mercoledì 17 settembre 2008

Pin-Nao alla corte del Sultano -Parte I-


Il Maestro Pin-Nao un giorno venne invitato dal Visir del Sultano Onan alla corte Ottomana.
Dopo un lungo viaggio a dorso di cammello oltre il deserto del Gobi sino alle estreme propaggini del medioriente giunse, insieme al fedele Pi-Nin, al palazzo delle Mille e Una Notte.
 
La reggia, di inusitata bellezza, si stagliava sul rosso delle sabbie infuocate con le sue guglie e le mura bianche come neve, togliendo il fiato anche al viaggiatore più disincantato.
Quivi, il Grande Maestro e il servile nipote, avutone accesso, fra gli arazzi ed i tappeti del palazzo, furono addotti con tutti gli onori al grande harem e conobbero così le favorite del Sultano.

Fra tutte le bellissime spiccava in fascino e femminilità la grande danzatrice dei sette veli: la meravigliosa Oladà-o-lisca, Sherazade.
Detta anche colei che erige i minareti al solo passaggio.
 
Inutile dire che Pi-Nin non toglieva mai le mani dalle tasche in questa apoteosi di estrogena compagnia.
Forse in ossequio al Sultano Onan o forse solamente perchè era lento di cervello, ma svelto di mano.

Pin-Nao invece, con il drago marmorizzato viveva il presente in perfetta armonia col suo grande Tao, conscio altresì delle orribili torture alle quali sarebbe incorso, se mai avesse violato, anche una soltanto delle meravigliose femmine del Sultano.
 
Le notti arabe trascorsero, calde e serene, sotto un manto di stelle mai vedute prima.
Poi in una di queste occorse l'inaspettato.

Continua...

1 commento:

Porporina ha detto...

Vorrei che lei fosse la mia Sherazade, per leggermi, al tramonto, i racconti permeati di volatile saggezza, o di saggezza in cui molto si parla di volatili.
Ineluttabilmente sua. Porp.