martedì 19 dicembre 2017

Natale arriva veramente una volta all'anno?


E' proprio dell'umanità fare di una festività religiosa e spirituale, dove sarebbe auspicabile trovare il giusto raccoglimento, realizzare invece una festa commerciale e rumorosa. 

Come poi incontrarsi l'uno con l'altro, e tutti magari con i più deboli e poveri, in questo bordello di centro commerciale che pare essere diventato il mondo tutto, per me resta un mistero. 

Così (tanto per cambiare) chi ha i soldi spende e spande e compra i regali agli amici e ai partenti suoi che spendono e spandono a loro volta, badando bene, ma senza farsi notare troppo, nel mantenere viva la contabilità di costi e ricavi di questo scambio ipocrita, posssibilmente in pareggio o in positivo. 
Forse, solo un idiota regalerebbe qualcosa a qualcun'altro quando è già ricco.
Molti nella nostra società possiedono già un piccolo grado di benessere alcuni hanno non solo il necessario, ma anche il superfluo. 
Allora? 
In questa girandola di prezzi e oggetti dove finisce quel sentimento che ispira questa festa? 
Dove trova posto la coesione verso chi ha meno o addirittura nulla? 

Il senso di un regalo per me è donare qualcosa a chi non l'ha, ma credo, e spero che alcuni comprendano, che il vero regalo gradito è l'attenzione.
L'attenzione è il vero dono, verso la o le persone, verso la realtà della miseria che comunque ci grida in faccia, non solo a Natale ma in ogni giorno di questa zozza vita. 

La vera povertà non è solamente non avere niente, ma essere invisibili agli altri, e questo purtroppo ci rende tutti egualmente poveri. 

Il senso del Natale secondo la mia idealistica convinzione è il ribaltamento, fosse anche solo per un giorno, fosse anche solo per un minuto, della logica delirante e malvagia di questa società che ci dice come se fosse vero: "Solo ciò che possiedi ti renderà degno di attenzione (dunque di valore e di vita), chi non ha nulla non è nulla". 

Spiace vedere che si scambiano gli oggetti non solo tra persone ma al posto delle persone.

In fondo a questo vicolo cieco, ingombro di oggetti e di materialità esasperata si troverà ancora più indifferenza di quanto abbonda già normalmente in questa esistenza. 

Il vero e unico peccato umano secondo la mia modesta etica semplificante ma spero non semplicistica è solo uno: la noncuranza con cui viviamo questa vita così ricca di dettagli e sfumature che la rendono meravigliosa. 

Non ci casco nel tranello di ammettere i valori di una società disumana che nel voler riempire di oggetti la nostra vita ci toglie sempre più i valori reali dentro noi stessi. 
Tutto questo ci rende tutti poveri di emozioni vere. 

Alla fine circondati da oggetti inutili cosa mai realizzeremo di autentico in questa esistenza? 
Con la predominanza del valore delle cose sulle persone non si assiste forse alla perdita di umanità?
Questa semplice verità non è forse sempre davanti ai nostri occhi? 
A parole questo mercimonio disumano è negato, ma nella realtà dei fatti è proprio il contrario. 
Chi ha interesse a fare di noi dei contribuenti/consumatori ci offre le comodità, ma in definitiva sono catene che non ci permettono di raggiungere quella empatia che è l'unica ricchezza che ci fa essere dei veri esseri umani. 

Come si può essere così superficiali? 
Così ipocriti poi, dichiarando una cosa ed attuando proprio il suo contrario. 
Qual'è la logica incoerente in questa accettazione acritica? Essa non dona vera felicità ma amarezza. 

Pervertendo la vera natura di questa festività che dovrebbe fare seguito all'insegnamento stesso di chi l'ha ispirata e che invece andrebbe festeggiato realizzando, per quando possiamo, la sua ispirazione e soprattutto il suo esempio.

Tutti un giorno, prima o poi, saremo privati di tutto.

Se non c'è nulla oltre a essere quanto abbiamo, allora cari miei, siamo tutti destinati non solo a perdere tutto ma a perderci. 

Dunque, secondo questa triste farsa travestita da festa, che mi disgusta come nulla al mondo: Chi non ha un cazzo, oltre al disagio, dovrebbe assistere a questa esibizione di abbondanza e luminarie? 
Accontentando i disperati, se va bene con quella carità ritagliata dagli avanzi e fatta, badando bene di essere visti dagli altri quando la facciamo, per sembrare buoni....Se mai la facciamo. 

Colori prodotti, profumi e fuochi d'artificio, dimenticando così che "l'esibizione di ricchezza, offende il povero" e questo lo dice proprio il Vecchio Testamento. 

Credo che se tornasse Gesù su questa terra infame, dopo duemila anni capirebbe, quanto oggi come allora, gli esseri umani riescano sempre a fare di ogni occasione, un occasione mancata. 

Anche se sarei ipocrita ugualmente agli altri se non confessassi che non ho un cuore così grande da fare del bene prodigandomi per infermi, ammalati, oppressi e affamati. Sono solo capace visto che non so fare molto per questo mondo, a parte criticarlo, di cercare di non dare ulteriore fastidio a chi soffre.

Ogni tanto, ma senza alcun merito da parte mia,  il mio "Demon" mi permette di sperimentare l'unica saggezza a disposizione di un essere umano che non è certo nelle parole forbite e nei pindarici voli della ragione, dove ho una certa familiarità, ma quella porzione sconosciuta e bellissima di mondo che non si trova sulle mappe: "l'oceano del cuore semplice". 

Ah! Quasi dimenticavo: Buon Natale.

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