lunedì 30 ottobre 2017

Fatti un Golem tutto tuo...



E' curioso che gli esseri umani non riflettano quasi mai che senza conflitto non esisterebbe Potere.

In questa semplice constatazione si comprende, ancora più facilmente che  la società umana com'è intesa è da sempre fatta per reprime ogni forma di libera libido; In questo modo, volutamente generara aggressività e frustrazione.
Perché?

Senza repressione non ci sarebbe nevrosi, e senza nevrosi non ci sarebbe bisogno di un Potere che reprima gli effetti dannosi di questa nevrosi.
E' così evidente e anche così idiota.

Sarebbe come usare una medicina che crea la malattia che si vorrebbe curare, ma di cui non si è ancora contagiati. L'unico ad averne un vantaggio sarebbe il farmacista.

Dunque in questa ottica perversa, il personale modo di amare di ogni individuo è negato.

Ai medesimi individui, cioè noi tutti, è impedita l'unica reale felicità che avremmo a disposizione in questo mondo. 
Invece, la società di Potere dichiara proprio il suo contrario, altrimenti questa prigione fatta di carte da gioco di un mazzo truccato e vapore da illusionista in cui viviamo, crollerebbe; E darebbe vita forse a un mondo un po' più felice, soprattutto perché non avrebbe bisogno di alcun potere.

Resto basito che la maggioranza non comprenda questa ovvietà, e tutti discutano confliggendo per stabilire quali regole siano giuste, quali religioni siano vere e quali limiti siano necessari alla morale individuale; Quando sono tutti egualmente espressione di quel Potere che rende egualmente le persone infelici.

Una società sana dovrebbe occuparsi solo delle convenzioni necessarie per la vita comune.

Avere poche norme di buon senso che interessino solo la vita comunitaria, lasciando piena esperibilità alla vita personale dell'uomo e cioè al suo personale modo di vivere e amare.
Al di fuori di queste poche regole di ordine organizzativo che dovrebbero esistere, tutte le altre non servono ad altro se non ad aumentare la nostra infelicità nevrotica; Evocando quel Golem chiamato Potere che alla fine distruggerà tutti quelli che lo hanno chiamato per aiutarli a risolvere un problema che non esiste, se non il Golem stesso.

In Italia, tanto per fare un esempio, ci sono circa cinquemila leggi. E' il paese con più leggi in Europa, forse nel mondo intero. 
E’ una nazione dove c’è poca illegalità? C’è forse maggiore equità nella vita sociale e nella giustizia? La corruzione non esiste? 
Certamente no. Questo ribadisce che un maggior numero di  leggi  non garantiscono maggiore onestà né libertà, anzi al contrario. Non è la strada giusta.

Anticamente  in caso di una carestia si sacrificavano i tori agli dei o come avveniva solo qualche decennio fa, ma sommessamente ancora oggi, si prega un Dio intangibile che risolva il problema di un'epidemia, che plachi il terremoto o asciughi un'inondazione. 
Questo non significa che la preghiera non deve esistere, ma molti problemi materiali sono risolvibili con una buona organizzazione. 
Non è ragionevole pensare che il "Grande Ordine dell'Univero" si occupi di cose che possiamo risolvere da noi stessi. 
Mi pare evidente che queste disgrazie non sono espressioni della collera divina, ma i disagi del vivere in un mondo materiale. 

Ci sarebbe da ridere, ma è un riso amaro, se si considera che la spiritualità sia  proposta come soluzione alla materialità, quando dovrebbe invece occuparsi solo della nostra interiorità e, a mio modesto parere, rimanere lì confinata con discrezione. 
Una volta pensavo che tutte le religioni fossero sbagliate ora invece credo che siano tutte giuste, ma a patto che tutte affermino che lo sono tutte ugualmente. Sebbene personalmente le consideri ancora uno strumento di potere, sono pervenuto alla considerazione che allo stadio attuale di evoluzione umana siano purtroppo ancora necessarie per quelli che non hanno gli strumenti di mettersi in contatto con il proprio autentico Sé, e in quell'abbraccio, stabilire una connessione con  il "Grande Mistero che non ha forma né nome" ovvero tramite le altre persone che incontriamo nella vita. 

In che altro si manifesterebbe il Mistero se non in quello che abbiamo davanti agli occhi?

In parole più semplici, e non volendo dare una soluzione per tutti, ma solamente esprimere il mio modo di vedere le cose, sulla base però della mia esperienza diretta, direi che solo percependo che siamo Uno, anche se quell'uno non è per tutti uguale, e inoltre non tutti siamo identici, c'è la possibilità di fare un salto di qualità nella vita. 
Giunti a quel punto  non vi è più bisogno di morale, religione e forse neppure di leggi.  Fino però ad allora bisognerebbe ogni giorno cercare di togliere un po' di carne dalla zuppa, come faceva il maestro zen vegetariano con i cacciatori carnivori, di cui era diventato il cuoco. 
Invece, a seguito di questo paradossale conflitto di competenze si determinano le sofferenze in persone che non c'entrano nulla con tutto questo.

Non sostengo affatto che l'intangibile non determini il tangibile, ma la soluzione da trovare ai problemi materiali è una soluzione materiale, almeno in prima istanza. 
Confondere i doveri è pericoloso, direi che sebbene questi due aspetti siano una sola moneta, essa ha due facce diverse e non sempre una di queste facce è spendibile nel medesimo negozio. 
La distinzione è sottile ma determinante.

La cosa da fare in caso di carestia, epidemia e tutte le  altre sciagure umane, sarebbe migliorare le condizioni igieniche, l’alimentazione, la profilassi e sistemare le infrastrutture, organizzare i servizi preposti alla prevenzione e al soccorso. Aiuterebbe perfino nelle catastrofi inaspettate; Non certamente il sistema  attuale, reso inefficiente dalla corruzione e dagli interessi economici di parte. Non bastasse ciò si assiste al pressapochismo di chi dovrebbe occuparsi della cosa pubblica. Questa superficialità è purtroppo a scapito della vita delle persone.
Questo lo si osserva nell’organizzazione della società a tutti i livelli.
Si scrivono leggi e norme su tutto, e contro tutto, oramai ogni comportamento è regolato e sanzionabile, spesso con leggi contradditorie tra di loro. 

Quando per debellare i comportamenti illeciti servirebbero più che buone leggi, buone persone. 

In ogni caso bisogna domandarsi come sia possibile per un cittadino asprirare alla dignità e un certo grado di libertà se vive nella miseria più nera, se è senza istruzione e senza futuro per se e per la propria famiglia?  
Mi pare evidente che in una situazione di tale povertà non vi sia spazio per nessuna libertà, dignità e neppure per nessuna democrazia; In quanto per esercitare il diritto democratico un cittadino non deve vivere in una condizione ricattatoria di indigenza.

Aiuterebbe allora una buona cultura, un lavoro ben retribuito a disposizione di tutti, piuttosto che utilizzare gli apparati repressivi dello Stato per contenere l'ignoranza e la disperazione. Apparati poi che sono efficienti solo quando gli pare e gli conviene al Potere.

Servirebbe una società dove la ricchezza fosse il più diffusamente distribuita per evitare che chi non ha nulla, desideri quello di chi ha troppo. 
Dove l'avidità venga mostrata non come un vanto ma come una malattia. 
Dove la formazione degli individui venisse indirizzata verso un maggiore senso civico, la riflessione che il mondo non è solo casa propria ma un condominio condiviso, di cui ci crediamo proprietari ma invece siamo tutti solo in affitto.

Queste sono le mie utopie, ma le scrivo solo per immaginare come potrebbe, dopo due o tre generazioni cresciute in questo modo, diventare questo mondo: un piccolo Paradiso. 

Per esempio non dovrebbe esistere la speculazione ma dovrebbero essere incentivati i guadagni di chi produce beni e servizi.  
E’ evidente che tutte queste soluzioni non sarebbero funzionali al potere, una perversione che non soddisfa però nemmeno i vincitori. 
Lo dico sempre che essere felici a scapito degli altri, alla lunga, non è mai un buon affare. 

Vi pare normale vivere circondati da guardie del corpo? 
In ogni caso non fermano certo la mano alle persone malvage, le quali spesso sono comandate da altri potenti in competizione per avere ancora di più. 

Come detto è il Potere che per esistere ha bisogno di generare conflitti, non viceversa. 

Questo per una malattia mentale non solo che ha contagiato l'elite ma quasi tutti gli abitanti della società umana. 

Ho notato che persone anche con limitata intelligenza sono comunque bravissime e furbe per quanto riguarda la salvaguardia dei loro interessi personali.
Altre intelligenti, sono ugualmente miopi di fronte ai problemi di ordine generale cioè quelli che riguardano tutti. 
Tutti cioè sono impegnati al massimo a cercare un posto a tavola migliore, sgomitando gli uni con gli altri. Questo per la maggior parte degli esseri umani è normale, una semplice competizione economica. A me invece pare solo una follia condivisa di un mondo in sovrappopolazione, condannato all'estinzione inevitabile se non avverrà un drastico cambio di coscienza.
  
Duole ribadirlo, ma l'uomo cambia la propria coscienza solo grazie all'esperienza vissuta, le parole belle o toccanti non servono, a livello linguistico non c'è reale evoluzione.

Duole ancora di più essere un pseudo profeta di sventura nel dichiarare che solo un disastro planetario, ormai può "forse" innescare un cambiamento così radicale, non solo nell'individuo o nella maggioranza ma nell'inconscio collettivo dell'umanità. 
Questa non è una previsione millenarista, malgrado lo sembri, ma una certezza matematica, la logica conseguenza della teoria dei sistemi.  

La malattia che accomuna ormai quasi tutti è di voler accaparrarsi la cabina di prima classe, senza comprendere che così facendo si sale  in realtà a bordo del Titanic.

Ha senso? Certamente no, eppure così accade.

Ma che lo dico a fare...

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