giovedì 12 febbraio 2009

Il Prigioniero -Parte III-


Si alzò di scatto dalla sedia.
Fu una reazione inconscia, istintiva, come quando si ritrae la mano da una fiamma ancora prima di sentire il dolore che ne farà seguito.

Nessuno tentò di fermarlo, ma giunto alla porta udì una voce autorevole, la voce di chi, abituato al comando, non aveva bisogno di alzare il tono per essere ascoltato.
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“Peter, non è forse vero che il valore di una moneta si determina esaminandola da entrambe le facce?”
“Cosa? Cosa?”, disse Peter voltandosi indietro come se un’eco dentro alla sua testa facesse rimbalzare questa voce e scuotesse le fondamenta stesse del convincimento che lo facevano fuggire da quel posto folle, da quel luogo dove persone apparentemente per bene deliravano invece che conversare. Da quel manicomio camuffato di rispettabilità.
“Prego, si sieda e mi ascolti per due minuti”, era la voce del vecchio invalido che udiva, ma il timbro era quello di un uomo di mezza età. Una intonazione bassa, baritonale, che contrastava paradossalmente con il suo corpo menomato, anziano e magro. Essa vibrava di una forza misteriosa. Una sorta di accento strascicato che rendeva le sue parole, apparentemente amichevoli, sinistre e nondimeno ammaliatrici.

L’invalido indicò la sedia da cui lui si era alzato e Peter rimase fermo sull’uscio come in forse.
“Mi accontenti”, aggiunse, “Solo per compiacermi”. Sottolineò la frase con un sorriso che scoprì i denti perfetti.
Come in uno stato ipnotico ritornò sui suoi passi e si risedette. Seppe di essere di nuovo in catene, ma ormai, inspiegabilmente, si era già abituato a quel peso da non patirlo quasi più.
Il primo passo verso l’inferno era stato compiuto? A questa domanda avrebbe potuto rispondere solo dopo.

“Due minuti, non un secondo di più”, proferì Peter e le sue parole parvero a se stesso estranee, simili alla minaccia di un ragazzino: ridondante ma inverosimile.
“Basteranno”, disse il vecchio senza il minimo accenno di fretta, poi continuò.
“Immagini un foglio bianco. Lo vede Peter? Ecco, lo divida a metà con una linea ideale. Alla sua destra scriva i “contro” e alla sua sinistra i “pro”, ma mi permetta, solo per gioco, di suggerirle alcune voci.
Poi, se vorrà potrà cancellarle se non le corrispondono o aggiungerne altre, come le ho detto è solo un gioco.
Il senso? Giudicare correttamente per decidere nel modo migliore, cioè senza rimpianti.
Le persone comuni spesso prima scelgono e poi, pentendosi, giudicano.
Lei è un uomo intelligente: non faccia questo errore dettato dall’impulsività”.

Fece una breve pausa in questo discorso semplice ma vero, pronunciato in un tono così quieto e distaccato che piuttosto di convincere, cullava come una storia per bambini.
Peter lo guardava con stupore, e seguendo l’onda della voce modulata del vecchio trovò la calma e l’arrendevolezza necessaria a considerare la proposta in tutte le sue sfaccettature.
L’uomo sulla sedia a rotelle lo guardava in viso, ma senza alcuna ostilità, anzi una sorta di familiarità sembrava scaturire da quel volto segnato dalle sofferenze fisiche che, però non avevano intaccato uno spirito forte come l’acciaio e tagliente come una lama di bisturi.
Quindi proseguì la sua esposizione.

“Nei –contro- metterei sicuramente la sua attuale situazione finanziaria che, non si offenda, definirei fallimentare.
Se analizziamo la sua condizione umana, poi: non ha amici, non ha una relazione sentimentale, non ha parenti.
Lei è solo.
Senza tema di sbagliare aggiungerei che è un indolente, un pigro inveterato, un perdigiorno, un inetto. Non ha saputo costruire nulla sin d’ora e certo adesso alla soglia della maturità non cambierà.
Il mondo è pieno di gente poco realista che da giovani pensavano che il loro culo sarebbe invecchiato come il vino. Se vuole dire che diventa aceto, è così; se vuole dire che migliora con l'età, non è così.
Se avesse potuto farcela in qualche modo sarebbe già accaduto.
Miseria e solitudine è quello che sicuramente l’aspettano per i prossimi anni che le resteranno da vivere.
La vita è piena di incertezze, specialmente per un povero. La malattia e le disgrazie mietono vittime otto volte di più nelle fasce demografiche a basso reddito, ma non voglio annoiarla con le statistiche…Sono così aride!
Solo una piccola curiosità: lo sa che muoiono sulla Terra più persone in un anno per incidenti stradali nei week-end che in molte guerre? Fuori è una jungla, ma a molti appare uno zoo”
Fece ancora una breve pausa, non erano che passati trenta secondi e davanti agli occhi di Peter il mondo si era già sgretolato come un affresco ammuffito.
Poi l’anziano riprese.

“Da ultimo consideriamo la sua paura più grande se accetterà questa –occasione unica- e cioè una possibile menomazione, per la verità piccola, magari solo un dito della mano o del piede, nel caso di un suo fallimento mensile.
Certo, può spaventare, ma è un’eventualità gestibile non una certezza ineluttabile.
Se lei è padrone del suo destino lei è libero, anche se vive senza uscire per dieci anni in una splendida villa.
E sa perché è libero? Perché lei ha vinto sul fato. Nulla le accadrà di inaspettato, lei determinerà in maniera certa il suo divenire.
Quindi vede come già un –contro- può essere messo nei –pro-, semplicemente ampliando il proprio orizzonte”
Un breve sorriso distese il volto del suo interlocutore che continuava nella sua lucida esposizione.

“Nella colonna dei vantaggi metterò una cosa sola.
Le pare strano, Peter? Forse, ma è la cosa che da senso a tutte le altre.
Lei non sarà solo. E non parlo della compagnia di splendide ragazze che allieteranno i suoi giorni, ma la consapevolezza che la sua vita avrà senso per lei e anche per chi, come me, vivrà di riflesso della sua.
Sarà il protagonista, lo sceneggiatore e il regista della propria esistenza.
Mentre io, che fino a qualche momento fa le apparivo come un nemico: sarò solo il produttore, ovvero quello che paga le spese.
Gli altri candidati non mi interessano, mi piace lei, mi ricorda un poco me stesso da giovane, ma questi sono solo sentimentalismi di un vecchio, adesso solo i fatti contano.
Posso darle del tu?", domandò cambiando tono e Peter fece solo un cenno con la testa per acconsentire a questo amichevole passo verso l'altro.
"Bene", proseguì l'anziano.
"Ecco perché dico che tu firmerai e, fra dieci anni, quando tutta questa storia sarà finita, penso che ti ritroverà ad essere un figlio di puttana sorridente".

In meno di un minuto e venti secondi la sua mente era stata plasmata da una nuova luce.
Gliel’avrebbe fatta! Cazzo, sentiva che poteva vincere! Anzi ne era certo.
La sfida era stata lanciata e lui ora si sentiva forte come mai in vita sua.
Firmò, e così perdendo il suo nome, divenne il "numero 6".
Era iniziato il suo viaggio verso una nuova casa, una nuova vita.

Continua….

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