lunedì 7 ottobre 2024

Uomini contro

 


Il Mondo e l'Universo sottostanno al principio incontrovertibile di causa ed effetto.

Ugualmente la vita di tutti gli esseri viventi, criceti o umani che siano; Un campo unificato di esistenza dove ogni cosa e persona è connessa, interdipendente e mutevole, grazie alla cooperazione degli opposti.
Assegnare una colpa alle proprie azioni cioè dare un valore morale negativo alle conseguenze, chiamandole responsabilità, oppure ai propri sbagli materiali definendoli errori colpevoli è un modo molto comune di interpretare e valutare la realtà e lo si fa in un'ottica profondamente nascosta, sottile, ma distorta.
Pare strano, ma il concetto di "colpa" dona sicurezza all'essere umano cioè in questo modo pensa che esiste qualcosa o qualcuno che garantisce un ordine, altrimenti la vita non avrebbe senso senza una regola.
Si nota che la colpa è legata principalmente alla credenza di un Dio cioè essa è conseguente alla violazione di un precetto o nel commettere un peccato entrambi sanciti dalla Religione, mentre per la Legge espressione del Diritto la colpa è considerata sinonimo di responsabilità civile o penale. Una responsabilità che si evince dagli effetti di un'azione, visto che le motivazioni e gli intenti non sono visibili e questo pare ragionevole.
C'è da considerare però che spesso questi effetti che sono giudicati non sono prevedibili e dunque?
Si nota inoltre che per estensione della Religione si crea una regola morale che ispira le Leggi e gli effetti di questa morale si estendono a tutti i membri della società credenti e non; In questo modo sarà garantita una certa stabilità, grazie al Diritto, agli usi, ai costumi, alle tradizioni e naturalmente alla Religione.
Tutto questo è fatto rispettare da diversi apparati repressivi e perfino da un Dio in veste di Giudice Vendicatore.
La Teologia che spiega Dio al popolo, grazie alla Religione, insieme alle norme del Ordinamento Legislativo non sono in contrasto tra loro, perché entrambi questi apparati garantiscono il sistema sociale.
Potere temporale e potere religioso non litigano quasi mai, perché si spartiscono i dividendi.

Esistono degli stati Teocratici come ad esempio alcuni paesi mussulmani e il Butan (Buddista) e perfino vicino all'Europa in Inghilterra vi è una forma del genere almeno formalmente, perché nel suo sistema pluripartitico con una commistione di Monarchia e Democrazia, il Re o la Regina è anche il capo supremo della Chiesa Anglicana, sebbene la funzione Teologica e Religiosa è esercitata dall'Arcivescovo di Canterbury.
Dove invece non esiste una Religione di Stato, nei cosiddetti paesi atei come nel blocco ex sovietico, le prerogative e influenze politiche della Religione sono assunte dall'ordinamento statutario medesimo.
Va ragionato che senza punizione, espressione di un Potere, non esisterebbe nemmeno la colpa.
In realtà non è così come si crede comunemente.
Responsabilità e colpa sono invece la proiezione dell'insicurezza umana attraverso cui interpreta la realtà spesso contraddittoria e sconosciuta.
Dio se esiste non ha regole, comandamenti, dogmi; Fa quello che gli pare, perché è completamente libero, al di là di qualsiasi scopo che per essere raggiunto richiederebbe delle azioni necessariamente "obbligatorie" dunque se si conviene che la Divinità esiste ed è libera, appare evidente che responsabilità e colpe a Lui non possono certamente essere ascritte.
Dio non ha progetti, perché è libero da ogni desiderio e aspettativa.
Inoltre non segue delle regole, perché non ha vincoli, solo l'essere umano pensa che esistano. Egli può contraddirsi senza alcuna ragione, può salvare il malvagio e punire il Santo con la medesima libertà.
La Sua azione è incomprensibile all'essere umano, perché indeterminabile cioè non é prevedibile dall'Uomo.
Questa anarchia Divina per le persone è atterrente.
Di converso va anche compreso che i concetti di libertà e perfezione sono concetti puramente umani.
Se Dio non ha termini di paragone non ha senso neppure parlare di perfezione.
Non ha senso neppure assegnargli dei limiti, delle libertà o degli attributi che estenderebbe il concetto di Dio, grazie all'Uomo, oltre Dio stesso e dunque sarebbe di fatto assurdo, presuntuoso se non proprio blasfemo.
L'Essere Umano invece ha bisogno di regole, scopi, motivazioni cioè dei recinti dove rinchiudersi e definirsi e così sperare ragionevolmente che esistono delle Leggi universali inevitabili, però queste Leggi di fatto sono proiezioni di come l'essere umano vede il Mondo.
L'Uomo ha necessità di credere e di sapere che questo ordinamento universale esiste, perché esiste qualcuno di abbastanza potente che lo garantirà e sarà a guardia di questi limiti e confini creati dagli esseri umani; Ma in questo modo Dio diventa servo del Uomo cioè è ridotto ad esecutore dell'idea di chi lo interpreta e lo immagina.
Da ultimo, non si riflette che se esiste Dio, allora l'essere umano è nulla, perché senza Dio che lo vivifica che gli permette e gli promette una redenzione, l'Uomo non può che essere nulla.
Appare oltremodo evidente che a ragionare così ci si inoltra in un ginepraio Teologico inestricabile.
Quando sono confuso guardo alla Natura, alla Realtà per quello che è, senza troppi fronzoli.

La Realtà dell'esistenza ci mostra un altro panorama più semplice, perché queste presunte leggi universali non si attuano.
Di solito la loro esecuzione è posticipata dai fedeli in un'altra vita, in un altro Mondo, alla fine dei Tempi dove ad esempio nella Religione Cristiana si terrà una sorta di maxi processo di proporzioni bibliche detto Giudizio Universale.
Dio dunque non ha colpe, ma i suoi promoter in Terra (Messia e Profeti) dicono che l'Uomo ne abbia, e molte.
Il senso di colpa è una sorta di giudice interiore, un poliziotto implementato nella mente umana che però non è propriamente nella sua natura, infatti appena nato l'essere umano non ha colpe né sensi di colpa.
Ecco perché sulla scorta di tali considerazioni, un bambino appena nato è dichiarato innocente. Non tanto perché non abbia commesso azioni cattive o peccati, ma semplicemente non ha conoscenza di nessuna colpa.
Questo Giannizzero messo a guardia della coscienza infatti si forma in un secondo tempo, grazie al processo di educazione familiare e al condizionamento sociale ed è profondamente inculcato dalla Religione in ogni essere umano che vive a contatto con questi apparati formatori e controllori per non chiamarli repressori.
Se non si crede che questo condizionamento sia generalizzato e profondissimo in quasi ogni individuo, sarà sufficiente sottoporsi a un piccolo esperimento per verificarlo, basterà entrare in una toilette dalla parte sbagliata.
Un uomo potrà entrare nel bagno delle donne oppure viceversa, anche se non c'è nessuno e nessuno vi vedrà si percepirà distintamente una certa inquietudine: quello è il condizionamento cui siamo sottoposti.
Si può facilmente immaginare per cose ben più rilevanti gli effetti di questo senso di colpa, d'inadeguatezza, di peccato cioè quanto influenzi e diriga la nostra esistenza. E' talmente aderente e appiccicato così forte da sembrare la nostra pelle: E' invece un corpo estraneo.
Viene da pensare che se non esistesse il senso di colpa implementato dalla società e dalla religione nell'Uomo, non esisterebbe nemmeno la colpa e dunque non sarebbe necessaria né attuabile la punizione.
Si assiste nella realtà della vita come persone crudeli abbiano destini benevoli e altre mansuete vite orribili, non si comprende come questa retribuzione morale trovi posto nella realtà.
I reparti oncologici infantili sarebbero in tale contesto di colpa/punizione una singolarità inconcepibile.
Allora com'è?
Si constata che il vero nemico delle Religioni non è il confronto violento dell'una con l'altra, oppure la crisi delle coscienze dei loro seguaci determinate dalla razionalità e dalla cultura, il vero problema della Religione è la modernità e il benessere; E' con la modernità che arriva la comodità della tecnica cioè il cosiddetto progresso.
Le Chiese, le Sinagoghe, i Templi e le Moschee sono svuotate in realtà dalla tecnologia, dalle automobili, dalla televisione, dagli Smart phone, dai voli low cost, dal pret-a-porter cioè è il modello di benessere che ci promette una felicità senza responsabilità che rende la dottrina così poco sentita.
La comodità è una promessa irresistibile.
Non è responsabilità della Scienza questa crisi, ma dalla tecnologia che è la sua applicazione pratica e acritica fattasi comodità cui nessun uomo vuole rinunciare.
A prescindere che questa comodità porti veramente un miglioramento reale alla vita umana.
Il progresso o preteso tale ci sarà amico?
Bisogna domandarselo con onestà. Nondimeno è inarrestabile.

La Scienza è previsione. Risponde (un poco) all'attonito punto interrogativo che è presente in ogni momento del vivere dell'essere umano, dandogli per alcuni fatti una risposta parziale grazie alla figlia della Scienza: la tecnologia, cioè è la tecnica che alleggerisce la soma da portare nell'esistenza umana e sgrava di un poco la fatica dell'Uomo, una fatica che ogni giorno di vita esige.
A prescindere da questa chiosa, l'essere umano ancora crede fortemente in questa colpa che risulta però ad un'analisi più attenta essere arbitraria.
In Pakistan e altri paesi mediorientali è quasi normale sposare una ragazzina di quattordici anni, mentre in Italia e in occidente in generale si verrebbe condannati a una dozzina d'anni di detenzione.
Per il cannibale è giusto mangiare l'esploratore, mentre per un colonizzatore è normale ammazzare il nativo se non aderisce con sollecitudine ai sui usi, costumi e religione.
E' vietato dalla Legge uccidere un altro essere umano, ma poi le guerre volute dai capi delle Nazioni (per i loro interessi e non per il popolo che invece le combatterà) autorizzano in definitiva l'omicidio generalizzato con un conflitto bellico e si bombardano città abitate da civili inermi così uccidendo donne, bambini e vecchi senza che si sollevi alcuna repulsione a questo abominio, anzi si assegnano medaglie a chi ha ucciso, e più un soldato uccide altri esseri umani che in definitiva nemmeno conosce, più diventerà un eroe.
In questo caso particolare le Religioni tacciono o tiepidamente si dissociano, ma contraddittoriamente preti militari benedicono i battaglioni che compongono gli schieramenti opposti, prima che si scannino senza pietà.
Cosa c'entra Dio con questi massacri?
Si sono fatte e si fanno anche oggi delle guerre in nome della Religione, addirittura in nome della Pace.
Un'assurdità talmente evidente che nessuno nota.
Le considerazioni a riguardo delle nostre azioni cambiano secondo latitudine, secondo circostanza, ciò che è vietato in un luogo in un altro è auspicato, ciò che in un tempo è considerato omicidio, in un altro tempo è considerato un dovere, dunque quasi tutti i nostri valori non sono valori assoluti, ma relativi.
Se si vuole usare la logica risulta chiaro che il principio di contraddizione evidenzia l'errore di estendere a tutto e a tutti i nostri presunti principi e le colpe sono solamente valutate secondo parametri di opportunità, e qualora questi presunti "principi" sono traditi dal singolo si subiranno ritorsioni che a ben vedere sono stabilite sempre da altri.
L'uomo comune non è al centro delle sue scelte, come può averne responsabilità?
Eppure una volta giunti davanti al Creatore non potremo dire: "Ho fatto questo, perché me lo ha detto quello".
Questa considerazione è disattesa, il profondo senso del vivere non è considerato seriamente.
Razionalmente non è facile credere a questa Divinità, inoltre se si guarda il Mondo con disincanto questa credenza diventa quasi impossibile, ma questo "Immenso" contraddittoriamente si percepisce talvolta, si sente perfino in alcune persone e questa intuizione ti sorprende e ti commuove fino alle lacrime senza saperne il motivo, perché Dio è (almeno per me) un pianto dirotto senza alcuna ragione.

Un pianto intermittente, ahimè, perché non sempre vi credo cioè non sempre lo percepisco.
Ciò che ho scelto per questa vita è fare esperienza d'altro, il peso che ho deciso di portare per scoprire un altro tipo di forza.
Proprio ieri sono passato per caso vicino alla stanza dove la mia domestica, mussulmana, pregava.
Le abluzioni necessarie fatte; Il velo sulla testa e il tappeto della preghiera a terra, entrambi rivolti alla sacra Mecca.
Una scena di devozione commovente.
La forza dell'Islam si percepiva fortissima, mentre il sorriso di Dio scendeva su quella donna.
Il silenzio della Fede si esprime nelle parole della preghiera, l'Incommensurabile trova posto per un attimo nel finito di un essere umano.
Un alone di forza e purezza avvolgeva quella donna.
Il Corano si comprende con il cuore, così se ricordo bene ha detto il Profeta, ma deve essere controllato prima di credervi, e se così fosse scritto, allora si controlli anche che si attua con la parola e con l'azione.
"Inshallah" se Dio vuole, questo è per me il fulcro di ogni cosa.
"Se Dio vuole" cosa c'è da aggiungere?
Cosa può aggiungere un uomo?

Nella Sura della Caverna, la Sùra Al-Kart, è scritto:
-Non dire mai di nessuna cosa "Sicuramente domani farò questo", senza dire "Se Allah vuole". Ricordati del tuo Signore quando avrai dimenticato di dirlo e di' "Spero che il mio Signore mi guidi su una direzione ancora migliore"-

Questo è un tributo a un ricordo antico che si è rinnovato sorprendentemente in modo estemporaneo.
Sono tornato indietro con il ricordo di quattrocento anni in un secondo.
Ho avuto molta nostalgia di quella Grazia, di quella certezza granitica che solo la Vera Fede donava e che in questa vita non mi è concessa.
Cos'è l'Uomo di fronte a questa potenza?
Solo un tramite, viene da pensarlo.
Anche il più amato dei Maestri va alla fine abbandonato.
Il mio senso di realtà che vivo nell'attualità può forse considerarsi il mio personale limite o il mio personale inizio.
Forse una condanna?
E lo dico contraddittoriamente, perché sostengo e sento proprio il contrario.
Non mi è permesso credere vero ciò che non sento e percepisco come reale nell'attimo presente.
Così se lo sento ci credo, se non lo sento non ci posso credere, questo lo dichiaro sinceramente.
La Fede per me non è più una credenza astratta, è invece percepire ciò che non è visibile.
Senza percezione la fiamma si spegne.
Il mio Destino è camminare solo, ma per fortuna non nel buio.
In definitiva in questo mondo materiale esiste oggettivamente solo causa ed effetto.
Azione e reazione, scelta e conseguenza. Il concetto di responsabilità o addirittura di colpa è miseramente umano e meschinamente fallace.
Si sostiene che senza regole o religioni l'essere umano sarebbe senza controllo e distruttivo.

Ma se una persona non conosce la differenza tra bene e male non è la Religione o la Legge che gli manca, ma la sensibilità.