sabato 3 maggio 2025

L'orma segna un cammino

Senza nulla togliere ai portatori di estimate del passato e perfino del presente, resto perplesso, perché la crocifissione prevedeva di inchiodare il condannato nei polsi (tra ulna e radio in una parte precisa e poco vascolarizzata)  e non nelle mani che non avrebbero retto il peso di un uomo appeso. 

Dunque questa comunione con il Redentore e la Sua sofferenza e la presunta "santità" di questi portatori di un "segno" divino resta perlomeno un'inesattezza storica madornale. 

I piedi di chi era crocifisso non erano inchiodati, ma lasciati liberi di appoggiarsi a una sorta di piccolo capitello in legno, perché in quel modo permetteva al corpo del sofferente di sollevarsi, infatti era l'unico modo che aveva per respirare. 

La morte in croce avveniva per soffocamento e con il lento travaso di fluidi nei polmoni che avveniva dopo la morte ed era il motivo per cui si faceva con la lancia una ferita nel costato (appena sopra le costole fluttuanti per l'esattezza) per verificare appunto che i polmoni fossero pieni di siero e dunque che il condannato fosse effettivamente morto. 

Il supplizio era molto temuto, perché portava alla morte per asfissia in due, tre giorni al massimo, ed era una sofferenza senza tregua, senza possibilità di dormire; Ogni respiro era una fatica che man mano diventava insopportabile, in quanto come detto senza sollevarsi sulle punte dei piedi appoggiate a quel misero strapuntino in legno non si poteva respirare.

La ferita inferta con la lancia, nel caso raccontato nei Vangeli, quella del legionario Longino ovvero la famosa "lucea Longinus" era fatta per evitare brutte figure con il pubblico che assisteva, infatti le esecuzioni erano pubbliche per un'opinabile funzione educativa, e non si voleva dover poi ergere nuovamente la croce. In realtà non era propriamente eretta la croce, infatti la struttura non era come nell'esposizione cristiana, ma più che altro una sorta di T dove la parte orizzontale era sollevata tramite delle forche e poi agganciata a quella verticale grazie a un perno centrale a base quadra, questa parte orizzontale era issata direttamente insieme al condannato. 

La descrizione fornita dell'ultima parte della Passione di Cristo, quella avvenuta sul Golgota (Gulgatà in aramaico che significa "cranio") il monte probabilmente a forma di testa su cui si compì l'ultimo atto del supplizio cioè l'esecuzione, essa risulta poco attendibile e se proprio si volesse dare un senso alla Religione andrebbe revisionata. 

Questo nulla toglie all'insegnamento di Gesù, il cui  vero nome era Yeshua come anche riportato nei Vangeli gnostici trovati a Nag Hammadi in Liberia, tredici rotoli contenenti cinquantatré testi, e scritti in copto antico, dove si riscontra chiaramente il nome del Redentore, infatti Gesù non è un nome ebreo. Questi testi sebbene non inclusi nel Canone della Bibbia offrono un'importantissima rilevanza storica, in particolare nella Patristica ovvero la filosofia cristiana dei primi secoli. 

Secondo la mia opinione non richiesta, Gesù non ha mai avuto intenzione di fondare una Religione né in tutta la Sua predicazione itinerante ha mai eretto una Chiesa.

Probabilmente dichiaro l'ovvio affermando che Spiritualità e Religione sono cose molto diverse. 

La prima si occupa del Sacro ovvero "separato" il luogo interiore dove gli opposti si conciliano; Mentre la Religione è un movimento culturale dove la spiritualità prende posto all'interno di un sistema di regole determinate dal modello usato da un certo tipo di Società. 

Le Religioni monoteiste più popolari sono nate in seno alla Civiltà; La prima società civile di cui si conosce l'origine, fu nell'area Mesopotamica, sviluppandosi poi nella cultura Indo-Europea. Infatti si trova che la radice, il pilastro, su cui sono edificate queste Religioni ha comunque una base comune, almeno nel Ebraismo, Cristianesimo e Islam. 

Queste tre Religioni seppure con origini diverse hanno un  elemento fondamentale simile, l'obbedienza (Ebraismo) Fede (Cristianesimo) e sottomissione o abbandono (Islam). Una condizione che a parte le parole diverse ha il medesimo significato. 

Nel Islam questa condizione si trova espressa nella radice "Slm" una parola apparentemente incompleta, perché l'arabo come l'ebraico è una lingua semitica dove non sono scritte le vocali, ma sono intuite da prefissi, desinenze e altri accorgimenti; Il devoto è definito con la parola "Mu" che in arabo significa: il credente, il seguace, ovvero colui che è sottomesso ad Allah (Dio) cioè Muslim e da questo in italiano: Mussulmano. 

In tutta la storia umana non si è mai veduta un'espansione e una conquista militare tanto rapida ed estesa come quella operata della Religione abramitica mussulmana. Dalla nascita in Arabia Saudita del Profeta (Mecca 570-Medina 632) fu iniziata poco prima della morte di Maometto e in trenta anni vi fu un'impressionante espansione araba, giungendo sino in Spagna e in Sicilia e sul versante opposto in India. Penetrò in  Russia e nelle regioni baltiche e ancora dal lato opposto in Africa, in tutto il Maghreb, sino al Senegal. Anche in oriente fu inarrestabile, giungendo in Cina e nel Sud Est Asiatico in particolare in Malesia e Indonesia. 

Se fosse vissuto più a lungo, Muhammad (Grandemente Lodato), e non si fosse, per ragioni politiche, fratturata la Religione Mussulmana in due parti antagoniste Sunniti e Sciti e poi in molte altre (27), indebolendo la Fede Islamica e invalidando parte della sua forza militare, probabilmente oggi andremmo tutti a pregare alla Moschea.

La lingua dall'occidente sarebbe l'arabo, invece la lingua italiana e quella delle nazioni europee è una lingua Indo-Europea, derivante dall'antico persiano. Mentre il Turco e le lingue di origine turcomanna (Uzbeco e Tagico) hanno una radice ancora diversa da quelle semitiche, infatti in Turchia non si parla arabo. 

E' curioso come il libro più sacro al mondo, letteralmente sacro, perché il Libro è Dio stesso cioè il Corano,  non sia stato scritto dal suo autore Maometto, perché era analfabeta e la sua prima stesura alquanto estemporanea, fu fatta dai suoi segretari redatta su pezzi di stoffa e ossa di animali. Tale raccolta, presumibilmente ricomposta fu probabilmente trascritta in forma poetica dai primi tre Califfi della tradizione islamica. Tale tesi si basa sulla versione Coranica di Maometto stesso, dove dichiara di se: "al-nabì-al-ummì" dove "ummnì" significa: analfabeta, illetterato. 

Ricollegandomi al discorso iniziale e in riferimento alla Chiesa edificata da Pietro essa è un'inesattezza storica, perché l'espansione del Cristianesimo fu realizzata principalmente da Paolo (Saulo) che sebbene non avesse mai incontrato Gesù, era un uomo istruito e conosceva le lingue straniere, Latino e Greco ed era l'unico che poteva predicare alle genti cioè i cosiddetti "gentili" che non parlavano la lingua degli Ebrei, l'unica lingua che conoscevano gli Apostoli, tra l'altro analfabeti, tranne Giuda. Questa profonda differenza tra Pietro detto in aramaico Cefa (Roccia) e Saulo di Tarso cioè Paolo, culminò ad Antiochia con una discussione accesissima tra i due, schierati su versati opposti in merito a chi fosse destinata la predicazione. 

La Religione Cristiana, perfino per chi l'ha professata dai primordi pare aver sollevato più problemi e conflitti di quanto ne abbia mai risolti.

In ogni caso il primo Vangelo (La Buona Notizia) in ordine cronologico fu scritto da Marco, circa settanta anni dopo la morte di Cristo (68 D.C) dunque il nome di chi lo scrisse era probabilmente omonimo di chi conobbe Gesù di persona, oppure si  riportò semplicemente le parole dell'Apostolo da cui quel Vangelo prende il nome, così similmente i successivi Vangeli che hanno nomi di Apostoli, ma scritti anch'essi da omonimi o presunti uditori dei veri Apostoli. I Vangeli infatti sono parecchio posteriori ai fatti raccontati in essi e furono scritti in anni molto successivi alla vita di Gesù. 

Della parte della Bibbia cioè quella parte di essa che è definita come Vecchio Testamento non si conosce invece il nome dell'autore né di chi eventualmente lo trascrisse; Essa appartiene alla tradizione ebraica, perché Gesù era ebreo, ed è accorpata ai quattro Vangeli Canonici cioè quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni a cui si aggiungono le Lettere o Epistole, gli Atti degli Apostoli e infine l'Apocalisse. Questo corpo di scritti insieme ai sette Sacramenti, è ciò su cui si fonda la Teologia Cattolica (universale) e da questa discende la Religione Cristiana Cattolica vera e propria, in quanto in generale senza una Teologia, ovvero senza una Teoria della Fede, non ci può essere una Religione che professa una fede.

E' noto che in alcune parti del Vecchio Testamento che corrisponde all'incirca alla Bibbia Ebraica chiamata Tanakh, composta a sua volta dal Pentateuco (Torah) da Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio e altri scritti ancora, vi si trovano somiglianze con racconti più antichi di altre tradizioni, quali quelli riportati nell'Avesta, testo fondamentale dello Zoroastrismo, religione Persiana e anche nell'epopea di Gilgamesh sumera. Questo suggerisce una comune origine culturale e geografica fra Tigri ed Eufrate i due fiumi che segnano l'area mesopotamica e nella valle dell'Indo, luogo dove come detto è nata la prima Civiltà, grazie alla scrittura. 

Anche nell'Islam, l'Antico Testamento è considerato d'ispirazione Divina, ma corrotto nel tempo dagli Ebrei e poi dai Cristiani.

Un cenno sulla religione Ebraica che conta di 613 precetti ed è definita da 365 precetti negativi (divieti). Praticamente è una religione impossibile da seguire ed è forse il motivo per cui non è fattibile convertirsi (sebbene formalmente sia consentito). Più semplicemente non ne vale la pena.

Vi è una bella definizione di Civiltà che va oltre il momento caratterizzato dalla scoperta della scrittura, un elemento dalla maggioranza considerato fondamentale, perché  ha permesso di conoscere con precisione cosa era presente in un tempo antico. Le tradizioni orali si perdono facilmente e sono considerate dagli studiosi poco attendibili. 

L'inizio della Civiltà secondo altri è invece nel ritrovamento di un femore preistorico, un femore rotto e risanato. L'antropologa autrice della scoperta ha affermato: "Nella Natura selvaggia un uomo con un femore rotto non può sopravvivere. Dunque se qualcuno si è preso cura di lui e ha avuto i mezzi per assisterlo e curarlo sino alla sua guarigione, quel momento è da considerarsi l'inizio della civiltà umana".

Aggiungo che quando l'essere umano non saprà o non vorrà occuparsi del bisognoso cioè in definitiva dell'altro che soffre, allora in quel momento la nostra Civiltà non solo sarà al declino, sarà finita.  

Tornando ad alcune curiosità della Religione Cristiana, si fa nota che Pietro Apostolo ovvero Simone, presunto fondatore della Chiesa Cristiana era chiamato così usando una sorta di soprannome, perché non dotato di particolare acume; Aveva la testa dura come la pietra. 

Tutti gli Apostoli lo prendevano un po' in giro per questo, anche se era molto devoto.

È evidente che non c'entra nulla con le pietre necessarie all'edificazione di Chiese, Cattedrali o Santuari. Si dice predette da Gesù, ma invece non ha ragionevolmente mai espresso una tale profezia, perché non ha mai manifestato una tale volontà nelle sue azioni e nelle sue predicazioni. 

L'intendimento di Gesù e la sua vita non furono dirette a costruire una struttura materiale e sociale com'è una religione, ma piuttosto un sistema di vita.

L'insegnamento di Cristo si esprime nel seguire il suo comportamento e nell'adesione alla sua parola; E va compresa tramite le Parabole riportate nei Vangeli. In tempi antichi cioè all'inizio dell'era cristiana non erano quattro i Vangeli, ma oltre cinquanta. 

Fu il Concilio di Nicea nel 325 d.C. che decretò che solo quattro Vangeli erano "riconosciuti" mentre gli altri furono dichiarati apocrifi che non significa falsi, ma semplicemente non riconosciuti. E' cosa diversa.

E' originale il metodo di selezione dei Vangeli, operata da questo Concilio di saggi. Si misero questa gran quantità di Vangeli su un tavolo, si chiuse la porta per custodirli e alla mattina successiva si trovarono a terra quasi tutti, mentre quattro erano rimasti "miracolosamente" sul tavolo. Tre di loro sono detti sinottici, perché corrispondono abbastanza fedelmente gli uni agli altri, mentre quello di Giovanni differisce dalla narrazione "classica" e presenta delle differenze, non considerate però fondamentali.

Si comprende chiaramente che più una persona è istruita e ha informazioni storiche e scientifiche, più gli risulterà difficile professare una Fede Religiosa. Degli oltre cinquanta destinatari del premio Nobel, il premio Nobel non si vince come a volte si sente dire, ma è assegnato, solo quattro di essi sono dichiaratamente appartenenti e professanti una Religione. Gli altri scienziati insigniti del prestigioso riconoscimento, più umilmente tacciono sulle verità trascendenti.

Va ricordato che la recente traduzione dei Vangeli dall'Aramaico (lingua parlata e scritta dagli ebrei a quel tempo) ha rivelato fatti molto interessanti: Gesù non ha mai parlato di Anima. 

Infatti l'Anima è un concetto Platonico e non appartiene alla cultura giudaico orientale.

L'anima fu "inventata" da Agostino (divenuto poi Santo) nel IV secolo, prendendo in prestito questo concetto della Grecia antica, perché la promessa fatta ai fedeli di resurrezione e intesa da loro in senso letterale, ovviamente non si verificava e stava per degenerare in una rivolta. 

Le promesse disattese nei tempi antichi, dove le persone si conoscevano personalmente, erano pagate duramente, perché i vincoli sociali e la stessa Società erano legati alla parola data. 

In particolare le questioni religiose erano considerate molto seriamente. Prendere per il naso una persona usando Dio era un crimine abietto, non solo contro l'uomo, ma contro la Divinità stessa ed era pagato  non solamente con la morte, ma anche con il supplizio.

Con questo "concetto" di anima, preso dalla filosofia Greca (Platone), Agostino risolse l'annoso problema della resurrezione, procrastinando la rinascita del corpo alla fine dei tempi. Poiché nei primordi del Cristianesimo la resurrezione promessa era considerata in maniera concreta, ovvero riappropriarsi del proprio corpo ricomposto e resuscitato dalla tomba per vivere nuovamente.

Va aggiunto che nella medesima traduzione dall'Aramaico, più esatta rispetto a quella dal Greco Antico fino a ora studiata, risulta che Gesù non si è mai dichiarato Figlio di Dio, ma Figlio del Uomo, che sua madre Maria non era vergine, ma una "giovane donna" e il frainteso è dovuto a un errore di traduzione. 

Inoltre Gesù non ha mai promesso il Paradiso in un'altra vita, ma semmai il Paradiso in Terra per chi seguiva e segue la sua parola, cioè in questa Vita.

La Verità, sinonimo di Spirito di cui parlava è in realtà la Vita (così è tradotta) ed è nel fare che si realizza il Suo insegnamento, cioè nell'insegnamento autentico la Verità, non è qualcosa di astratto da contemplare o su cui discuterne, ma risulta nell'azione. 

Il cardine del Suo insegnamento è in una sentenza già nota ai suoi tempi, a Lui erroneamente attribuita, invece propria della tradizione Essenica, dove probabilmente si era formato il corpus del Suo insegnamento e cioè:  "Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te". Questo è il suo comandamento principale, insieme ad "Ama il tuo prossimo come te stesso" che non è inteso "prossimo" propriamente come l'altro, ma nel farsi prossimo all'altro con Amore. Questo è il nucleo del Suo insegnamento. 

Non è certamente sbagliato andare in Chiesa e pregare, ma questo non fa di una persona un Cristiano. Se una persona inciampa è Cristiano invece chi si china a soccorrerlo a prescindere sia andato mai in Chiesa oppure sia stato Battezzato. E' nel fare Verità cioè Vita che si mostra la propria Fede non nelle chiacchere.

L'accento sull'amore è la parte originale della Religione Cristiana, nessuna altra religione popolare pone un'enfasi così forte su questo sentimento. In questo la religione Cristica fu originale, ma la punta di diamante che permise la penetrazione nell'ordinamento romano e dunque in quello mondiale cioè il suo sviluppo e il suo successo, fu nella "Resurrezione", in quanto anticamente, ma allora come ora, l'essere umano era ed è terrorizzato dalla propria fine. Quello fu vincente.

Ovviamente una Religione che promette una vita eterna, cioè libera l'uomo dalla morte, risulta essere irresistibile. Nonostante le persone continuino a morire a prescindere dal loro credo religioso. 

Questa constatazione pragmatica fra quanto affermato dal Cristianesimo e anche da molte questioni fantasiose dichiarate da altre Religioni e invece ciò che è noto ed esperibile personalmente, fa sostenere ad alcuni che le Religioni siano in realtà una branca della letteratura fantasy.

Bisogna riflettere a proposito dei sentimenti che l'Amore è tra tutti, il più totalizzante, perché ci dona una profonda e immensa gioia prima di tutto, e questa si prova dentro di noi; Certamente quando è corrisposto trova il suo culmine, perché diventa uno scambio vicendevole di questa particolare energia creativa. Il nostro mondo si divide o meglio è composto schematicamente da tre energie, una creativa (Amore) una distruttiva (Odio) e una conservativa (Ragione). Queste forze sono inscindibili l'una dalle altre e non devono essere combattute, ma comprese e armonizzate. 

Gli insegnamenti più belli e saggi sono dentro di noi e dentro il nostro corpo, esso ci dice cosa è giusto e cosa è sbagliato mostrandocelo prima grazie al nostro sentire. La percezione della Verità è fisica non morale o astratta. E' tangibile la Verità.

Tutto è già presente in noi stessi, dobbiamo solo accorgercene. 

Non è possibile mettere in un recipiente più di quello che può contenere; Ogni altro elemento aggiunto, se siamo colmi, non può trovare posto in noi. Straripa. Ecco che se si vuole veramente comprendere qualcosa di nuovo si deve dimenticare ciò che si sa.

La constatazione che segue  è paradossale. Si comprende grazie alla conoscenza, ma se si vuol conoscere ulteriormente, bisogna dimenticare ciò che già si conosce. Questo ci indica che la Verità non è un dato immobile, ma un processo, un processo di ricerca che coinvolge l'uomo in una continua opera di revisione e riflessione su se stesso. In questa ricerca il Dogma religioso risulta essere più che un fondamento, un impedimento. 

La Verità è così equamente distribuita in tutte quelle fragili anfore di terracotta che chiamiamo umanità. E' nel rapporto dialettico e nell'esperienza umana che "si fa Verità".

Le cose sono un po' diverse da come generalmente sono raccontate e intese. 

L'amore di cui parla il Redentore è quello prima di tutto verso se stesso, perché se una persona non si ama non può amare gli altri. "Amerai l'altro come te stesso  va inteso come "amerai quanto ti ami". Anche questo semplice evidenza è stata travisata.

Il concetto di Bene e Male è spiegato da Gesù non attraverso le regole della Religione, ma attraverso gli esempi delle Parabole. 

Egli non insegna, ma mostra. Non spiega, ma racconta.

Tra le parabole più difficili da comprendere (secondo me) c'è quella del figliol prodigo su cui ho meditato molto, insieme alle riflessioni di Gesù nel Getsemani (in aramaico Frantoio).

Nell'ultima notte da uomo libero, Egli ben palesa che perfino Lui non comprendeva Dio e si rimetteva mestamente alla Sua volontà che lo porterà al supplizio e poi alla morte.

Gesù pone l'accento sul Uomo in tutta la sua predicazione e se l'Uomo non sviluppa la propria sensibilità, insieme a un ragionamento saggio non può esercitare il Bene. Le scelte Divine non sono affare dell'essere umano. L'Uomo deve occuparsi dell'Uomo. 

La comprensione del Male invece avviene attraverso la percezione della sofferenza, propria e altrui.

L'essere umano comprende il Male attraverso la sofferenza e l'empatia, non attraverso una regola morale, per lo più imposta dagli altri, dalla famiglia, da un potere, da un Clero oppure inculcata con la paura di una punizione Divina, addirittura eterna. 

Il comportamento retto, pacifico e amorevole proposto dal Salvatore non ha valore se è fatto per paura di una punizione, perché diventa  solo interesse personale camuffato da Bene. 

L'altruismo proprio dell'amore è un sentimento immenso, quando è vero, e non può contenere alcun tipo di calcolo. La poesia che sviluppa la sensibilità e l'Amore non è propria di un Ragioniere che valuta costi e ricavi, ma di un poeta appunto. 

E quanta poca poesia c'è tra gli esseri umani? 

Il panorama umano è desolante. Esistono sicuramente persone buone, mature e consapevoli, ma la quasi totalità degli uomini e delle donne non appartiene a questo gruppo. Apparentemente le persone hanno comportamenti civili e a parole sono certamente ottime, resta però il fatto che appena le situazioni si presentano difficili, appena l'interesse personale si fa urgente cioè quasi sempre, tutte le cose buone che si mostrano e si raccontano agli altri, spariscono. Evidentemente non sono mai realmente esistite in queste persone. E' la difficoltà che rivela l'essere umano, essa ci dice senza scuse cosa realmente siamo. Non sempre questa visione onesta piace.

La morale e l'etica si usano finché non si debbono sostenere con il sacrificio, quando non convengono più le si cambiano secondo convenienza e con grande disinvoltura. 

Gli uomini opprimono le donne, le donne si vendicano sugli uomini riempiendoli di corna. L'Uomo sfrutta il suo simile e si giustifica con la logica dell'economia. L'avidità non ha mai fine nell'essere umano, non è mai pago di cose e addirittura di persone che possiede come fossero oggetti. E' mai possibile vivere così?

Tutti cercano di arraffare il più possibile, questa è la verità che si presenta alla vista, giustificandosi con molta abilità davanti allo specchio per non farsi troppo schifo. 

In poche parole più si conoscono le persone meno si vorrebbe frequentarle. Questo non è affatto un commento cinico, ma semplicemente realistico. Siamo fatti così.

Siamo ancora molto lontani dalle parole di Gesù. Ancora di più dal Suo comportamento.

Infatti non si può dimenticare cosa le persone, soprattutto i suoi contemporanei, gli hanno fatto. Lui era un uomo buono che in vita sua non aveva fatto altro che del bene. Che fine a fatto il Figlio dell'Uomo e come è stato frainteso? 

Tralascio, stendendo un velo pietoso, un commento su cosa si è realizzato tramite la Religione Cristiana dei suoi insegnamenti. 

Dunque la sincerità è fondamentale, è il primo passo per esercitare la Verità; Sincerità almeno con se stessi. 

Ma la gente non si conosce, non si vuole vedere con onestà, probabilmente perché si suiciderebbe immediatamente non sopportando la vista di un simile mostro nascosto sotto la facciata di una persona ordinaria che si crede buona e brava. La maggioranza non sa nemmeno cos'è l'amore; Figuriamoci manifestarlo.

L'ipocrisia ha sempre scatenato le peggiori reazioni di Gesù come la commistione di denaro con la spiritualità evidenziato dalla Sua furia contro i cambiavalute nel Tempio. Gesù non si è mai incazzato così tanto come contro questo mercimonio, contro questa unione di denaro e Spirito (Verità e Vita). Gesù fu un uomo meravigliosamente pragmatico.

Si riflette poco sul fatto che il percorso di ogni uomo verso Dio è personale, in quanto l'essere umano vede e intende Dio per quanto lo può comprendere. Questo è il nostro limite, e bisogna considerare questo limite con onestà.

Dio è una proiezione umana che si realizza attraverso il suo intelletto e il suo sentire, ma la Divinità è ben oltre l'intelletto e le percezioni del Uomo e dunque questo Mistero Divino resta tale. Bisognerebbe evitare di definire Dio, sebbene lo si faccia continuamente.

E' questo il motivo per cui affermo che Dio è incomprensibile e non ha senso farsi domande a questo proposito sebbene tutti cerchiamo in qualche modo di interpretarlo. Cercando di coglierlo però ci sfugge.

Va inteso inoltre che la preghiera non deve essere fatta come una sorta di richiesta, ma una meditazione onesta verso se stesso e le proprie azioni; Questo emenda dall'errore l'Uomo.

Non esiste al mondo persona che intende la Divinità nel medesimo modo di un'altra. Allora perché professare una fede uguale se in definitiva la strada verso Dio è personale?

Questa è una domanda da porsi.

Perché uniformarsi a un Dogma che in definitiva è una definizione di Dio non contestabile e arbitraria al quale bisogna aderire acriticamente, quando la rappresentazione in se stesso che una persona ha della Divinità è personale? 

Se siamo sinceri con noi stessi non possiamo esserlo con il Dogma. Delle due, una.

Anche questo è ragionevole domandarselo.

Ed è il motivo per cui Gesù non ha fondato una religione né l'ha mai voluta, perché gli obblighi e i precetti religiosi impediscono all'essere umano di manifestare la sua comprensione (personale) del Bene e del Male. Dunque obblighi e precetti impediscono all'essere umano di vedersi per quello che è e dunque di correggersi. 

Finché ci saranno obblighi e imposizioni, finche ci sarà la paura della punizione, la vera natura di un essere umano non potrà manifestarsi, almeno non potrà manifestarsi alla luce del sole cioè davanti a tutti, perché nell'intimità queste cose negate alla vista degli altri spesso accadono. E così facendo come si può cambiare?

E' in un mondo senza leggi e senza punizioni invece che l'essere umano potrà verificare se la sua Etica è reale e quanta felicità porta il suo comportamento, non solo a se stesso, ma a tutti e a ciascuno. 

E' nella propria sensibilità, nell'empatia e nell'intelligenza emotiva che si può riconoscere i propri sentimenti che permettono all'essere umano di incontrare l'altro. Senza sentimenti non c'è incontro tra le persone. Sono i sentimenti che ci avvicinano l'uno all'altro. 

Non c'è alcuna onestà nel non rubare se esistono le prigioni, la Polizia e i Tribunali.

Se tra il Male e l'uomo che lo compie c'è solo la paura della dannazione eterna, allora l'uomo è veramente poca cosa e non può piacere a Dio.

Quanto ho scritto è cosa diversa da quanto generalmente è insegnato dalla Teologia Cristiana. E' il mio modo di vedere il Mondo e l'insegnamento di Gesù.

L'insegnamento del Cristo fu pratico e non esigeva altra fede che nelle sue parole cioè disse: "Compite i miei insegnamenti e la vita sarà migliore". 

Molto semplice; Diretto, schietto. Prova e saprai. Vieni e vedrai. Chi ha orecchi per intendere, intenda.

Il concetto di retribuzione Divina in un aldilà che nessuno conosce, paventato dalla Religione è puerile. Qual è il valore di un'azione quando è obbligatoria ed è determinata dalla paura o dall'interesse? 

Lo ribadisco.

Il concetto stesso di retribuzione o colpa del nostro fare, svilisce la stessa azione, perché non è più sincera. Abbiamo bisogno di compiere per comprendere l'effetto dell'azione compiuta. E' attraverso l'esperienza che si diventa maturi. 

Nessuna retribuzione futura promette il Cristo, la Vita è adesso e "fare" Verità rende tale vita migliore e degna di essere vissuta da subito. 

Inoltre fra uomo e Dio non c'è commercio; "Ti do mi dai" non ha senso con la Divinità, anche perché Dio ha tutto.  Che cosa potremmo mai dare a Dio che non sia già suo?

Della moneta che spendi sei subito pagato. Questo è Verità. Dio non è Tempo e non procrastina. Tutto è ora. 

Purtroppo per esprimermi ho bisogno di definire, dunque casco inevitabilmente nell'errore. Dovrei stare zitto, ma non ci riesco.

L'insegnamento non va capito, va vissuto. 

La Verità è evidente a se stessa. Devi aprire gli occhi però. 

Che si sta bene in pace, piuttosto che nel conflitto non va spiegato o studiato lo si percepisce immediatamente. E' lampante, non ha bisogno di avvocati la realtà dei fatti né le conseguenze delle azioni. A patto che si guardi a queste cose con obiettività ovvero senza personale interesse. 

Togli "io" dal tuo occhio e vedrai il Mondo con lo sguardo di Verità.

Si nota che quando una persona invoca la Giustizia e quasi sempre per il proprio tornaconto. Quando si assiste a un sopruso o a una crudeltà ci si erge come difensori e paladini solo se non c'è pericolo per se stessi. Quando si rischia del proprio, essere difensori del Bene e portatori di Giustizia diventa un concetto sfumato nell'essere umano. Pare così che siamo tutti un pochino vigliacchi. Dunque interesse e Giustizia sono di solito molto vicini nel ragionamento e nell'azione umana e non possono piacere a Gesù.

Raramente la Religione e la Fede di un uomo corrispondono alle sue azioni. La Storia umana ci mostra un altra umanità

I fatti miracolosi non corrispondono alla realtà delle cose, non servono alla Vita. Il reale sviluppo del Uomo se mai avviene, non può accadere grazie a eventi sovrannaturali, ma nella vita ordinaria, momento per momento. Se esiste "Verità" allora è davanti ai nostri occhi, sempre e comunque. 

L'Uomo per crescere e maturare non ha bisogno di Dio, ma del altro uomo. Ha bisogno di Vita cioè esperienza.  

La Fede si esprime nel fare non nel credere, quando il "fare" porta gioia e felicità condivisa non c'è bisogno di nessuna conversione. 

Il Male non è d'aiuto alla Vita e per questo non va compiuto. Tutto quello che è consono alla Vita è invece Bene. Inoltre la comunione avviene con l'altro, non in Chiesa con l'Ostia, ma vive nel momento che si sospende IO e diviene NOI. Lì c'è reale comunione.

Questo è il segreto che apre le porte del Paradiso, qui e ora, non in un'aldilà che nessuno conosce e a ben guardare non si ha nemmeno fretta di conoscere. 

Questo è l'insegnamento del Salvatore secondo me. 

Così lo riporto sulla scorta della mia comprensione. Questa è la semplice voce della mia coscienza.

Estate, Amore di anni fa

Quindici anni, baci rubati e quasi ci si vergognava. 

Scoppiavamo dii Vita.

Lei si chiamava V e bisognava decidere o il gelato oppure il juke box. 

Soldi per entrambi non c'erano.

Mettevo quella canzone che ci piaceva e ci guardavamo dritto negli occhi finchè non finiva.

Il tempo si fermava mentre le tenevo la mano

Invece il tempo è passato.

Niente più estati così, niente più cose così.

Niente più cuore Bum-Bum per il vecchio San.

Piango e sorrido come Sole e Luna nel medesimo cielo.

giovedì 6 marzo 2025

Vivere

Ogni giorno bello o brutto, arriverà e si chiamerà: oggi. Finché non finiranno.

Ogni momento può accadere qualcosa di fantastico oppure terribile, a volte non succede nulla.

Ogni giornata esige forza per sopportarne il peso, il ricordo non ha peso invece.

La sofferenza ci piega, eccome, il male avanza, le persone ci feriscono, eppure ci si rialza; Eppure si ricompone la propria serenità. Si trova il modo di dire ancora: grazie. Si deve trovare il posto a un piccolo sorriso. 

Questo è vivere. Una fatica, un viaggio pericoloso, una pena con molte amarezze e ogni tanto una piccola luce che ci ricorda che il Sole esiste.

Il resto è come nei film, solo illusione. 

venerdì 3 gennaio 2025

Appena intravisto


Proprio ieri trovo nella casella della posta un opuscolo con le istruzioni per vivere e divenire.

Le riporto.

Punto 1.

Il fondamentale passo è constatare tramite l'auto-osservazione de-identificata la non sostanzialità dell'Ego, tutto il resto automaticamente verrà dopo.
Punto 2.
Essere sani in corpo e mente.
Punto 3.
Se proprio non riesci a vivere senza almeno una regola, allora: "Comportati con gli altri come vorresti si comportassero con te, se è troppo difficile è sufficiente -Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te-".
Questo funziona a patto di non essere un masochista, ecco perché c'è il punto 2, dunque mantieniti abbastanza in forma, non magiare troppo, non bere sostanze intossicanti, alcool e simili, non fumare, non drogarti e soprattutto impara a ragionare.

Cose da considerare.

Risolvi qualsiasi problema psichico rimanendo nel tempo presente.
Sorridi di fronte al pericolo.
Non esiste il passato, non credere al futuro.
Non esiste una reale conoscenza.
Nasciamo ignorando tutto e moriamo nella medesima condizione; In tale accettazione alberga la saggezza che non è nostra, transita in noi.
La paura non è nel adesso.
La morte è un attimo di stupore; E' meglio di quanto si dice. Prima del salto sei forse inquieto? Poi sarà come nel vuoto, del Dopo però non si può dire. Questo è. Niente di speciale.
Non ti preoccupare di nulla anche se non è facile. Tutto è per il tuo bene. Tutto provvede a te, abbandonati come nel mare calmo senza bisogno di nuotare.
Non opporti a nulla.
Dio ha molto da fare, non rompergli le palle, non chiedergli niente, Non lo puoi capire, quindi non farci conto.
Dio è forse la follia da cui proveniamo e cui faremo ritorno.
La vita e i ragionamenti sono cosa da esseri umani.
Niente piagnistei, anche se soffri come un cane.
Siamo tutti più grandi del dolore che patiamo.
"Io" non esiste propriamente c'è solo un'unica esperienza epica, quando la manifesti la Grandezza ti nota e tu noti Lei.
E' tutto: Avventura; Questo è lo spirito giusto.
Più la stanza è pulita più l'ospite che giungerà è degno.

La strada giusta è quella che non vedi.

Infine, la cosa più?
Il sorriso di Dio quando arriva inaspettato e anche le lacrime sono belle.