E’ una notte buia appena sfregiata da una falce di luna nascente.
Nadir, guardando dalla finestra la siepe oltre il buio, sbotta: “Le domande
esistenziali mi paiono...insostanziali.”
Zenit, osservando con interesse una macchia di umidità sul soffitto: “Durante
una mia esperienza introspettiva ho percepito chiaramente la vera e unica domanda umana.”
Nadir: ?Zenit, lo sguardo sempre fisso all’infiltrazione che stranamente comincia a mutare forma come una sorta di intonaco di Rochard : “La vera domanda è -Quanto tempo mi resta?- Solo questo conta e preoccupa l’uomo. “
Nadir, dondolando leggermente il capo: “Si certamente si domanda tempo, ma cosa farne è un’alta storia. -Warum?- Direbbe un tedesco.”
Zenit, balenando uno sguardo simile al luccichio di un vetro rotto nel sole: “Un
rilievo capzioso, Naidir, perché dipendente dalla soggettività. Mentre la
domanda che ho colto è invece universale, almeno per il genere umano che è l’unico
essere con la consapevolezza della propria fine certa. Esistono dunque due vite
per l’uomo, e la seconda inizia quando comprende che la prima finirà”
Nadir: “La mia annotazione sottentendeva una domanda nascosta, un quesito che ci accompagna
lungo tutto questo viaggio incomprensibile, cioè: Perché?”
Zenit, assertivo più che mai: “Non perché, ma quanto.”
Nadir: "Ne sei sicuro?"
Zenit: “Un recente esperimento francese ha dimostrato che le
tossicodipendenze di ogni tipo, comprese cocaina ed eroina, volutamente indotte nei topi di laboratorio potevano essere
facilmente risolte. Le cavie assuefatte alla droga che assumevano autonomamente, grazie a un dispenser a leva, una volta sottoposte ad una sola dose di
Ibogaina (Tabernanthe
iboga) perdevano completamente interesse alla sostanza psicoattiva da cui erano dipendenti.”
Nadir: “Embè!?”
Zenit: “Addirittura una di queste cavie, rivolgendosi agli
scienziati francesi presenti in laboratorio e parlando proprio in tedesco, ha
domandato: -Wie splàt ist es?- Cioè -Che ore sono?- vedi, è come ti ho detto.
Nadir: “Ora devo proprio andare non ho più tempo, almeno per ascoltarti.”
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