venerdì 30 settembre 2011

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Paesaggi autunnali scorrono davanti agli occhi.
Siamo noi che ci muoviamo o è il mondo che avanza?
E' come in una stazione non si sa mai se è il nostro treno che parte o quello accanto.
Ci nutriamo durante questo viaggio di cibo, ma anche di immagini, di sentimenti ed emozioni.
Mangiamo sempre qualche cosa.
Che sia un sorriso di uno sconosciuto che ci passa accanto, uno sguardo rubato a due innamorati o il silenzio della gente che parla.
Mastichiamo ogni cosa, poi deglutiamo la vita che ci scorre dentro ma ci lascia ancora fame.
Si beve anche..Per dissetarsi, ma spesso è acqua salata.
Ha, però una sua bellezza questo impulso, questo appetito che ci spinge a addentare ogni evento.
E’ un appetito insaziabile di vita.
Piaceri momentanei come piccoli bignè, punteggiano il divenire, ci soddisfano inaspettatamente, ma subito ci abbandonano lasciando solo un eco del sapore appena gustato.
Così è per i bocconi amari.
Talvolta ci si sorprende che anche l'acqua abbia odore e l'aria sapore.
In quei frangenti regalati fluttuiamo nel vento delle stagioni che passano e poi ritornano.
Uguali e diversi siamo ospiti dei cicli legati al grande Mistero che è servito, però a piccole porzioni, confondendoci.
Una musica silente accompagna questo pranzo, e suona il violino senza corde del cuore.
Passa e va...mentre il Sole cala fra i rami arrossati dalle foglie, ogni cosa perdendosi in un arancio magnifico.

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