lunedì 23 ottobre 2023

La libertà di amare

 La fedeltà sessuale è considerata un valore e una misura dell'amore.

Stupirà invece constatare che vi sono più di un miliardo di persone e decine di popoli diversi per cui questo non ha senso.
I maschi mussulmani per esempio amano più mogli e da esse sono riamati e queste donne non si sentono in qualche modo "tradite".
In Papua Nuova Guinea e in Cina, dove vi è una piccola etnia Chang, ci sono "le capanne dell'amore", dove gli indigeni si scelgono reciprocamente e si amano in maniera completamente libera.
Idem in alcune tribù dell'Africa.
Ugualmente gli indios dell'Amazzonia. Stessa cosa gli Aborigeni australiani.
In altri popoli sempre a Papua, si disegnano sulla propria capanna dei segni che simulano l'atto sessuale che i vicini trovano di ispirazione e terribilmente sexy e si confrontano.
In Cambogia in villaggi remoti ancora di religione animista, le ragazze ricevono ogni sera un ragazzo diverso e alla fine sceglieranno il marito.
Li provano prima tutti.
Dunque di quale amore parliamo?
Dell'amore occidentale e cristiano oppure dell'amore che si trova nel mondo?
E' così limitata la domanda che l'uomo si rivolge, perché limitata è la sua esperienza.
Gli Inuit offrono o meglio offrivano la consorte all'ospite con soddisfazione e gioia.
Fedeltà per chi e per cosa?
Pare che sono l'unico ad aver viaggiato e visto un po' il mondo.
Si parla della fedeltà, ma solamente perché una persona non vuole crescere il figlio di un altro, oppure perché a questa persona non non gli piace scopare dove ha già scopato un'altra, in questo caso bisognerebbe fidanzarsi o sposarsi alle elementari.
Legittimo chiederlo dunque, ma non pretenderlo.
Questa pare essere l'unica ragione per cui è stata inventata questa presunta fedeltà sessuale o coniugale: il diritto di proprietà su un alto essere umano.
Nel Neolitico non esisteva.
Il primitivo quando ha scoperto che l'atto sessuale era legato alla procreazione ha cambiato completamente la sua organizzazione sociale.
Il maschio ha coercitivamente obbligato la femmina a scegliere solo lui per non allevare altrimenti il figlio di un altro e conservare così in modo istintivo il proprio DNA.
Nel tempo antico neolitico e nelle tribù moderne ancora primitive che praticano la discendenza matrilineare, i figli erano e sono della tribù e sono da tutti i suoi membri accuditi.
Oggi nel nostro mondo patriarcale sono della coppia e ogni nucleo familiare è in concorrenza con l'altro.
Abbiamo visto come da un tale seme ha germogliato il mondo che abbiamo davanti agli occhi.
Questo ha dato vita alla discendenza patrilineare con tutta la violenza che ne è seguita.

La lealtà, quella conta, la fedeltà sessuale com'è intesa comunemente è il prodotto di un condizionamento funzionale al mantenimento e alla conservazione del personale patrimonio genetico; In senso interiore cioè come principio propriamente umano non esiste, altrimenti tale comportamento non sarebbe diverso in diverse parti del mondo e questo presunto diritto sarebbe ugualmente preteso da tutti nella medesima maniera.
E' invece un modo di esercitare potere sull'altro, una sorta di esclusività che nasconde un desiderio di possesso (magari comprensibile se condiviso liberamente da entrambi i partner) in nome di un sentimento.
L'errore è nel confondere le due cose cioè amore e fedeltà sessuale e non lo si dovrebbe fare quando si vivono i sentimenti.
Se si conoscesse cosa realmente si pensa, mentre si fa sesso con l'amato/a, si constaterebbe che non si è in due a letto, ma in una moltitudine.
E' veramente banale il modo in cui si considerano i sentimenti e si confondono con le convenzioni come fossero verità e non semplici convenzioni, appunto.
La gelosia, il possesso, l'esclusività, la "fedeltà", quante stupidate...
Quanti morti ha fatto questa gelosia?
Se una persona vuole quel tipo di fedeltà si deve comprare un cane e avrà così un amore facile e fedele.
L'uomo deve essere invece vero, onesto e sincero nei suoi desideri e nel modo in cui li realizza, e anche vedere schiettamente le sue presunte mancanze.
Dunque deve essere prima di tutto fedele a se stesso.
L'unico peccato è l'ipocrisia, perché ci impedisce di cambiare.
Un peccato contro la propria persona, perché nega la propria natura autentica. Qualunque essa sia.
Non possiamo esser migliori, possiamo essere solo noi stessi.

Solo così saremo felici. Ogni altro modo non ci può corrispondere.
Ma per essere quello che siamo, bisogna prima vedere cosa non siamo.
Il Mondo, sin da bambini, ci ha detto chi dovevamo essere.
Personalmente: Maschio, italiano, cristiano, eterosessuale. Definizioni che mi hanno applicato addosso.
Ma è proprio così?
Vediamo! Dirà una persona che vuole conoscersi.

E' l'ipocrisia che rende le persone cieche.
Un peccato che è insegnato dalla società in cui viviamo.
La società è falsa e anche la famiglia lo diviene, quando vuole apparire diversa da quella che è.
Nasciamo sinceri, ma questa virtù la tramutiamo in malizia e finzione per tornaconto e per aderire a dei modelli arbitrari funzionali a un certo ordine sociale.
Per sopportare queste catene imposte dagli altri e perfino da noi stessi che facciamo?
Le amiamo.

Il masochismo dell'essere umano lo porta inevitabilmente a una sofferenza ancora più profonda e condivisa.
Quanto dolore ha dato questa "fedeltà sessuale" rendendo le persone proprietà l'uno dell'altro?
L'essere umano è per sua natura poligamo, anche la Scienza lo spiega dimostrando come l'innamoramento è determinato da una molecola prodotta dal cervello che esiste per due/quattro anni, giusto il tempo per permettere ad un'eventuale prole risultato di questo amore di camminare.
La Natura ci insegna come dobbiamo comportarci, ma anche quello per cui siamo fatti.
Questa coercizione contro la reale natura umana, invece la si ammanta di virtù, ma resta quello che è, un modo esclusivo di considerare l'amore che non c'entra nulla con i sentimenti.
Il nostro cuore può contenere tante persone, anzi più ce ne sono più diventa grande.

Ci sono persone che amano solo quello che possiedono, altre amano tutto. Forse è questa l'unica differenza.

Non sono contro la fedeltà sessuale in linea di principio, ma non accetto la similitudine che se ne fa con i sentimenti.
I sentimenti non sono regole di comportamento.
I sentimenti non esistono nell'ambito del giusto o dello sbagliato. Sorgono dal cuore.
A volte si amano persone stronze, altre volte si amano persone buone. Cosa c'è di male?
E' una cosa bellissima questa casualità.
Passiamo la vita a misurare e contare quanto dato e quanto ricevuto.
Si vive da ragionieri, ma solo i poeti possono essere felici.
Solo la poesia ci fa provare amore. La contabilità non ha mai reso nessuno felice.
Non bisogna confondere l'organizzazione della propria vita con la Vita.

Si dice che la vita è un viaggio, non si dice così?
Un viaggio prenotato, organizzato da un'agenzia, scandito da date e orari, con un tour operator sempre alle calcagna che ti guida e ti rinnova sempre nuove cose da fare, a qualcuno potrà mai piacere?
E' comodo forse, ma è molesto.

Immaginiamo invece di partire.
Senza quasi bagaglio. Un biglietto di andata, magari il ritorno lo decideremo dopo, semmai.
Senza "plan" senza orari.
Sbarchi a Mandalay e ti fermi a bere un tè.
Guardi la gente passare per strada, poi fai una passeggiata al mercato. Parli con chi incontri, sorridi e annusi la vita intorno. Dopo riparti.
Dove vai? Non lo so.
Vado a incontrare cosa la vita a preparato per me.
Non è più bello?
L'esistenza per essere goduta deve essere abbandono senza paura.
Come quando ci si lascia andare nel mare e si scopre che si galleggia senza la fatica di nuotare.
Si dice "fare il morto" ma secondo me è "essere vivo".
L'Uomo crea un mondo di desideri e poi se li nega con la morale.
Crea un mondo di oggetti e poi, si sente povero.
Infine si lamenta che è infelice.
Fa ridere. E' ridicolo.
Pochi hanno il coraggio e l'intelligenza di andare oltre le ovvietà, di viaggiare, vedere il mondo e così capire che le "nostre" verità e le nostre idee, i nostri modi di vivere "giusti" sono solo una parzialità, un limite semmai da lasciarsi alle spalle.
La gente ha una morale, perché non guarda in se stesso con onestà e lì invece troverebbe la verità. Quando le cose vanno male quella morale la cambia.

Invece è meglio ascoltare tutti, ma ragionare con la propria testa, domandare al proprio cuore cos'è giusto e viverlo totalmente.
Sebbene condivisibile questo suggerimento è frainteso.
Abbiamo troppi preconcetti per guardare con acutezza la realtà delle cose e quella in noi stessi. Bisognerebbe sottrarre tutto quello che non ci appartiene.
Una volta a un uomo saggio ho domandato: "Come posso conoscere la Verità? "
"Dimentica ciò che sai" questa fu la risposta.

Tutto questo è per me la vera fedeltà, fedeltà a me stesso.
Dovrebbe essere un giardino coltivato da tutti e da ciascuno e invece è un luogo trascurato.
Coltiviamo invece altri poderi che ci dicono siano nostri, ma appartengono ad altri, mentre il nostro vero campo va in rovina.
Tu sei il Dio cui lo spirito che abita in te deve dare conto.

Tutto questo non lo si fa.
Questo è il vero dramma.

mercoledì 11 ottobre 2023

Analisi P e dintorni





Spiace per i morti e i feriti. 

Il presidente israeliano ieri piangeva o almeno pareva commosso in televisione. 

Però i finanziamenti sostanziosi che il Qatar ha dato ad Hamas il quale non è propriamente un gruppo politico armato palestinese, ma un'organizzazione militare panislamica, erano noti perfino al centro studi internazionali italiano, così come l'infiltrazione di elementi Hezbollah che hanno fornito supporto e consulenza militare. 

Questi dati non potevano essere sconosciuti a Israele. 

Soldi più armi e istruttori militari cosa significano? 

Pare invece che incredibilmente nessuno sapesse, tranne poi tutti riprendere questo evento "inaspettato" con i cellulari già pronti. E' molto strano. 

La striscia di Gaza è fortemente monitorata in quanto considerata un pericolo costante per la sicurezza israeliana. 

Nulla si muove lì senza che si sappia. Ogni comunicazione è ascoltata dall'Intelligence con la stella di David. 

Dove è avvenuto il Rave e le zone oggetto dell'attacco di Hamas sono di fatto territori occupati abusivamente da Israele con i suoi cosiddetti coloni. 

Andare in quelle zone è molto pericoloso, perché i palestinesi le rivendicano. 

Praticamente chi vive in quei posti dorme con un Uzi sotto il cuscino. La maggioranza dei kibbutz hanno dei rifugi blindati e non si vive serenamente. Le ruspe abbattono le case palestinesi e vengono costruite al loro posto le case degli ebrei colonizzatori. Questo genera un'inevitabile rancore. 

L'attacco palestinese era dunque noto? 

Si è preferito forse permetterlo così da giustificare davanti alla comunità internazionale una soluzione definitiva contro quella parte di Palestina che è strategicamente conveniente per lo stato sionista. 

Infatti l'attacco è avvenuto dopo il fallimento del meeting tra i due Stati che prevedeva la riconsegna di alcuni territori, ma disatteso da Israele perché non li vuole restituire. 

La morsa in cui è rinchiusa Gaza non permette ai palestinesi di uscirvi, non hanno servizi, non hanno moneta propria. 

Sono strangolati lentamente. 

L'origine del conflitto è l'insediamento ebraico proveniente da ogni parte del mondo con la costituzione del nuovo stato di Israele (14 maggio 1948) che fu sancito dall'ONU e apparve fin da subito ricevere un'assegnazione di territorio palestinese giudicato iniquo. 

A fronte di un popolazione ebrea del 30% già presente prima della creazione dello Stato Israeliano, rispetto ai palestinesi gli fu assegnato il 55% del territorio, sebbene le proprietà terriere ebree fossero appena del 7%. 

Le "Aliyah" cioè le migrazioni ebree in Palestina risalgono già al 1881 nell'attuazione del progetto di riappropriazione della propria antica terra. 

Una terra che  se proprio volessimo sapere a chi apparteneva risale all'insediamento preistorico dei Neanderthal. Tale progetto di "riappropriazione" fu espresso chiaramente dalla "Dichiarazione Balfour" Inglese, fortemente influenzata da Lord Rothschild, già nel 1917, 

La prima guerra sionista scoppiò ancora prima della formazione del suo Stato nel 1947 e terminò (ma non finirà) nel 1949, dove Israele si macchiò di 33 massacri ingiustificati sulla popolazione palestinese inerme, in particolare a Deir Yassin dove furono uccisi oltre cento tra uomini, donne e bambini innocenti e disarmati, secondo altre fonti addirittura duecentocinquanta. 

E' curioso come il terrorismo ai palestinesi glielo abbiano insegnato gli israeliani, e questo non è un rilievo capzioso ma storico, infatti in quel primo conflitto operarono ben due famigerate cellule sioniste: Haganah e Lehi, quest'ultima detta anche banda Stern, dichiarate dalla comunità internazionale come organizzazioni terroristiche e ultranazionaliste, unitamente a un altro gruppo paramilitare chiamato Irgun definito come una organizzazione terroristica solo dal Regno Unito.

Le unità combattenti di questi gruppi estremamente risolute per non definirle spietate ed efficienti per non chiamarle pericolose, non furono sconfessate dal neonato Stato di Israele (Medinat Israel) ma assorbite all'interno del suo esercito. 

E' in quest'ottica cioè su fatti antichi, ma non dimenticati che si può comprendere l'efferatezza che contraddistingue l'attuale conflitto. 

Non necessariamente nel modo che si pensa usualmente.

Se si considera la "Direttiva Annibale" di Israele, promulgata nel 86' e tuttora in vigore, che non consente lo scambio di prigionieri o di ostaggi e invece autorizza l'azione militare diretta anche con bombardamenti d'artiglieria e perfino con raid aerei sui propri connazionali al fine di colpire i nemici, si comprende meglio questa situazione gestita non solo in maniera cinica, ma spietata. In quest'ottica estrema non sono computati infatti i danni collaterali che invaliderebbero o limiterebbero una reazione militare efficace. Dall'analisi autoptica sulle vittime del 7 ottobre, giorno dell'attacco di Hamas (acronimo di Movimento Islamico per la Resistenza) risulta che quasi la metà dei caduti ebrei sono stati uccisi dal cosiddetto "fuoco amico" nella necessità superiore di arrestare l'offensiva palestinese che rischiava di dilagare. 

Un breve inciso. 

Nella realtà di una guerra di prima linea cioè di fronte al nemico, l'eventualità di essere colpiti dai propri compagni è elevatissima ed equivale quasi a quella di essere colpiti dal nemico stesso. 

Questo inconveniente però normalmente non è esteso alla popolazione civile ed è una prerogativa tutta israeliana.  

Il "fuoco amico" non lo si vede rappresentato certamente nei film, ma basta anche solo immaginare il caos indescrivibile durante un attacco, la sordità momentanea dovuta agli spari e alle bombe nonché ai tappi nelle orecchie che si usano per non rimanere sordi per sempre, l'adrenalina che non consente un'azione lucida, le armi pronte all'uso che possono accidentalmente far fuoco, le divise che si assomigliano anche tra schieramenti diversi, infine l'uso di sostanze neuro stimolanti che sono somministrate di prassi ai combattenti, tutto ciò fa comprendere che questo rischio è tutt'altro che improbabile. 

Questo è il motivo per cui non si utilizzano mai corpi d'élite congiuntamente con l'esercito ordinario; Quest'ultimo composto da soldati sommariamente addestrati ad un impiego in un teatro operativo di conflitto e sono maggiormente sacrificabili, rispetto ai cosiddetti corpi speciali il cui costo d'addestramento elevatissimo li rendono preziosi e divengono risorse da salvaguardare o almeno da utilizzare con attenzione. A differenza dei soldati di truppa, infatti i soldati professionisti di tali reparti agiscono solamente in team di cui conoscono perfino l'odore di ogni componente del proprio gruppo (utile nei momenti di scarsa visibilità per riconoscersi) e con tattiche ripetute in addestramento migliaia di volte per evitare appunto questo problema che comunque si ripresenta sebbene in misura molto ridotta.

Va inteso che la maggior parte del tempo un soldato lo trascorre in attesa ingannando la noia pensando ai modi più diabolici per eliminare chi lo vuole uccidere, poi quando è sotto il fuoco sparerà a tutto quello che si muove, perché soverchiato dallo stress, un'eufemismo per definire il terrore. Si spara in particolare ai cadaveri e ai feriti per evitare il rischio d'imboscate. 

C'è da considerare inoltre che un soldato che subisce per la prima volta il cosiddetto "battesimo del fuoco" risulta essere quasi inutile, perché l'inconscio blocca la sua azione omicida oppure la distrae falsandone il tiro. Questo è il motivo per cui si mischiano soldati veterani con novizi, successivamente questi ultimi supereranno questo "impasse" nelle battaglie successive, divenendo sempre più adatti a mandare altre persone al Creatore. 

Non è molto edificante, ma in guerra non c'è nessuna nobiltà, infatti ci sono solo vittime, e lo divengono anche quelli che sopravvivono a prescindere che vincano o perdano; Sono tutti privati del senso d'umanità e forse non gli basterà una vita intera per riappropriarsene.  

Un conflitto armato non è nemmeno fatto di crudeltà estrema, perché dopo un po' i soldati, se non impazziscono, non sentono più niente a parte una sorta di odio euforico che li coglie nei momenti d'azione e una pena indistinta che gli strozza lo stomaco, quando sopraggiunge il tedio. Si diventa freddi come la Morte. 

In realtà anche al  sicuro nei bunker un militare al fronte non riesce mai a  riposare, il sonno è agitatissimo e senza sogni. Questa deprivazione del sonno profondo rigeneratore comporta ulteriori gravi scompensi psicologici se non proprio psichiatrici. Per questi sventurati non esiste più nemmeno la vittoria, la Patria o la famiglia, l'unica cosa che conta è sopravvivere e per farlo il nemico dovrà morire. 

Un concetto estremamente semplice che si esaurisce in un'attualità atterrente.  

E' una cosa molto brutta la guerra. 

Anche nel primo conflitto tra Israele  contro la Palestina, Egitto e altri paesi arabi (1947-1949) il delirio guerriero sfociò perfino in un attacco a una nave militare americana, uccidendo e ferendo oltre duecento marinai americani. 

Gli USA preferirono soprassedere su un tale evento per non guastare il rapporto privilegiato con quel nuovo Stato considerato un alleato prezioso. 

Il coinvolgimento americano è forte in Israele. A oggi sono versati dagli Stati Uniti otto milioni di dollari al giorno in favore dello stato sionista senza saperne bene il motivo. 

C'è un deposito immenso di armi e munizioni dalle parti di Tel Aviv la cui ubicazione esatta è ovviamente secretata, dove gli Americani stipano ogni genere di ordigno e munizionamento a disposizione delle guerre  israeliane. 

Inoltre, Israele possiede armi nucleari e dei vettori missilistici con gittata internazionale, diretti perfino contro gli Stati Uniti d'America. Un fatto molto strano, perché i suoi nemici arabi sono a poche centinaia di chilometri. 

La politica fra questi due stati appare contradditoria. 

Una super potenza militare come gli USA sembra quasi "intimidita" da uno Stato così piccolo e pare ragionevole supporre che ci sia altro e molto non dichiarato che intercorre fra queste due nazioni. Forse non basta per spiegarlo considerare che la metà dei miliardari americani è ebrea pur rappresentando solamente il 2,4% della popolazione statunitense. 

Il comportamento degli USA e in particolare la politica estera del suo Governo cade spesso nella: "Trappola di Tucidide". Ovvero quando una potenza egemone contrasta una nazione emergente con la guerra invece di adottare una proficua relazione commerciale

Questo cinico sistema è utilizzando a volte con un elemento terzo che si occupa propriamente del conflitto. 

In questo modo si ricavano tre vantaggi: l'indebolimento del nemico, quello del cosiddetto alleato e la vendita delle armi. 

Succede nel conflitto ora in corso nel est europeo dove gli Stati Uniti tramite la NATO che è un'organizzazione militare congiunta tra America del Nord ed Europa (MAL-NATO verrebbe da definirla) effettua tramite l'Europa un supporto all'Ucraina contro la Russia. 

I cosiddetti "aiuti" si concretizzano in sostanziosi e costosi invii di armi e denaro all'Ucraina. Gli unici che hanno già vinto questa guerra sono i grandi Trust americani che hanno stipulato con un contratto ad interim lo sfruttamento dei giacimenti minerari che valgono trilioni di dollari e sono la vera ricchezza dell'Ucraina e anche il vero motivo della guerra. 

Incaricato di questa transazione è proprio il figlio di Biden, il Presidente Americano che è anche il primo Faraone degli Strati Uniti d'America, infatti è già imbalsamato.

Il popolo invece si schiera cioè abbraccia delle ideologie politiche e religiose; Adotta una morale, ubbidisce alle leggi. In questo modo semplice gli è spiegato cos'è giusto e cosa è sbagliato, come deve comportarsi e di cosa invece si deve astenere. Tutto ciò gli viene insegnato o per meglio dire inculcato, ma non è una scelta personale è un condizionamento sociale. 

Chi governa non è così. 

Quelli che comandano e decidono hanno tutti la stessa ideologia e tutti la stessa religione: il denaro. 

Un momento sono alleati tra loro e subito dopo sono nemici. Non hanno una morale o un'etica, perché questi ideali non aiutano gli affari. 

La cosa veramente esilarante per non dire delirante è che queste persone del denaro non ne hanno bisogno. 

Hanno talmente tanti soldi che risulta incomprensibile la loro avidità, in particolare perché questa ricchezza accumulata e continuamente incrementata è ottenuta con lo sfruttamento, la povertà e la sofferenza di quelli che invece hanno pochissimo e a volte mancano perfino del necessario. 

Alcuni di questa élite si giustificano invocando la necessità del potere. "Qualcuno deve comandare, altrimenti è il caos" e secondo loro per farlo c'è bisogno di risorse monetarie ingentissime. 

Appare una scusa veramente poco plausibile, vedendo come questo denaro e questo potere è utilizzato, ovvero non risolve mai un problema, mentre ne crea moltissimi. O la gestione è sbagliata oppure lo è il sistema. In ogni caso entrambi questi elementi mostrano la loro inefficienza.  

Questi esseri in posizioni apicali che non riesco nemmeno più a definire umani, li chiamo "cosi" cioè aggeggi che si credono tanto potenti a un certo momento, dopo un pugno d'anni, andranno dove non potranno più far danno, e dovrebbero ricordarsi che la cassa da morto non ha tasche.

Tutto il loro potere non li può certo salvare dalla vecchiaia.

Pare incredibile che non gli venga in mente, mentre trafficano alle spalle degli altri. 

Tutti quegli oggetti posseduti, quelle finte relazioni basate sull'interesse e tutte le lacrime che hanno fatto versare agli altri non aggiungeranno alla loro esistenza scellerata nemmeno mezzo minuto. 

Non sarebbe stato meglio godersela la vita?

Magari grazie alla felicità che si raggiunge donandola agli altri e non sottraendola. 

Certamente la riconoscenza è rara e non bisogna farci conto, ma è evidente che se tutti intorno a te sono contenti, grazie anche al tuo contributo, non è forse vero che chiunque sarebbe felice di questo? 

E' quasi impossibile essere tristi se tutti intorno ti contagiano con la loro allegria. Se non gli accade, forse questi "potenti" hanno qualcosa che non va.

La gente povera, non è però molto meglio, infatti combatte per fantasiose idee politiche, religiose, perfino umanitarie; Idee cui crede e per cui morirà. Se si conoscessero invece i reali motivi dei conflitti nessuno combatterebbe, e se una persona proprio non può fare a meno di combattere, che combatta almeno per i propri interessi e non per far diventare i ricchi ancora più ricchi. 

Sintetizzando la storia del mondo è la determinazione degli interessi dei pochissimi pagati dai moltissimi che soffriranno per realizzarli e quest'ultimi incredibilmente non ci guadagneranno niente. Poi dicono che la razza umana è una specie intelligente. 

Guardando alla cronaca internazionale è lampante che a nessuno di quelli che contano può realmente interessare il Donbass né tantomeno che l'Ucraina entri o meno nella NATO, visto che di fatto i missili americani in Alaska distano solo 75 Km dalla Russia. 

Sono palle che si raccontano al popolino. 

Nessuno ricorda il famigerato dittatore della Corea del Nord? Parlo di quello con un discutibile taglio di capelli che pareva il male assoluto materializzatosi in sovrappeso. 

Non doveva far scoppiare la guerra atomica a minuti? 

E invece dopo la vendita cinese al Vietnam e alla Thailandia di un certo numero di sommergibili e varie commissioni di armi acquistate da mezzo Sud Est Asiatico per scongiurare la follia del bombarolo coreano, cosa è successo?

Una beata minchia. 

Si è fatto pace tra Cicco-Dittatore e il Cowboy con il fantasioso riporto (che possiede 2,5 Miliardi di dollari di patrimonio personale) e tutto è finito a tarallucci e vino.  

Prima si maledicevano con epiteti degni di un camionista bulgaro e alla fine mancava poco che si mettevano la lingua in bocca. Se non fosse tragica la politica mondiale sarebbe certamente comica. Guardando quei due guitti messi al comando di due nazioni con a disposizione un arsenale nucleare  da poter far detonare da un momento all'altro, mi sono fortemente convinto che l'umanità è in assoluto la specie senziente con il più basso quoziente intellettivo, ma il più grande culo dell'Universo. 

Quando scoppia una vera guerra invece non lo dicono certamente al telegiornale. Arriva sempre inaspettata. 

Sono solo espedienti anche le ragioni del conflitto ucraino e non è motivo di predazione nemmeno  il grano tenero che vi è prodotto, tra l'altro non adatto all'alimentazione umana, ma solo al foraggiamento animale che però ha determinato l'aumento del costo del grano duro. 

Cosa c'entra l'uno con l'altro? 

Secondo me si divertono così. Fanno le cose più assurde e vedono se qualcuno se ne accorge.  

Le sanzioni alla Russia inoltre sono ridicole, perché è una nazione autosufficiente disponendo di risorse enormi. 

Con il conflitto nell'Est si è sottratto solamente energia a buon mercato all'Europa, infatti l'Inghilterra si è preventivamente tolta dalla UE.

Qualcuno, Governo Italiano compreso tramite ENI, sta guadagnando enormi extra profitti sulla speculazione del gas (visto che i prezzi sono bloccati sino al 2025 dai contratti e quindi gli aumenti sono assolutamente ingiustificati). Con questi guadagni illeciti, e di fatto derubando i propri cittadini, anche l'Italia insieme agli altri paesi europei, spesa il conflitto. 

Miliardi di euro vanno in fumo senza contare i morti e la distruzione. 

La Russia non ha una vera crisi economica, anzi il Rublo è in positivo. 

Quando mai si è visto una nazione in guerra che migliora la sua economia? 

Anche un cretino capirebbe  che non la raccontano giusta.

Chi è il reale nemico? Contro chi si combatte per davvero? 

Una persona che ragiona dovrebbe chiederselo.

In questo particolare conflitto extraeuropeo è stata invischiata l'Europa, oramai un suddito ubbidiente, ma scomodo degli USA che così ne risulterà impoverita, determinando per l'America addirittura un quarto vantaggio. 

Il Parlamento Europeo è di fatto fortemente subordinato alla politica statunitense e non fa certo gli interessi degli europei, infatti il suo consulente economico occulto è la Commissione Trilaterale composta da iscritti a un potente gruppo economico statunitense legato ancora una volta ai Rothschild e  ultimamente hanno perfino smesso di essere concorrenti e fanno affari insieme ai Rockefeller. 

L'Europa è stata voluta dagli Stati Uniti non dagli europei. Curiosamente l'idea agli americani gliela diede Winston Churchill, una figura controversa, ma con un notevole carisma e perfino con il dono, a volte, della preveggenza. Previde anche esattamente la data della sua morte, avvenuta lo stesso giorno e alla stessa ora del padre avvenuta esattamente trenta anni prima della sua. 

Al di là degli aneddoti storici e nell'ottica strategicamente vincente che si può intendere tale azione europeista, perché è molto più facile controllare un solo Parlamento Europeo, piuttosto che diversi Parlamenti Nazionali. 

Come mai le microspie CIA rinvenute nel Parlamento Europeo durante le riunioni riservate non hanno sortito che qualche tiepido disappunto passato subito sotto silenzio? 

Per forza, gli amici a stelle e strisce verificavano semplicemente se avevano ben speso i soldi dati come mazzetta agli europarlamentari. Era stato un semplice controllo contabile non un atto di spionaggio, che diamine!  

Comunque è sotto gli occhi di tutti la perdita della già ridotta capacità decisionale nazionale. 

Basta inoltre leggere l'organigramma della Trilaterale per comprendere che non potrà fare l'interesse dell'Europa; Ad essa appartengono diversi uomini politici ed ex primi ministri anche italiani legati nel medesimo tempo al famigerato gruppo Bilderberg facente capo (ancora) ai Rockefeller. Questi personaggi che compaiono in diversi gruppi e sono tra loro tanto legati da apparire facce diverse della medesima medaglia.

Non è il solo gruppo economico sovranazionale e massonico al mondo ne esistono diversi, dove a volte i relativi interessi confliggono oppure coincidono.  Questo tipo di discorso però è come inoltrarsi lungo un terreno già minato, poiché detona nel "complottismo" un frase che da sola risulta essere un giudizio inequivocabile di discredito. 

In ogni caso l'indebolimento di un paese o di una coalizione di paesi com'è l'Europa avviene tramite la riduzione del suo potere industriale e dunque economico. 

Senza energia non c'è produzione e con l'aumento del costo energetico si perde il vantaggio concorrenziale nella vendita dei propri prodotti. 

Oltre dunque le cause economiche e politiche di facciata il vero obiettivo della guerra nel Est europeo siamo noi come Europa. 

L'unico problema è che non ce ne siamo ancora accorti. 

Infatti l'Europa senza Inghilterra è vista dagli Stati Uniti come un potente concorrente commerciale e se non va proprio distrutta, la sua produttività eccellente va invalidata secondo la logica statunitense un po' mefistofelica. 

Viene definita "trappola" quella di Tucidide, perché a livello globale porta a una escalation militare e un aumento dei conflitti, determinando un'economia malata; Sebbene favorisca momentaneamente la nazione che fomenta il conflitto e trae guadagno dalla distruzione, dai morti e dalla vendita delle armi, nel lungo termine subirà anch'essa un'inevitabile contrazione economica, perché i mercati economici sono tra loro collegati. Questo genera una spirale negativa che necessita per ritardare questo inevitabile contraccolpo economico, nuove guerre e così si rimanda il conto da spesare che aumenterà ed è solo procrastinato. 

La follia di una tale condotta appare evidente a tutti tranne ai suoi autori.

Le guerre nel mondo sono collegate come lo sono i mercati economici è bene così guardare tali conflitti in un ottica allargata.

Tornando in Medio Oriente, lo stato di Israele pare avere quasi un ruolo paritario con gli Stati Uniti, i quali hanno un atteggiamento addirittura indulgente, quasi riconoscessero lo Stato Sionista come progenie.

Al di là delle speculazioni di carattere generale la cosiddetta "Gaza strip" è una exclave rimasta ancora in mano palestinese nonostante i precedenti conflitti abbiano espanso l'area di Israele tutto intorno e di fatto isolandola. 

Sebbene non sia possibile dichiarare i territori confinanti con Gaza propriamente parte di Israele, perché le leggi internazionali non consentono l'espansione dell'area di uno Stato grazie alla guerra, la situazione perdura senza conseguenze a livello internazionale. 

Si tace su questa grave violazione.

Gli ebrei non sono tutti uguali, questo è bene rimarcarlo e nemmeno tutti israeliani, ci sono anche israeliani non ebrei in percentuale minore, ma ci sono.

Inoltre la parte ebraica più integralista e bellicosa è quella degli Aschenaziti, etnia ebrea di ceppo franco-germanico che parla yiddish e sono circa il 70 % degli ebrei. Gli altri ceppi ebraici hanno cultura,  precetti religiosi e filosofie diverse. 

Se si considera per esempio gli ebrei ultraortodossi, essi hanno una posizione più critica rispetto alle scelte del  Governo d'Israele, perché loro fanno quello che gli dice il Rabbino non quello che gli dice lo Stato Israeliano. Nella loro visione del giudaismo il potere secolare è subordinato a quello spirituale. 

Dunque la generalizzazione non consente una visione veritiera. 

La persecuzione nazista si è abbattuta principalmente sul gruppo maggioritario ebreo, riducendone in parte il numero e determinando un forte senso di rivalsa. 

Che sia un popolo che ha sofferto nessuno può contestarlo. 

Ma allora perché continuare nella sofferenza dandola ad altri? 

Questa saggezza pare non sia ancora giunta a maturazione. 

Il pragmatismo ebraico aschenazita è essenzialmente molto coriaceo e refrattario a una visone diciamo "umanista" che si trova principalmente in altri gruppi della medesima religione, la quale è concepita e vissuta a volte in maniera profondamente diversa. 

Nella semplificazione umana gli ebrei sono tutti uguali, un po' stereotipati come i mussulmani cui tra l'altro ne esistono ventisette "confessioni" diverse dell'Islam e tra loro non si riconoscono, chiamandosi l'un l'altro: infedeli. 

Il panorama è in realtà estremamente complesso, perché come al solito le religioni portano più problemi di quelli che risolvono. 

Le vere cause di ogni conflitto sono sempre commiste ad interessi economici, perché il denaro mette tutti d'accordo quando è spartito, mentre quando è in concorrenza divampa la guerra. 

Infatti, al largo di Gaza è stato scoperto un enorme giacimento di gas naturale il "Gaza Marine" fermo da venti anni per via del blocco navale israeliano che non ne consente lo sfruttamento e invece potrebbe fornire non solo tutta l'energia per il consumo locale, ma anche guadagni immensi con l'esportazione verso il nuovo mercato Europeo in rotta con le forniture russe. 

Nel piano sionista, recentemente esposto in un documento del Likud, il partito ora al governo, vi è l'intenzione di "espropriare" tutta l'area e trasferire la popolazione palestinese di Gaza in Egitto con il placet di quest'ultimo dove, secondo questo documento, ci sarebbero dieci milioni di unità abitative sfitte a disposizione. 

Costo dell'operazione otto miliardi di euro.

Regalando così un esodo forzato ai palestinesi residenti nella "striscia" da parte di un altro popolo (gli ebrei) che nel passato lo hanno a loro volta subito. 

Un operazione geopolitica che ha come vantaggio la possibilità di mettere le mani su quel giacimento di gas naturale che darebbe l'autonomia energetica a tutta Israele e come già detto, anche notevoli guadagni, grazie all'esportazione verso il nuovo mercato Europeo in cerca di gas che non scrive cirillico sui contratti. Una fornitura futura che in caso di necessità potrà essere centellinata, di fatto rendendo l'Europa ancora più dipendente dagli interessi nordamericani che gestiranno le forniture, grazie a Israele.

Ecco che dietro ad ogni conflitto come più volte ribadito c'è il guadagno, il guadagno dei pochi che decidono, grazie al sacrificio di molti poveri che combattono per motivazioni invece politiche e religiose.

Sun-Tzu ne "L'arte della guerra" ha scritto che non si mette mai un nemico con le spalle al muro e senza una via di uscita, perché lo si costringerà a combattere con uno spirito votato alla morte, e questo lo renderà molto pericoloso e il risultato della battaglia diverrà incerto. 

E' ragionevole aspettarsi il peggio da una situazione del genere che ha decine di anni di sangue versato alle spalle e si incammina verso una strada senza nessuna via di uscita.  

La soluzione condivisa da chi comanda è entrarvi ancora più completamente.

E' vero che Israele ha i mezzi e le risorse per compiere un genocidio e così "risolvere" la questione palestinese una volta per tutte, ma poi dovrà fare i conti con un miliardo e mezzo di mussulmani incazzati. Senza contare il sostegno cinese e iraniano alla Palestina, mentre la Russia per il momento fa finta di niente, avendo da risolvere il problema del conflitto ucraino.

Senza presunzione ho intuito come avviene la manipolazione sull'essere umano a quattordici anni nel mezzanino della metropolitana. 

Stavo andando a mangiare un panino con un mio amico è ho visto un gruppo di truffatori che a me sembravano giocatori che facevano il gioco delle tre carte. 

Il mio amico che era avido mi convinse che era capace di trovare la carta vincente e di avere il modo per un guadagno rapido, così mi chiese di puntare insieme a lui i nostri soldi. Perdemmo. 

E quel digiuno forzato mi insegnò che si fa vedere una cosa, si mostra una carta e si muovono di nascosto le altre per farti perdere. 

La strategia è semplice: si fa leva sull'avidità, su quello che è facile credere. La facilità del guadagno ti attira. La tattica è banale: si mostra una cosa e se ne fa un'altra. 

Da quella esperienza deriva la mia voglia di analizzare i fatti occulti e così trovare delle relazioni. 

E' fondamentale comprendere che tutto quello che è mostrato in questo Mondo è per confondere. 

La protezione delle informazioni avviene grazie alla confusione. 

Le notizie sono a disposizione, solamente si trovano all'interno di una comunicazione ridondante e incessante.  

Sono nascoste in piena vista.

Nel caso fossero colte, basterà semplicemente negarle o se chi ne fa uso è ininfluente: ignorarle. Mal che vada screditare la fonte o eliminarla fisicamente. 

Certamente i cosiddetti dati riservati cioè d'interesse sono protetti, ma talvolta anche i più efficienti sistemi crittografici sono violati, di solito dal medesimo che ha implementato il programma; In ogni caso se i dati a carattere strategico-militare (Intel) sono nascosti, i fatti non possono esserlo se non venendo confusi tra mille altre notizie rimaneggiate. 

Il gioco di prestigio avviene davanti agli occhi di tutti, anche se non sono chiusi questi occhi sono distratti; Distratti da quello che la gente comune vuole, mentre il fatto avviene da un'altra parte, in un altro modo e per un altro motivo.

Si dovrebbero eliminare i preconcetti con cui si ascoltano e si leggono le notizie, non essere di parte, e non affidarsi solamente al telegiornale. Guardare al fatto in maniera più ampia e osservare più attentamente la reale causa. Sembra però che tale processo logico di ricerca personale della verità  non sia molto sviluppato. 

In certi momenti credo che gli esseri umani siano completamente folli, in altri momenti ne sono certo. Pare impossibile che le persone siano comunque sospettose e scettiche nei confronti di qualunque informazione ragionevole provenga dai propri simili e poi come ipnotizzati vadano in Chiesa o al fronte senza che le due cose confliggano nella loro coscienza e soprattutto senza domandarsi cosa realmente stiano facendo e per quale vantaggio. Milioni di morti nelle ultime due guerre mondiali e i confini sono esattamente gli stessi come i relativi problemi della gente comune.  

I nostri "remuneratissimi"  Servizi Segreti, generalmente sordi per quanti lavorano nel comparto sicurezza e ciechi per quelli che operano nell'intelligence, ora improvvisamente paiono risanati e miracolosamente ritrovano anche la parola. Così ci informano di ben centoquaranta cellule islamiche dormienti potenzialmente terroristiche. In generale è abbastanza noto che i sevizi di intelligence raccolgono informazioni per i politici che le vendono agli imprenditori per fare affari insieme. 

Adesso invece si svegliano in apparente puntale ritardo con un sussulto estemporaneo e patriottico. 

Queste informazioni allarmanti, di fatto però non migliorano i controlli degli ingressi dei mussulmani nel nostro paese, non si legifera in tal senso, non si agisce, se ne parla e basta. 

Allora qual è il senso di una tale comunicazione? 

E' anche vero che se c'è un terrorista è sicuramente quello che ha i documenti in ordine, però la "manovalanza" e un certo supporto logistico lo si potrebbe facilmente trovare tra questi immigrati illegali senza nome. In ogni modo se fossero realmente dei terroristi andrebbero a terrorizzare chi comanda invece di prendersela con dei poveracci che magari passeggiano al mercato e saltano in aria per una bomba. Che strategia terroristica è mai quella di ammazzare chi non conta un cazzo? 

E' evidente per chi è maestro d'inganno vivere come si usava dire un tempo "nell'ombra" e operando al di là della Legge ricorre come primaria necessità proteggere se stesso e congiuntamente l'Apparato, che sono di fatto la stessa cosa, perché senza protezione del Servizio non c'è un'aspettativa futura per chi lo serve. Questo lo scrivo solo per descrivere come funzionano le cose, perché cercare di spiegarne il senso è impossibile.

In ogni caso fornire report inascoltati mette al riparo da eventuali accuse. 

Ogni tanto si getta in pasto all'opinione pubblica qualche funzionario come capro espiatorio per qualche porcheria finita male che comunque il malcapitato non subirà conseguenze detentive o economiche se non una certa disapprovazione mediatica. 

I Servizi hanno un'organizzazione a struttura concentrica, il cui nucleo o cerchio interno risulta inviolabile semplicemente perché non si espone mai, mentre i cerchi man mano più esterni divengono man mano visibili e sono talvolta sacrificati consapevolmente per proteggere quelli più interni, a volte invece nei casi più estremi sono semplicemente eliminati. Si sa che accadono tanti incidenti improvvisi a questo mondo. 

A parte il panino mancato nei racconti di vita vissuta e la situazione fatiscente della Difesa, faccio un piccolo inciso di carattere generale.

Il panorama geopolitico mostra il delinearsi di due grandi coalizioni e fa suppore che si stabiliscano così i prodromi di una terza guerra mondiale che molti ipotizzano nucleare, ma invece con molta probabilità si svilupperà in maniera inaspettata con una più raffinata strategia e armi di diverso tipo congiuntamente con l'arsenale ordinario. 

In realtà non esistono schieramenti, ma solo interessi. 

In tal senso è difficile orientarsi. 

La Russia ad esempio è presentata come il nemico giurato degli USA, ma poi queste due superpotenze condividono la tecnologia aereospaziale. 

Questo è noto, ma confligge con le notizie date in pasto al grande pubblico che semplifica la realtà socio-politica con degli schieramenti definiti in competizione.  

Certamente c'è competizione, ma nello stesso tempo collaborazione, questo è un concetto inammissibile per la popolazione.

La maggioranza delle persone adotta una visone diciamo "calcistica" dove la geopolitica si sposa con disarmante e puerile semplicità alla similitudine di un campionato di calcio in cui esistono ben identificate squadre in gara per un trofeo simbolo di vittoria.  

Niente di più lontano dalla realtà.  

In merito invece alle armi che si potranno usare in un eventuale conflitto mondiale, il nucleare è sicuramente molto distruttivo, ma poco conveniente, perché non lascia le industrie intatte e rende invivibili le zone colpite per centinaia di anni.

Diceva bene Albert Einstein: "Se la terza guerra mondiale si combatterà con l'atomica non so chi la vincerà, di certo la quarta guerra mondiale si combatterà con i bastoni e le pietre".

Meglio allora realizzerà questo insano scopo l'utilizzo delle armi biologiche che sono studiate e perfezione con vettori zoologici. 

La guerra batteriologica ha fatto grandi passi avanti (verso un baratro) diventando sempre più indirizzabile e gestibile con l'utilizzo oltre che dei virus anche da batteri, protozoi, muffe, funghi e tossine prodotti direttamente da esseri viventi. Sebbene si considerino armi di distruzione di massa e dunque vietate, i paesi egemoni ne dispongono in quantità e ne incrementano lo studio.

Lo creazione delle zanzare modificate che agiscono oramai anche durante la fase diurna, insensibili ai repellenti e alle basse temperature che sono geneticamente attrezzate per essere portatrici di ogni genere di malattia (Ebola, HIV e altre) sono ormai in fase di collaudo finale, quasi pronte per essere messe in campo. Il tempo di vita di una zanzara modificata cioè che non può riprodursi o ibridarsi con le altre, perché sterile è da dieci a cinquanta giorni circa, secondo necessità così da permettere alle aree investite di diventare letali, ma non per sempre. Il tipo di virus trasmesso da questo vettore zoologico può essere di tipo contagioso o non contagioso, in modo da permettere l'eliminazione dei soldati nemici senza grosse perdite successive per la popolazione non belligerante e il proprio esercito successivamente occupante, definendo l'utilizzo e il tempo di vita del vettore dell'agente patogeno in base alla profondità d'impiego nel teatro di guerra.

La zanzara è portatrice di febbre gialla, Malaria, Dengue, Zika e altre malattie che uccidono ogni anno settecentomila persone. Le industrie che studiano la sua manipolazione per fini apparentemente di aiuto sono tutte americane Oxitec e MosquitoMate e altre. Quelle invece che studiano le applicazioni militari di tali vettori biologici non sono note, ma i relativi finanziamenti del Pentagono risultano nel bilancio della difesa. 

Le nuove armi che invece ci proietteranno direttamente nella fantascienza sono a impulsi laser, elettromagnetiche, sonore e metereologiche già approntate. Hanno il vantaggio di essere selettive, oltre che di inimmaginabile potenza. Esse sono innovative e consentono un conflitto mondiale a un prezzo accettabile, sempre considerandolo nel computo  delirante, ma lucido di questa élite economico-politica. 

La recente pseudo pandemia non è stato altro che una sorta di beta test che ha preparato quello che sarà per la popolazione attiva del futuro qualcosa con cui dovrà convivere e subire nel prossimo conflitto generalizzato; La si è solamente ammaestrata a fronteggiare un nuovo scenario. 

La pandemia è di fatto un arma, cui l'umanità si è preparata psicologicamente a sopportarne gli effetti che si produrranno con maggiore veemenza nel futuro. 

Questa preparazione a una guerra batteriologica che è equiparabile di fatto a una pandemia, non è stata realizzata  certamente per motivi umanitari, ma solamente perché si combatte per un vantaggio strategico, per un mercato e non per sterminare la popolazione anche se nemica, altrimenti dopo non resterà più nessuno da sfruttare.

L'umanità si preoccupa giustamente delle testate atomiche cioè ha paura di quello che gli viene detto sia il pericolo, ma dimentica che è la mano che non vedi quella che ti colpisce. 

Nel momento in cui l'informazione tramite i media è condivisa è sempre manipolata. 

I reali pericoli non sono a conoscenza della maggioranza, la cui attenzione è spostata su cose che può comprendere e che sebbene siano terrorizzanti, sono anche sottostimate. 

Tutti sanno del pericolo delle bombe atomiche, ma nessuno crede che saranno usate. 

E in effetti sarà così, perché quelle utilizzabili cioè convenienti saranno solo quelle a impatto distruttivo ridotto. 

In ogni caso questo conflitto sarà preceduto da una crisi economica globale, prevista intorno al 2030, cui la guerra totale darà una risposta apparendo l'unica soluzione. Come al solito si renderà inevitabile un'azione anticrisi con ciò che si è determinato prima in maniera occulta.

I modelli predittivi sono già fatti e sebbene in continuo aggiornamento tendenzialmente non cambiano di molto nelle nefaste previsioni.

Tutto quello che è presentato dettagliatamente in questa lunga tiritera è però assolutamente inutile. 

Nessuno che può leggere e magari comprendere alcune informazioni contenute, potrà mai svegliarsi da questa sorta di sogno in cui tali diavolerie sono invece vissute e considerate normali. Il risveglio da questa ipnosi collettiva non avviene tramite informazioni, giuste o sbagliate che siano. Avviene spontaneamente come risultato di un ragionamento libero, autonomo e iconoclasta e purtroppo raro. 

La funzione del pensiero autonomo pare non essere ben implementata nella natura umana. Giustamente è stato detto che per "svegliarsi" bisogna trovare la realtà più interessante delle proprie illusioni.  

Da un punto di vista prospettico, diciamo dall'alto (?)  che però esula da quest'analisi ed è solamente una considerazione personale, in quanto non è verificabile e risulta un po' naif, l'estinzione umana al seguito di una guerra è già avvenuta diverse volte nella storia del pianeta.

I siti archeologici dove sono reperibili ancora i resti di un conflitto atomico pregresso e antichissimo sono stati rilevati, ma poi ignorati.  Un'area a nord dell'India, particolarmente probante, ha un elevato indice radioattivo ingiustificato, nonché la vetrificazione della sabbia e delle rocce che avviene solo in conseguenza di una detonazione di un'arma nucleare, mentre al di sotto nel terreno risulta trovarsi la planimetria di una città antichissima annichilita senza i segni del tempo né quelli di un meteorite. 

In un attimo è sparita dalla faccia della terra una grandissima città lasciando al suo posto solo radiazioni nucleari e una planimetria di edifici intatta. 

E' evidente cosa accadde, anche senza essere un indovino lo si comprende immediatamente. 

Mi rendo conto che d'acchito può apparire un po' delirante ciò che scrivo, ma bisogna considerare che la visione di un essere umano è molto limitata, si concentra in un pugno d'anni, giudica cioè in una ottica ridotta: se stesso. 

Per questo essere umano esiste il giusto e lo sbagliato, perché analizza al massimo la propria vita. L'aspetto generale dei fatti gli sfugge così per comprendere ciò che accade identifica delle responsabilità. 

Non c'è alcuna responsabilità, ma solo obiettivi. 

Infatti le notizie di questi maneggi sono comunque fornite, se poi nessuno fa nulla la responsabilità non è più di chi le compie, ma di chi non si oppone. 

Questo è uno dei motivi della diffusione delle notizie. Una sorta di motivo "spirituale" o più propriamente spiritualistico che dovrebbe emendare l'élite dalle responsabilità. Non è proprio così come credono e se ne accorgeranno. 

Se guardiamo alle profezia di Daniele, essa anticipa di duemila anni i fatti che pare si approssimano. Infatti essa predice una catastrofe mondiale a causa dello stato di Israele. Non credo alle profezie, perché ne ho viste troppe avverarsi. nel senso che spesso sono usate per indirizzare l'opinione pubblica con un meccanismo di psicologia di massa detto appunto: profezia auto-avverante. In altri casi per manipolare le persone con la paura.

Resta comunque curioso il fatto che al momento della presunta profezia lo Stato Israeliano non esisteva e si è realizzato solamente nell'attualità recente. 

Il cosiddetto "patto" ovvero la relazione privilegiata degli ebrei con Dio è nell'ottica di assumersi la responsabilità di dar il via a tale conflitto globale.  

Personalmente penso che "Ciò che non ha Forma né Nome" in questa dimensione materiale non opera propriamente, figurarsi se fa patti con gli Ebrei. Questo è evidente altrimenti non potrebbe esistere alcuna legge fisica né tanto meno umana, in quanto il principio di Libertà in questa dimensione non è realizzato o almeno personalmente non lo scorgo.  

Non volendo scrivere di ciò che non è possibile in forma umana comprendere, risulta oltremodo evidente perfino a una mente limitata come la Libertà in una dimensione vincolata com'è la realtà materiale non può esistere. 

E' il motivo per cui si definisce con approssimazione la Creazione perfetta, essa non è perfetta è solo determinata. Vi è una bella differenza. 

In parole più semplici "qui" Dio non c'è. 

E' solo un campo spazio/temporale bidimensionale illusorio che determina un Universo materiale apparentemente tridimensionale per scopi non comprensibili da una logica duale.

Queste però sono le mie personalissime opinioni/considerazioni e non voglio convincere nessuno nè tantomeno condividerle ulteriormente. 

Inoltre proprio su questo punto potrei sbagliare. Interpreto secondo la logica dei dati oggettivi. Dunque un tale sistema se può funzionare con la realtà materiale, non può essere una guida certa per l'intangibile. 

Il motivo di tutto questo accadere secondo me? 

Semplice: l'Uomo per non essere più attratto dalla violenza che è ancora insita fortemente in ogni essere umano, deve non solo provarne nausea e repulsione, ma comprendere sin nelle cellule la sua assurdità. 

Questo può avvenire soltanto con una distruzione inimmaginabile che paleserà l'inimmaginabile responsabilità delle azioni di ogni essere umano, al momento trascurate. 

Mi sembra evidente che questa ipotesi millenarista può far sorridere i più scettici, sicuramente mi farebbe ricoverare d'urgenza in un reparto neuro-psichiatrico, ma spigherebbe tra l'altro perché il popolo ebraico è stato perseguitato, ha accumulato sofferenza per dispensarne. 

In quanto nella "contabilità spirituale" tutto deve tornare a zero ed ogni elemento di tale conteggio è collegato. Una concezione difficilissima da accettare, perché include la comprensione della propria esistenza connessa, non solo alla famiglia, alla nazione di appartenenza, alla razza, ma all'umanità intera e perfino ad altro. 

Lungo questo piano sequenza che abbraccia migliaia d'anni ha poco senso parlare di giusto o di sbagliato, oppure di sofferenza. In verità non vi è una reale contabilità di azioni buone o di torti, e nel caso ci fosse è ripartita, perché l'umanità è un'entità unica. 

E' come se una persona si volesse schiacciare un dito con l'altra mano, e accusasse la mano di essere cattiva nei confronti del dito, quando poi chi soffre è tutto il corpo. 

Il Mondo intero è sofferenza, essa si trova ovunque, Ogni azione, ogni speranza, ogni vita ha questa destinazione. Questo è un dato evidente, ma è il senso di tale sofferenza che va inteso. La sofferenza è funzionale alla comprensione, perché purtroppo la struttura umana è ancora limitata. 

Siamo ancora un po' animali che fanno qualcosa solo grazie alla frusta o al cibo. La comprensione richiede invece altro. 

Il passaggio obbligato cui ci spinge inevitabilmente lo sviluppo della tecnologia, la quale è vero che ci emenda dalle difficoltà materiali, ma ci obbliga a utilizzarla con una coscienza collettiva lungimirante, perché la tecnologia in particolar modo quella futura, sarà ancora più potenzialmente distruttiva di quanto è oggi. 

Se si guarda con disincanto alla storia della Scienza, si noterà che i progressi della tecnologia e della medicina conseguenti alle scoperte scientifiche sono stati fatti per scopi militari, ma questo è vero anche per il contrario.  Distruzione e creazione sono complementari, almeno finché si ragiona in maniera duale, quindi è importante utilizzare con estrema responsabilità la tecnologia sempre più strepitosa che ci è donata dalla conoscenza scientifica. 

Tutto questo richiederà una consapevolezza allargata che è ancora lungi da essere anche solo intravvista dal essere umano, preoccupato solo dai propri impicci. 

Se l'Uomo non si desta da questa sorta di ipnosi, spesso autoindotta e non abbandona la distorsione con cui guarda alla realtà dei fatti, i suoi problemi appena usciti dalla porta rientreranno dalla finestra. 

Se per incanto l'essere umano aprisse gli occhi alla realtà non avrebbe più senso non solo il conflitto, ma l'avidità che lo determina. Non parlo solo dei conflitti tra nazioni, ma tra individui. E tutto questo lottare che è sbagliato, e lo è semplicemente, perché crea un mondo di merda. 

E' una realtà talmente semplice e immediata che pare impossibile che non si realizzi in tutte le persone compiutamente e immediatamente. 

La questione però sembra ancora più complessa, perché non basta soffrire per cambiare, bisogna per comprendere veramente anche fare, cioè attivarsi fattivamente per la condivisione del benessere. Senza questo tipo d'azione diciamo "positiva" non si attua nessun reale e profondo cambiamento a livello umano.

Una famosa antropologa ha ben chiarito questo concetto, definendo l'inizio della Civiltà dal ritrovamento e datazione di un femore rotto e risanato. 

Secondo questa brillante intuizione il concetto stesso di Civiltà e nato nel momento che la coscienza dei suoi individui e i loro mezzi a disposizione gli hanno permesso di prendersi cura di un malato. 

Nella Natura selvaggia infatti un femore rotto porta a una morte certa, perché non permette più di provvedere alle proprie esigenze. Se questo preistorico individuo ha avuto modo di essere curato e di sopravvivere, questo corrisponde al vagito della nascita della Civiltà. 

Ugualmente quando gli uomini perdono questa capacità di cura dell'uno verso l'altro essa è indicatrice della fine di quella struttura organizzata, eticamente ispirata che chiamiamo: Civiltà. 

L'umanità com'è attualmente, possiede un livello di consapevolezza basso, ha una morale che cambia secondo convenienza, ha un'etica quasi inesistente cioè in poche parole: alla maggioranza delle persone interessano solo i soldi per poi spenderli nei modi più stupidi e autodistruttivi.

Una umanità così costituita, duole constatarlo, non ricopre un'importanza fondamentale, perché la vita su questo pianeta esiste grazie al pianeta. 

Non è fine a se stessa la via umana, ma è conseguente. Questa consapevolezza che nella maggioranza non è raggiunta non la aiuta a comprendere ciò che dovrebbe realmente fare. 

Risulta difficile per un uomo ordinario capire che l'essere vivente più importante è la Terra e non lo può comprendere, perché semplicemente non lo percepisce. 

Al massimo lo dichiara come valore intellettuale o morale, non come realtà evidente. 

Mi è accaduto recentemente di incontrare uno sciamano in Colombia, un Indio proveniente dalla foresta amazzonica che per cause stranissime e fortuite ho incontrato come per caso e ha evocato con un rito  l'energia della Terra, proprio davanti ai miei occhi. 

Questo ha reso ancora più chiaro per me chi è il reale vivente di cui noi come umanità siamo un'estensione. 

Sono conoscenze che l'uomo cosiddetto primitivo possiede da sempre e che lo portano ad essere completamente diverso da quello civilizzato. 

Non è migliore il primo oppure il secondo, perché al primitivo manca la tecnologia e la scienza e al civilizzato manca il silenzio per comprendere la vita. 

Un'integrazione tra questi due modelli umani è impossibile, in quanto l'uomo civilizzato è dominato dal demone dello sfruttamento per il guadagno, mentre il primitivo è apatico verso l'innovazione, ecco perché necessita un terzo tipo di uomo. 

Ho constato, e lo racconto a titolo di resoconto personale, che nella mia forma umana con cui faccio esperienza del vivere, maggiore è la mi percezione del mondo, delle persone, degli animali e della Natura, maggiormente mi distanzio dall'idea di guadagno, di possesso e dal delirio di onnipotenza che ci giunge dalla modernità.

Mi annoio così tanto a guardare la televisione che alla fine mi decido ad accenderla. 

A parte gli scherzi questo mondo di oggetti per me assume dei connotati sempre meno seduttivi.  Più scendo profondamente in me stesso, meno ho la possibilità di affermare qualcosa, qualunque cosa. Diviene tutto sfumato, sebbene nel vivere prendo una posizione sempre più decisa. Non è facile esprimere questo, in quanto abbraccia sempre più quella realtà paradossale che noi chiamiamo: Vita.

In ogni caso va ribadito che l'umanità è accessoria come ogni altra forma di vita, questo è bene capirlo. 

La Vita è un'energia immensa che si esprime momentaneamente in una forma, ma la forma è funzionale agli scopi della Vita non a quelli della forma. E' una differenza sostanziale. Quando tale scopo è disatteso, la forma che la veicola non ha più senso di esistere. 

La funzione dell'essere umano è espandersi oltre i confini del Pianeta, così da portare la Vita oltre i limiti del Terra, grazie alla scienza e alla tecnologia, ma per farlo deve prima sopravvivere a se stesso. E' il motivo di questo setaccio in cui siamo costantemente sballottati. 

L'Uomo deve curarsi dalla sua follia e rinascere come strumento adatto a tale espansione.  

E' da considerare che l'essere umano civilizzato vive disgiunto da questa realizzazione e ne discende il suo quasi inguaribile egoismo. 

Non sto parlando di sviluppare tutti quanti una coscienza ecologista per salvare il Pianeta. 

Il Pianeta si salva da solo. Forse l'essere umano non l'ha ancora capito. E' casomai l'umanità che avrà questo problema. 

Servirà invece una comprensione profonda e condivisa della nostra parzialità umana, funzionale a qualche cosa d'altro molto più importante. 

Non sto parlando di Divinità, parlo semplicemente di Vita, perché senza vita senziente non c'è nessun Dio che possa riecheggiare nella dimensione materiale come riverbero del suo sorriso, questo come detto in poesia. 

Dunque non basta essere "green" o adottare delle regole ecologiste, bisogna essere uniti gli uni agli altri e tutti al pianeta. Inoltre non si possono cambiare le persone con le leggi, ma solo con le esperienze comuni. 

Solo l'esperienza può dare comprensione e unione agli uomini. Solo così la sofferenza non avrà più senso di esistere.

 L'energia della Terra ha un potere immenso di guarigione e di beatitudine che aspetta solo di essere condiviso.

E' comunque un passaggio obbligato per la cosiddetta "evoluzione" cui già un'umanità fisiologicamente un po' diversa, ha dovuto fare i conti con questo "esame" e dove, purtroppo, nel passato è stata bocciata. 

Questo nuovo test, questa sorta di depurazione (parola orribile) delle coscienze è ancora nel mondo prossimo venturo, un'eventualità sempre più concreta sebbene al momento ancora nel futuro, ma non per molto. 

Tornando con i piedi per terra e al più circoscritto (per ora) conflitto israeliano-palestinese ecco che se non si supera l'avidità, lo spirito di vendetta e il peso delle rispettive colpe mi domando come si potrà un giorno vivere in pace?

Occhio per occhio rende il mondo cieco.  E' un detto noto, ma lo si dimentica.

Più tempo si passerà a confliggere, più questa rabbia apparentemente insanabile aumenterà, rendendo sempre più caro il conto da pagare per una riconciliazione. 

La situazione è molto complessa e pare che non esistono fazioni innocenti, solo belligeranti. 

Non si può dirlo apertamente in questo momento, perché l'opera di captazione del consenso è in piena esecuzione. 

Hanno invece tolto acqua, luce e gas a tutta Gaza ed è il modo che precede l'ingresso con i carri armati e con la fanteria, forse le cose dipenderanno dal tipo di strategia che si adotterà o si farà un bombardamento preventivo o un "carpet bombing" se conveniente, sebbene quest'ultimo non lasci scampo a nessuno a meno che non si disponga di un bunker sotterraneo.

Poi si entrerà e si uccideranno più persone possibile. 

Io l'ho visto fare in Libano durante il conflitto che ha diviso il paese tra cristiani maroniti e mussulmani, la strategia non cambia di solito, così come il modus operandi degli israeliani che allora combattevano sulle alture del Golan. 

Prima sparavano poi guardavano a chi avevano sparato. 

Tornando al presente l'intento israeliano è di annettersi tutta la "striscia" sino al mare. 

Per i tre milioni di palestinesi (non tutti mussulmani ci sono anche cristiani e buddisti) si prospettano sofferenze indicibili. 

L'odio che cova in quei due paesi è inimmaginabile per noi italiani e colpisce in maniera indiscriminata ambo le parti. 

Delitti, soprusi, imboscate, colpi di mano e interessi politici ed economici portano inevitabilmente alla guerra; La guerra ad un Inferno senza cuore, perché in un tale contesto esiste solo la vittoria o la sconfitta per degli interessi, appunto. 

In mezzo ci sono gli innocenti. 

Ma chi lo è veramente in questo mondo?

Questo è triste scriverlo, ma viene da pensarlo. 

C'è molta ipocrisia e disinformazione, in quanto la prima vittima della guerra è la verità.

E questo accade dagli albori della razza umana, una specie nata nel conflitto, un conflitto che non potrà mai portare ricchezza e benessere in qualunque forma venga adottato. 

La guerra economica che governa il mondo ha le stesse regole spietate di quella fatta con le armi. Esse sono talmente simili che si confondono tanto da essere due facce della stessa medaglia, una medaglia non all'onore, ma alla meschinità. 

In guerra si distrugge, poi l'industria produrrà per ricostruire, ma questo non è economia, è follia. 

Sangue (Vita) in cambio di denaro, tolti i sofismi questo è quello che succede su questo Pianeta. 

Barattiamo il nostro tempo per denaro, ma in definitiva barattiamo la nostra esistenza; Non solo per avere cose che ci consentono di vivere, ma soprattutto per cose che ci fanno vivere più comodamente. 

Il valore di scambio è determinato non solo dalla qualità del lavoro, ma anche dall'avidità con cui si incrementa lo sfruttamento degli altri. Senza sfruttare gli altri non è possibile arricchirsi. 

L'avidità generalizzata che determina le condizioni economiche che realizzano un tale sistema non sono un buon affare per gli esseri umani, ma solo per alcuni di loro se mai si possano ancora chiamare così.