giovedì 10 giugno 2010

Just a moment


“Chi teme la morte sicuramente non ha mai lavorato abbastanza”, questo pensiero scivola dalla mia mente per sedersi un attimo.

L'eterno riposo mi appare talvolta più seducente di una bella donna in abito lungo, più invitante di un piatto di fritto misto e pomodorini in una trattoria vicino al mare.
Finalmente libero da questo corpo materiale potrò un giorno, etereo e bellissimo, trascorre un tempo eterno in santa pace.

Mi mancheranno le fatiche del vivere quotidiano?
Il tedio di riempire il frigorifero sia in senso materiale che spirituale?
Avrò nostalgia delle sensazioni, dei brividi, delle passioni?

Non saprei, certo non mi mancheranno le ansie, le bollette da pagare, i litigi.
Non avrò rimpianto dei dolori del corpo, della mente e ancor meno di quelli che fanno più male: quelli dell'anima.

Il mio spirito non sarà più gravato da questo universo materiale, così pesante e grezzo.
Sperimenterò, allora il librarsi della mia essenza nello spazio infinito. Sarò un punto di consapevolezza fra le stelle, un vento solare che lambisce i pianeti lontani.
Sarò un viaggiatore senza bagaglio, senza meta e senza fretta alcuna.

Quanto lontani dunque mi sembreranno i caldi estivi e gli inverni lunghi come una steppa.
Gli amori poi, che ardevano il cuore fino a consumarlo e le risate degli amici gorgoglianti come un ruscello di montagna che rinfresca… Saranno lontani come un eco indistinto. Appariranno come lampi di esistenza che vanno e vengono, intermittenti percussioni nella musica del silenzio.
Giungerà l’alba di una perfetta autarchia.
.
Cos’è questo rumore assordante?
Pare una sirena di uno Stukas in picchiata su di me.
E’ invece un clackson che urla alle mie spalle.
Inserisco la marcia e riparto con una sgommata nervosa.
.
Mi ero appisolato solo un attimo, ma porca puttana è ancora tempo di vivere.

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