martedì 1 dicembre 2015

Uomini e Topi.






Nei test psicologici eseguiti alle persone che hanno subito una "Flash Ball Memory" ovvero un evento traumatico sociale (attentati, calamità naturali, eventi bellici e sovvertimenti sociali profondi) si è risocontrato che i ricordi relativi a questi fatti dopo un anno cambiano del 40%.
Dopo cinque anni le differenze superano il 60%.
Anche nella vita normale, però avviene.
La memoria che ci definisce come individui, grazie alla nostra personale storia, si modifica.
Questo perché i fatti sono allocati nell'ipotalamo, ma le emozioni connesse ad essi sono sparse nella rete neuronale e sinaptica. Modificando le emozioni relative ad un ricordo si cambierà il ricordo stesso.
Tutto ciò avviene di continuo dentro di noi.
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Ogni volta che ricordiamo di fatto rimaneggiamo il ricordo e questa manipolazione diventa la realtà del nostro passato, in una continua opera di revisione e spesso mistificazione.
Ne discende che modificando la memoria degli eventi e le nostre percezioni a riguardo, diveniamo anche una persona diversa da quella che ha vissuto quella vita, la nostra vita.
Ci affidiamo per costruire un'identità ad un ricordo inaffidabile che crediamo statico, ma in realtà è in divenire.
La vita che abbiamo trascorso non è più la nostra, e noi non siamo quella persona che l'ha vissuta.
Questo è quello che affermano le prove scientifiche.

E' già possibile con la Optogenetica cambiare drasticamente e volontariamente i ricordi, ma per motivi etici si opera per il momento solo sui topi cavia geneticamente ibridati con il DNA di un alga marina fotosensibile.
E' dunque chiaro che i ricordi non sono incisi sulla roccia, ma scritti sulla sabbia.
Presto sarà possibile scriverli sull'acqua.
Quello che chiamiamo realtà e anche l'identità che presumiamo di avere, grazie alla memoria cosa sono in definitiva?
Oggettivamente solo piccole scariche elettriche nel nostro encefalo. Tutto il nostro grande mondo è lì e da lì non ne usciremo mai.
Basta una scossa di 14 milliampere nel Claustro (una piccola area profonda del cervello) e ogni attività si interrompe.
Un'altra scossa e riprendiamo esattamente da dove avevamo interrotto, senza memoria di quanto è successo.
I neuroscienziati lo chiamano: "l'interruttore".
A quanti pensano di essere un'entità biologica senziente, gioverà sapere che le decisioni sono prese 7/10 di secondo prima che decidiamo coscientemente.
I percorsi neuronali sono già scritti. Noi li leggiamo solamente.
Il libero arbitrio è il più delle volte solo un inganno che ci rifiliamo da soli.  Un alibi, credendo di poter decidere crediamo così di essere ed esistere.


Per nostra fortuna è possibile interrompere questo automatismo, ma solo con una profonda e faticosa presa di coscienza.
Solo con un forte radicamento del nostro presente è possibile esercitare un controllo su questi processi automatici. 

"Voglio veramente quello per cui sto agendo? Perché?"
Senza queste domande, ricorrentemente espresse con forza e con una profonda osservazione vigile su tutti i processi logici che determinano le nostre azioni, siamo solo un meccanismo.
Siamo dunque per la maggior parte del tempo un orologio senza orologiaio?  


Forse siamo solo Robot che si illudono di avere un'anima.

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