lunedì 23 ottobre 2023

La libertà di amare

 La fedeltà sessuale è considerata un valore e una misura dell'amore.

Stupirà invece constatare che vi sono più di un miliardo di persone e decine di popoli diversi per cui questo non ha senso.
I maschi mussulmani per esempio amano più mogli e da esse sono riamati e queste donne non si sentono in qualche modo "tradite".
In Papua Nuova Guinea e in Cina, dove vi è una piccola etnia Chang, ci sono "le capanne dell'amore", dove gli indigeni si scelgono reciprocamente e si amano in maniera completamente libera.
Idem in alcune tribù dell'Africa.
Ugualmente gli indios dell'Amazzonia. Stessa cosa gli Aborigeni australiani.
In altri popoli sempre a Papua, si disegnano sulla propria capanna dei segni che simulano l'atto sessuale che i vicini trovano di ispirazione e terribilmente sexy e si confrontano.
In Cambogia in villaggi remoti ancora di religione animista, le ragazze ricevono ogni sera un ragazzo diverso e alla fine sceglieranno il marito.
Li provano prima tutti.
Dunque di quale amore parliamo?
Dell'amore occidentale e cristiano oppure dell'amore che si trova nel mondo?
E' così limitata la domanda che l'uomo si rivolge, perché limitata è la sua esperienza.
Gli Inuit offrono o meglio offrivano la consorte all'ospite con soddisfazione e gioia.
Fedeltà per chi e per cosa?
Pare che sono l'unico ad aver viaggiato e visto un po' il mondo.
Si parla della fedeltà, ma solamente perché una persona non vuole crescere il figlio di un altro, oppure perché a questa persona non non gli piace scopare dove ha già scopato un'altra, in questo caso bisognerebbe fidanzarsi o sposarsi alle elementari.
Legittimo chiederlo dunque, ma non pretenderlo.
Questa pare essere l'unica ragione per cui è stata inventata questa presunta fedeltà sessuale o coniugale: il diritto di proprietà su un alto essere umano.
Nel Neolitico non esisteva.
Il primitivo quando ha scoperto che l'atto sessuale era legato alla procreazione ha cambiato completamente la sua organizzazione sociale.
Il maschio ha coercitivamente obbligato la femmina a scegliere solo lui per non allevare altrimenti il figlio di un altro e conservare così in modo istintivo il proprio DNA.
Nel tempo antico neolitico e nelle tribù moderne ancora primitive che praticano la discendenza matrilineare, i figli erano e sono della tribù e sono da tutti i suoi membri accuditi.
Oggi nel nostro mondo patriarcale sono della coppia e ogni nucleo familiare è in concorrenza con l'altro.
Abbiamo visto come da un tale seme ha germogliato il mondo che abbiamo davanti agli occhi.
Questo ha dato vita alla discendenza patrilineare con tutta la violenza che ne è seguita.

La lealtà, quella conta, la fedeltà sessuale com'è intesa comunemente è il prodotto di un condizionamento funzionale al mantenimento e alla conservazione del personale patrimonio genetico; In senso interiore cioè come principio propriamente umano non esiste, altrimenti tale comportamento non sarebbe diverso in diverse parti del mondo e questo presunto diritto sarebbe ugualmente preteso da tutti nella medesima maniera.
E' invece un modo di esercitare potere sull'altro, una sorta di esclusività che nasconde un desiderio di possesso (magari comprensibile se condiviso liberamente da entrambi i partner) in nome di un sentimento.
L'errore è nel confondere le due cose cioè amore e fedeltà sessuale e non lo si dovrebbe fare quando si vivono i sentimenti.
Se si conoscesse cosa realmente si pensa, mentre si fa sesso con l'amato/a, si constaterebbe che non si è in due a letto, ma in una moltitudine.
E' veramente banale il modo in cui si considerano i sentimenti e si confondono con le convenzioni come fossero verità e non semplici convenzioni, appunto.
La gelosia, il possesso, l'esclusività, la "fedeltà", quante stupidate...
Quanti morti ha fatto questa gelosia?
Se una persona vuole quel tipo di fedeltà si deve comprare un cane e avrà così un amore facile e fedele.
L'uomo deve essere invece vero, onesto e sincero nei suoi desideri e nel modo in cui li realizza, e anche vedere schiettamente le sue presunte mancanze.
Dunque deve essere prima di tutto fedele a se stesso.
L'unico peccato è l'ipocrisia, perché ci impedisce di cambiare.
Un peccato contro la propria persona, perché nega la propria natura autentica. Qualunque essa sia.
Non possiamo esser migliori, possiamo essere solo noi stessi.

Solo così saremo felici. Ogni altro modo non ci può corrispondere.
Ma per essere quello che siamo, bisogna prima vedere cosa non siamo.
Il Mondo, sin da bambini, ci ha detto chi dovevamo essere.
Personalmente: Maschio, italiano, cristiano, eterosessuale. Definizioni che mi hanno applicato addosso.
Ma è proprio così?
Vediamo! Dirà una persona che vuole conoscersi.

E' l'ipocrisia che rende le persone cieche.
Un peccato che è insegnato dalla società in cui viviamo.
La società è falsa e anche la famiglia lo diviene, quando vuole apparire diversa da quella che è.
Nasciamo sinceri, ma questa virtù la tramutiamo in malizia e finzione per tornaconto e per aderire a dei modelli arbitrari funzionali a un certo ordine sociale.
Per sopportare queste catene imposte dagli altri e perfino da noi stessi che facciamo?
Le amiamo.

Il masochismo dell'essere umano lo porta inevitabilmente a una sofferenza ancora più profonda e condivisa.
Quanto dolore ha dato questa "fedeltà sessuale" rendendo le persone proprietà l'uno dell'altro?
L'essere umano è per sua natura poligamo, anche la Scienza lo spiega dimostrando come l'innamoramento è determinato da una molecola prodotta dal cervello che esiste per due/quattro anni, giusto il tempo per permettere ad un'eventuale prole risultato di questo amore di camminare.
La Natura ci insegna come dobbiamo comportarci, ma anche quello per cui siamo fatti.
Questa coercizione contro la reale natura umana, invece la si ammanta di virtù, ma resta quello che è, un modo esclusivo di considerare l'amore che non c'entra nulla con i sentimenti.
Il nostro cuore può contenere tante persone, anzi più ce ne sono più diventa grande.

Ci sono persone che amano solo quello che possiedono, altre amano tutto. Forse è questa l'unica differenza.

Non sono contro la fedeltà sessuale in linea di principio, ma non accetto la similitudine che se ne fa con i sentimenti.
I sentimenti non sono regole di comportamento.
I sentimenti non esistono nell'ambito del giusto o dello sbagliato. Sorgono dal cuore.
A volte si amano persone stronze, altre volte si amano persone buone. Cosa c'è di male?
E' una cosa bellissima questa casualità.
Passiamo la vita a misurare e contare quanto dato e quanto ricevuto.
Si vive da ragionieri, ma solo i poeti possono essere felici.
Solo la poesia ci fa provare amore. La contabilità non ha mai reso nessuno felice.
Non bisogna confondere l'organizzazione della propria vita con la Vita.

Si dice che la vita è un viaggio, non si dice così?
Un viaggio prenotato, organizzato da un'agenzia, scandito da date e orari, con un tour operator sempre alle calcagna che ti guida e ti rinnova sempre nuove cose da fare, a qualcuno potrà mai piacere?
E' comodo forse, ma è molesto.

Immaginiamo invece di partire.
Senza quasi bagaglio. Un biglietto di andata, magari il ritorno lo decideremo dopo, semmai.
Senza "plan" senza orari.
Sbarchi a Mandalay e ti fermi a bere un tè.
Guardi la gente passare per strada, poi fai una passeggiata al mercato. Parli con chi incontri, sorridi e annusi la vita intorno. Dopo riparti.
Dove vai? Non lo so.
Vado a incontrare cosa la vita a preparato per me.
Non è più bello?
L'esistenza per essere goduta deve essere abbandono senza paura.
Come quando ci si lascia andare nel mare e si scopre che si galleggia senza la fatica di nuotare.
Si dice "fare il morto" ma secondo me è "essere vivo".
L'Uomo crea un mondo di desideri e poi se li nega con la morale.
Crea un mondo di oggetti e poi, si sente povero.
Infine si lamenta che è infelice.
Fa ridere. E' ridicolo.
Pochi hanno il coraggio e l'intelligenza di andare oltre le ovvietà, di viaggiare, vedere il mondo e così capire che le "nostre" verità e le nostre idee, i nostri modi di vivere "giusti" sono solo una parzialità, un limite semmai da lasciarsi alle spalle.
La gente ha una morale, perché non guarda in se stesso con onestà e lì invece troverebbe la verità. Quando le cose vanno male quella morale la cambia.

Invece è meglio ascoltare tutti, ma ragionare con la propria testa, domandare al proprio cuore cos'è giusto e viverlo totalmente.
Sebbene condivisibile questo suggerimento è frainteso.
Abbiamo troppi preconcetti per guardare con acutezza la realtà delle cose e quella in noi stessi. Bisognerebbe sottrarre tutto quello che non ci appartiene.
Una volta a un uomo saggio ho domandato: "Come posso conoscere la Verità? "
"Dimentica ciò che sai" questa fu la risposta.

Tutto questo è per me la vera fedeltà, fedeltà a me stesso.
Dovrebbe essere un giardino coltivato da tutti e da ciascuno e invece è un luogo trascurato.
Coltiviamo invece altri poderi che ci dicono siano nostri, ma appartengono ad altri, mentre il nostro vero campo va in rovina.
Tu sei il Dio cui lo spirito che abita in te deve dare conto.

Tutto questo non lo si fa.
Questo è il vero dramma.

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