venerdì 1 settembre 2023

Lì o là, sempre in culo ce l'ha.



E' curioso che le persone parlano e scrivono da saggi, ma raramente la loro vita lo è.

Ogni bambino prima di diventare adulto e perdere la semplicità e l'attitudine a vivere nel presente, è felice naturalmente; Magari non sa esprimerlo con parole, ma è saggio nel vivere.
Da adulti si parla bene, ma si vive male.
Eravamo saggi senza saperlo, ora la saggezza è un ricordo, non più un fatto.
Bisogna essere onesti e riconoscerlo.
Non viviamo per diventare saggi, lo siamo già appena nati; Viviamo e impariamo per diventare stupidi.
Accumuliamo conoscenze tecniche e teoriche, ma perdiamo l'intelligenza spontanea dell'infanzia che invece ci aiuterebbe a vivere bene.
Se non lo si crede basta guardare queste creature innocenti.
Non sono avidi, litigano per un gioco e poi lo lasciano per andare a giocare con chi avevano litigato.
Non sono sempre buoni, ma almeno sono sinceri.
Non sfruttano gli altri, non hanno malizia.
Sono semplici, quello che sono lo manifestano, senza ipocrisie morali.
Non hanno nemici. Desiderano solo quello che gli serve per sopravvivere, un po' di cibo un posto caldo dove dormire e l'amore di chi gli sta intorno.
Se vedono un altro bambino la prima cosa che gli dicono è "vuoi giocare?".
Non gli interessano i nomi, le professioni, lo status sociale.

In realtà i cosiddetti "grandi" non accumulano virtù nella vita, cercano solo di non perderle.
Il bambino inoltre non ha paura di morire, l'adulto ne è terrorizzato.
Non solo per l'età che avanza, perché la fine non dipende dall'anagrafe e questo lo sanno tutti, ma dipende dalle circostanze; E' impaurito perché conosce il Tempo e in questo trova l'Inferno in Terra.
Se riesci a vivere senza Tempo sei come Dio.
Tutta la grande biblioteca umana trova posto nella semplicità del silenzio inesprimibile di un bambino, per noi questa dote è ormai irrimediabilmente persa.
Facciamocene una ragione.
O si torna bambini (molto raro) oppure non si vivrà la saggezza, ma si avranno solo le parole sagge che non si concretizzano in azioni.
La saggezza del uomo fatto, è un ricordo, perché non ci sono regole o strategie per vivere bene, è solamente essere felici senza ragione, senza complicazioni, senza causa, senza senso e soprattutto senza Tempo.
L'uomo adulto conosce solo surrogati di felicità che sono le soddisfazioni, grazie agli oggetti da possedere, addirittura cercando di possedere le persone.
Si identifica nelle etichette, nelle idee che sono opinioni.
Quando perde queste etichette o sono messe in discussione, sebbene siano enti irreali e definizioni arbitrarie, soffre.
Crea un mondo di oggetti e poi si sente povero.
Non é strano?
E' proprio perché non ha più quello stato naturale di purezza, di non pensiero.
Il bambino ragiona, ma non pensa. L'uomo pensa continuamente e raramente ragiona.
Se c'è qualcosa da fare per un bimbo è solo un gioco e ci si butta dentro completamente assorto, indifferente se è utile oppure è inutile, la sua azione è sempre gioiosa; Completa, totale.
Deve andare dal papà?
Ci va correndo e ridendo.
Poi se ne stacca e corre dietro a una palla.
Non c'è continuità, memoria, solo un susseguirsi di attimi nuovi.
Il bambino infatti non saluta, almeno finché non gli è insegnato con l'imposizione.
Il saluto non è altro che un riconoscimento di identità "Tu esisti".
Questo modo di sottolineare una cosa evidente e ovvia non ha senso per un bambino, e paradossalmente, lui percepisce gli altri molto più chiaramente degli adulti che invece si salutano tra loro e dicono in maniera socialmente convenzionale "Ti vedo" e non vedono proprio niente.
La parola definisce qualcosa e una volta definita questa cosa non è più ricercata.
Tutto però si trasforma e cambia. La definizione di ieri, oggi potrebbe non andare più bene.
Si dice "ti amo" e non si guarda più chi si ha davanti.
Non ci si accorge di chi realmente è oggetto del nostro amore. Perché l'altro grazie alla parola è diventato una definizione cioè un ricordo.
Si ama un ricordo e non l'attualità. I sentimenti si vivono grazie alle percezioni e questo avviene nell'unico tempo reale cioè il presente.
Da grande l'essere umano avrà obiettivi, leggi, aspettative, ordini, memoria di dolori, paure, impegni, responsabilità, desideri, volontà, idee.
Ha tante cose che lo appesantiscono e che lo spingono in un altro tempo e in un altro luogo.
Guarderà l'orologio come ad un padrone che gli ricorderà ciò che dovrà compiere e questo compito sarà inoltrarsi nel futuro.
Dimenticando però che non potrà mai essere felice se non è qui, adesso.
La felicità è sempre qui, solo che l'essere umano è da un'altra parte. Questo è il problema.

Cercherà allora la felicità tramite succedanei che sono anch'essi sempre altrove, oggetti e situazioni da raggiungere e lo spingeranno ancora più lontano, sempre più nel futuro. Ogni tanto rivivrà un passato ormai morto con i ricordi.

Non trova in questo la felicità e non la troverà, sebbene cerchi ovunque essa è esattamente dove lui è già.
Nell'unico posto dove non guarda mai.

In se stesso e nell'attimo che chiamiamo: adesso.
A me fa morir dal ridere.


Nessun commento: