martedì 6 aprile 2010

Non seguitemi, mi sono perso


Spigolando nelle selva dei pensieri ogni tanto colgo una traccia che mi piace seguire.
Come si fa? Mi Domando.
Non lo so. Forse non ha senso trovare regole, ricette, medicamenti per questi eventi di vita vissuta che ci governano, nutrono, feriscono.
Ogni momento richiede nuove soluzioni.
Le certezze allora? No, grazie abbiamo già dato.
Non si dice così quando si vuole evitare un questuante?
Eppure, eppure, eppure, solo noi possiamo trovare la strada che ci riporta a casa.

Mi soffermo a volte a riflettere sulle apparenze che assumo un valore tanto importante. Tanto rilevante da abdicare il senso critico per un preconcetto, il quale non è che pigrizia di spirito.
La memoria poi…Un impostore così opinabile.
Fatta di ricordi, disegni indelebili nel nostro cervello, colorati però dalle emozioni che segnano il dipinto a tinte forti. Colori, tanto vivaci che rendono difficile riconoscere il disegno che c'è sotto.
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E’ stato detto che se l'uomo, d'improvviso, cogliesse la realtà per quella che è, morirebbe o impazzirebbe.
Non saprei come esprimermi a proposito, penso che è un tema caro alla fantascienza, degno di un romanzo di Philip H. Dick., ma che si avvicina spesso al nostro presente.
E' un universo distopico che si presenta a questi occhi, forse, finalmente aperti. Un orrido che dà le vertigini se ne vogliamo scorgere l'abisso.

Tornando sulla Terra, dove abitiamo, non resta poi molto per tracciare una traiettoria sicura.
Perse le mappe, forse rubate da un mago, non possiamo contare completamente sulla nostra visione limitata.
Come si fa?
Rimbalza di nuovo questa domanda nel cortile angusto della mia mente.
Resta solo il cuore, un muscolo concesso alle emozioni ed ai sentimenti.
Uno strumento negletto, fortemente inaffidabile, come dicono i cinici.
L'unica bussola, per me, che indica senza accompagnare ma che non sbaglia mai la rotta.

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