Da
bambino amavo guardare le formiche.
In
estate, quando ero libero dagli impegni di scuola trascorrevo le mie vacanze in
campagna; Allora mi piaceva perdere una buona mezz’ora osservando con curiosità
questi piccoli insetti.
Ero
rapito dalla loro organizzazione, ma dopo un po’ di questo entomologico esame
mi stufavo e così continuavo a scorazzare in lungo e in largo per fare danni
con la fionda.
In
quei rari momenti di quiete e di studio però mi domandavo: Come fanno a
comunicare tra loro queste formichine senza dire una parola? Come fanno con un
cervello così piccolo a svolgere attività tanto complesse? Come seguono tutte
la stessa strada? Come scelgono il nido? Come si organizzano per difendersi, per
accumulare il cibo? Perché si prendono cura delle larve nate da un’estranea, la
loro regina? Come mai non rubano e non litigano mai tra loro?
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Domande
senza risposta nella mente di un monello, ma ad alcune ho trovato un responso
dopo un po’ di anni.
Giusto
per saziare la curiosità di chi legge è emblematico come le formiche scelgono
il nido fra diverse opzioni possibili.
La
scoperta avviene sempre in maniera apparentemente casuale, ma si evolve con un
sistema razionale semplice e quasi geniale.
Quando
una formica trova un luogo ampio e buio che risponde ai requisiti per un nido vi
accompagna un'altra formica a visitarlo,
se anche questa lo trova adatto, entrambe accompagnano altre due formiche e se anch’esse lo trovano ottimale
condividono la scoperta con altre e così via trasferendo l’informazione a ritmo
esponenziale.
Ciò
determina un flusso sempre maggiore di sopralluoghi che giunto al quorum di gradimento della
popolazione cioè una maggioranza significativa è approvato e le rimanenti formiche sono
letteralmente prese di peso e portate nella nuova dimora. Anche se non si è compreso come una volta raggiunta la maggioranza le formiche lo capiscono. Nel caso però, la scelta
del primo pioniere non è stata condivisa dall’approvazione dei successivi insetti che ha accompagnato, la ricerca riprende altrove vagliando altre
possibilità.
Così
in meno di mezza giornata è presa la decisione del nuovo rifugio con un sistema
pragmatico e rapido.
.
Il
confronto con la nostra società che definiamo democratica ed evoluta sorge
spontaneo.
Infatti, noi italiani per esempio, non siamo riusciti dopo dieci anni di dibattiti e petizioni a ridurre il numero dei parlamentari e il loro sproporzionato stipendio che risulta essere un vero insulto a fronte della riduzione del salario di tutti gli altri membri non privilegiati della società.
Infatti, noi italiani per esempio, non siamo riusciti dopo dieci anni di dibattiti e petizioni a ridurre il numero dei parlamentari e il loro sproporzionato stipendio che risulta essere un vero insulto a fronte della riduzione del salario di tutti gli altri membri non privilegiati della società.
Eppure
gli uomini si definisco gli animali più evoluti su questo pianeta.
.
Ho
appreso con stupore che le
formiche vivono in armonia con la “Teoria della Complessità”.
Una
teoria relativamente recente, scoperta poco più di una cinquantina di anni fa, ignota sino ad allora, ma non certamente alle formiche.
Fino
alla comparsa di questa teoria, la realtà, i sistemi di riferimento ed i problemi ad essi
connessi che giungevano all’intelletto dell’uomo erano interpretati e risolti perlopiù
con soluzioni lineari, intendendo quest’ultima definizione nell’accezione della
teoria sistemica.
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Un
piccolo ripasso.
Si
definisce un sistema lineare un insieme che può essere scomposto in
sistemi più semplici e autonomi.
Dunque
un problema complesso quando è lineare è possibile scomporlo in tanti problemi
più piccoli e semplici le cui rispettive soluzioni determineranno anche la
soluzione del problema generale.
Un’altra
caratteristica peculiare di un sistema lineare è data dalle sue variabili che agiscono
sul sistema in maniera diretta cioè in somma aritmetica o proporzionale e la
cui interazione è definita come “sovrapposizione degli effetti” ed è
rappresentata matematicamente in una funzione polinomiale.
Un
sistema facile e intuitivo spesso utilizzato per la soluzioni di molti
problemi, ma in realtà la maggior parte dei sistemi e dei problemi è
non-lineare.
Il
modello lineare si adatta in
molti casi solo per approssimazione ai variegati aspetti della realtà,
compresa la nostra realtà biologica e sociale.
E’
dunque un approccio che alcune volte funziona e altre volte è forviante rispetto ai dati effettivi rilevati a posteriori.
Infatti come detto, nella realtà la maggioranza dei sistemi è non-lineare e questi ultimi sono sistemi dove le variabili sono interdipendenti cioè reciprocamente influenzate.
.
La
fisica, la chimica, la medicina, la fisiologia ma anche la sociologia e la
psicologia sociale affrontano così sistemi “complessi” e non lineari.
Definendo
il termine “complesso” nel suo significato etimologico derivante dal latino che
significa: abbracciato, concatenato. Dunque non è possibile scollegare
una variabile dalle altre.
Il modello complesso confluisce nella “Teoria del Caos” quando è composto dai sistemi fisici che esibiscono una sensibilità esponenziale
rispetto alle condizioni iniziali e sono indagati attraverso
gli strumenti della fisica-matematica.
.
Il Caos è dunque diverso rispetto al complesso ed è
generalmente inteso dalla nostra percezione come confusione.
La
Teoria del Caos si occupa in definitiva di comprendere, misurare e se possibile prevedere come un piccolo cambiamento, magari di una variabile
impercettibile e apparentemente insignificante, determina un evento inaspettato
e imprevisto di dimensioni ridondanti o iperboliche.
E' celebre l'esempio del “butterfly effect”.
La farfalla che con il suo battito d’ali in Cina determina un uragano in Texas.
E' celebre l'esempio del “butterfly effect”.
La farfalla che con il suo battito d’ali in Cina determina un uragano in Texas.
Un
risultato apparentemente inaspettato rispetto alla sua causa scatenante che ben
stigmatizza con una iperbole retorica una realtà con cui spesso facciamo i conti.
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Se
ad esempio lasciamo aperto un rubinetto dell’acqua in una vasca chiusa essa si
riempirà in un certo tempo in proporzione al flusso di acqua che ne discende. Se
in questa vasca inoltre aggiungiamo ogni minuto un mattone di volume conosciuto
è ancora possibile il calcolo esatto del tempo che impiegherà l’acqua a
straripare dalla vasca (approccio lineare); Naturalmente è necessario conoscere
anche la capacità volumetrica del contenitore e in generale potremmo sempre
avere una soluzione al nostro quesito iniziale cioè: "Tra quanto dovremo chiamare i
pompieri?"
Fatto salvo che restano inalterate le condizioni del sistema, ma se conosciamo anche il valore delle possibili variabili incidenti e interdipendenti (ad esempio la pressione barometrica con la tensione superficiale del liquido) potremmo avere un dato sempre più accurato entrando sempre più in un sistema complesso e non lineare.
Fatto salvo che restano inalterate le condizioni del sistema, ma se conosciamo anche il valore delle possibili variabili incidenti e interdipendenti (ad esempio la pressione barometrica con la tensione superficiale del liquido) potremmo avere un dato sempre più accurato entrando sempre più in un sistema complesso e non lineare.
Questo
almeno in teoria.
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Nella
realtà potrebbe accadere che si
stacchi un pezzo di soffitto e cada proprio nella vasca durante l’esperimento
mandando a ramengo il nostro calcolo.
Tra le ipotesi possibili ci possono essere di fatto anche eventi improbabili, ma ragionevolmente avverabili il cui effetto supererà di gran lunga la causa.
Tra le ipotesi possibili ci possono essere di fatto anche eventi improbabili, ma ragionevolmente avverabili il cui effetto supererà di gran lunga la causa.
Potrebbe
accadere che la bella vicina della porta accanto (la cui doccia è guasta) decida di fare il bagno nella casa del fortunato sperimentatore e proprio durante
l’esperimento in parola, regalandogli non solo una splendida visone, cambiandogli
magari la serata e sicuramente
modificando il risultato del test.
Questo fatto, quasi insignificante e improbabile, potrebbe addirittura determinare un risultato dal valore notevolissimo se lo sperimentatore e la bella vicina folgorati da improvviso amore decidessero di partire per una romantica vacanza fregandosene del risultato dell’esperimento e convergendo così in un perfetto sistema caotico.
Questo fatto, quasi insignificante e improbabile, potrebbe addirittura determinare un risultato dal valore notevolissimo se lo sperimentatore e la bella vicina folgorati da improvviso amore decidessero di partire per una romantica vacanza fregandosene del risultato dell’esperimento e convergendo così in un perfetto sistema caotico.
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Dunque:
“Escluso l’impossibile, per quanto improbabile, quello che resta è la verità.”
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Giocando
con gli esempi ne prendo un altro in prestito dalla storia per evidenziare come
si evolve in modo imprevisto un sistema caotico a noi molto vicino: la
società umana.
E’
il caso di un oscuro errore giudiziario avvenuto in Palestina circa duemila
anni fa.
Parlo
della vicenda del figlio di un modesto falegname che credeva di essere un messia ebraico,
anzi il Messia.
Il
buon uomo voleva probabilmente solo essere accettato dai suoi concittadini ebrei,
invece finì condannato crudelmente e ingiustamente su una croce romana
patendo una fine dolorosa e solitaria.
Se
avesse mantenuto un profilo un po’ più basso, anonimo, discreto e meno in
contrasto con le certezze dogmatiche della religione autoctona probabilmente
avrebbe avuto il tempo di farsi una famiglia con la Maddalena, ma questa è
un’altra storia.
Cosa
sarebbe stato meglio per lui: vivere con una moglie o finire su una
croce? Non sono sicuro di poter dare una risposta, perché a volte le due cose si confondono.
.
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Ecco
che un fatto insignificante nel panorama storico generale (non ci sono prove
certe dell’esistenza di Gesù ) ha innescato una serie di eventi connessi e
interdipendenti per cui noi oggi ci ritroviamo un sistema religioso chiamato Santa
Chiesa Apostolica Romana e dobbiamo fare i conti con un sacco di preti che non
lavorano e che non hanno mai lavorato. Curiosamente questa associazione a delinquere di stampo religioso detiene l’impero
immobiliare più grande al mondo.
Grazie
anche al seguito di circa un miliardo di sostenitori più o meno convinti e più
o meno critici rispetto alle bestialità che gli sono rifilate come "verità
dogmatiche" anche se questa definizione è in effetti un ossimoro: un dogma di fatto non ha bisogno di essere provato e quindi di essere vero.
Se
quella oscura e tragica vicenda non si fosse svolta come si è svolta (ammesso
che si sia svolta) oggigiorno andremmo ancora al tempio di Marte oppure di Giove per
elevare le nostre preghiere ugualmente inutili e devolveremmo l’otto per mille delle nostre
fatiche agli Dei dell’Olimpo invece che ai Santi del Paradiso; Magari
occuperemmo il tempo e le risorse in maniera più utile? Chi può dirlo?
.
Tornando
al presente e a cose più tangibili ho accennato ai “sistemi complessi” ma non li
ho definiti come “sistemi complicati”, perché il significato della parola “complicato”
è molto diverso; Infatti la radice è sempre latina, ma complicato significa “annodato,
ripiegato” cioè definisce un sistema in cui non si trovano parti concatenate
ma nascoste, cioè non visibili e non percepite.
Il senso è quindi completamente differente.
Il senso è quindi completamente differente.
Cosa
c’entra con l’uomo, la realtà e la scienza? Cosa c’entra con le formiche? Molto, a mio modesto parere.
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Quelle suggerite sono teorie niente affatto semplici che
non padroneggio per farne una discettazione scientifico-matematica.
In fondo non è mio desiderio tracciare equazioni sulla lavagna e fare a fette gli attributi dei pochi che sono riusciti ad arrivare sin qui nella lettura con già mezzo mal di testa in canna.
In fondo non è mio desiderio tracciare equazioni sulla lavagna e fare a fette gli attributi dei pochi che sono riusciti ad arrivare sin qui nella lettura con già mezzo mal di testa in canna.
La
mia indagine è più prosaica, meno finalizzata alla definizione della teoria in
sé, ma piuttosto desidero tratteggiarla per delineare un paesaggio di più ampio
respiro, direi filosofico se la parola ormai non facesse venire il latte alle
ginocchia un po’ a tutti.
.
Ricongiungendomi
così all’analisi dei modelli esposti ecco che osservo che la maggior parte delle
persone affronta la vita con un approccio lineare, calcolando costi e ricavi in
maniera aritmetica e dividendo la maggior parte dei problemi in incognite più
semplici, affrontando l’esistenza a comparti: il lavoro, la famiglia, le
amicizie, le avventure. Un atteggiamento che la psicologia definirebbe schizofrenico.
Alcuni,
i più saggi e previdenti, preferiscono un sistema più complesso, valutando ogni possibile
variabile e sua correlazione con un approccio più sinergico alla vita.
Ma in
ultima analisi la vita è un sistema caotico. Il calcolo degli
effetti delle moltissime variabili diviene talmente complesso che risulta oltre il nostro modesto intelletto.
.
Appare
evidente, alla luce di questa idea che il nostro approccio alla realtà con questi tre possibili modelli di precisione e complessità diversa, è inadeguato a fronte del paradosso di alcune situazioni spesso familiari.
Prendiamo il caso di un salutista trentenne che non beve e non fuma e regola la propria esistenza tra sport e alimenti integrali, evitando ogni possibile rischio alla propria salute; egli pianifica l’obiettivo di allungare (?) e migliorare la sua esistenza grazie ad un approccio lineare.
Prendiamo il caso di un salutista trentenne che non beve e non fuma e regola la propria esistenza tra sport e alimenti integrali, evitando ogni possibile rischio alla propria salute; egli pianifica l’obiettivo di allungare (?) e migliorare la sua esistenza grazie ad un approccio lineare.
Magari
il buon uomo valuta tutte le possibile cause di rischio, stipula ogni genere di polizza assicurativa, risparmia il suo denaro,
non affronta nessun pericolo sconsiderato, utilizzando per quanto consente la
sua capacità cognitiva, un sistema complesso il più possibile
ampio.
Prevede quasi tutto; Dimenticando forse che non c'è nulla di più triste di un destino certo.
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Prevede quasi tutto; Dimenticando forse che non c'è nulla di più triste di un destino certo.
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Poi,
un giorno, questo personaggio in perfetta salute, attraversa la strada sulle strisce pedonali ed è preso in pieno da
un furgone DHL che arriva a tutta birra.
Muore come un cane. Una smorfia incredula disegnata sulla faccia e una macchia rossa che si allarga sull'asfalto sono le utlime cose che lascia al mondo.
Muore come un cane. Una smorfia incredula disegnata sulla faccia e una macchia rossa che si allarga sull'asfalto sono le utlime cose che lascia al mondo.
Il
veicolo è sbucato da una strada in contromano, perché il
conducente è ubriaco e furioso; L'autista è stato appena lasciato dalla sua fidanzata che si è messa con il suo migliore
amico e si è sfogato nell'alcol e poi guidando come un pazzo.
Un
evento lontanissimo e senza quasi collegamento con il nostro eroe della salute
si è colliso con la traettoria retta e prevedibile della sua vita e gli è costato la pelle.
Tutto il suo daffare per prevenire ogni pericolo non è servito a nulla.
Tutto il suo daffare per prevenire ogni pericolo non è servito a nulla.
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Questo
succede perché forse non conosceva la teoria del Caos? Forse, ma accade e neanche tanto di rado.
La rappresentazione grafica della funzione di ogni sistema vivente è la parabola. Nasce, cresce, muore. Più alto è l'apice più rovinosa sarà la caduta.
Mai come ora hanno vissuto sul terzo pianeta del sole così tante persone che abitano città gigantesche e viaggiano così tanto. Un vero paradosso alla Teoria dei Sistemi, alle regole della Natura e alle leggi della Fisica. La Nemesi che attende inevitabilmente il genere umano sarà il pagamento dell'ultimo pedaggio per tanta grandezza senza il minimo valore.
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Considerazioni generali a parte,
appare evidente come l’uomo comune pur non entrando quasi mai in profondità nel suo
approccio alla realtà, perché sempre occupato nei propri impicci ne percepisce comunque la profonda angoscia, derivante dall'effimera insicurezza del vivere e dal ancor più effimero senso che egli dà a questa esistenza.
Ho notato, nel mio peregrinare in questo mondo assai comico che tra le
più prevedibili reazioni umane c'è la negazione e l'inganno.
La negazione al fatto inaspettato in quanto tale e l'inganno, usualmente rivolto a se medesimo grazie alla più fantasiosa irrazionalità.
La negazione al fatto inaspettato in quanto tale e l'inganno, usualmente rivolto a se medesimo grazie alla più fantasiosa irrazionalità.
.
Come
nell’antica tragedia greca il finale, solitamente ingarbugliatissimo era dipanato da un improbabile intervento in extremis del Deus ex machina, ove una
divinità discendeva sugli umani e ne compiva il destino, secondo i meriti e le simpatie, salvandoli o castigandoli e consentendo un facile finale alla rappresentazione; Anche l’uomo moderno ricorre a questa
immatura soluzione per lenire l’angoscia e la paura della sua fine certa in un
divenire incerto.
L’uomo
ha così creato un Dio, un Buddha, un Tao, qualunque cosa possa fargli credere alla certezza
che nel mondo c’è una legge, c’è una regola, ma soprattutto vi è qualcuno tanto
potente che la garantirà.
Non importa se esiste, se ogni dato concreto non supporta questa fantasia, questa credenza, questa suprestizione. Di fronte alla necessità psicologica non c'è spazio per il contraddittorio.
Nell'essere umano il bisogno di lenire l'insicurezza del esistere (che comunque in profondità rimane) è rimossa sempre traslandola fuori da se stesso, perché nella propria interiorità non ci vuole guardare. Figuriamoci poi se ci vuole andare fino in fondo.
Si abbranca a qualunque pseudo-sicurezza come un naufrago ad un compagno tirandolo a fondo con lui, invece di cominciare a nuotare con le sue forze.
Si adotta così un atteggiamento che se non fosse condiviso da tante persone mature, non si farebbe fatica a definire puerile e banalmente consolatorio.
.
Nei casi migliori questo assurdo essere cerca la verità attraverso dei maestri.
Non comprendendo che l'unico vero Maestro è colui che distrugge in noi l'idea che abbiamo bisogno di un maestro.
Perchè la verità è oltre il limite delle convenzioni e in quel territorio sconosciuto nulla e nessuno può prepararti.
L'unica e sola riposta vera è la propria.
L'addestramento è inutile, solo la fiducia in te stesso può soccorrerti.
"Hic sunt leones" scrivevano gli antichi Romani sulle mappe dove il terreno era inesplorato: qui ci sono i leoni.
Non importa se esiste, se ogni dato concreto non supporta questa fantasia, questa credenza, questa suprestizione. Di fronte alla necessità psicologica non c'è spazio per il contraddittorio.
Nell'essere umano il bisogno di lenire l'insicurezza del esistere (che comunque in profondità rimane) è rimossa sempre traslandola fuori da se stesso, perché nella propria interiorità non ci vuole guardare. Figuriamoci poi se ci vuole andare fino in fondo.
Si abbranca a qualunque pseudo-sicurezza come un naufrago ad un compagno tirandolo a fondo con lui, invece di cominciare a nuotare con le sue forze.
Si adotta così un atteggiamento che se non fosse condiviso da tante persone mature, non si farebbe fatica a definire puerile e banalmente consolatorio.
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Nei casi migliori questo assurdo essere cerca la verità attraverso dei maestri.
Non comprendendo che l'unico vero Maestro è colui che distrugge in noi l'idea che abbiamo bisogno di un maestro.
Perchè la verità è oltre il limite delle convenzioni e in quel territorio sconosciuto nulla e nessuno può prepararti.
L'unica e sola riposta vera è la propria.
L'addestramento è inutile, solo la fiducia in te stesso può soccorrerti.
"Hic sunt leones" scrivevano gli antichi Romani sulle mappe dove il terreno era inesplorato: qui ci sono i leoni.
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Personalmente
non credo in nulla che non sia confortato da una mia percezione che mi sforzo di liberare il più possibile dal pregiudizio; Non vivo in un letto di rose, ma almeno mi è risparmiata questa follia condivisa.
Senza presunzione posso dire che abito
comodamente il mio corpo, lo vivo cioè come il mio strumento per essere. Senza di lui (il corpo) nulla potrebbe accadere in me e fuori di me in questa dimensione.
Alla logica aristotelica preferisco la logica fuzzy dei sistemi sfumati; al bianco e nero preferisco le mille sfumature di rosso del mio conto corrente.
Non mi aspetto una retribuzione materiale o emozionale del mio fare spontaneo.
Patisco le delusioni, certamente, ma sono il segno che mi indica che il mio comportamento non è puro.
Perché la purezza, non è certamente quella dei moralismi, ma è l'azione libera dal frutto del risultato.
Alla logica aristotelica preferisco la logica fuzzy dei sistemi sfumati; al bianco e nero preferisco le mille sfumature di rosso del mio conto corrente.
Non mi aspetto una retribuzione materiale o emozionale del mio fare spontaneo.
Patisco le delusioni, certamente, ma sono il segno che mi indica che il mio comportamento non è puro.
Perché la purezza, non è certamente quella dei moralismi, ma è l'azione libera dal frutto del risultato.
Cerco anche di non
riempire più la mia vita col passato e
lascio così un po' di posto al presente. Non è facile ma mi impegno seriamente in questo.
Non
vivo l’angoscia dell’annichilimento e della morte, perché l'ho trascesa con la
curiosità.
L’immensa
curiosità del dopo, e se questo "dopo" non ci sarà, beh! Non sarà un gran problema, perché non ci sarà neanche un "qualcuno" che se ne rammaricherà.
In ogni modo la mia curiosità l'avrò data ad ogni secondo di vita cui mi concedo senza pudori, roteando nudo come in un ballo primitivo, nella meravigliosa e terribile danza del Caos.
In ogni modo la mia curiosità l'avrò data ad ogni secondo di vita cui mi concedo senza pudori, roteando nudo come in un ballo primitivo, nella meravigliosa e terribile danza del Caos.
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2 commenti:
w le formiche!
Da bambino volevo un cane, ma i miei genitori erano così poveri che per il mio compleanno mi regalarono una formica.
Da lì nacque poi il Tutto. :)
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