mercoledì 26 febbraio 2020

Spiritualità, no grazie?




Sebbene sia critico sulla definizione di inconscio, perfino sulla sua reale esistenza, esiste un mondo interiore.

Questo mondo personale ha una sua particolare logica e delle regole che però risultano essere sconcertanti rispetto alla comune razionalità. 
I ragionamenti usati nella vita materiale in tale dimensione non sono più validi.
E' il motivo per cui le persone generalmente non stanno bene con se stesse. 
In realtà non si parlano e così non si conoscono. 

La conoscenza ordinaria di sé cioè di come una persona è fatta è acquisita grazie al rapporto dialettico con gli altri e alla realtà percepita, ma la reale conoscenza invece si coglie integrando queste informazioni con la scoperta della comunicazione interiore, ovvero grazie ad essa: conoscere se stessi da se stessi, senza intermediari. 
Le persone comuni non sono quasi mai in contatto con la propria realtà soggettiva, e a dire il vero, non sono nemmeno troppo bene in contatto con quella oggettiva. 

In effetti, l'efficienza propria del mondo materiale è inevitabilmente a scapito dell'essenza.

Usando una similitudine e con le dovute proporzioni, direi che il mondo interiore è come un sogno, parlare di comunicazione allora è riduttivo, perché non usa il linguaggio né le idee; Piuttosto percezioni, forme e sensazioni.  
Ha questa qualità, cioè una natura immaginifica fatta di simboli ed emozioni, qualcosa che si esprime attraverso il reale sentire, piuttosto che con il linguaggio. 
Questa essenza particolare parla ad ognuno in maniera diversa per cui si dovrà come neonati apprendere il modo di comunicare con essa. 

L'interiorità è la personale porta verso il "Mistero" diretta all'intangibile o come si dice in maniera approssimativa, verso la "spiritualità" che è una parola inadeguata e fraintesa, almeno secondo il mio modo di vedere. 
Senza il contatto con la personale energia non è possibile accedere a quella più grande che tutto permea e costituisce.

Un essere umano quando per oscure ragioni, inizierà un viaggio verso questo paese sconosciuto, si allontanerà inevitabilmente da dove vive.
Ciò per spiegare che la cosiddetta spiritualità non è un buon affare. 
Non è adattiva, non si guadagna nulla. 
Essa conduce verso luoghi sconosciuti e ogni viaggio del genere, oltre alla bellezza porta con se l'inquietudine, almeno quel sentore d'attenzione, talvolta tinto d'allarme, di quando ci troviamo di fronte all'ignoto. 
Bellezza e inquietudine (intesa come descritta) sono come  pancia e schiena, indivisibili. 
L'anello di congiunzione tra questi mondi, cioè mondo intangibile e oggettività materiale è l'energia di cui sono costituiti entrambi.

Nelle tribù primitive lo sciamano o lo stregone proprio perché in contatto con se stesso è la persona deputata a mantenere il legame tra questo mondo e l'altro, infatti non lavora, non caccia, in definitiva non fa un cazzo tutto il santo giorno. 
Si occupa dei riti, qualche volta nel guarire i membri della sua comunità, ma a ognuno dei malati crea man mano la cura. 
Non c'è routine in questa sua attività, a parte le pratiche comunitarie cui partecipa tutta la tribù che invece sono ritualizzate. 
La sua opera originale è determinata dal semplice fatto che la realtà non è mai uguale. 
Egli vive una vita diversa. Non ha una famiglia, spesso non ha figli. Non sa costruire, le sue abilità materiali sono quasi nulle, di fatto è un uomo "inutile". 
E' come un bambino cui gli altri devono prendersene cura. 
La sua natura inefficiente è determinata proprio dal suo particolare rapporto con un mondo che ha altri modi di esprimersi e altri valori, dunque "l'uomo medicina" è distante dal lavoro e dalla quotidianità, ma non per pigrizia.

Va detto per inciso che la medicina non è diretta solo al malato, perché siamo tutti malati, infatti tutti soffriamo. Questo è bene capirlo.

In questo particolare essere umano, questa condizione avviene poiché egli si è allontanato dal mondo degli oggetti per abbracciare un mondo dove gli oggetti semplicemente non ci sono. 
Queste diverse dimensioni interagiscono tra loro continuamente, perché in definitiva sono una cosa sola, anche se secondo la mia esperienza quello intangibile figlia il tangibile, ma in ogni caso c'è comunicazione tra queste due realtà apparentemente diverse che possono comunque reciprocamente influenzarsi.
E' anche il motivo per cui le persone realmente sagge cioè in contatto con la natura ultima dell'essenza, sembrano un po' matte, hanno i piedi in due scarpe diverse, quindi barcollano. Parlano due lingue diverse, quindi vaneggiano o almeno così sembra agli occhi di chi le guarda senza vedere.

Qualcuno potrebbe domandarsi se questa presunta dimensione un po' magica sia solo una superstizione.
Allora come al solito esemplifico con un'esperienza di vita vissuta.

Quando mi persi nella savana del Congo, fui salvato da un tizio, mai visto e conosciuto prima in vita mia che incontrai per caso al limitare della foresta. Questa persona poi si rivelò essere uno Stregone. Una persona di una calma olimpica, gentile, umile e generosa che mi ospitò per qualche tempo a casa sua nel suo villaggio. 
Un luogo remoto vicino ai monti Virunga, dove volevo andare a vedere i gorilla di montagna (pensa che pirla) animali che tra l'altro non ho mai visto, perché la jeep su cui viaggiavo scriteriatamente da solo si ruppe in mezzo al nulla.  
Ero condannato a morte certa dalla mia temerarietà, e invece...Incontrai quel curioso personaggio ed eccomi ancora qui a rompermi(vi) le gonadi. Non c'è da preoccuparsi, tanto l'appuntamento è solo rimandato. 
E' uno storia che avevo in parte raccontato, ma che coloro con un nuovo aneddoto.

Ebbene, questo personaggio che casualmente, anzi fortunosamente, avevo incontrato e mi aveva preso, chissà perché in simpatia, sebbene a volte fosse lievemente inquietante, mi parve una brava persona e nacque un'amicizia; Parlavamo di tante cose, infatti non c'era una mazza da vedere in quel posto e le poche ragazze libere e carine, avevano un profumino di selvaggio proprio dell'etnia africana e incrementato dalle fantasiose condizioni igieniche in cui vivevano che mi fecero evaporare tutto il testosterone; Dunque il tempo non passava mai se non si facevano almeno due chiacchiere.  
Ero giovanissimo, mamma mia, e ovviamente non capivo i suoi discorsi a volte profondi e fiabeschi, mentre ora, più maturo, non li intendo ugualmente. 
In ogni caso da buon "bianco" un giorno lievemente spazientito e provocandolo, ma bonariamente, per ovvie ragioni di rispetto, opportunità e riconoscenza, mentre mi spiegava diffusamente la natura degli spiriti del mondo, gli chiesi: "Ma a cosa cavolo servono questi -spiriti-?" 
E quest'uomo meraviglioso che ho amato subito come un fratello maggiore mi chiese: "Quale spirito vuoi?" 
Me ne venne in mente uno e gli dissi: "Portami lo spirito del fuoco".
Non accadde nulla, nessuna apparizione, nessun effetto speciale, manco un ruggito in lontananza,  ma lo Stregone stranamente smise di parlare.
Si sarà offeso? Pensai, speriamo di no che qui son tutti neri...Si sa mai.

Tornanti nella capanna c'era come al solito una pentola sul fuoco dove bolliva l'acqua, pronta per fare un'infuso che si beveva sovente, una specie di tè africano. 
Per farla breve, lo Stregone prese questa sorta di teiera in metallo, direttamente dal fuoco con una mano sola cioè sostenendola da sotto con il palmo, mi versò l'acqua fumante nella ciotola dove con l'altra mano mise qualche foglia sminuzzata, e come niente fosse, se ne versò per se stesso. 
Infine, tranquillo come un bufalo cafro nel fango, rimise la pentolaccia sul fuoco, infilando nuovamente la mano tra le fiamme; Quindi mi mostrò il palmo e il dorso della mano che non avevano il minimo segno di ustione,
Disse serio: "Spirito del Fuoco serve a questo".
Così per quasi mezza giornata toccò a me stare zitto, perché non avevo più parole.

Ognuno però la pensi come vuole. 

Ritornando al mio discorso e più in generale vorrei significare che inevitabilmente la strada apparente che porta un uomo verso la reale spiritualità, lo trasformerà in un disadattato, almeno rispetto ai canoni della vita umana. 
Il risultato che potrebbe determinarsi è che non sarà più felice, ma non sarà nemmeno più triste, accadrà una sorta di distacco, che gli donerà solo una diversa conoscenza (quasi inutile) che amplierà il suo mondo senza però renderlo più confortevole.  
E' in tal senso che lo ribadisco, non porta alcun vantaggio se non vivere più intensamente e realmente a discapito dei valori e dell'importanza che usualmente si da a ciò che conta nella vita.

Muoio dalle risate quando vedo la gente che prega nelle chiese o nei templi, rapportandosi a quella dimensione sconosciuta per risolvere i loro impicci. 
Hai voluto venire in questo mondo? Ed è così che funziona che altro vuoi da me...Potrebbe rispondere la loro divinità evocata.
Inevitabilmente, le persone hanno dei disagi, ma tali problemi sono determinati dal fatto che non parlano a se stessi; Perché secondo la mia modesta esperienza è il mondo interiore inascoltato che crea il cosiddetti problemi nella più visibile dimensione materiale.
E' come se un italiano parlasse di un problema incombente a un tedesco, ma in francese, ovviamente quando nessuno dei due soggetti parla francese, entrambi non capiranno nulla l'uno dell'altro e non potranno risolvere un bel niente. 
Come mai poi in francese? Perché a me così fa ridere.

L'ingresso susseguente cioè nel mondo del "sogno che parla" non è deciso razionalmente cioè non è prodotto della volizione, esso accade e basta, per ragioni che sfuggono ai concetti cui siamo abituati a considerare la vita. 
Esso avviene grazie all'energia "sottile" almeno così la chiamo, una sorta di energia occulta e apparentemente delicata che nel tempo crea enormi trasformazioni. La scelta, forse l'unica vera scelta che possiamo operare nell'esistenza, è di entrare in contatto con questa dimensione, ma una volta fatto il primo passo non è più possibile tornare indietro. I fenomeni fisici si organizzeranno in modo da spingere il soggetto sempre più in quella direzione grazie a esperienze e incontri significativi che però talvolta appaiono senza importanza salvo poi rivelarsi nella loro dirompente natura. 
Questo è un ulteriore passo, dalla comunicazione interiore verso una comunicazione con qualcosa d'altro, cui non è permesso parlarne, ma che accennandolo solamente, trasmetterà conoscenze e informazioni incredibili, e ci condurrà più velocemente verso il nostro personale destino. 
Non è certamente come sentire le voci nella testa né una sorta di rivelazione divina, o annunciazione angelica sia ben chiaro, è qualcosa d'altro; A volte insegna, a volte avverte, altre volte racconta, perfino prende in giro e mette alla prova. 
In ogni caso un fatto estremamente personale e inutile da raccontare, lo descrivo solo per chi già lo conosce.

Ritornando su un piano generale, direi che di fatto la nostra reale natura vive rinchiusa in una prigione senza sbarre chiamata mente. 
Il risultante costrutto illusorio cui diamo il ridondante nome di "coscienza" è un luogo talmente angusto che mi stupisco come la gente non ne muoia soffocata.

La spiritualità è meravigliosamente inutile, ma ciò non significa assolutamente che non abbia valore né importanza, in particolare se si vuole "evadere" da tale prigione,

Anzi...

martedì 11 febbraio 2020

Repetita iuvant


La vita è paradossale, è di fatto una alternanza di opposti che predominano momentaneamente.

Sebbene l'uomo cerchi il piacere, in tutte le sue forme, il mondo moderno e la tecnologia gli hanno dato essenzialmente la comodità; E con essa l'inevitabile routine legata all'esigenza della produzione di beni e servizi.

Quando viviamo così, nel ciclico ripetersi di giorni quasi uguali, in realtà siamo confortati dal sottile pensiero che così come ieri è trascorso, oggi sarà uguale e non moriremo. È certamente puerile pensarlo, ma non di meno funzioniamo in questo modo. 

Accade invece il contrario, perché nel ripetersi delle nostre azioni, l'attenzione e lo stupore si spengono. Pare proprio che l'essere umano si palleggi tra il terrore di una vita incerta ma sentita e il conforto anestetizzante delle pseudo sicurezze che promettendogli il comfort in realtà gli rubano la libertà cioè la libertà del brivido incerto che accende la nostra percezione e meraviglia.
Quella scossa fatta di spavento e novità è vissuta come un disagio, invece è la vita nella sua forma più naturale e ancestrale. 
L'uomo moderno pur avendo un'esistenza statisticamente più lunga è terrorizzato dall'idea della morte, perché in definitiva vive meno e meno intensamente, in molti casi non vive affatto.
Come diceva più brevemente Oscar "Non c'è nulla di più terribile di un destino certo".

giovedì 6 febbraio 2020

Obbligati all'oblio

Si vive nella dimenticanza. 
Quella di se stesso certamente, ma si scordano anche gli altri perché non si conoscono.
Tutti immersi nel grande fiume Lete.
Tutto è la puntuale cronaca di un'interminabile oblio.