lunedì 7 agosto 2023

Il Sentiero Luminoso


La depressione è essenzialmente stasi.

Incapacità o impossibilità di muoversi in senso fisico e psicologico.
Si è bloccati in una sensazione non solo di impotenza ma di inutilità.
Tutto è vano, effimero e senza senso compiuto.
A guardar bene è un punto di passaggio nella vita, perché l'analisi obiettiva dell'esistenza porta inevitabilmente alla conclusione della sua inutilità.
E' nel trovare una nuova frontiera che spinge il sofferente verso qualcosa d'altro, un nuovo orizzonte.
Certo anche questo è un confine da lasciarsi alle spalle, ma permette di uscire da questo "impasse" da una situazione stagnante che è di fatto una sofferenza di se stesso
E' un conflitto non espresso verso la propria vita che non soddisfa più, non tanto perché non sia vivibile, ma più che altro non sia più vivibile per la persona che è depressa.
E' dunque un momento di crescita più che una malattia; Deve essere vissuta come una transizione verso una vita più profonda e le moderne metodiche mediche invece per "curarla" impediscono questo naturale passaggio, lasciando o meglio facendo ritornare a un vecchio se stesso il paziente, considerando in questa modo la persona guarita.
Secondo me è un errore, perché l'esistenza ci chiama a sperimentare le emozioni, i desideri e le ambizioni nel tentativo di realizzarli e infine ci presenta il conto che è sempre: zero.
Questo sconvolge, perché manifesta la bugia delle convinzioni e dei valori che ci sono rifilati dagli altri e dalla società che ci additano un luogo e un modo che non ci corrisponde.
Il Mondo dice: lì e così sarai felice, ma è un inganno.
Bisogna essere altro, bisogna semplicemente essere, e far fiorire il vero me stesso, questo è il modo.
Questa è una "cura" che dura tutta la vita, non ha termine, perché non è un viaggio, ma un'avventura.
In quello è la sua bellezza che a tratti impaurisce e in altri esalta.
Più che il coraggio serve la curiosità, quello stupore di andare oltre e vedere cosa è stato preparato per noi.
Nel trovare quella fiducia (ingiustificata) nella Vita, sentire che tutto è bene, anche il male.
Com'è bello lasciarsi andare!
Non opporsi a nulla. Fluire.
A volte credo che si manca questa realizzazione profonda.
Ci si identifica nei successi e ancora più negli errori, nelle mancanze di carattere che chiamiamo difetti.
Così si manca il punto.
Il punto è il centro della conoscenza che dobbiamo apprendere.
Ogni vita ha un punto da realizzare che non è certo la carriera, la famiglia oppure il conto in Banca.
E' lo strumento o meglio uno degli strumenti fondamentali che ci consentono di conoscere la Verità.
Questo conta. Solo questo ha valore.
Spesso si da per scontato che conosciamo già cos'è vero, è un grave errore che commettiamo, perché mancanti di questi strumenti appunto.
Essi si realizzano per chi è già lungo il Sentiero Luminoso, nel passaggio di vita in vita.
Dalla culla alla tomba e poi ancora. Ogni volta, volta per volta se ne coglie uno o più di uno.
Per fare cosa?
Per comprendere, sperimentare e vivere ciò che già sappiamo.
Pare assurdo, ma è proprio così.

Se dovessi dirlo con parole reali che sono brevi ma spesso difficili da comprendere, direi: "E' un viaggio apparente di un viaggiatore che non esiste per una destinazione che è già qui".

Un viaggio lunghissimo, ma solo per chi crede nel Tempo.

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