lunedì 2 settembre 2019

Ok, il prezzo è giusto.



La teoria evolutiva spiega che sopravvive il più adatto. 
I lupi non uccidono il cervo più sfortunato ma il più debole. 

Allora nell'ambito di questa competitività generalizzata come si spiega l'altruismo? 

Un tratto comportamentale presente non solo nell'uomo, ma in modi diversi in tutte le specie. 

Le formiche operaie per esempio sono sterili eppure lavorano tutta la vita affinché la regina possa riprodursi, ma se questo tratto distintivo (gene) non si può effettivamente trasmettere direttamente, proprio perché le formiche sono sterili, come si si è mantenuto nel tempo? 
Se le formiche operaie avessero una coscienza umana affermerebbero che sono innamorate della loro Regina, naturalmente un amore senza speranza, perché gli unici che se la fottono sono i fuchi.
Inoltre, un comportamento altruistico aumenta le possibilità infauste per l'individuo e non gli porta nessun vantaggio diretto; Dunque avrà meno probabilità di accoppiarsi, diminuendo così la presenza di quel comportamento nella specie.


E' interessante notare che l'altruismo non dovrebbe esistere, invece non solo è presente, ma addirittura determinato da un'equazione matematica: l'equazione di Price, dal nome del suo scopritore.

Questa equazione non prevede l'andamento dell'altruismo ma ne spiega in maniera inconfutabile la presenza.

Giocando con le parole essa quantifica il cosiddetto "prezzo (Price) dell'altruismo".

Di fatto è una descrizione esaustiva della relazione che corre tra un tratto e la sua adattabilità.

Una parte di essa riguarda la covarianza cioè tutti i fattori che disturbano il sistema di selezione naturale, cioè il risultato di più variabili congiunte, ed è realizzata con una descrizione matematica di grande semplicità logica ma che nessuno prima di Price aveva intuito. 

Un caso unico e straordinario nella storia della Scienza, dove solitamente le scoperte seguono ad altre e non nascono da sole. 
Il cosiddetto progresso è consequenziale non casuale. 
Anche la serendipità è di fatto realizzata sulla base di qualcosa d'altro e il nesso causale è compreso solo a posteriori.

La covarianza è una misura di associazione, quindi se si ha un tratto associato positivamente alla sua adattabilità questo diventerà più frequente.

Price dimostrò come, essenzialmente, quando crediamo di comportarci in maniera altruista ed amorevole, le nostre azioni siano in realtà ben calibrate su una scala di interesse personale.
Se possiamo spiegare formalmente come si evolvono i tratti come l'altruismo, ciò significa che il tratto in sé porta sempre vantaggi in qualunque livello la gerarchia biologica si stia evolvendo. 
Il meglio che il processo naturale può fare pare essere una specie di gentilezza di seconda mano, un altruismo che ha ben poco di altruistico, ma piuttosto è soprattutto egoismo.

"L'ambizione individuale serve al bene comune" scrisse Adam Smith, padre dell'economia moderna. 

Quello che intendeva era che se ognuno persegue i propri obiettivi questo produce un miglior risultato per la collettività. 
Ma John Nash trovò delle falle nelle teorie di Smith. 

Infatti, ipotizzò che le decisioni migliori che potrebbero prendere le persone si dovrebbero basare in accordo con le azioni degli altri individui coinvolti. 


Quando tutti si comportano in un modo che porti massimo beneficio tanto al gruppo quanto a se stessi, avremo il cosiddetto "Equilibrio di Nash".


Si racconta che un giorno un gruppo di amici di Nash si mise a corteggiare la ragazza più attraente in un bar; ma ognuno ostacolava i tentativi degli altri. 
Quando gli uomini ormai avevano abbandonato l'idea di successo, le amiche della ragazza carina, non volendo certo essere una seconda scelta se ne andarono portandosela via. 
Nash, disse che se fin dall'inizio tutti loro avessero corteggiato anche le amiche meno attraenti, scegliendo ognuno una ragazza diversa non si sarebbero ostacolati a vicenda, e nessuna delle donne si sarebbe sentita insultata perché ignorata. 
Sarebbe stato l'unico modo per vincere e l'unico modo dove tutti alla fine sarebbero riusciti a scopare.

La cronaca invece ci racconta che fine fece George Price; Nei suoi ultimi anni si dedicò a un altruismo senza limiti volendo trovare appunto il limite della sua geniale intuizione, invece si ridusse povero e senza casa, divenne un miserabile che beveva mezzo litro di latte al giorno e niente altro, morì suicida che non aveva ancora compiuto i cinquantaquattro anni, tagliandosi la giugulare con un paio di forbicine per le unghie.


Probabilmente le sue conclusioni su come siamo spinti ciecamente verso il nostro destino dal potere intangibile dei nostri geni furono troppo per un uomo così intelligente e sensibile.

2 commenti:

Alessandro ha detto...

L'argomento è interessante e trattato su basi simil-scientifiche.Citare la covarianza presuppone una conoscenza della matematica ad un livello universitario e lo spiegare e commentare l'equazione di Price lo conferma. Però...C'è un però ed è grande più di un macigno: la teoria evolutiva di Darwin è appunto solo una teoria e soprattutto è sbagliata. Lo sanno bene coloro che si interessano seriamente di evoluzionismo. Nessuno realmente preparato da credito al darwinismo ormai da decenni. Purtroppo si insegna ancora nelle scuole ed il motivo è semplice: è noto e assodato che la teoria faccia acqua da tutte le parti e che non esista una minima prova che la qualifichi non come probabile, ma almeno come vagamente possibile. Il problema è che la scienza normalmente sostituisce una teoria che si dimostra sbagliata con una che funziona. In questo caso c'è il nulla. Il darwinismo è da buttare ma nessuno ha la più pallida idea di cosa mettere al suo posto. E allora piuttosto che nulla è meglio piuttosto e questa teoria continua ad essere insegnata e coltivata nelle scuole di mezzo mondo, in attesa di qualcosa di più adatto. Di conseguenza l'equazione di Price è errata nella parte che riguarda la covarianza (Cov(wi,zi)), che è una descrizione matematica discendente da una logica darwiniana.
In buona sostanza l'altruismo è una qualità morale tipica soltanto dell'essere umano e degna di essere indagata dalla filosofia, non certo da pseudoscienze sociali e similari.

Visir ha detto...

Interessante commento. L'altruismo, quello più autentico cioè senza nessun tornaconto anche davanti a un rischio mortale è nella mia esperienzza, ma la sua descrizione entra nella metafisica e in una dimensione poco credibile per la maggioranza delle persone. Dunque perchè descriverla? In ogni modo è dirompente rispetto ai limiti cui siamo abituati e legata alla mia concezione sul "Mistero" di cui non è permesso parlarne. Grazie.