domenica 23 novembre 2014

La Mutua nascosta


Zenit, con passo sicuro ma leggermente sinusoide entrò: Buongiorno, dottore.
Ah! Signor Z è molto che non ci vediamo.

Dunque, dunque, disse il medico ticchettando sui tasti del computer. Pareva Liberace al pianoforte mancava solo il candelabro sulla scrivania.
Ecco, sono due anni dall’impianto della sua protesi,  nel calcagno?  Adamantio? Giusto?

Corretto, rispose Z;  E una volta sedutosi cominciò ad accarezzarsi con nostalgia il grande piede destro.
Qual è il problema?

Il mio testicolo, è ingrossato.  Vorrei mi vitasse.
L’ha già fatto vedere a qualcuno?

Agli amici, a tutti gli amici, lo mostro durante le conversazioni. Condivido ogni angoscia conn loro; Ai più stretti li invito anche ad odorare la parte, ma generalmente ne ricevo un cortese diniego. Chissà poi perché?
Certo è strano, ma non dimeno è interessante, commentò meditabondo il clinico, bussando con i polpastrelli la propria calvizie incipiente.

Si spogli.
….

Ah! esclamò il dottore con un leggero sovracuto. Poi si diresse verso la porta.

Meglio chiudere…a chiave. Parlò a bassa voce con un sorrisino un po’ così.
Umpf! sbuffò Z di rimando,  mentre con le braghe alle caviglie proiettava un’ombra anomala nello studio medico.

Spengo anche  la luce, e così dicendo l'uomo in camice lo fissò e aggiunse un’espressione incredula alla voce rotta da una strana intonazione.
Bah! Esclamò ancora il nostro eroe annoiato.

Poi, il discepolo di Ippocrate si prostrò come un penitente per visitarlo. Una visita forse fin troppo ravvicinata.
I testicoli sono a posto, disse roteandoli come biglie antistress, quelle cinesi di  metallo. Ma il resto è fuori norma…

Emmmm! Disse Z aduso allo stupore che suscitava con la sua grande personalità.
Ratto il “dutur della mutua” azionò il telecomando. Dallo stereo ne uscì una canzoncina, tipo quella degli ascensori; Burt Bacharach: The look of Love, forse.
Poi si tolse il camice con un solo movimento, grazie alla chiusura in velcro, e  lo lanciò via, mostrando un completino aderente in puro lattex nero punteggiato da  borchie random, probabilmente non in dotazione all’ASL.

Non poteva però immaginare, il grandissimo figlio di Ippocrate che Z aveva anche un altro dono, una rapidità sovrumana, merito  della sua elasticità articolare gattopardesca.
In due secondi fu fuori, e in meno di tre in strada.

Il mondo era ancora lì, intonso, come il suo didietro.
 

 

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