venerdì 27 dicembre 2019

E' tutto d'un tratto è arrivato Natale a rompere il c...




E' controversa la questione sui desideri e su questa festività che li ispira. 
Sono considerazioni che ho già fatto, ma vale la pena ribadirle.

E' ovvio che tutto ciò che desideriamo ci possiede, dunque ogni volizione e aspirazione è nemica della personale libertà. 
E' anche vero che una vita senza passioni pare essere vuota, insipida e priva di qualunque senso; Così siamo sempre chiamati a palleggiare la nostra esistenza fra l'inferno delle passioni e il deserto della mancanza di esse. 

Di fatto questi sono due inferni/paradisi in quanto alternano entrambi gioie e dolori, soddisfazioni e frustrazione, rumorosa compagnia e pace stucchevole, amori soffocanti e nera solitudine. 
Non lasciano così scampo a una visione idealistica e ottimista della vita. 

Provando a usare tanto per cambiare un po' di realismo, si noterà che l'esistenza su questo curioso pianeta è fatta di una continua competitività per la sopravvivenza; Analizzandola a livello generale è lapalissiano che la vita si sostiene sul cannibalismo tra specie diverse. 
La creazione fatta da un presunto Essere Divino non sfugge a quest'amara osservazione che si esprime in una didascalica constatazione: "La Vita si nutre di vita". 

In quest'ottica allargata, in questo comandamento non scritto ma imperativo, non è possibile affermare che la mia esistenza sia meglio di quella di un pollo che magari ho appena mangiato, e nemmeno è possibile asserire che un virus non abbia il suo buon diritto nel provare con qualche malattia a farmi schiattare.
Ognuno è importante per se stesso, e questa soggettività se è vero che ci contiene è altrettanto vero che ci imprigiona. Così, quando sento le persone parlare dell'amore di Dio per tutte le creature indistintamente, e che il fondamento umano è "buono" non posso fare a meno di ridere sino alle lacrime per una così piramidale mancanza di obbiettività. 

Come possiamo essere "buoni" nell'accezione morale corrente  se di fatto non possiamo vivere senza assassinare qualcuno? 
E' puerile tentare di scagionarci assegnando una scala di valori rispetto alle altre specie che guarda caso ci trova in cima. 

E' una negazione inverosimile di ciò che è palese e cioè che "tutti fottono tutti" e più di ogni altro l'essere umano non ha amici tra le altre specie viventi, a causa della sua distruttività e avidità. 
Si sa che l'uomo guarda dappertutto in cerca della Verità (?) meno in ciò che ha davanti agli occhi, ed anche se lo facesse, cambierebbe poco, visto che comunque non apre prima questi occhi. 
Nel migliore dei casi è affetto da una fortissima miopia. 

Leggevo oggi, dopo che una zingara mi ha rigato la portiera della mia bella auto, forse solo perché non le ho dato l'elemosina, e  curiosamente tale situazione un po' così, ha suscitato in me altalenanti sentimenti, in controtendenza con la gioiosa e feconda Santa vigilia di Natale, un articolo sui suicidi nel jet-set coreano. 
Credo, un tema a tutti molto caro e pregnante. 

Ebbene dall'articolo risulta che queste Star divoratrici di Kimchi hanno spesso problemi di depressione, in particolare quando qualche loro ex cerca di sputtanarli con video porno home-made o rivelazioni scottanti, deludendo forse i propri amati fan (chissà poi perché? Di certo avrebbe aumentato la loro popolarità) e così ben tre cantanti molto carine, giovani, ricche e forse un po' mondane, si sono levate di mezzo da se stesse, suicidandosi. 
Una fragilità che sembra generalizzarsi ora anche tra la gente comune, magari solo per solidarietà con i propri eroi dello spettacolo. 

Una sorta di pandemia esistenziale maniaco-depressiva. Pare così che una vita che si proietta quasi sempre all'esterno nella ricerca del successo materiale, dell'approvazione, a volte addirittura nell'adorazione da parte di altri, ovvero il pubblico, verso questi personaggi del bel mondo, quasi tutti,  belli, facoltosi, ma ahi-loro pieni di nulla, non abbia nessun fondamento solido. 

Credo che questi "uomini e donne di successo" non avendo mai osservato con disincanto il vuoto interiore che esiste in ognuno e in ogni momento cioè una vertigine cui dobbiamo imparare a comprendere, nel momento che per qualche circostanza di vita, è invertito il senso del loro sguardo, da fuori a dentro, ebbene questa conversione indotta dal caso li porta a un tale choc che sono completamente annichiliti. 

Vittime dei loro desideri, a volte disattesi, in altri momenti realizzati, altre volte ancora in concorrenza con quelli di altri.

Quanto vero allora mi appare il monito della Sibilla Cumana: "Attento a quello che desideri". 

Quasi dimenticavo. 
Buon Natale a tutti e non dimenticate la lista delle cose che volete da inviare a Babbo Natale.

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