Cos'è e dov'è il Paradiso semmai esiste?
Dante lo fa dire bene nella Commedia.
Credo quando visita il terzo Cielo, ma non mi ricordo con precisione in quale Canto del Paradiso.
Ebbene il Poeta chiede a un'anima santa se si sente in qualche modo mancante di qualcosa abitando un Cielo, cioè un luogo, un po' più distante da Dio, rispetto ad altre anime più vicine a Lui.
Quest'anima eletta infatti dice: "Non è importante per me essere lontana o vicina a Dio. Ma essere dove Lui vuole che io sia".
Il Paradiso secondo me è questo.
Nell'accettare il nostro posto e sentire che siamo, in questo modo, parte del Suo disegno e della Sua realizzazione.
Chi cerca la lode non ama Dio.
Chi mette il riconoscimento di valore, la propria posizione e la propria felicità davanti alla Sua non è e non sarà in Paradiso, anche se ha pochi peccati.
Il Paradiso non è in un altro luogo o in un'altra vita, ma in questa vita ed esattamente dove si è e questo lo si vive nel momento in cui la nostra volontà si spegne e si armonizza e si adagia in quella volontà più alta e grande che appartiene al Creatore di tutto e ogni cosa.
E' nell'essere ciò che Lui vuole che sia e dove Lui vuole pormi che si realizza il Paradiso per me. Ovunque e in qualunque modo. In definitiva è amare il proprio Destino cioè espresso in parole prosaiche ciò che è la Sua volontà.
Non c'è retribuzione o commercio con Dio.
E' puerile anche solo pensarlo. Non esiste in alcun modo: "do ut des" con la Divinità.
Perché non possiamo dare nulla a Dio che non sia già Suo.
E' solo la visione soggettiva umana assai limitata che ci fa considerare le cose come fossero una sorta d'espressione di una volontà personale.
L'Uomo è nulla, esiste solo Dio.
Tutto è Dio, è anche la tastiera con cui sto scrivendo queste parole.
Dunque, quando un essere umano smette di pretendere di commerciare con Dio e abbandona l'idea che Dio sia cosa lui pensa possa essere che si aprono le porte del Paradiso.
Viceversa, quando un individuo mette se stesso prima, prima della cosa che è cioè si oppone al divenire e all'essere parte di ciò che deve essere, in quel preciso momento questa persona precipita in un Inferno.
Inferno e Paradiso coesistono nello stesso luogo e nello stesso essere umano, ma non sono determinate dalle sue azioni, come erroneamente e presuntuosamente egli crede, ma nell'idea errata che la sua volontà sia importante e venga prima di quello che deve essere e ciò è espresso nel suo fare con uno scopo, nelle aspettative e distinzioni che pone fra se e la realtà ovvero nell'attuazione di qualunque volere "egoico". Di converso, nell'aderire completamente a un'altra forza più grande oltre se stesso cioè: "Nel fare Verità".
Nel primo modo si vivrà come ho già scritto, in un Inferno, mentre nell'altro in un Paradiso e questo avviene a prescindere dal conto in Banca o dalla posizione sociale oppure dalla salute.
Questi beni auspicati sono ininfluenti rispetto alla nostra adesione a Dio che deve avvenire in maniera incondizionata e senza aspettarsi lodi o retribuzioni.
È importante capire due cose: cosa è il peccato e cos'è il pentimento.
Cosa significa peccato?
Dal greco antico è spiegato bene: mancare il segno.
Così come è spiegato dall'etimologia della sua parola, il pentimento è : "Cambiare la propria mente (Metanoia)".
Queste sono le linee guida dei Vangeli e dell'insegnamento di Gesù.
Il quale non parla di Paradiso, semmai di Regno e quel Regno non è in un altro luogo o in un altro tempo.
Il Regno è nel "fare Verità" cioè "Vita" che è la parola erroneamente tradotta con "Spirito" oppure a volte con "Anima" dall'aramaico con cui furono scritti i Vangeli e poi tradotti in greco antico con diversi errori.
L'Anima infatti è un concetto Platonico non cristiano. I primi Cristiani per trecento anni non sapevano cosa fosse.
L'anima nasce con Agostino fatto poi Santo.
È un errore di traduzione dal greco che ora è stato chiarito dalla traduzione più esatta dall'aramaico.
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Lo Spirito o l'Anima, tradotti erroneamente dal greco infatti non appartengono all'insegnamento Cristico, ma alla Teologia Cristiana che è un'altra cosa.
E' la Vita che interessa a Gesù e appunto "nel fare Verità" che si attua il Suo insegnamento e questo significa "fare Vita".
Tutto ciò che è contro la Vita è Male.
Bisogna considerare una frase del Salvatore su cui ho riflettuto molto: "Chi ha pochi peccati, ama poco".
Così ha detto Gesù.
Questo evidenzia un errore molto comune che ci fa considerare preminenti le azioni piuttosto che gli intenti. I risultati rispetto al cuore che li hanno ispirati. La paura di sbagliare rispetto alla nostra azione.
L'essere umano è chiamato dalla Vita a fare, ad agire, ma la sua azione deve essere ispirata da un "intento" oltre se stesso.
Togli "Io" dal tuo occhio e vedrai la Verità.
L'insegnamento di Gesù è semplice e diretto.
Non spiga, mostra. Non dice, racconta. Non ha precetti, ma parabole.
È pragmatico non dottrinale o moralistico.
Fai e saprai. Vieni e Vedrai. Chi ha orecchie per intendere, intenda.
Lampante e schietto, e in questo si trova la strada per il Paradiso. Una strada che è già qui, non è da percorrere, ma da vivere ora e adesso.
Dio non procrastina, perché è oltre il Tempo (considerato riduttivamente invece come eterno).
Dio è oltre il Tempo e oltre ogni definizione, perfino quelle che ho dato, ma ho volutamente errato solo per farmi capire.
Tra esseri umani per intenderci usiamo il linguaggio fatto da parole e categorie, logica e grammatica.
La parola per sua natura distingue, divide questo da quello. È inadatta a esprime il Tutto che invece concilia gli opposti che la ragione per intendere separa.
Non amo parlare di Dio, perché non lo posso comprendere e la mia percezione cioè il mio "sentire" è estremamente parziale. Dunque ne parlo malvolentieri. Inoltre non lo considero come un ente o un qualcosa diverso da me stesso e dalla realtà che grazie ai fallaci sensi colgo.
Quindi non lo considero nel mio vivere sebbene a volte, e lo ammetto candidamente, nei miei impicci e nelle difficoltà rivolgo a Lui il mio pensiero. Lo faccio semplicemente perché sono un modesto essere umano. Ho le mie paure, le mie ansie, i miei desideri, assai piccoli e meschini, ma comunque ci sono e bisogna essere onesti, almeno con se stesso.
In ogni caso se esiste Dio e Verità è ora, ed è sempre davanti ai nostri occhi, in noi e attorno a noi, altrimenti non potrebbe esistere Dio e Verità e neppure Paradiso in un altro tempo se non nel Presente.
L'unico tempo in cui viviamo cioè siamo realmente.
Se esiste il Paradiso è qui e ora, lo ribadisco, sta a noi viverlo o rifiutarlo.
Sta a noi cercarlo sebbene sia già qui.
Sta a noi trovarlo sebbene già lo abbiamo.

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