giovedì 8 ottobre 2020

Oblii ricorrenti



Le forcine di Giada cadevano quando appoggiava la testa al cuscino.

Il segreto è rimasto nell'angolo dove lei si truccava.

Le scaglie del Drago ora più non risplendono.
Vorrei non ricordare.
Scordare però è un andarsene triste.

Breve racconto del silenzio

Due parole sull'amore. Se mai a qualcuno ancora interessa.
E' intensa la natura di questo sentimento totalizzante che crea e distrugge.
E' cieco eppure sa vedere lontano.
Ci fa vivere come se fossimo eterni, nonostante spesso sia un'eternità assai breve.
Di fatto se non fossimo attratti oltre noi stessi, amando, non sarebbe ragionevole aspettarsi che incertezza, perché incontrare l'altro è sempre rischioso, ed è impossibile determinarne l'esito. L'amore è anche frainteso, si scambia per desiderio e per mille altre cose che non sono quello.
La sua profondità è proporzionale alla nostra. Amori profondi dunque appartengono a persone profonde, ma è raro che si ami così con questa grandezza, e con la vastità che permette di accoglierlo.
Per me è la chiave che apre la serratura della mia cella di egoismo.
La prigione dell'Io in cui credo un po' tutti ci rinchiudiamo per essere, infatti Lui ci libera da noi stessi. E per attimi eterni siamo veramente liberi, sebbene condizionati all'oggetto del nostro amore.
Quando però sedotti dalla sua bellezza, lo vogliamo portare dentro il nostro personale penitenziario, fatto di desideri, aspettative e infinite illusioni che allestiamo come la scenografia di uno spettacolo per coprire la miseria del mondo, quel mondo meschino che abbiamo creato come duri investitori quali siamo che non fanno mai nulla per niente, Lui fugge via.
Non può vivere schiavo, morirebbe.
La verità? "Quando lui esiste noi non siamo".
Dobbiamo scegliere tra essere noi o amare l'altro; Entrambe le condizioni non possono convivere, questa è allegerita dai sofismi la meravigliosa e terribile legge della vita.
Almeno la vita di noi folli esseri che per cause sconosciute abbiamo, per qualche attimo in questo divenire oscuro, avuto e spesso sprecato il fottuto onore di vivere.

martedì 6 ottobre 2020

Una mano vuota può contenere il mondo



Si racconta che molto tempo fa nell'antico Giappone vi fu una sfida tra allievo e maestro.

Muramasa propose a Masamune di fabbricare la spada più affilata mai costruita.
Entrambi lavorano senza sosta per settimane e a opera compiuta decisero di mettere alla prova i loro capolavori immergendoli in un corso d’acqua con il filo della lama rivolto contro corrente.
La spada di Muramasa (Juuchi Yosamu – Diecimila Notti di Gelo) tagliò qualunque cosa avesse osato sfidare il suo filo terribilmente tagliente: pesci, foglie, perfino l’aria stessa che soffiava attorno alla parte di lama che emergeva dall'acqua pareva dividersi; La spada di Masamune (Yawarakai-Te – Mani Tenere), invece, fu immersa dopo, ma non tagliò nulla.
Un monaco che aveva il compito di giudicare la vittoria si avvicinò ai due maestri e disse: “La prima delle spade è sicuramente una spada sopraffina, ma è assetata di sangue, è una lama malvagia, dato che non discrimina tra chi o cosa tagliare. Potrebbe tagliare farfalle o decapitare una persona, senza alcuna distinzione.
La seconda spada è sicuramente la migliore delle due, perché non taglia senza ragione ciò che è innocente“.
In questa storia c'è un insegnamento.