mercoledì 16 gennaio 2013

Un terrorista piccolo, piccolo


La base su cui cerco di mantenere il mio ragionamento è l’osservazione.
Un’osservazione il più possibile libera da preconcetti che con un oggettivo riscontro nella realtà mi indichi cosa sia la verità.
Se dunque l’eguaglianza è propria del mondo delle idee e della matematica la logica che guida la mia interpretazione del reale è la similitudine.
Guardo al grande attraverso il piccolo, alla società attraverso l’uomo.

Oggigiorno si fa un gran parlare di politica. Apparentemente la si vuole rappresentare come qualche cosa di complesso ma è in realtà molto semplice.

Se diamo un'occhiata a noi stessi notiamo che il nostro corpo segue tre regole principali.
L’economia, nei suoi processi biochimici e nel movimento. L’efficienza, per ottenere i risultati voluti e infine il "comfort" affinché questo lavoro non comporti danni.
Così è semplice immaginare una società migliore considerandola come un’estensione di noi stessi dove queste priorità sono rispettate, sostenute e per quanto possibile incrementate.

E’ naturale poi in caso di dubbio affidarsi ad un’intelligenza più grande, quella della Natura per esempio che ha permesso la continuazione della vita da milioni di anni, piuttosto che ad un’intelligenza umana che sino ad ora ci ha portato verso l’autodistruzione con la sopraffazione dell’uomo sull’uomo e ad una situazione ecologica disastrosa avulsa dalla terra in cui siamo ospiti.
Non è affatto un modo “ecologista” di guardare ai problemi più complessi, ma un modo per capire e interpretare come la Natura si trae di impaccio, quando è messa alle strette.

Immagino dunque una società in cui le tre regole enunciate siano concretizzate.
Un’economia che non incentivi gli sprechi, non sia distribuita in maniera iniqua e metta un freno all’avidità che è in definitiva il vero demone che vive in ogni essere umano.
Un’efficienza che determini per tutti dei risultati tangibili rispetto alle priorità di vita, in poche parole una vita degna di essere vissuta, libera il più possibile dai vincoli, con un lavoro dignitoso e una società che fornisca servizi e giustizia di buon livello.
In ultimo ma non per finire una società bella, dove il comfort sia la misura con cui si valutano i risultati delle prime due condizioni enunciate.
Perchè se c'è un tratto intimo che ci differenzia dal resto del genere animale è proprio l'attrazione che l'uomo ha per il bello.

Molto spesso l’umanità nella sua storia ha adottato delle strategie per uscire da situazioni stagnanti.
E’ ricorsa spesso a guerre, tracolli finanziari e qualche volta (raramente) a rivoluzioni, tutti eventi traumatici e sanguinosi che hanno per così dire dato una rimestata a questo gran calderone di ingiustizie.
E’ ovvio che queste situazioni estreme non possono essere chiamate soluzioni, ma solo procrastinazioni degli stessi problemi che infatti si ripresentano dopo un po’ di anni.
Il mondo umano si è servito per questi “scossoni” dei leader, leader che nell’immaginario collettivo sono sempre stati carismatici, intelligenti e apparentemente senza macchia ma nella realtà dei fatti con pochissimi scrupoli.
Alle belle parole, alle grandi idee, agli ideali messi sotto una bandiera da questi campioni non sono quasi mai corrisposti dei reali progressi duraturi. Pare proprio che l'umanità si arrampichi sopra un palo della cuccagna, appena smette di affanarsi per salire, ripiomba a terra con maggiore forza.
Una volta a terra il popolo di fronte a minacce reali ha sempre reagito in maniera nevrotica e irrazionale e si è focalizzato nella ricerca, puerile, di una sorta di padre salvatore, il leader appunto, che incarni le migliori qualità di cui la moltitudine stessa è priva. 
In altri casi non trovando soluzioni il medesimo popolo si è accanito su un capro espiatorio, generalmente innocente, su cui sfogare tutta la propria rabbia e violenza.

Una situazione paradossale cui però l’uomo pare trovarsi a suo agio, ma che non è più possibile perseguire per due ragioni evidenti.
La sovrappopolazione che ha ingigantito i numeri con cui si presentano i problemi e lo sviluppo tecnologico che fornisce un impatto accelerato ad ogni incidente determinato da un errore.

Personalmente, considero il ricorso ad un leader carismatico per la guarigione di una società malata uno sbaglio.
Per la semplice ragione che un rappresentate del genere, in virtù del suo carisma può promulgare (ed è stato generalmente fatto) tra le leggi necessarie anche delle leggi ingiuste che favoriscono i propri interessi a scapito di quelli del popolo; Facendo abdicare il senso critico dei suoi stessi sostenitori in virtù del suo fascino.
Così come alle persone che ci piacciono o di cui vogliamo l’approvazione perdoniamo cose che non perdoneremmo agli estranei.
C'è inoltre il rischio, tuttaltro che remoto, che un leader provvisorio e necessario in un determinato momento storico si insedi permanentemente in una situazione sociale che in realtà è in costante mutamento.

Per sintetizzare il concetto direi che non si può far affidamento su un redvivo Cincinnato.
Nella storia dell'umanità è stato un esempio unico e perciò ancora lo si ricorda con ammirazione.

E' invece necessario un rappresentate politico che sia essenzialmente un buon amministratore, una brava persona, magari un anonimo personaggio ma che sappia valutare sulla scorta del rendimento economico, dell’efficienza e del "comfort sociale"  le scelte necessarie da operare attraverso le leggi dello Stato.
Un uomo che non brilli sotto la ribalta come una primadonna ma che sia disposto coraggiosamente a perseguire il libero pensiero e a  pagare le conseguenze delle sue scelte se risultassero errate, almeno in caso di dolo.
Senza un adeguato senso di responsabilità dunque, concretizzato da una eventuale punizione, dare mandato ad un altro per delle scelte vitali per la colletività è pura follia.
Non dico nulla di nuovo poiché  già nella democrazia ateniese questo sistema ha funzionato bene...anche se è durato poco.
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Attualmente invece pare che le responsabilità dei nostri amministratori non siano contemplate dal loro remuneratissimo e pieno di benefit "contratto di lavoro".
Hanno fatto loro il motto del Marchese del Grillo che a chi gli chiedeva ragione delle sua arroganza, dei sopprusi e degli scherzi ai danni dei poveracci, spiegava sorridente la sua filosofia pecoreccia: "Perché? Perché io so' io...E voi invece nun contate un cazzo."
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Eccoci allora che ci facciamo distarre dai proclami, dalle promesse e “affabulati” dalla retorica scegliamo per i posti di comando solo dei commedianti, quando necessiterebbero dei buoni funzionari.
Come ho detto, avremmo bisogno solo di brave persone  dotate di buon senso che umilmente in caso di dubbio e incertezza sappiano rivolgersi ad esperti e scienziati o al popolo stesso per un consulto.
La condizione primaria per la loro elezione dovrebbe essere quella di essere svincolati dagli interessi dei più forti.
Pare invece che non ce ne siano.
La colpa ancora una volta di queste mancanza è nostra.
Amiamo gli eroi, dimenticando però che per avere un eroe ci vuole prima una guerra.
Sarebbe credo possibile per scongiurare questa sciagura provare a instaurare una democrazia più responsabile.
Allestire per esempio dei referendum frequenti ma non con i tempi biblici di quelli attuali. Li farei magari telematici incentrati sui problemi più scottanti, utilizzando un sistema sicuro e veloce di voto istantaneo  tramite internet o con sms criptati dal proprio cellulare oppure con un nuovo genere di televisione interattiva, si creerebbe così un sistema fruibile da tutti di un controllo sulle scelte politiche più importanti. 
E' evidente che prima di votare ognuno dovrebbe assumere le dovute informazioni a riguardo del problema grazie a una pluralità di interventi in merito fruibili altrettanto velocemente.
Altimenti per votare senza cognizione di causa tanto vale tenerci i nostri deputati e senatori.
La tecnologia è ora disponibile per un’espressione popolare in tempi velocissimi, non credo sia fantascienza sviluppare un sistema di questo tipo in totale sicurezza.
Forse la vera domanda dovrebbe essere: Ci sono gli uomini abbastanza coraggiosi disposti ad usarla?
Le prime scelte da operare con questo nuovo sistema saranno di natura economica.
Le linee guida di tale riforma sarà la base necessaria per avere i mezzi  su cui costruire i servizi che necessitano  e dovrà indirizzarsi, a mio modesto parere, verso una distribuzione della ricchezza il più possibile allargata e condivisa attraverso la disencentivazione dei guadagni derivanti dalla speculazione e con una ripartizione del lavoro che dovrebbe essere l'unico mezzo di sostegno. Lo diceva anche la mia nonna: "Chi non lavora non mangia".
La proprietà privata inoltre dovrebbe essere ridotta al minimo necessario per ovvie ragioni.

Non certo per fare come i comunisti di cinquanta anni fa, il cui esempio è stato fallimentare, ma semplicemente perché si vivrebbe tutti meglio. 
Lo sappiamo tutti che ciò che possediamo in realtà ci possiede.
Sogno una denucia dei redditi semplice e trasparente che aiuti con una ridistribuzione dei tributi il basso ceto a stabilirsi nel medio strato economico e intervendo realmente contro gli speculatori miliardari e i grandi detentori di capitale che non pagano in proporzione al loro immenso patrimonio.
E' evidente che lo stapotere delle banche andrebbe fortemente ridimensionato.
Questi ultimi esercitano il potere del debito per governare il mondo e non è più possible tollerarlo in una società composta da uomini responsabili.

Anche i pochi privilegiati del nostro presente vivrebbero in ogni caso meglio, difatti rinunciando a un po’ del peso della loro smodata ricchezza beneficerebbero della condivisione in una società più felice, sana, bella e sicura.
A cosa gli servirebbero in questo nuovo mondo tutte quelle guardie del corpo se la loro coscienza è diventata ormai quasi pulita? Se non fai del male chi e cosa mai devi temere?

Difatti, come può un uomo essere veramente felice vivendo in una torre di avorio quando fuori dalla porta di casa la città sembra una cloaca?
Come si può essere soddisfatti di un buon pranzo in un ristorante extralusso, quando intorno gli altri stanno morendo di fame?
Chiamatemi pure sognatore ma io preferisco visionario, anche se il nome me l'ha soffiato Steve Jobs diventando miliardario con le cagate super care che presentava in televisione. A me pareva il venditore dei Miracle blade.
Inveiva contro Microsoft che definiva un monopolio per poi adottare una politica ancora più aggressiva e vincolante con i suoi prodotti, intransigente nei confronti del consumatore dunque e non certo nei confronti della propria etica di mercato.

Tornando ai viventi e facendo invece un esempio più vicino è noto che il nostro Stato ha più leggi di tutti gli altri paesi d’Europa e forse del mondo intero. 
Si definisce "la patria del diritto" e paradossalmente è quella dove meno si persegue la legalità almeno se non consideriamo come paragone paesi come il Ruanda o la Colombia. 
Un vero habitat naturale per avvocati e delinquenti che in questo marasma contraddittorio sguazzano agilmente come pantegane nel naviglio.
Pare evidente così che in una società corrotta c'è bisogno di moltissime leggi.
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Se guardo poi agli attuali rappresentati in parlamento trovo principalmente avvocati, giudici, amministratori delle banche e un gran numero di pregiudicati che tutti insieme sodalizzano come vecchi compagni d'arme e sghignazzano e si abbuffano alla "buvette" di Montecitorio. Di fronte agli elettori fingono di litigare e poi vanno a mangiare tutti assieme a nostre spese con gran pacche sulle spalle.
Quanti impiegati, operai, muratori, idraulici o infermieri ci sono come rappresenti del popolo? Manco uno.
Non è strano?
Questi intrallazzatori invece che non hanno forse mai fatto in vita loro un lavoro vero hanno determinato dal dopoguerra a oggi i debiti cui noi tutti dobbiamo far fronte.
E' noto alla cronaca che la ricchezza di alcuni di loro si è decuplicata durante la recessione generalizzata. 
A scapito della povertà dei molti? E' ragionevole domandarselo e in ogni caso i conti non tornano e sarebbe giusto un "controllino".
Inoltre, penso sia imperativo che in una società sana i sistemi parassiti come le Chiese (di qualunque confessione) non dovrebbero gravare sullo Stato, ma dovrebbero essere sostenute, se proprio non si può farne a meno, solo dai contributi volontari e tassabili dei seguaci.
Ogni proprietà privata del clero accumulata con la complicità di leggi ingiuste dello Stato come il Concordato mi piacerebbe fosse confiscata anche con il rischio di qualche fulmine scagliato dal Padreterno.
Tanto se esiste questa Divinità saprà certo difendere ciò che è suo, viceversa vorrà dire  che è d'accordo con me e con questa ridistribuzione della ricchezza che darà una maggiore prosperità ai Suoi figli tra l'altro senza distinzione di religione.

Pare così un circolo vizioso la situazione attuale, una spirale discendente sotto gli occhi di tutti, ma a cui non tutti pensano di dare una soluzione con un necessario incremento del controllo personale e l'assunzione di una magiore attenzione sull’amministrazione politica.
E’ sempre un problema degli altri.
Di fatto l'unica soluzione pacifica che determini un reale cambiamento  è che la politica sia aperta a tutti perché è l’unico modo di smascherare il malaffare.
Alla luce del sole e sotto lo sguardo dei molti mi pare evidente che il ladro non può rubare.

I mezzi di informazione hanno molte e colpevoli responsabilità sull'attuale decadimento perché se si osservano le notizie fornite a proposito dell'economia e della discussione politica è incredibile come si trascurino i reali problemi del paese per indirizzare l'attenzione pubblica verso una sorta di soporifera telenovela interpetata da politici e pseudo esperti che in sostanza appaiono come i protagonisti di una soap opera sceneggiata per ritardati mentali.
"Questo a detto, l’altro a risposto" insulti, corna, piroette e pettegolezzi fanno da cortina fumogena alla situazione delirante e dilagante di sfacelo.
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Per fare ancora un esempio pratico con le notizie del giorno la Fiat annuncia la sua chiusura per due anni (si dice) ma curiosamente si dimenticano i miliardi versati dallo Stato Italiano (cioè da noi tutti) per ripianare il suo bilancio negli anni passati grazie alla cassa integrazione. Senza contare gli sgravi fiscali che permettevano di investire in ammodernamenti produttivi considerandoli come tasse pagate e non come un investimento.
Negli anni buoni dunque gli azionisti si dividevano i profitti milionari determinati da un assistenzialismo e da leggi a dir poco "generose" e ora quando avrebbero dovuto reinvestire i loro profitti per superare il momento di stallo e sostenere i lavoratori che li hanno resi ancora più ricchi, essi abbandonano la nave che affonda, spostano gli impianti che abbiamo pagato noi tutti grazie all'esenzione fiscale accordata alle grandi industrie, in altri paesi sottosviluppati per continuare a prosperare a spese di una mano d'opera sfruttata.
Questi sono i grandi imprenditori del terzo millennio che raccolgono il sostegno di molti.
In uno Stato serio questa gentaglia andrebbe messa in galera come traditori della Patria o almeno come truffatori.
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Personalmente sono un pochino più drastico sul loro destino e coltivo la fantasia che vengano abbattuti con un colpo alla nuca con un'esecuzione pubblica davanti alle telecamere del Telegiornale e della CNN come nelle epurazioni staliniste, però addolcite con un tocco di gusto e charme italiano. 
I vestiti dei condannati potrebbero essere di alta moda. Che esempio sarebbe! Lo share avrebbe anche una bella impennata.
Poi voglio proprio vedere se i superstiti del consigio di amministrazione Fiat portano ancora le fabbriche in Romania. 
Insomma, tanto per dire, è un'ipotesi, fantasiosa sicuramente ma poi si potrebbe sempre migliorarla con esecuzioni di massa.

Parlando seriamente, ahimé, direi che questi sono solo tragici esempi di come vanno le cose in questo manicomio cui è necessario porre rimedio con lo sviluppo di una coscienza e di un’attenzione civile da parte di ognuno. Magari dovremmo provare tutti a cercare dentro i pantaloni se per caso troviamo ancora un paio di palle per far valere la nostra volontà.

Filosoficamente sono purtroppo distante dal credere che la coscienza delle persone possa svegliarsi senza un terremoto che gli faccia crollare mezza casa sulla testa.
L'essere umano è una macchina che sembra sino ad ora funzionare bene solo sotto pressione. Un animale che capisce solo la frusta.
E' triste rammentare che i più significativi progressi scientifici e medici avvengono quasi sempre durante le guerre, quando i tempi sono serrati, bui, le necessità urgono e il senso d'umanità purtroppo è dimenticato se mai ha avuto asilo stabilmente nel cuore dell'essere umano.

Mi piace, però pensare che in definitiva l'inizio di un cambiamento nella nostra società consiste nell'amare innanzitutto un uomo che ancora non esiste.



2 commenti:

ross ha detto...

Hai fatto un esame di realtà.....niente da aggiungere, niente da togliere .In perfetto stile visiriano.Non"un terrorista piccolo, piccolo"ma"Un grande idealista visionario"
Sei tu il genitore di questo nuovo uomo che ancora non esiste?
Io me lo auguro

Visir ha detto...

Questo "nuovo uomo" non ha bisogno di padre né di madre, ecco perché è nuovo, anzi è così nuovo che ancora non c'è.
In effetti sono un realista perciò credo all'impossibile.