martedì 6 ottobre 2020

Una mano vuota può contenere il mondo



Si racconta che molto tempo fa nell'antico Giappone vi fu una sfida tra allievo e maestro.

Muramasa propose a Masamune di fabbricare la spada più affilata mai costruita.
Entrambi lavorano senza sosta per settimane e a opera compiuta decisero di mettere alla prova i loro capolavori immergendoli in un corso d’acqua con il filo della lama rivolto contro corrente.
La spada di Muramasa (Juuchi Yosamu – Diecimila Notti di Gelo) tagliò qualunque cosa avesse osato sfidare il suo filo terribilmente tagliente: pesci, foglie, perfino l’aria stessa che soffiava attorno alla parte di lama che emergeva dall'acqua pareva dividersi; La spada di Masamune (Yawarakai-Te – Mani Tenere), invece, fu immersa dopo, ma non tagliò nulla.
Un monaco che aveva il compito di giudicare la vittoria si avvicinò ai due maestri e disse: “La prima delle spade è sicuramente una spada sopraffina, ma è assetata di sangue, è una lama malvagia, dato che non discrimina tra chi o cosa tagliare. Potrebbe tagliare farfalle o decapitare una persona, senza alcuna distinzione.
La seconda spada è sicuramente la migliore delle due, perché non taglia senza ragione ciò che è innocente“.
In questa storia c'è un insegnamento.

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