Il controllo doganale mi ha
fregato la bottiglia.
Come un bebè cui hanno strappato
la grossa mammella della balia, trattengo a stento le lacrime.
Non è facile elaborare un lutto
così inaspettato. Spero che la Vodka che
mi ha lasciato anzi tempo (sottratta vilmente dai gendarmi dell’aeroporto) si
reincarni, magari in un’altra bottiglia e m’incontri lungo la strada del Karma.
Del buddismo mi basta che funzioni solo questo.
E’ anche vero che: “L’uomo che sa
rinunciare a tutto è padrone del mondo”.
Ma questa francescana forza mi appartiene solo a sprazzi.
Rinuncio, quindi obbligatoriamente
(ma non virtuosamente) all’alcol e m’immergo ancora di più nel mio viaggio.
Heho dista circa un’ora d’automobile
da un paesino con un nome impronunciabile dove c’è il mio hotel/guesthouse. Un
luogo confortevole che mi ospiterà per tre giorni, a ridosso del grande lago Inle. Di fronte alla mia stanza c'è un tappeto di risaie in quadrati contigui e ordianti.
E’ una casa alloggio quella che
mi accoglie ed è gestita da una famiglia di etnia Shan che è la tribù
autoctona.
Nel 2004 questa tribù ha subito
da parte della dittatura militare molte persecuzioni per una specie di
sollevazione popolare autonomista.
Omicidi per gli uomini e stupri
di massa per le donne, questo è stato il regalo di violenza che l’esercito ha
potuto permettersi. Almeno queste sono le
notizie arrivate con i mezzi di comunicazione internazionali, la gente
qui non parla di politica.
La zona turistica che visto invece
non è stata toccata da questa tragedia, ma nella parte più a nord dove non è permesso andare pare sia accaduto di tutto.
E’ un peccato che un popolo così bello, mite, con un grande senso d’onestà e calore umano debba patire queste difficoltà.
Comincia a costituirsi in me l'idea che più la gente di un luogo è pacifica, maggiore è la probabilità che sia governata da cattivi politici.
E’ un peccato che un popolo così bello, mite, con un grande senso d’onestà e calore umano debba patire queste difficoltà.
Comincia a costituirsi in me l'idea che più la gente di un luogo è pacifica, maggiore è la probabilità che sia governata da cattivi politici.
La mia esperienza è limitata a
poche informazioni frammentarie come la storia dell’eroina locale, il premio Nobel
per la Pace Aung San Suu Ki che non si capisce bene cosa faccia effettivamente per
il suo popolo, a parte fare qualche discorso. Questa donna è comunque una spina nel fianco per la dittatura, infatti gode non solo del seguito popolare, ma ha anche un alleato molto potente: la superstizione.
Perchè c'è un'antica profezia che annuncia una donna carismatica che condurrà il paese alla prosperità.
Come il corpo umano avvolge un elemento estraneo con un'area inspessita di contenimento, questo leader è stato isolato dalla dittatura nella sua residenza da una sorta di bolla tutt'altro che fragile, perfino adesso che gli sono stati revocati gli arresti domiciliari risulta inavvicinabile.
Il peso della superstizione in questa nazione è dunque notevole.
Un esempio vale per tutti.
Il gruppo militare dirigente ha tenuto un discorso qualche anno fa, durante una ricorrenza importante, indossando un Longi (gonna) femminile. Il fatto ha lasciato i giornalisti stranieri perplessi, ma in realtà l'establishment stava scongiurando in questo modo la famosa profezia, lo hanno capito tutti, tranne i giornalisti.
Funziona così la comunicazione di massa nel paese.
Chi sorride di questo atteggiamento primitivo è bene che ricordi che la nostra politica agisce nel medesimo modo; Usa solamente archetipi diversi.
Perchè c'è un'antica profezia che annuncia una donna carismatica che condurrà il paese alla prosperità.
Come il corpo umano avvolge un elemento estraneo con un'area inspessita di contenimento, questo leader è stato isolato dalla dittatura nella sua residenza da una sorta di bolla tutt'altro che fragile, perfino adesso che gli sono stati revocati gli arresti domiciliari risulta inavvicinabile.
Il peso della superstizione in questa nazione è dunque notevole.
Un esempio vale per tutti.
Il gruppo militare dirigente ha tenuto un discorso qualche anno fa, durante una ricorrenza importante, indossando un Longi (gonna) femminile. Il fatto ha lasciato i giornalisti stranieri perplessi, ma in realtà l'establishment stava scongiurando in questo modo la famosa profezia, lo hanno capito tutti, tranne i giornalisti.
Funziona così la comunicazione di massa nel paese.
Chi sorride di questo atteggiamento primitivo è bene che ricordi che la nostra politica agisce nel medesimo modo; Usa solamente archetipi diversi.
Per quanto mi riguarda devo
chiarire che in Birmania il turismo è confinato solo ad alcune aree, quindi ho visto solo quello che potevo vedere, non certo quello che volevo.
Ci sono diversi motivi perché le
cose sono e restano così.
Una ragione è legata alla geografica
fisica del paese, cioè alle impervie vie di comunicazione che scoraggiano chiunque
voglia mettersi in viaggio. Molti birmani così non hanno visitato altro posto
che il villaggio, dove sono nati.
Poi, c’è la questione politica
(Dividi et Impera) giustificata dal fatto che le tribù del Myanmar sono in alcuni
casi in contrasto tra loro e parlano perfino lingue diverse.
La religione buddista theravada è
un elemento comune aggregante, anche se vi sono piccole enclave di mussulmani
che però non sono ben visti.
Vi è anche una motivazione
“umanitaria” che è sostenuta apparentemente dalla volontà di preservare il
popolo dalla “contaminazione” del consumismo, un popolo che non è ancora
completamente corrotto dal benessere ed è rimasto un po’ primitivo.
Quest’ultima scelta mi trova d’accordo nelle sue applicazioni protezionistiche,
anche se non per le medesime ragioni della giunta militare che a mio modesto
parere è interessata principalmente a impedire una richiesta di beni da parte
della maggioranza cui non può aderire. Il paese non ha molto da dare in contropartita
all’economia mondiale e rischierebbe una tremenda svalutazione economica
destabilizzante.
E’ mia opinione che noi, i
turisti, i figli illegittimi del benessere, portiamo comunque la peste a ogni
popolo che ha ancora un barlume di umanità e che vive ancora in contatto con la
natura circostante.
Bisogna essere onesti e dirlo
senza vergogna.
Personalmente, limito l’impatto
socio-ambientale cercando di vivere come le persone che incontro, mangio, mi
vesto e mi muovo come loro, spendo senza scialacquare perché la ricchezza
offende il povero, anche quella raggiunta onestamente (ammesso che sia
possibile) ma non tutti adottano il mio criterio.
In generale il cosiddetto
“occidente” cerca di vendere oggetti e stili di vita a società cui questi
modelli non appartengono. La scusa è sempre la stessa: la condivisione e lo
sviluppo, quando non si parla addirittura di progresso. La cruda realtà è che l’economia
globale è in mano a una decina di lobby che cercano sempre nuovi mercati e
altre persone da sfruttare, per mettere le mani in tasca a ogni essere umano
che cammina su questo porco mondo.
In definitiva anche una buona
parte d’oriente ha quest’atteggiamento prevaricatore come ad esempio la Cina e
l’India, infatti, non è un problema di latitudine ma di mentalità, una
mentalità predatoria ormai largamente condivisa.
Si seducono dunque le popolazioni
che vivono con poco. Gli si offrono tanti oggetti che non sapevano neanche di
desiderare, ma non gli si dice che li pagheranno a caro prezzo con il loro
tempo e non solo con il denaro; Soprattutto con la perdita della loro
umanità, in altre parole con il progressivo atrofizzarsi di quella parte
autentica, originaria forse migliore che spinge gli esseri umani a vivere in
armonia l’uno con l’altro, e protendere verso il reciproco aiuto quando le
risorse sono scarse.
Il comportamento sociale è espressione macroscopica della vita interiorie del singolo.
Infatti, appena un essere umano ha qualche dote rischia l'eventualità, tuttaltro che remota, di diventare arrogante.
Posso dirlo con certezza, perchè modestamente di qualità ne ho centinaia.
Il comportamento sociale è espressione macroscopica della vita interiorie del singolo.
Infatti, appena un essere umano ha qualche dote rischia l'eventualità, tuttaltro che remota, di diventare arrogante.
Posso dirlo con certezza, perchè modestamente di qualità ne ho centinaia.
"Si sta meglio quando si sta
peggio", diceva mia nonna, perché appena l’Uomo diviene un po’ ricco,
appena ha più di quanto gli necessita, pensa di non aver più bisogno di
nessuno.
Questo "uomo del benessere" si ritroverà così pieno di oggetti, ma deserticamente solo,. L'unica compagnia che gli rimarrà sarà la sua vanità.
Questo "uomo del benessere" si ritroverà così pieno di oggetti, ma deserticamente solo,. L'unica compagnia che gli rimarrà sarà la sua vanità.
Il percorso, o meglio la discesa,
è purtroppo irreversibile; Così, una volta persa l’innocenza non è più
possibile recuperarla.
Sono contento che ho fatto in
tempo a vedere una società diversa, prima che si estingua o più esattamente si
omologhi a quell’inferno di follia in cui viviamo ormai tutti.
Avevo perso ogni speranza di
incontrare uomini e donne ancora umani e invece la vita mi ha stupito ancora
una volta.
Appena credo di aver ragione, grazie
al mio intelletto, mi sorprendo a darmi torto grazie all’esperienza.
Bene, considerazione
politico-filosofiche a parte ecco che cosa ho combinato.
Il primo giorno mi sono
avventurato in bicicletta macinando chilometri come Pantani per godermi il
periplo del Lago, poi stremato sono tornato indietro con una barca di pescatori
che mi hanno caricato (dietro un irrisorio compenso) insieme alla mia bici.
Ho mangiato in ogni ristorante come
un orso al suo risveglio dal letargo, gustando ogni genere di piatto che è
sempre stato un paradiso per il palato.
Ho incontrato una bella e utile amicizia
nella persona della gestrice di un’agenzia di viaggi,-ristorante,-servizio di noleggio
auto-moto-bici; Ovviamente tutto nel medesimo negozio/abitazione, infatti, si
usa diversificare le attività produttive in Myanmar cioè ci si arrangia.
Ho gironzolato in barca in ogni
dove.
Ho sguazzato nelle terme a cielo
aperto.
Ho visto i villaggi di palafitte, i mercati
galleggianti, ho incontrato un vero bufalo, grande come una station wagon per
strada la sera, mentre passeggiavo e a momenti mi è venuto un colpo.
Ho apprezzo il trekking,
inerpicandomi sulle colline tra una vegetazione bassa e intricatissima, poi ho
fatto amicizia con la mia guida e passato il resto della giornata a casa sua come ospite,
gustandomi la cucina e la vita domestica birmana.
Sono salito, percorrendo 666
scalini di pietra altissimi, sopra il monte Popa, dove in cima c’è un monastero
abitato dalle scimmie.
Ho tampinato ogni genere di femmina
maggiorenne, locale o turista che fosse di aspetto gradevole in un rigurgito
testoroideo, riscuotendo qualche inaspettato e immeritato successo che hanno compensato qualche simpatico
(e meritatissimo) vaffanculo. Ne ho fatte di cotte e di crude.
La mia energia è grande ma non inesauribile.
Sono così arrivato al fondo della mia voglia di esploratore.
Sono così arrivato al fondo della mia voglia di esploratore.
Dei templi ne ho abbastanza lo
spirito è pago ora tocca alla materialità.
Voglio il mare, voglio il tempo del
dolce far niente. E’ giunto il momento di andare verso l’ultima destinazione:
il Golfo del Bengala.
Lì incontrerò le più belle
spiagge del sud est asiatico.
Prenoto l’ennesimo volo interno per
Ngapali, la località marittima più bella della Birmania.
Sono pronto per la vacanza nella
sua accezione più classica e banale. Chiedo scusa alla mia voglia di avventura
ma ho bisogno di questo.
Senza saperlo vado incontro al sogno,
quello più bello: quello che si fa quando non si dorme.
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