mercoledì 7 novembre 2012

Sostanza e apparenza

E’ molto semplice.

Come una fiamma che arde sopra una pietra nascosta bruciamo la nostra vita, ed è una fiamma quasi senza peso; momentanea e inevitabilmente destinata a spegnersi dopo un breve bagliore.
La pietra invece non si osserva, non si esprime, ma continua a esistere: eterna, immutabile, immota.

Abbagliati dalla luce consideriamo come reale questo fuoco ma è come guardare se stesso in uno specchio che a volte distorce l’immagine che rimanda, altre volte questa superficie riflettente è coperta da strati di polvere accumulati in anni e anni di vita: Parimenti ridà un riflesso in cui non possiamo mai riconoscerci completamente.
Così ciò che è apparenza insostanziale è percepito come reale e invece ciò che è eterno è sentito come immateriale, ma se guardo nel abisso vedo che io sono quel abisso che guarda un Egli, esso è in realtà ciò che sono stato, sono e sarò.

Esisto come parte di uno spazio indivisibile che non è più confine perché è senza dimensione, in un momento eterno perché al di là del tempo.
Scopo della vita per quanto mi riguarda è pulire questo specchio, levigare ogni distorsione, vedermi per quello che sono e riconoscendone il riflesso: abbandonarlo.

La fiamma vive dunque la sua esistenza illusoria identificandosi nella somma delle proprie emozioni, nelle esperienze e conoscenze vissute e acquisite, ma non può che trovare in ciò altro che delusione, poiché ogni gratificazione è temporanea e ogni risposta è in definitiva un vincolo.

Questo costrutto apparente non può conosce la reale felicità perché legato alla propria natura effimera.
Ogni cosa sorta da questa struttura è indissolubilmente incatenata alla nascita, al divenire e alla fine, da questo deriva la sofferenza di ogni uomo nato per morire, fino a quel limite estremo dove egli si riconcilierà con il reale Sé, l’Infinito.
La pietra della vita è così detentrice di un altro tipo di gioia, di una pienezza fatta di un silenzio tangibile, di quel particolare vuoto che tutto contiene.
Essa è la natura autentica che non conosce il bisogno, il desiderio, la frustrazione, la brama insaziabile.
Esiste semplicemente al di là.
E’ un canto antichissimo che è melodia oltre la forma e l’idea.

Spesso l’uomo non ode o peggio ancora non vuole udire questa armonia che lo supera, lo sovrasta, lo contiene e lo annulla vivificandolo.
Dove "io non siamo" si trova la dimensione del vivere reale.

Nessun commento: