mercoledì 27 agosto 2014

LIFE




Non ricordava il momento esatto.
Quando si era accorto che lo seguiva? Era già molto, però.
A volte lo precedeva, altre volte lo accompagnava.
Quella domanda, molesta era una persecuzione. Con gli anni gli faceva meno male ma a volte, come le ferite quando cambia il tempo, tornava a farsi sentire: acutamente.
Qual è il senso? Il vero scopo ? Perché?
C’era da diventare matti.  La studio, la religione, perfino l’esperienza pareva non bastare.

Domandò a Dio. Con tutta la forza e la devozione di cui era ancora capace. Serrando i denti come in uno spasmo, chissà poi perché.
Il  silenzio della stanza si riempì della solita risposta: ancora silenzio.
Stanco di ogni domanda, sprofondò nella poltrona. Passarono minuti, quanti? Chi poteva saperlo? Forse una vita.
Lo sguardo corse lungo le pareti sfiorando i ricordi appesi. Rotolò sui mobili e  si fermò tintinnando come una moneta su comodino. Una vecchia rivista: Life.
Ne sporgeva solo il titolo tra gli alti giornali. Un nome evocativo, pensò.
Senza più forza per ragionare scorse le pagine.
Fotografie, articoli, oggetti, volti; In certi casi colti di sorpresa, in altri in posa. Parole scritte che erano state prima pensieri, opinioni,  esperienze, amori. Comunque belli.

La disperata crudezza delle immagini, di tutte le immagini. Momenti senza didascalia, senza commento, senza giudizio. Solo un’istantanea, ma così loquace nel suo mutismo.
Poi lo lesse. Era il motto della rivista.
“To see the word, things dangerous to come to, to see behind the walls, draw closer, to find each other and to feel that is purpose of LIFE.”
Lei era sempre stata davanti ai suoi occhi. Doveva solo accorgersene e darle un senso più ampio. Come aveva fatto ad essere così cieco. Solo ora la riconosceva come  propria, come se l’avesse intuita e scritta lui, ma si  quel giorno pieno di sole di tanto tempo fa,  e  poi? Se l’era dimenticata.  
Ora c’era inciampato contro cercando altro.  
“Guardare il mondo, i pericoli che arrivano, vedere oltre i muri, stare comodi, trovare gli altri e sentire che in questo è il vero senso della vita”.
Cosa c’è di più vero della semplicità?
Vivere con curiosità osservando la bellezza ma senza essere ingenui. Essere svegli e riconoscere il male con responsabiltà.
Andare oltre le proprie opinioni,  le convenzioni del mondo e i preconcetti della mente, fin dove ti porta l’intelligenza e ti sostiene il cuore. Senza paura di passeggiare dove le mappe non sono state ancora disegnate.
Godersela.
Ritrovarsi negli altri come in te stesso, e  così sentire che vivere pienamente tutte queste cose è già di fatto trovarne il senso.  

Rimase un eco della domanda del passato. Non c’è dunque altro?
E’ bello. E' vero. E' a portata di mano di ognuno.
Non serve altro per vivere  un altro giorno.

Poi, finalmente si addormentò.


 

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