giovedì 12 febbraio 2009

Il Prigioniero -Parte II-


“Cosa desidera un uomo?”, disse con voce profonda l’avvocato Skowrosky, stagliando sornione questa domanda sul fondo di un discorso di chi possiede già tutte le risposte.
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“Mah! Non saprei, penso che per ognuno sia diverso”, rispose Peter cercando di guadagnare tempo.
“Si sbaglia signor Smith, per tutti è la stessa cosa”, incalzò l’avvocato guardandolo dritto negli occhi.
“Denaro e Sesso, ecco cosa vogliamo, possibilmente senza limiti”, continuò sicuro nella sua arringa.
“Beh! Certo, potendo scegliere non è affatto male”, confermò sorridendo accondiscendente Peter.
“Ebbene, ecco la proposta del nostro cliente”, e così dicendo il legale indicò con l’indice l’invalido sulla sedia a rotelle, ma senza voltare il volto o distogliere lo sguardo da Peter.
“L’offerta è per vivere dieci anni in una lussuosa villa sul mare, con ogni comfort e…Donne, tante donne, sempre diverse. Il sogno di ogni uomo che diventa realtà”.
Fece una breve pausa e poi riprese.
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“Non certo quelle stupidate che sono comunemente contrabbandate come il senso della vita: Amore, Libertà, Amicizia, Serenità.
No, no, signor Smith: C O N C R E T E Z Z A", e scandì l'ultima frase, sillaba per sillaba, come parlasse ad un ritardato mentale, poi riprese amabile.
"Ecco cosa le è offerto, la vera ricetta del vivere bene.
Il romanticismo e la filosofia sono trappole per gli sciocchi. Sedativi sociali per tener buona la moltitudine.
Questa è l'unica, semplice e vera realtà”, così dicendo sollevò le sopraciglia ed aprì le mani in un gesto inequivocabile di constatazione.
Tutti attendevono un commento da Peter.
“Concordo!”, rispose quindi, guardandosi attorno e incontrando così solo sorrisi.
“Ma…Ci sarà pure un -ma-?“, aggiunse.
“Ovvio.” disse Skowrosky, incrociando le dita e appoggiando i gomiti sulla scrivania lucida.
Poi si sporse verso di lui e continuando a fissarlo, disse:
“Non deve certo essere un avvocato che le spiega che: nulla si fa per nulla -Quid pro quo-”, e finalmente sorrise, usando perfino entrambi gli angoli della bocca, per questa citazione senza umorismo.
“Lei vivrà in un’isola soleggiata, in una grande villa, avrà a disposizione con ragionevolezza ogni agio che il denaro può fornire, ma non si potrà allontanare. Questa condizione non è negoziabile, inoltre dovrà avere tre rapporti sessuali ogni giorno con donne sempre diverse, piacenti e consenzienti, ma scelte dal suo nuovo datore di lavoro.
Tre, si ricordi”, così dicendo sollevò l’indice, il medio e l’anulare in un’inequivocabile addizione che riassumeva le sue -perfomance- giornaliere obligatorie.
“Sarà anche ripreso dalle telecamere presenti in ogni angolo della casa e del parco, una sorta di Grande Fratello privato ma discreto, glielo garantiamo, ad uso e consumo del nostro cliente, questa è in sostanza la proposta”.
Quindi tacque.
Anche Peter era senza parole.

“Perché io?”, chiese, stupendosi della banalità di una domanda senza senso fra tutte quelle che gli affolavano in quel momento la mente.
“Perché?”, disse con una smorfia ilare l’avvocato, sollevando le spalle e guardandosi attorno incredulo.
“Semplicemente perché lei piace al nostro cliente, ha superato la selezione, ma soprattutto...Perché lei è un disperato”.
Paradossalmente questa offesa pronunciata senza astio aveva tutta la naturalezza della verità.

“Ok, Ok, vivrò su quest’isola, avrò tre donne diverse ogni giorno, godrò dei lussi che questa casa e il benessere del denaro, per dieci anni, ma se un giorno non voglio fare sesso? Se volessi fare un viaggio? Se mi ammalassi? Che succede?”, le preoccupazioni cominciavano a far capolino nel suo cervello con maggior ordine e a dare corpo a quel presentimento nefasto che lo aveva accompagnato dal momento che aveva varcato l’ingresso dello studio legale.

“Il contratto è chiaro”, disse improvvisamente l’altro avvocato, quello giovane, sollevandosi legermente da dietro la scrivania e passandogli una copia di un documento in quindici pagine.
“Mi permetta di sollevarla da una lunga lettura”, aggiunse di rimando l’avvocato Senior, scoccando un'occhiata avvelenata al suo giovane collega.
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“Lei sarà vincolato in quella meravigliosa residenza, ma solo per dieci anni.
Non per sempre, e dieci anni passano in un attimo.
Mi creda, quando uso poi il termine -meravigliosa- non esagero. Inoltre cosa vuole che siano tre rapporti ogni giorno? Un uomo nel fiore degli anni come lei, non dovrà fare altro nella sua giornata che occuparsi di tre donne belle, giovani, seducenti e sempre diverse…Una passeggiata.
Alla fine del contratto lei avrà due milioni di dollari, rivalutati al tasso di interesse pari alla svalutazione annuale, ed in più una casa, a sua scelta, fra quelle che le mostrerò”, così dicendo dispose sulla scrivania con l'abilità di un croupier alcune foto di lussuose residenze .
"Lei, signor Smith, tra dieci anni, avrà risolto ogni suo problema materiale ed in più avrà vissuto un decennio di godimenti, un piccolo Paradiso”, continuò nella sua esposizione con una serenità e una logica che faceva apparire tutto semplice.
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“Sì certo, visto in questo modo non è impossibile da realizzare, magari difficile però fattibile, ma se non ce la facessi? Se per dire un giorno non avessi voglia?”, chiese ancora titubante Peter.
“Potrà recuperare, basta che alla fine del mese la sua –prestazione- sia di novanta coiti.
Non uno di più né di meno.”, aggiunse cordiale “Mitch l’amico" come ormai lo nominava nella sua mente. Così dicendo il giovane avvocato diede un'occhiata al socio Senior per avere la conferma che stava dicendo bene.

“Ma se non riuscissi?”, continuò Peter come un disco rotto.
“Allora le sarà amputata una piccola parte del corpo”, aggiunse Skowrosky, atono, come se avesse commentato la cosa più evidente al mondo.

Con questa ultima frase calò un silenzio glaciale su tutto l’ufficio e per un attimo il cuore di Peter parve spegnersi in questo gelo.
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Continua….

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