martedì 28 giugno 2022

La Profezia della montagna

 


La cosiddetta "crisi" è solo, in parole semplici, una povertà più diffusa.
Comunque non può elevarsi oltre una certa soglia, perché paralizzerebbe i consumi su cui l'economia si fonda.
Se tutti divengono miserabili a chi si venderanno i prodotti?
I grandi ricchi curiosamente invece divengono in questa "crisi" ancora più ricchi, almeno così stila in una classifica la rivista Forbes che si interessa alle vicende di questi multimiliardari.
E' interessante a volte trovare in altri linguaggi una maggiore comprensione del significato di una parola. In Cina per esempio, la parola -crisi- è composta da due ideogrammi.
Il primo indica: pericolo; Il secondo: opportunità.
Questa opportunità, però deve essere trovata per non diventare pericolo, grazie alla possibilità di cogliere il momento giusto.
E' il "Kairos" un Dio degli antichi greci che ci spiega la peculiarità di tale realizzazione. La divinità dell'attimo giusto è rappresentata da un giovane con un vistoso ciuffo, una ciocca da prendere al volo, altrimenti fuggito il momento anche l'occasione sarà persa.
L'evento catastrofico, però che si appresta a manifestarsi in tutta la sua grandezza è diverso da una semplice crisi e ha origini più profonde della politica che governa tutte le nazioni; Esse sono diverse ma simili, perché tutte comunque consumano e spendono.
E' oltremodo illusorio il cambiamento tramite il pensiero politico.
L'evento che si approssima è destrutturante per la società come la conosciamo.
Sono necessari alcune considerazioni come preambolo.
La politica è essenzialmente compromesso, non è fatta per le scelte drastiche richieste in situazioni di vera emergenza.
Essa esercita il potere tramite il sostegno popolare (almeno nei regimi democratici) oppure la democrazia estorce tale consenso, tramite la rassegnazione con delle necessità improrogabili presentate come "crisi" appunto.
Le dittature si muovono più agilmente, ma in ultima analisi hanno bisogno anche loro del sostegno generalizzato.
Tutto ciò funziona, finché non scoppia una rivolta che però non è una soluzione, ma casomai una reazione.
E' cosa molto diversa.
L'autocoscienza e la lungimiranza, necessarie alla costruzione di un sistema sociale equo e pacifico poi, non sono mai state dei beni largamente condivisi dall'umanità e sebbene quasi tutti comprendono che le cose vanno male, è più difficile accorgersi che il sistema economico e sociale in cui viviamo è il responsabile di queste conseguenze inevitabili.
E' la struttura stessa del sistema che crea questi problemi, le persone non decidono, ma eseguono degli inevitabili comportamenti all'interno di quelle regole condivise che chiamiamo socializzazione.
Hai voglia a manifestare e a gridare in piazza che vorresti cambiare il mondo, quando poi se vuoi mangiare devi usare il denaro, la benzina e l'elettricità, e includerti nell'organizzazione economico-politica che chiamiamo società, fornendo così il tuo sostegno anche involontario al sistema imperante.
Comprare "bio" e andare in bicicletta non salverà il pianeta che per essere veramente "salvato" richiederebbe solamente l'estinzione della nostra specie.
Questo lo dico solo per il mio inveterato ottimismo e per buona pace di tutti i radical-chic e i "comunisti al caviale" che ci tengono a farsi vedere quanto sono bravi, buoni e attenti al mondo.
In ogni caso il cambiamento climatico non dipende dal buco dell'ozono né dall'inquinamento. E' una costante geo-fisica come l'inversione dei poli magnetici. Non si può fare niente per evitarlo.
Ogni cazzo di migliaia d'anni la Terra cambia, si congela, si riscalda, è coperta da anni di inverno senza sole per le eruzioni vulcaniche, scoppia una proliferazione batterica negli oceani e inonda il pianeta di gas, se non lo avvampa prima un meteorite e di questo, quel presuntuoso animale che chiamiamo uomo, deve farsene una ragione.
La consapevolezza della transitorietà della nostra specie è per l'uomo un dato inconcepibile, non solo perché spaventevole, ma perché gli toglie ogni stimolo a desiderare. E' il desiderio il motore dell'esistere. Senza "desiderare "non arriveremmo a domani.
Tornando più strettamente a quello che può fare l'essere umano, direi che è solo grazie a un drastico cambiamento sociale che si potrebbe avere un diverso panorama.
Un panorama che prima dovrebbe essere visto e avrebbe bisogno degli occhi aperti. Non tanto perché si possa fare qualcosa a riguardo di questo cambiamento, ma se non altro per adottare delle strategie per ciò che accadrà, limitandone i traumi e i danni.
Dunque, la favola raccontata come fosse una realtà, della ricchezza generalizzata o perlomeno del benessere condiviso per otto miliardi di esseri umani brulicanti in continua crescita demografica, è materialmente irrealizzabile.
E' la logica dei sistemi che si incarica di dimostrarlo. Ed è l'aritmetica delle risorse limitate e l'inquinamento dei rifiuti in costante sommatoria che lo sottolinea.
Questo per dire che l'inquinamento e il depauperamento delle risorse sono comunque un problema disastroso sebbene non propriamente connesso al "cambiamento climatico" oggi in voga nelle discussioni politiche e televisive; È un espediente per dare un diverso corso all'economia e aprire nuovi mercati.
Il problemi sono moltissimi, tutti generati dal medesimo sistema economico che è espressione del sistema sociale.

Sono i valori di una Società che determinano l'economia che li realizza.
Questi due enti sono strettamente connessi e ad un certo punto del loro sviluppo quasi si confondono, ma comunque sono sempre mediati dalla politica.
Di fatto la politica, benché lo si creda, non risolve propriamente i problemi; Stanzia fondi, emana leggi, dichiara guerre, ma i problemi sono risolti solo dai tecnici non dai politici.
I ponti non li costruiscono i deputati ma gli ingegneri e gli operai.
Cambiare le politiche per risolvere singolarmente i problemi non è attuabile né possibile. Infatti, la politica è apparentemente cambiata tantissimo, ma i problemi sono rimasti uguali e chi non se ne rende conto è solo per via della disinformazione.
Il nostro sistema economico è una totale assurdità evidenziata dai numeri, infatti il debito pubblico mondiale supera l'intera ricchezza del pianeta.
E' di fatto impagabile. Un cancro generato dalla speculazione e dall'uso del denaro che produce reddito senza essere né un bene né un servizio, ma un mero mezzo di scambio.
La valuta è diventata generatrice di ricchezza, quando dovrebbe esserlo solamente il lavoro che favorisce la ridistribuzione della ricchezza.
Una situazione paradossale e incoerente che mostra in maniera inequivocabile che il sistema economico sin d'ora adottato è sbagliato, delirante, ma nondimeno non è correggibile.
E' una struttura immodificabile, può solo finire di esistere e rinascere completamente diversa e si spera: migliore.
Inoltre, all'interno di un sistema economico chiuso, sebbene grandissimo come quello dell'economia globale la ricchezza non può essere aumentata, ma solamente spostata.
Se dunque alcuni diventano ricchissimi, molti dovranno impoverirsi e poiché le persone ricche sono le medesime che gestiscono il potere, va da sé che le cose non potranno cambiare.
E' utopico immaginare che chi ha privilegio e agio vi rinunci per donarlo a chi fino a un momento prima è stato da lui cinicamente sfruttato.
Perché dovrebbe farlo?
E' il sistema sociale che semmai dovrà essere cambiato, non solo nella morale e nell'etica, ma nella sua struttura intrinseca ed i problemi quali li conosciamo termineranno di esistere per poi, magari divenirne altri che giungeranno anch'essi al loro limite estremo.
E' un ciclo.
Creazione, espansione e distruzione è un flusso circolare e non è solamente una costante economica, ma universale.
Non esistono sistemi sociali perfetti, ma vi sono alcuni più in armonia con la Natura e con le più profonde esigenze dell'essere umano. Quello in cui viviamo non lo è nemmeno lontanamente.
Prepariamoci ad estinguerci?
Sicuramente essere qualcosa d'altro rispetto a come ci conosciamo.
La strada è già stata percorsa, dobbiamo solo accorgercene.
Non ci sono soluzioni fattibili, perché il sistema è sbagliato e questa constatazione persuaderà anche i più scettici, quando raggiungerà i grandi numeri cui tende.
Gli sbagli si evidenziano ingrandendo le condizioni di causa, così l'effetto divenendo ridondante presenterà l'errore che risulterà evidente.
La tempestività generalizzata di questa amara analisi se mai avvenisse, è comunque ininfluente, perché le forze in gioco non possono essere fermate.
Il mondo economico è un gigantesco Mammut che corre inarrestabile verso una buca irta di pali acuminati, già scavata alla sua nascita e pronta ad attenderlo.
Una corsa esaltante e delirante verso una trappola.
Il patriarcato, l'economia di mercato, il consumismo e considerare giusto ciò che è utile, di valore ciò che può essere comprato e venduto, la speculazione monetaria, lo sfruttamento senza freni delle risorse e soprattutto delle persone, l'ipocrisia elevata a sistema d'informazione per asservirsi allo status quo imperante, sono filosofie che palesano da sé il loro limite.
Un sistema non può cambiare, può solo distruggersi e lasciare il posto a un nuovo modello.
Il problema nodale è la sovrappopolazione, infatti sino a che si è mantenuto un certo numero di abitanti su questo pianeta, la sperequazione tra aree povere e aree consumistiche ha avuto una certa stabilità.
Ora questo non è più possibile.
Alla reception stanno preparando il conto da spesare.
Per questo mondo che chiede consiglio per ciò che è inevitabile, avverrà alla stessa maniera di come mi accadde durante un'escursione in montagna, quando un mio amico fu morso da una vipera, mentre faceva pipì proprio sul pisello.
Disperato mi chiese di leggere le istruzioni di pronto soccorso che recitavano: "Per espellere il veleno bisogna succhiarlo e sputarlo"
Lo sfortunato domandò: "Allora, cosa c'è scritto nel manuale?"
Gli risposi: "C'è scritto che devi morire".

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