venerdì 15 novembre 2024

Il Salto



Già Pavel Florenskij, matematico, teologo e mistico russo morto fucilato durante lo Stalinismo, sosteneva che il sistema di pensiero di ogni individuo è determinato dallo scopo della sua esistenza.

Ci si domanda allora quando questo scopo possa determinarsi se avviene prima del pensiero stesso?
Nella ante-vita si determina.
Secondo la mia personalissima idea, l'esistenza trova spazio in una dimensione umana di coraggio e grandezza che potrei definire epica.
Ogni apparente entità chiamata essere umano si incarica, divenuto un "se stesso" per vivere nella dimensione materiale, di un obiettivo; Una sorta di missione che è fortemente impressa nel suo spirito, è marchiato prima di essere lanciato, direi quasi paracadutato in questo Mondo.
Le istruzioni perse, la missione dimenticata, inizia il viaggio della vita.
Rimane nel esistere solamente una sottile percezione interiore di "altro" che perseguita e sprona a cercare.
La mappa è perduta durante il lancio?
Forse non è mai esistita.
Tu sei la mappa, il sentiero, la destinazione ma questo "tu" in definitiva non esiste propriamente.
Allora?
Ecco che solo questo Mistero è il senso che ci muove mostrandosi volta per volta.
Per questo ci vuole coraggio.
E' come un tatuaggio sotto pelle questo "scopo" che personalmente chiamo "Intento" che man mano riaffiora nel corso degli anni e delle esperienze, determinandosi sempre più e palesandosi ancora meglio nel personale pensiero, ovvero come vedremo il mondo così lo determineremo.
Il senso di portare non solo il proprio peso, ma il peso che grava su ogni essere assegnandosene una parte è la porzione di quella grandezza che scorgo in ogni essere umano.
Tutti siamo immersi nella sofferenza, nostra e degli altri, senza scampo né via di fuga.
E tutto questo per cosa?
Non si conosce la risposta, vagamente la si intravvede nei migliori momenti di lucidità spirituale, ma poi non vi è alcuna certezza che sia vero ciò che si è intravvisto.
Se si guarda solamente alla realtà sensibile, con occhi disincantati è evidente che ogni cosa risulta essere incomprensibile, indeterminabile e assolutamente futile e transitoria.
Nulla trova un reale senso al nostro vivere a parte i sentimenti più totalizzanti che danno spessore ad alcuni attimi; Sono i nostri sentimenti o provati da altri nei nostri confronti che accadono e ci lambiscono, non sono però di nostra proprietà, vivono in noi, ma non sono al nostro comando né ubbidiscono alla personale volontà. Parlo dei sentimenti più profondi e solidi cioè quelli che rimangono intoccati dalle cose del mondo, essi sono rari per non dire rarissimi; Di fatto sono l'unico punto fermo nell'esistenza, l'unica cosa che abbia reale senso nel Teatro dell'assurdo che chiamiamo Vita.
Un panorama assai desolato è quello che si presenta agli occhi della ragione.
Eppure qualcosa si percepisce, alcuni la chiamano fede cioè avere percezione di ciò che risulta invisibile.
Nel mio modo di essere non è tanto importante riversarsi e prendere sostegno grazie ad esseri superiori, Divinità, Filosofie o altre credenze esterne all'Uomo stesso, quanto nel reale "Intento" proprio e unico. Esso si determina nel vivere, e in essa cioè nella Vita che trova il modo di realizzarsi, mostrandosi.
E' personale questo modo?
Certamente, ma non nel modo che si crede.
Non è espressione di un qualcuno che desidera, vuole e determina, quanto invece portare la propria parte di peso che si è deciso di sopportare.
In questo è personale, nel senso che solo ciascuno di noi lo può fare.
Percepire qualcosa più grande di sé è ciò che ci rende diversi da chi riconduce tutto a sé, facendo di sé l'unico scopo per cui vivere.
Queste istruzioni di vita, schema di progetto da realizzare, itinerario da compiere, tappe da raggiungere, strumenti di verità da cogliere, alcuni lo chiamano Destino, ha molti nomi questa indeterminatezza.
Questa è proprio un'assoluta indeterminatezza!
Questo salto tra due lembi di terra di continenti diversi separati da un orrido fatto di vuoto è colmato dal coraggio di vivere.
Per questo l'essere umano, qualsiasi essere umano, sebbene piccolo, meschino, pavido ed egoista è immenso e nobile nel momento che ricorda ciò per cui gli è stato dato modo di nascere e vivere cioè: compiere.
Vivere è compiere ciò che è oltre la piccola idea di noi stessi.
In questo modo non andrà buttata via l'esistenza, perché non c'è altro peccato in vita che sprecarla.
Ecco com'è.

lunedì 4 novembre 2024

Silenzi intermittenti



La vita è lunga o breve?

Non lo so, forse dipende a chi lo domandi.
Ci sono attimi però che valgono una vita intera e la vita sembra avere senso solo per quegli attimi.
Sono dei momenti eterni?
Non ne ho la certezza, ma lo sembrano.
Non sempre e solo meravigliosi.
L'esistenza si riassume in un pugno di secondi folgoranti e anche altri che non arrivano al minuto e non sembrano speciali.
A volte cose semplici hanno un sapore mai gustato prima.

La castagna che lanciavo ridendo da bambino, mentre gli alberi ridevano insieme a me, la gamba di Papà che abbracciavo forte appena imparato a camminare; Sono ricordi in rilievo nella memoria.
Quanto amore si è disciolto nel fiume della Vita!
Quanta sofferenza.

Sono comunque momenti magici gli attimi dove lo stupore ti sorprende fino in fondo come la nascita di un essere umano che chiami figlio o figlia, lo vedi per la prima volta ed entra in te e non va più via, così comprendi senza alcun dubbio che la vita è un miracolo.
Saltuariamente un terribile miracolo.
Mi ricordo quando percepii l'ultimo respiro di una persona prima che diventasse un cadavere, proprio davanti ai miei occhi, e mi trasse da dentro un profondo stupore: Ah! E' così che succede.

Sono, secondo il mio sentire: i silenzi inaspettati; Mi accadde anche quella volta che un tramonto rosso come un fuoco colorò le punte dei Templi d'Oriente e mi persi nel Tutto per ritrovarmi come per caso, in un momento perfetto.
Ricordo una notte misteriosa dove due corpi innamorati furono uno e dissi a me stesso: La felicità allora esiste!
Cose così.
In alcuni istanti viviamo una grandezza che sembra non appartenerci, eppure ci abita dentro e poi?
Va via.
A quel attimo irripetibile direi: "Perché non resti con me?
Sei così bello. Sei talmente intenso e originale".
La vita ordinaria invece trascorre quasi senza traccia, è una sorta d'attesa di non si sa bene cosa.
Resta quello che sorprende alle spalle, il momento che arriva senza farsi annunciare e vale forse tutta una vita, oppure ha in se solamente un reale significato.
Lo senti distintamente, anche se non fa rumore.
Che cosa strana questa punteggiatura, ha più importanza delle parole che divide.
I silenzi intermittenti, silenzi senza tempo sono questi attimi.
Ci dicono cose che non trovano modo per essere descritte, eppure tutti sappiamo che esistono.
Hanno la sostanza dei sogni questi istanti, tuttavia non ci sono mai stati momenti tanto veri.
Se mai un giorno mi chiedessero conto, dirò: "Così visse totalmente la vita in me".
E il resto?
Mah!
Sinceramente?
Un indistinto contorno.