mercoledì 16 agosto 2023

Vinci e sarai libero, perdi e lo sarai ugualmente.




La libertà non è una condizione, ma un'azione.

Quando mi oppongo a un'imposizione, reagisco a un sopruso, non mi adeguo all'ingiustizia per comodità, paura, conformismo, è in quel momento che sono libero a prescindere da vincere o perdere.
La libertà non è qualcosa che mi appartiene che è intorno a me o che ricevo da altri, ma una cosa che manifesto e vivo nel momento che la creo.
Solo io posso farmi libero.
La libertà non è un'idea, è un fatto.
Senza esercitare la libertà non c'è libertà.
È importante comprendere che più valore si dà ad essa, più costa.
Le persone generalmente non la intendono così ne tantomeno sono disposte a pagare il prezzo per essere libere cioè esercitare nel concreto questa libertà.
A ben vedere più una persona ha mezzi, denaro, proprietà e un lavoro retribuito, meno può esercitare questo diritto all'opposizione.
Ogni supino "si" infatti è ben ricompensato dalla nostra società, mentre la disobbedienza, una disobbedienza consapevole cioè che si fonda su un ragionamento articolato e su un'etica, è punita severamente.
Pare assurdo, ma l'opposizione senza ragioni etiche e senza motivi validi è considerata meno severamente, perché non mina il principio di oppressione, ma solo i suoi effetti.
Opporsi alle leggi per nostro personale interesse non è reagire all'oppressione, non è esercitare propriamente la libertà, ma a volte nelle pieghe delle leggi e nelle apparenti regole di buon senso c'è ingiustizia, presentata però come qualcosa di buono, è invece un inganno che nasconde una coercizione, magari favorisce un privilegio a scapito di altri.
Ecco perché bisogna ragionare e ragionare molto e bene.
La libertà esercitata con ragione è più pericolosa per chi opprime, perché è più forte.
Affermo che la libertà costa in termini materiali e soprattutto sociali, ed è il motivo per cui c'è ne poca.
È un bene di lusso che non regala comodità e si ottiene con il sacrificio.
Inoltre non è conveniente;
Ma solo per chi è abituato a misurare le cose e le persone in base al vantaggio e al denaro.
E' l'impareggiabile lusso di essere se stesso, una cosa molto rara a questo mondo che si vede poco, perché spesso non piace, non è voluto dagli altri, non è adattivo a questa società, non si conforma a quello che gli altri dicono dovresti essere.
Ad approfondire la natura umana, e indagando onestamente la mia natura come essere umano, perdo il sorriso; Per ritrovarlo al fondo di questo passaggio negli Inferi.
Un sorriso più che amaro, ironico.
Alla fine anche le sofferenze più atroci appaiono comiche.

Come dare torto a Nabokov?
Scriveva: "Ogni informazione che hai di te stesso perviene da documenti falsificati".
Ed è proprio così.
Ci imprigioniamo da noi stessi all'interno di definizioni che ci impediscono non tanto di essere liberi, ma di conoscerci.
Se non ti conosci come puoi far nascere la libertà?
Prima di esercitare la volontà ci vuole un individuo che sappia chi è e poi che cosa vuole, prima devi essere e poi quel essere vorrà e vorrà essere libero.
Comprendo ora mentre scrivo cosa intendeva Buddha quando diceva che non esiste nessun uomo libero, esiste solo la liberazione.
Non pare facile scoprirsi oltre il muro che illusoriamente ci protegge dal nulla.
Qualcuno ha veramente esplorato cosa è?
Qualcuno ha mai veramente sfidato il cosiddetto "me stesso" che ci definisce, confondendoci?
A me è capitato nei momenti estremi.
Tra vita e morte, ho esplorato quel territorio sconosciuto dove sei solo, lo siamo sempre, ma in quei momenti è talmente forte questa realtà che è impossibile ignorarla.
Sei in momenti senza certezza, al di là di ogni documento, carta di credito, identità, le percezioni acute ti scaraventano in un mondo che non hai mai visto e che non hai mai pensato potesse esistere.
Questo territorio libero è abbacinante.
Sconvolgente, ma anche bellissimo.
Il ritorno a quel simulacro illusorio di cose, oggetti e altri che dicono chi tu sei e in cui ti riconoscono, riconoscendoti a tua volta è confortante, ma soffoca.
Uno spazio sempre più angusto, man mano che se ne esce fuori e vi si fa ritorno, non tanto per abitudine, ma per paura.
E di questo pseudo vivere che dovremmo essere invece impauriti, non di quello che terrorizza e che è il nostro essere reale.
Tutti vogliono essere se stessi, ma nessuno lo è veramente.
Perché quando ti avvicini a "te stesso" sei soverchiato dallo spavento.
Non è così radioso e bello come raccontano i saggi.
Questo, loro non lo dicono.
Almeno, non è un oasi di Paradiso l'approssimarsi, poi accade qualcosa che non può essere spiegato.
E' oltre paura e gioia.
E' al di là delle emozioni: è uno stato d'essere mai provato prima.
Abbandono questo discorso personale che appare un po' mistico e mi suona sempre presuntuoso parlare di me stesso.
Devo assicurare chi legge che non possiedo alcuna verità trascendente o immanente.
Ho solo vissuto, spesso pericolosamente e qualcosa di profondo in me è accaduto.
Non ho idea se sia di valore o meno per gli atri, ma è la mia vita e dunque non posso che viverla.
Di natura sono sospettoso, guardingo, perfino come me stesso, infatti mi ricordo continuamente che non c'è peggior schiavo di chi si crede un uomo libero.
In un discorso più generale pare evidente che la libertà non è solo schiacciata dalle armi né tolta a furia di manganellate.
È superficiale considerare così l'azione oppressiva.
L'oppressione è fatta con la comodità, è subdola.
E' realizzata anche con la nostra collaborazione, siamo i delatori delle nostre azioni per farci rinchiudere in una prigione confortevole.
Ci condanniamo da noi stessi e dunque se non siamo completamente colpevoli siamo certamente correi di questo reato perpetrato contro la nostra natura autentica.
Il benessere materiale fatto di cose, quasi sempre inutili, forgiano le catene che legano.
Quando ti abitui alle cose e ai servizi forniti dal cosiddetto benessere, essi divengono più importanti della libertà, anzi li identificherai con essa.
Per queste cose comode che ti sono diventate care non sarà più utile né possibile dire "no".
Non serve obbligarti a rivelare dove sei in ogni momento, oppure cosa desideri, addirittura cosa pensi, basterà venderti uno smartphone!
È comodo ma ti lega. Ti ipnotizza.
Oramai non si riesce più a farne a meno. Se non lo si crede, lasciatelo a casa per tre giorni.
Sono moltissime le cose con cui il mondo ti rende schiavo, tutte cose generalmente utili, ragionevoli che rendono la vita apparentemente facile, ma contenenti però una trappola.
Il pesce è preso con l'amo, ma grazie all'esca.
La società lo fa costantemente con ogni cosa che ci è data, generalmente a buon prezzo per renderti le cose facili.
A furia di usare il GPS non saprai più orientarti.
A forza di sentire gli esperti che parlano in TV non saprai farti un'opinione da solo.
Il mondo ti costringe a pensare, ed è un processo assolutamente inutile, se non proprio innaturale, e così quando dovrai ragionare sarai stanco, sfiancato.
Per non faticare in un ragionamento, dovrai usare idee già fatte, e pian piano diverranno le tue.
Ma non le hai ragionate, le hai ricevute senza chiederle.
A insistere nel preoccuparti per le brutte notizie che accadono lontano nel mondo non ti accorgerai nemmeno di cosa accade in strada, sarai spaventato da notizie che non sai nemmeno se sono vere.
Un uomo impaurito non può esercitare alcuna volontà, avrà solamente reazioni non azioni.
Quest'opera di addomesticamento avviene piano, piano.
E' dolce la discesa, è senza scossoni la caduta.
Sembra un discorso distopico, addirittura allarmista?
Invece è molto concreto, attuale, accade quasi in ogni momento della giornata.
Il sottile disagio che si prova proprio ora nel leggermi, quel velo di tristezza che cade lungo le spalle incurvandole è dovuto allo stridente confronto tra il sonno e la veglia.
Il fastidio che si percepisce è dovuto al sonno disturbato dal mio ragionare.
Complimenti! Hai fatto il primo passo verso il fondo di te stesso.
Sono pesante?
E pigliati un maalox.
Il consumismo è un opera di seduzione che è rappresentata ormai costantemente.
Tutto ti seduce, immagini, parole, colori di questo mondo artificiale.
E' una réclame, ma se disattendi alle aspettative, se rifiuti il prodotto venduto da questa pubblicità, allora sentirai quanto male arriva.
Finché dormi non c'è dolore, anzi la ninna-nanna non smette mai.
Sarai così cullato, sedato, ridotto a un essere umano docile, ma stupido.

Una volta ucciso il lupo che è in te, potrai vivere solamente come un cane.
Ubbidiente e disposto per il cibo che non sai più cacciare, a leccare perfino la mano che ti ha percosso.
A un cenno: ti accucci, ti butti a terra, fai una piroletta e ti fingi morto.
Bau.
Che fine ingloriosa per un essere umano.

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