferenze si è leggermente chiarito.  Ho compreso meglio il tortuoso sentiero che attraverso e di cui praticamente ne scorgo a malapena un passo dopo un passo.

Ecco cosa alla fine ho realizzato. Tata! 

Rivelazione insonne in arrivo sul terzo binario del delirio, pregasi spostarsi.

Non bisogna focalizzarsi sulle "carte buone" da ricevere dal croupier, bisogna invece fare il punto su cosa manca. E' creare le occasioni per cogliere ciò che non hai, o meglio ciò che non vedi in te stesso, il vero obiettivo. Infatti sono convinto senza prova alcuna che nulla può essere aggiunto alla nostra natura ultima, ma solo riscoperto.

Se si considera transitoria l'esperienza di vivere, forse è duraturo il senso che se ne trae da tale esperienza, allora questo cambia prospettiva e ci obbliga a considerare i modi di colmare le presunte mancanze che in realtà non sono mancanze ma solo momentanee amnesie.

Il punto si fa oggi, adesso in questo esatto momento. 

Cosa non ho capito da questa vita che vivo? Quasi tutto, va bene, però qualcosa ho inteso. Ho da computare anche delle qualità? Beh! Quelle che ho visto scaturire inaspettatamente e anche quelle di cui sono carente o credo di esserlo. 

Esempio: la scrittura e il racconto.

Questo è qualcosa di pertinente, visto che ora batto sulla tastiera e compongo parole.

Come mai è difficile scrivere bene, ma lo è ancora di più farsi capire?

Una voce dal fondo del mio talamo (inteso come parte del cervello, visto che non dormo) grida: "No non è che ti esprimi male è proprio che stai sulle palle a tutti e non ti si fila più nessuno". Rido, anzi sorrido solamente.

Tornando un po' serio, azzardo una risposta per intendere più in generale quello che ho già accennato, forse ci sono tante cose che non si riconoscono, perché spaventano o più semplicemente non piacciono.

Personalmente trovo mancante in me stesso quell'umiltà intellettuale che mi permette di trasformare un messaggio e commisurarlo alla portata dell'interlocutore. 

Ho questa nobiltà inestirpabile per cui non mi abbasso quando mi esprimo. "Alzati tu se vuoi qualcosa di buono" è il mio modo istintivo di pormi, questo però è presuntuoso. Faccio ammenda pubblicamente. 

Dovrei necessariamente semplificare il mio discorso ed evitare di assegnargli un giudizio di valore, anzi rendere in essere la mera constatazione che si è solamente diversi. Se ci si vuole intendere, una strada bisogna pur trovarla.

Chi ha più strumenti da suonare è dunque tenuto ad usarli per creare la musica che anche un altra persona riconosca. 

Non hai mai sentito suonare un pianoforte? La musica è uguale anche se tu l'hai ascoltata sempre suonata da un piffero. 

Pare diversa, ti sembra che abbia accordi più complessi, ma il canto è il medesimo. 

Potrebbe però non essere riconosciuta. 

Cos'è questo rumore? Dice l'uomo udendo un organo a canne. In fondo, in vita sua ha solo sentito cornamuse. E' comprensibile, l'incomprensione.

Creare poi le condizioni affinché questo ardito piano di vita, possa realizzarsi pienamente è l'impegno che si dovrebbe promuovere. Ammesso di averne il potere.

Ecco che per me non sono importanti i mezzi (da cui parti o che ti vengono forniti man mano) ma gli obiettivi o per meglio dire la ricerca cui aspiri. 

Non è un traguardo cui giungere, ma qualcosa da compiere costantemente, eternamente azzarderei. 

Mi ha colpito una frase di un saggio inaspettato, Armani: "Ogni evento o soggetto è transitorio, solo la ricerca è eterna"

Questo è ciò che ha valore. 

E così in questa fantasiosa "sceneggiatura" di una vita prossima ventura ancora da realizzare, non sarà importante la scenografia, il finale e nemmeno il dialogo tra gli attori. Sono solo espedienti.  

E' cosa rimarrà alla fine del film, cosa sarà quel sentore indistinto che  trasforma lo spettatore, il vero capolavoro. 

Ciò che importa è il senso profondo che ne trarrà chi lo guarda. 

Quello spettatore sono io, ma lo sei anche tu della tua vita.