giovedì 12 settembre 2019

Quiz pro quo



A me piace parlare per imparare qualcosa, altrimenti preferisco stare zitto e guardarmi intorno, osservo.
Da questa osservazione nascono dei quesiti. 

A volte alle domande seguono delle risposte, però mai risolutive in particolare su qualcosa di fondamentale; Trovo saltuariamente una spiegazione su una questione tecnica, fisica, meccanica, ma su tutto quel mondo interiore che colora la mia esistenza non realizzo mai una soluzione esaustiva. 

Le domande provengono da cose semplici, dagli eventi che ho sotto gli occhi. 
A esempio: Perché quando pedalo in bicicletta resto facilmente in equilibrio, ma se mi fermo devo mettere giù un piede, altrimenti casco? 
Come mai riesco a malapena a rimanere fermo in sella per pochissimo con molta fatica, mentre se mi muovo diventa facile? 
Senza scomodare la quantità di moto, il momento angolare, in questo caso alternato, l'effetto giroscopico e la posizione del manubrio rispetto al mozzo anteriore che è in avancorsa, grazie alla sola attenzione ai particolari, si nota facilmente che proprio il manubrio anche quando si procede in linea retta, oscilla. 
Inoltre se spingo in avanti la bicicletta senza salirvi sopra fa comunque qualche metro, ma se la spingo indietro cade subito. 
Questo mostra cosa è preponderante per la sua stabilità e così si intuisce la risposta corretta con buona approssimazione, senza bisogno di rispolverare un libro di Fisica.

E' una strana capacità che mi perseguita, a volte è semplice deduzione in altre fatta di correlazioni. Potrei chiamarla intelligenza, ma solo se non mi conoscessi bene.
Inoltre, questa presunta intelligenza non è un valore quantificabile in assoluto né soprattutto un qualcosa cui vantarsi. 
Secondo me è principalmente una sfiga.

L'intelligenza è utile nel guadagnare denaro? 
Non mi pare che i milionari brillino di particolare acume. Le qualità per diventare ricco sono la furbizia, la scaltrezza, la capacità di sfruttare gli altri e manipolarli e ovviamente un grande appetito.

L'intelligenza serve per aver successo con le donne?
Ma per favore...
Se c'è un solo uomo al mondo che è riuscito a calare le mutande a una donna, grazie a una discettazione sul concetto di immanenza e trascendenza nel pensiero filosofico di Hegel con particolare riferimento al rapporto tra Natura e Libertà, giuro gli regalo la mia collezione di porno giapponesi con sottotitoli Kanji. 

Penso che per accorgersi dell'intelligenza di un'altro bisogna averne noi stessi un pochino.

Perciò soprassederei su questa spinosa questione e anche sulla fortuita convergenza di fascino, bellezza e intelligenza nella medesima persona. 
Molte donne, piuttosto che gli uomini, per oscure ragioni che sfuggono alla mente umana se ne attribuiscono di default il possesso, credono che queste rare virtù siano insite nel loro bagaglio a mano, insieme alle scarpe con il tacco che le fa crescere di quindici centimetri e il push-up che aumenta di due taglie la dimensione delle loro tette. 
Lo sanno tutti che le donne amano la sincerità, sarà per questo che tante di loro non si fanno vedere volentieri in giro se non hanno almeno due strati di trucco sulla faccia. 
Quello che per loro è abbellimento, assomiglia più a un travisamento, un po' come se dovessero fare una rapina in banca.
Alcune di loro si vestono e camminano per strada come Escort alla ricerca di un ricco cliente, ma curiosamente si lamentano, perché poi gli uomini non le apprezzano per la loro intelligenza e la loro "anima" piuttosto che per il loro culo messo in mostra come un trofeo. 

Anche gli uomini (sarebbe meglio chiamarli solo maschi)  non sono affatto meglio; Mostrano il denaro come una virtù, oppure la prestanza fisica, l'adulazione, i regali e le attenzioni per avere quello che desiderano. 
Ci si seduce a vicenda, ci si compra l'un l'altro come in un mercato, eppoi si pretende che così facendo non si divenga degli oggetti. Se non è pazzia...

Quando sono triste penso alla follia, quella dell'umanità se voglio farmi tornare il buon umore se invece voglio ridere, penso alla mia.

Se veramente una persona volesse realmente essere amata per quello che è, allora dovrebbe mostrarsi per quello che è, non per quello che ha...E' così ovvio che mi vergogno quasi a scriverlo.

Invece in questo mondo civilizzato non solo la gente mostra quello che possiede, ma soprattutto mostra quello che ritiene di valore e quando queste due cose coincidono ci danno la misura di queste anime Bonsai.

Generalmente si esibisce "qualcosa" come in un negozio si usa una vetrina per invogliare l'acquirente.

Raramente si condividono dei profondi sentimenti interiori altruisticamente cioè solo per il piacere di esprimerli, senza un secondo fine. 
Questa parsimonia la si adotta non tanto perché questa magia che da sapore alla vita la si ritiene troppo preziosa, ma perché se ne da invece un valore scontato. 

Non bisogna mai credere alle parole in particolare quando si tratta di sentimenti, perché quando li si vuole conoscere sono le azioni che li rivelano.
Di solito si è tutti molto amici al ristorante, finché non arriva il conto da pagare. 

La gente parla spesso di positività, altruismo, moralità, dei buoni intendimenti e d'amore, ma di fatto questo cammino verso la luce lo compiono raramente. 
Direi che più una persona ne parla, meno ne fa...E' un po' come con il sesso. 
Questi personaggi pittoreschi non condividono tra loro la profondità, semplicemente perché non la possiedono. 
Più persone di quante si crede, ritengono erroneamente che la capacità emozionale sia già sviluppata in loro senza bisogno di occuparsene come fosse qualcosa di disgiunto dalla loro vita materiale che richiede impegno e fatica per diventare significativa.  
In altre parole questi personaggi con una spiccata propensione alla presunzione sono convinti che sebbene nella vita devono imparare quasi tutto, sono invece già dei maestri nel mondo interiore dell'essere. 
L'empatia, l'etica, la saggezza e la capacità di amare e perfino il tipo di amore che sanno esprimere, secondo loro gli appartengono di diritto come dote innata. 
Dunque non hanno alcun bisogno di imparare ad amare, e men che meno di verificarlo e metterlo alla prova. 
Personalmente penso che faranno molta fatica a trovarlo, finché non lo cercheranno, convinti come sono già di possederlo. Punto.

Sicuramente non posso escludere in assoluto che qualcuna/o abbia in se queste qualità insieme a quelle estetiche, morali e intellettuali, dico solo che non le ho mai incontrate nella medesima persona, in particolare unite alla saggezza.
Uomini o donne che racchiudono in se tante fortune cioè sono bellissime, profondissime e intelligentissime non le ho ancora conosciute, fatto salvo ovviamente quel personaggio che intravvedo nello specchio mentre mi faccio la barba al mattino.
Un riflesso fugace a dire il vero che con malcelata compiacenza mi schiaccia l'occhiolino, ammiccando,  mentre di rimando io rimango sbigottito. 
Come De Niro in Taxi Driver, chiedo a quest'immagine speculare. "Ce l'hai con me? Dici a me?" Poi estraggo la pistola e la freddo senza alcuna pietà.

Visto che i principi di vita sono di fatto solo opinioni la cosa oggettivamente  importante è rimanere giovani e autonomi il più a lungo possibile, almeno fino a qualche giorno prima del proprio funerale. 
Una fine inevitabile, questa dipartita che trovo meravigliosamente interessante, perché a me piace viaggiare e dunque come potrei non apprezzare quest'ultimo viaggio verso una località sconosciuta? 
E' gratis, non ci sono lunghe file al check in, non c'è rischio di cancellazione del volo o ritardi. Non si porta nemmeno il bagaglio e si arriva anche immediatamente a destinazione. 
E' meglio di un viaggio in business class.
Nel frattempo? 
Godere un po' di piacere e amore e perfino imparare qualcosa per apprezzare meglio questo due cose. 
Ci sono tanti tipi di amore nella vita, l'amore per l'arte, per i figli. L'amore di un uomo per una donna, anche l'amore di un uomo per due donne inseme che è il mio preferito.

Qualche lettore (?) potrebbe avere la curiosità di domandarmi: L'intelligenza aiuta ad avere relazioni amichevoli? 
Non diciamo cazzate per cortesia che se ci sente una persona  intelligente potrebbe mettersi a ridere.

In generale un individuo ordinario troverà simpatico solo chi è più stupido di lui cioè decide i propri compagni del cuore come fosse una Matriosca: chi trova posto nella sua interiorità dovrà essere più piccolo. 

Mi vengono in mente i comici che per risultare subito piacevoli al pubblico si presentano come cretini e sfigati, inoltre sono quasi tutti brutti d'aspetto. Un uomo affascinante o una donna bella non fanno ridere, fanno solo invidia o desiderio.
Ciò che ci fa simpatia e sorridere è invece una situazione paradossale e spesso sfortunata, si ride per chi inciampa e cade a terra, non per chi vince al lotto. 
Questo ci mostra, se mai ce ne fosse bisogno, che all'essere umano, la sfortuna altrui lo mette di buon umore. 
Tra tutti gli attori secondo me, i più profondi e creativi sono proprio gli attori comici. 
Anche come esseri umani, hanno credo una profonda intelligenza sebbene malinconica, perché per ridicolizzare i comportamenti li debbono prima conoscere. 
Certamente, dopo che lo conosci bene l'Uomo, faresti di tutto per dimenticare quello che  hai capito su di lui, ma questa è una sventura che non capita alla gente comune, direi che viviamo tutti in  un mondo di persone un po' così e così. 
Non è certo facile risultare simpatici alle altre persone se cominciano a sentirsi a disagio, confrontandosi con qualcuno che gli sembra migliore.
La simpatia non nasce nel trovare grandi qualità  in un altro, alla meglio se ne prova ammirazione. 
Per i rapporti amichevoli invece si preferiscono persone con i medesimi difetti e mancanze. 
Così l'uomo comune si confronta con un'altra nullità e, se non proprio si sente un gigante, almeno gli pare di non essere un nano.

Si dice in oriente: "Quando il sole tramonta anche l'ombra del nano si allunga".
Personalmente aggiungo: un nano resterà comunque un nano.
Quindi se una persona aspira all'approvazione dei suoi simili guai a metterli in piena luce.

L'intelligenza, questa condanna inappellabile senza reato commesso, se è malauguratamente usata nel comprendere la vita e le persone, analizzando i rapporti umani nel profondo, sarà devastante rispetto all'entusiasmo con cui molti si disegnano un sorriso sul volto per nascondere la propria disperazione.

E' stano, ma non riesco a perdere il buon umore di fronte alla patetica vita che conduciamo.
Sarà qualcosa che ho nel DNA, oppure è il mio istinto di conservazione e sopravvivenza che mi dona gioia. 
La mia patologia è una sorta di ironia allergica alle illusioni.
Non dispero... magari guarirò.

A parte le battute la realtà è un po' diversa. 
Ipotizzo nei miei simili una profondità che appena giungo in un bagno pubblico constato irraggiungibile, infatti non riescono nemmeno ad avere un igene personale appena accettabile. 
Di cosa vogliamo parlare, allora...
Sebbene mi faccio la doccia tutti i giorni, devo amaramente constatare che i sentimenti profondi e grandi che sento vivere dentro di me non trovano quasi mai posto nella vita ordinaria. Fanno molta fatica a esprimersi.
Allora forse non esistono? 
Sospendo una risposta che altrimenti mi lascerebbe sgomento.
Quanto riesco a dare nel contatto con l'altro? Spesso poco. 
Questa è la verità.

E' l'ampiezza dei sentimenti che allarga la vita, visto che allungarla è impossibile, ammesso che a qualcuno questo mondo piaccia veramente e per sempre.

Quanto amo
Quanto sono capace di odiare? 
Fin dove arriva la mia pace? E il mio furore?
Dichiaro questo, perché nel mio modo di essere non faccio una vera distinzione tra buoni e cattivi sentimenti, valgono entrambi non in quanto soppesati da una morale, ma assumono il loro valore per la loro intensità e soprattutto per la loro autenticità. 
Ciò che conta nei sentimenti è l'intento, l'intento profondo che li anima, solo quello ha per me senso. 
Lo sdolcinato sentimentalismo con cui spesso si imbellettano le azioni lo trovo invece ipocrita.
A volte, il mio Animale Totemico ha pietà di me e mi regala degli sprazzi di umiltà.

Così dell'Oceano che percepisco, l'unico riflesso che scorgo di me stesso è in una misera pozzanghera.

Mi fa bene questa doccia fredda, mi rinforza e mi tonifica, anche se a volte mi strappa le ultime lacrime che mi sono rimaste. 
Le volevo conservare per qualche film romantico, ma evidentemente la vita ha piani diversi per me.

Sintetizzando per lo sfortunato che mi legge e che presumo abbia già le meningi affaticate nel seguire questo discorso apparentemente senza capo né coda, affermo didascalico: "Il mondo è una merda? Molto probabile".
E' evidente a volte, è fattuale come si dice adesso.
Sempre che si abbiano le palle per analizzare quest'esistenza con obiettività, grazie a quel grave handicap cognitivo che una mente lucida, senza la propensione all'auto inganno consolatorio, può donare; E così gustarsi il panorama di questo porco mondo. 
Nessuna paura signori! Il timore non ci toccherà finché avremo quella spessa scenografia dentro il cervello per non vederne l'orrore, se non ricordo male l'hanno chiamata: ipocrisia.

E allora?
Beh! Non è mica il caso di strapparsi i capelli.
Anche il fiore di Loto sboccia nel fango. 

Quando scrivo in questo modo cioè esprimo sinceramente il mio pensiero, perdo inevitabilmente l'amabilità, principalmente a causa dell'autenticità. 
Non è che sono proprio insopportabile...E' colpa della sincerità che purtroppo, quasi nessuno riesce a digerire. 
Provate ad ascoltare qualcuno che parla di voi (a parte vostra madre)  senza essere visti  e poi mi direte come ci rimanete...
La sincerità fa questo effetto. 
Ma senza sincerità come puoi conoscerti? 
Senza conoscerti come puoi essere libero? 
Se non sei libero, come potrai essere veramente felice?

L'antropologo Claude Levi-Strauss disse: "Un uomo intelligente non fornisce risposte sensate, principalmente si pone domande sensate".

Queste secondo me sono domande cui vale la pena riflettere, anche se è oltremodo vero che solo i fatti possono accadere, le opinioni non si realizzano invece, semplicemente perché le opinioni non sono fatti. 

Aggiungo che le persone non sopportano un discorso, senza "forse" o "mi sembra". La gente è ormai assuefatta alle tecniche di marketing che le adula, suscitando delle domande in loro per condurli verso risposte preconfezionate cioè instillano delle presunte idee brillanti come fossero partorite dall'encefalo dell'interlocutore, quando in realtà è sterile, e tutto ciò per non farlo sembrare un idiota, quando invece lo è eccome. 
Qual'è il motivo di tanta garbatezza? 
Ancora una volta vendergli qualcosa, guadagnandoci sopra.

Appaio cinico e supponente? 
In realtà chi pensa così non mi conosce affatto, perché sono molto peggio.
Quello che dico è invece senza arroganza, perché l'ho analizzato con severità in me stesso e l'ho visto per prima cosa dentro di me.
Quindi, perché dovrei prendere per il culo un altro se è così bravo a farlo da se stesso? 
Le sviolinate soverchiano quasi sempre il rumore delle scoregge e le camuffano, salvo poi rendere l'atmosfera irrespirabile.
Posso garantire che se da una qualsiasi lettura, discorso e poesia non se ne esce con l'impressione di essere un po' cretini e insensibili, allora non si è toccato nulla di quello che ci serve.

In Cina c'è un vecchio proverbio che recita: "Se due persone discutono per lungo tempo con animosità, sicuramente entrambe hanno torto".

Se qualcuno sente vera questa sentenza, può immaginare quanto di tutte le discussioni politiche, i dibattiti e perfino le conversazioni personali siano state errate e inutili.
A esempio se si considera gli "onorevoli" che hanno così poco onore nelle loro azioni da doverlo mettere nel loro titolo, dopo ogni tribuna politica televisiva, dove si sono accapigliati con tanta  oratoria nel presentare le loro "idee" che affermano come diverse, ma che comunque vadano le elezioni, non hanno mai risolto nulla di importante (se qualcuno l'ha notato abbiamo gli stessi problemi di mezzo secolo fa, in certi casi perfino peggiori, nonostante gli schieramenti politici si siano alternati alla guida del paese); Ebbene questi personaggi illustri dopo la "rappresentazione televisiva" se ne vanno spesso a mangiare insieme in un bel ristorante di lusso  
Lo posso affermare perché l'ho visto con i miei occhi.
Indovinate poi chi paga il loro conto? 
Il contribuente, infatti non si chiama mica così per caso.

Non serve disquisire lungamente e animatamente su qualcosa o si capisce  subito oppure non si capirà mai. 
Infiorettare un discorso è un po' come mimetizzarlo. 
La chiarezza è scorbutica.
Il contatto con il "Vero" è sempre caustico, scotta. 
Brucia però solo le illusioni, in realtà la nostra natura autentica non ne soffre, anzi ne è alleggerita.
  
In certi momenti penso altre cose.

Se abbiamo una vita sola perché non sentiamo dentro di noi l'urgenza del tempo?
Viviamo l'esistenza come se fossimo eterni, quando l'esperienza ci mostra esattamente il contrario.
Certamente alcuni hanno la religione che sostiene questa "pigrizia" cioè questa procrastinazione nel realizzare qualcosa di significativo nella propria vita, visto che comunque pensano di essere senza data di scadenza; Posticipando a domani, un domani che non arriverà mai tra l'altro, quello che realmente conta.
E gli atei? 
Anche loro non sono dissimili dai credenti, infatti si comportano e vivono pressoché nello stesso modo. 
Sarebbe ragionevole domandarsi: a cosa serve la religione? 
Quando in sostanza i comportamenti non sono tanto diversi in quelle persone che non l'hanno.
Questa immortalità da dove si evince? 
La vita è dunque un'eternità assai breve.

Insomma, è un quiz di domande che mi accompagnano continuamente, cambiano gli argomenti, ma il programma è il medesimo. 
Ci sono attimi che questo spettacolo mi fa compagnia e mi diverte, altri momenti mi infastidisce. 
Non vinco nulla, anche se per sbaglio rispondo esattamente; Allora a cosa serve questo "Rischia-tutto" senza gettoni d'oro? 

Vorrei conoscere le recondite motivazioni di chi ha creato un tale palinsesto. 
Parlo della Divinità che ci dicono sia alla regia del programma dell'Universo. 
Un'Entità alla cui esistenza credono principalmente le persone meno istruite e forse meno intelligenti, infatti curiosamente dei cinquanta premi Nobel sino ad ora conferiti alle migliori menti umane solo quattro di esse sono dichiaratamente credenti. 
Tralasciando le convinzioni delle persone ritenute più brillanti, ipotizzerei, come esercizio di fantasia, che questo Padre Celeste esiste veramente. 
Insomma, per fare il nome, ma non ha il cognome (come certi cantanti) di questo sceneggiatore, produttore e regista di fama universale, intendo: Dio.

La Sua direzione artistica è, secondo la mia modesta opinione, un pochino grottesca. 
Nonostante sia professionalmente molto esigente con le regole non lascia istruzioni.
Quindi, abbiamo degli opinabili "Si dice" oppure "Ho sentito una voce dentro di me che mi ha detto che bisogna fare così..."quando non accadono eventi ancora più pirotecnici come apparizioni, roghi fiammeggianti, colombe parlanti, Angeli e Cherubini che informano sul da farsi. 
Poteva essere più utile all'umanità una comunicazione più diretta da parte del Creatore, qualche appunto scritto, anche a matita, perfino un foglietto pro memoria dove serve.
Quanti migliaia d'anni di sofferenza ci saremmo risparmiati se ribadiva la sua regola con un post-it su quell'albero? 
Del tipo "Adamo, soprattutto Eva come anticipato verbalmente non mangiate la mela, sennò -so cazzi-"
  
Il copione di tutto questo grandioso spettacolo, se mai è stato scritto non l'ha mai letto nessuno.
Si intuisce solamente che tutti i protagonisti e le comparse dello show alla fine moriranno.
Come diceva il dottor Manhattan "Un corpo vivo e un corpo morto hanno lo stesso numero di particelle" forse dal Suo punto di vista non vi è così molta differenza.
L'Artefice dell'Universo ha creato l'Infinito e tutto il suo contenuto che sicuramente è stato un lavoraccio, e poi? 
Improvvisamente è diventato pigro. 
Dopo la creazione di questa grandiosa scenografia, fatta di pianeti, ammassi stellari multicolore, nebulose e intergalattici spazi, si è dimenticato di scrivere le battute per chi ci vive dentro. 
Non gli va più di parlare né spiegare. 
Va bene, non vuole dire nulla; Forse si sente incompreso e questo con una certa similitudine lo capisco, ma se non una parola, almeno un gesto, mi basterebbe anche solo un Suo starnuto...La Sua voce nello spazio siderale parla col silenzio.

Ritornando un po' seri, ho notato che secondo le circostanze una cosa utile a volte può diventare un danno. 
Credo che la religione, perfino l'idea che abbiamo della spiritualità e dell'intangibile, potrebbero allontanarci da quel mistero cui diamo nome di Dio.

L'acqua sostiene la barca ma può anche affondarla.

Questa considerazione non raggiunge spesso l'essere umano, la maggioranza vede in un solo senso...il proprio, o più precisamente quello che qualcun'altro gli ha messo davanti al naso. 
La logica con cui analizzo il mondo è talvolta in conflitto con le opinioni più diffuse. 
Anche su argomenti semplici difficilmente mi trovo in accordo con gli altri e non per partito preso o per affermare a ogni costo la mia unicità. 
Semplicemente vedo le cose in maniera diversa e sono critico rispetto a quello che tutti hanno sotto gli occhi cioè il cosiddetto "status quo".  
Mi domando per esempio, perché la formazione professionale richiesta nel mondo del lavoro è adesso molto più esigente rispetto solo a due decenni fa, ma la qualità del lavoro è peggiorata? 
Non ha senso. 
Si assiste in quasi tutti gli aspetti lavorativi a un pressapochismo che rasenta la negligenza, senza rievocare nei particolari un tempo lontano dove un buon artigiano assomigliava a un artista nel proprio lavoro; Non aveva una costellazione di diplomi e attestati alle sue spalle però sapeva fare. Oggi pare che la maggioranza "sappia" e basta.

Il nostro entusiasmo per questo gioco chiamato vita non sembra lasciare spazio a una riflessione allargata, alla conciliazione del paradosso di cui è rappresentazione dinamica.

Domande semplici hanno a volte risposte complesse, invece domande complesse hanno spesso risposte semplici.

Così mi domando: perché abbiamo i perché? 
La vita sarebbe ancora tale senza domande? 
Oppure sarebbe un semplice esistere? 
Ci sono forse persone al mondo che non si pongono mai domande? Mai? 
Non credo, perché le necessità del vivere incalzano creando dei problemi e i problemi non sono forse domande urgenti che attendono una risposta che non possiamo posticipare senza subire conseguenze?
Quindi anche se di ordine materiale, perfino l'uomo più "minimal" qualche domanda sarà costretto a farsela.

Potrei allora ipotizzare che chi si pone poche domande almeno sia più saggio degli altri, considerando che la maggior parte di questi punti interrogativi sono senza risposta si potrebbe ragionevolmente supporlo.

Le domande inutili non appartengono dunque alla saggezza? 
E chi stabilisce questa inutilità?
In controtendenza con l'opinione più scontata, affermo invece che proprio perché sono inutili sono sagge.
Esse scavano in noi senza necessariamente trovare una fonte d'acqua. 
Non è questo il senso di una domanda, non è trovare obbligatoriamente una risposta, ma renderci più profondi. 
Qual'è il senso di questa profondità apparentemente senza scopo? Accogliere il Mistero direi se fossi un mistico. 
Accogliere quello che verrà, dico invece per quel modesto essere umano in cui mi ritrovo a vivere, a dire il vero con qualche velleità, come diventare ciò che sono, qualunque cosa possa mai essere, senza preconcetti e con un'etica che corrisponda realmente al mio sentire e forse vivere con un po' di buon senso.

Ho notato che le cose inutili emanano il lucore dalla bellezza; 
E questa "inutilità" mi dice qualcosa sul Mistero che suscita le mie domande.

A cosa serve un tramonto? Un bacio? Un profumo? Una notte stellata?

E un quadro su una parete a cosa serve? 
Dona piacere, ovviamente,  grazie ad un oggetto artistico che si ritiene bello. 
Oggettivamente però non ha un utilizzo, di fatto non serve a nulla. Qualcuno potrebbe addirittura trovarlo brutto o insignificante.

Però, se per ignote ragioni, questo suscita in noi la Bellezza, essa ci scalda il cuore, ci ispira grandezza, ci addita qualcosa che non esiste, ma che rende il nostro reale più sentito, tangibile e brillante. 
E' la magia umana fatta colore e forma in una pittura, senza una precisa utilità, ma per il solo piacere di esistere.

Se appoggiassimo al medesimo muro, al posto di quel  medesimo quadro, una scopa, beh! Sarebbe in qualche occasione più utile, eppure... 

In tutta sincerità devo dire che la ricerca della Verità, della personale verità ma oggettiva, è ardua e difficile. 
Pare quasi impossibile realizzarla se lungo questo percorso non si trova almeno un amico che qualche volta ci sostenga, se non incontriamo un Amore che ci possa tenere per mano, se non ci imbattiamo in Dio che per immeritate cause e per oscure ragioni, apra uno scorcio di luce in questa accecante tenebra che chiamiamo: esistenza.

Chissà quando tornerò a casa? 
Magari, quando smetterò di chiedere e domandare e così, forse, perfino io avrò in regalo un'anima. 


lunedì 2 settembre 2019

Ok, il prezzo è giusto.



La teoria evolutiva spiega che sopravvive il più adatto. 
I lupi non uccidono il cervo più sfortunato ma il più debole. 

Allora nell'ambito di questa competitività generalizzata come si spiega l'altruismo? 

Un tratto comportamentale presente non solo nell'uomo, ma in modi diversi in tutte le specie. 

Le formiche operaie per esempio sono sterili eppure lavorano tutta la vita affinché la regina possa riprodursi, ma se questo tratto distintivo (gene) non si può effettivamente trasmettere direttamente, proprio perché le formiche sono sterili, come si si è mantenuto nel tempo? 
Se le formiche operaie avessero una coscienza umana affermerebbero che sono innamorate della loro Regina, naturalmente un amore senza speranza, perché gli unici che se la fottono sono i fuchi.
Inoltre, un comportamento altruistico aumenta le possibilità infauste per l'individuo e non gli porta nessun vantaggio diretto; Dunque avrà meno probabilità di accoppiarsi, diminuendo così la presenza di quel comportamento nella specie.


E' interessante notare che l'altruismo non dovrebbe esistere, invece non solo è presente, ma addirittura determinato da un'equazione matematica: l'equazione di Price, dal nome del suo scopritore.

Questa equazione non prevede l'andamento dell'altruismo ma ne spiega in maniera inconfutabile la presenza.

Giocando con le parole essa quantifica il cosiddetto "prezzo (Price) dell'altruismo".

Di fatto è una descrizione esaustiva della relazione che corre tra un tratto e la sua adattabilità.

Una parte di essa riguarda la covarianza cioè tutti i fattori che disturbano il sistema di selezione naturale, cioè il risultato di più variabili congiunte, ed è realizzata con una descrizione matematica di grande semplicità logica ma che nessuno prima di Price aveva intuito. 

Un caso unico e straordinario nella storia della Scienza, dove solitamente le scoperte seguono ad altre e non nascono da sole. 
Il cosiddetto progresso è consequenziale non casuale. 
Anche la serendipità è di fatto realizzata sulla base di qualcosa d'altro e il nesso causale è compreso solo a posteriori.

La covarianza è una misura di associazione, quindi se si ha un tratto associato positivamente alla sua adattabilità questo diventerà più frequente.

Price dimostrò come, essenzialmente, quando crediamo di comportarci in maniera altruista ed amorevole, le nostre azioni siano in realtà ben calibrate su una scala di interesse personale.
Se possiamo spiegare formalmente come si evolvono i tratti come l'altruismo, ciò significa che il tratto in sé porta sempre vantaggi in qualunque livello la gerarchia biologica si stia evolvendo. 
Il meglio che il processo naturale può fare pare essere una specie di gentilezza di seconda mano, un altruismo che ha ben poco di altruistico, ma piuttosto è soprattutto egoismo.

"L'ambizione individuale serve al bene comune" scrisse Adam Smith, padre dell'economia moderna. 

Quello che intendeva era che se ognuno persegue i propri obiettivi questo produce un miglior risultato per la collettività. 
Ma John Nash trovò delle falle nelle teorie di Smith. 

Infatti, ipotizzò che le decisioni migliori che potrebbero prendere le persone si dovrebbero basare in accordo con le azioni degli altri individui coinvolti. 


Quando tutti si comportano in un modo che porti massimo beneficio tanto al gruppo quanto a se stessi, avremo il cosiddetto "Equilibrio di Nash".


Si racconta che un giorno un gruppo di amici di Nash si mise a corteggiare la ragazza più attraente in un bar; ma ognuno ostacolava i tentativi degli altri. 
Quando gli uomini ormai avevano abbandonato l'idea di successo, le amiche della ragazza carina, non volendo certo essere una seconda scelta se ne andarono portandosela via. 
Nash, disse che se fin dall'inizio tutti loro avessero corteggiato anche le amiche meno attraenti, scegliendo ognuno una ragazza diversa non si sarebbero ostacolati a vicenda, e nessuna delle donne si sarebbe sentita insultata perché ignorata. 
Sarebbe stato l'unico modo per vincere e l'unico modo dove tutti alla fine sarebbero riusciti a scopare.

La cronaca invece ci racconta che fine fece George Price; Nei suoi ultimi anni si dedicò a un altruismo senza limiti volendo trovare appunto il limite della sua geniale intuizione, invece si ridusse povero e senza casa, divenne un miserabile che beveva mezzo litro di latte al giorno e niente altro, morì suicida che non aveva ancora compiuto i cinquantaquattro anni, tagliandosi la giugulare con un paio di forbicine per le unghie.


Probabilmente le sue conclusioni su come siamo spinti ciecamente verso il nostro destino dal potere intangibile dei nostri geni furono troppo per un uomo così intelligente e sensibile.