lunedì 15 maggio 2023

Inascoltate

A giudicarsi si sbaglia sempre, perché è impossibile.

Particolarmente se ci consideriamo persone di successo oppure un fallimento completo.
Eppure lo si fa costantemente.
I più insicuri lo domandano agli altri, l'applauso per sentirsi importante, la reputazione.
Quello che gli altri ci dicono noi siamo dovrebbe essere la misura con cui veniamo misurati?
E la nostra opinione?
Non conta più nulla.
I più semplici invece guardano ai risultati per darsi un voto, ma anche questo se pur confortato dalla realtà dei fatti è parziale.
Van Gogh non ha mai venduto un quadro in vita sua, eppure non si può certo dire che sia oggi un pittore fallito.
Spesso è il tempo che determina il successo, è una questione cronologica, non un valore assoluto.
Si potrebbe domandare: "Vorrei saperlo ora".
Ma l'essere umano non sa nulla, almeno non sa nulla di quello che è importante e reale, conosce solo convenzioni e opinioni condivise che chiama: verità.
Altri invece misurano il successo con la felicità, ma anche questo è relativo.
Se guardiamo alla vita dei "grandi" essa è piena di angosce, rabbia e conflitti e secondo questo metro sarebbero tutti da considerare sbagliati.
La felicità è un sentimento assai personale, relativo e soprattutto discontinuo, secondo la mia opinione non può essere completamente la misura di un uomo, perché la felicità spesso è superficiale, effimera e mondana.
Se guardiamo le persone in una festa che ridono e scherzano tra loro, paiono felici?
Certamente, però tutto meno che profonde.
E' questo che dovremmo auspicare per noi stessi?
Una vita come una festa, dove si parla con tutti e non si dice nulla a nessuno?
Dove si è distratti dal piacere, assordati da una musica martellante più che attenti a ciò che ha valore per il nostro spirito?
La semplicità, quella è una buona cosa, ma ahimè nel nostro mondo così complicato è persa quasi subito.
E una volta persa non si può più averla indietro.
E senza semplicità come possiamo realizzare una vita piena e dunque di successo per noi stessi?
Avremo bisogno invece di tante cose, di tante emozioni e stupori per riempire il vuoto creato da noi stessi con le nostre complicazioni.
Un vuoto incolmabile, perché insostanziale e scavato proprio nel momento stesso che lo volgiamo riempire.
Quando invece di affannarci dovremmo sedere in silenzio e smettere di migliorarci, smettere di cercare altro, smettere e basta.
Quando ti fermi il Mondo con tutto il suo contenuto ti raggiunge.
Nel momento invece che lo vuoi prendere si allontana.
Il segreto è lì.

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