mercoledì 31 agosto 2016

Ombra e Luce


Fin dagli anni 40' gli USA hanno lavorato, anche attraverso i propri servizi segreti, per favorire la nascita e l'affermazione dell'Unione Europea intesa come governo sovranazionale.
Questo in linea con una strategia di controllo per manipolare meglio i paesi d'Europa. E' notizia dell'anno scorso, ma passata in sordina che la CIA spiava e sorvegliava le commissioni europee perfino durante le riunioni riservate.
Appare evidente che l'interesse Americano è finalizzato non certamente alla pura curiosità, ma a indebolire la struttura politica e l'economia concorrenziale europea, adottando azioni mirate che contraddistinguono generalmente i suoi piani operativi di ingerenza.
Di solito le linee d’intervento aggressivo statunitense sono tre: destabilizzazione sociale, pressione economica e azione militare, preceduta e promossa dai cosiddetti agenti provocatori. Non a caso la Gran Bretagna non ha aderito all'euro e non è più in Europa. La sincornicità della visita del futuro presidente americano Trump, alla vigilia del voto referendario inlglese appare evidente come segnale ai referenti di qusta strategia.
Nel piano operativo di destabilizzazione gli USA favoriscono tra le altre azioni, un'immigrazione incontrollata direttamente in Europa. Usano e veicolano poi il terrorismo con agenti infiltrati (per esempio è noto che il mullah Omar numero due di Al Qaeda fu per anni un collaboratore CIA) e in maniera indiretta con il boicottaggio delle informazioni, avverso i servizi di Intelligence europea. Favoriscono e coprono le loro manovre tramite la manipolazione dell'informazione che sostiene la tesi abbracciata dai cosiddetti intelletuali che i flussi migratori sono da agevolare per motivi umanitari. quando invece dimenticano che sono conseguenti ai conflitti militari generati proprio dall'ingerenza USA negli stati arabi e africani. Così spesiamo le conseguenze dei conflitti promossi e combattuti dagli USA, addirittura con un sostegno militare che allo Stato Italiano costeranno l'anno prossimo 102 miliardi di euro per gli interventi militari all'estero.
Una strategia subdola ma vincente, quella dei flussi migratori dei cosiddetti "profughi" già usata con successo dagli israeliani nei primi anni 80'  che spinsero via i palestinesi dai territori occupati militarmente dai soldati con la stella di David, mandandoli in Libano.
Innescando il conflitto grazie allo spostametno della delicata bilancia sociale, in favore dei mussulmani (poveri) contro la minoranza cristiano maronita che con la propria ricchezza stava creando  lo sviluppo economico del paese e un pericoloso polo bancario alternativo alla lobby ebrea. 
Il Libano da quel momento è stato annientato, e si son generati i prodromi delle future organizzazioni terroristiche con la nascita delle prime formazioni islamiche combattenti: le milizie Hezbollah. Infatti prima degli anni 70' il terrorismo era sconociuto con gli USA impegnati  sino ad allora nella guerra di occupazione del Vietnam, un paese composto da brave persone che avevano l'unica colpa di voler vivere secondo la loro filosofia politica. 
Sono stati uccisi un milione e mezzo di vietnamiti su una popolazione totale che non arrivava a 20 milioni di persone alla fine degli anni 60'. Praticamente gli USA hanno distrutto un'intera generazione di giovani uomini, uccidendo civili invermi, violentando sistematicamente donne adolescenti nei villaggi del nord (il caso della strage di  My Lai non fu certo una'eccezione ma la regola), utilizzando gas e defoglianti (Orange) che hanno prodottio generazioni successive con gravissime deformità genetiche, non contenti hanno sganciato dagli aerei milioni di mine anti uomo ancora attive sulla Cambogia e il Laos che erano Stati non belligeranti .
Una storia che si ripete continuamente e vede sempre, guarda caso, gli americani presenti, favorendo i propri interessi e quelli israeliani e generando così le cellule terroristiche che giustificano ulteriori misure di intervento altrimenti improponibili all'opinione pubblica; Sino ad arrivare alle più recenti organizzazioni terroristiche partorite dai conflitti promossi oppure combattuti direttatmente dagli USA e cioè in Somalia, Libia, Afganistan, Kuwait, Iraq, tanto per citare gli ultimi coflitti.
Tralascio volutamente lo scenario del Sud America, perché non pertinente a questa riflessione, ma lo lambisco perché emblematico della spietatezza "made in USA" con lo scandalo "Contras" ovvero armi ai guerriglieri del Nicaragua finanziati da Cocaina venduta nei ghetti afroamericani per mezzo della CIA. Sembra un' iperbole affermare che il più grande spacciatore di droga e venditore di armi al mondo è il Governo statunitense, se questo non fosse supportato dai fatti che trapelano tra  le notizie di cronaca. 
A chi si domandasse il senso di una tale impegno nel determinare conflitti e sofferenze ad un'umanità già tormentata dalla povertà e dalle difficoltà, non risponderei con le parole, ma con i numeri. 
572 miliardi di dollari è il budget annuale per la difesa stanziato dal Congresso USA.
Una cifra enorme ma che non è che un misero dieci per cento del volume d’affari dell'industria statunitense delle armi.
E' noto che i produttori di armi sono i maggiori finanziatori (diretti o indiretti) della politica americana, ed è per questo che nessun Presidente americano si è mai azzardato a fare una legge contro la libera vendita delle armi da fuoco negli USA, almeno se vuole vivere abbastanza o avere ancora un lavoro.
A questo mostruoso fiume di denaro si aggiungono i costi della Homeland Security ovvero di quelle agenzie che operano nel Intelligence dentro e fuori dai confini americani i cui stanziamenti sono però segretati. 

Ci sono inoltre  i costi degli studi e della sperimentazione e poi dello stoccaggio delle armi batteriologiche, chimiche e nucleari. 
Esistono teorie complottistiche che guardo alla luce del dubbio che sostengono che il modello multirazziale o multietnico (come più politically correct è detto) sia la copia  esportabile della società statunitense. Una società che giustifica il proprio forte potere alimentando i conflitti interni, derivanti dalla coabitazioni di etnie inconciliabili poiché culturalmente ed economicamente diverse. Se fosse un modello vincente gli Stati Uniti non avrebbero il maggior numero di detenuti al mondo, ma questo non ha importanza per  chi ha il potere anzi è funzionale al suo esercizio discrezionale. 
Di fatto una società priva di conflitti sociali porta inevitabilmente ad un suo sviluppo e a una struttura politica realmente democratica, mite ed efficiente, poiché la democrazia funziona bene solo se le persone che la decidono e la vivono sono evolute ed economicamente benestanti da poter prendere decisoni sagge e indipendenti. E' ovvio che la democrazia in Brasile non è la stessa democrazia della Svezia , il modello è simile ma non lo sono le persone.
Pare allora che gli Stati Uniti o perlomeno il suo Governo, abbia preso a motto ispiratore della propria politica il titolo di un film italiano: "Fin che c'è guerra c'è speranza".

Non esagero dicendo che se tutto il denaro usato per combattere  fosse usato per risolvere i conflitti che sono alla base del disagio che detemina le situazioni belliche, ovvero povertà e ignoranza, il mondo non avrebbe più bisogno di eserciti così agguerriti e costosi.
I generali promettono ai soldati che sarà sempre l'ultima battaglia e l'umanità non comprende che i conflitti non uccideranno mai la guerra, a morire saranno solo gli uomini. 
E' curioso che proprio l'asso dell'aviazione tedesca della prima guerra mondiale il famoso "Barone Rosso" una volta ha detto: "Anche se giustificato dalla guerra, l'uccisione di un altro essere umano sarà sempre e comunque un omicidio". 

Dunque,  lasciando da parte i miei pensieri idealistici su un'irrealizzabile umanità senza crudeltà, l'America si permette di fare tutto, ma si giustifica di solito sostenendo di garantire e proteggere la democrazia nel mondo. Di fatto invadendo per esempio l'Iraq (falsificando le prove di presunte armi di distruzione di massa) e generando poi l'ISIS e dimostrando solo che essa è la causa dei problemi che ipocritamente dice di voler risolvere. 
Nella realtà storica passata gli USA sono stati coinvolti in scandalose ingerenze in tutti i paesi che hanno una rilevanza strategica o economica, Hanno persino i bombardieri nucleari in Italia nella base ad Aviano, e dicono che siamo alleati!  Non si costuiscono centrali nucleari relativamente sicure e manteniamo nei depositi di casa nostra delle bombe atomiche all'idrogeno a disposizione di bombardieri intercontinentali senza poter neppure sottoporli a controlli di sicurezza da parte del nostro paese. Se non è follia questa...
E' ovvio che la difesa della democrazia da parte USA è una colossale menzogna. Tutti hanno visto cosa è successo in Libia (maggior produttore petrolifero dell'Africa) in buoni rapporti con l'Italia e con l'Europa, ma in conflitto con gli Stati Uniti, dove si è prima favorito il disagio interno e successivamente bombardato i libici della fazione governativa, colpendo anche civili innocenti nonostante il "No Flight" dell'ONU. Tutto ciò per operare una svolta politica che lasciasse spazio agli Stati Uniti.

Non è fantasioso immaginare uno scenario dove la strategia militare americana utilizzi l'ingresso migratorio di uomini giovani (e abili alla guerra) di religione mussulmana e di etnia arabo/africana per preparare un conflitto futuro direttamente nei nostri confini; Eliminando così l'unico vantaggio tattico dell'Europa cioè la supremazia aerea. Spostando la guerra d'Europa da un fronte difendibile in una guerriglia civile interna, estesa e incontrollabile.
Una strategia più congeniale ai mezzi e alle tecniche dei popoli arabi e africani di religione islamica. 
Tutto ciò potrebbe garantire inimmaginabili opportunità per l'industria pesante americana (la prima produttrice di armi al mondo) e notevoli occasioni per la loro industria civile senza più concorrenti occidentali. L'ingresso incontrollato di queste etnie aventi cultura diversissima, religione incompatibile e usi inconciliabili, rispetto a quelli europei non è affatto un problema umanitario, ma sono elementi strategici che innescheranno molto probabilmente un conflitto durevole permettendo agli USA di avvantaggiarsene stabilmente.
 
Tra tutti questi elementi destabilizzanti, lo ribadisco, quello dell'immigrazione incontrollata è il più pericoloso, non solo socialmente ma militarmente.
Invece, secondo molte persone che evidentemente non hanno una coscienza nazionale né lungimiranza previsionale e non hanno nemmeno voglia di informarsi del quadro politico generale, un po' oltre quello che gli dicono i telegiornali (che sono complici di questa strategia), l'immigrazione è una specie di benedizione. Questi uomini (principalmente maschi adulti e sani) dovrebbero integrarsi invece "magicamente" grazie ad un pluralismo che non si è mai visto in tutta la Storia dell'umanità; Arricchendo i paesi europei di non si sa bene che cosa, visto che anche al loro paese non hanno mai realizzato nei secoli un minimo di benessere economico e ci sono disparità sociali profondissime perfino tra uomini e donne della stessa nazione. Ci si domanda se è di questa ingiustizia sociale che abbiamo bisogno?
Credere allora in una società priva d'identità etnica, culturale e religiosa che si costituisca in una sorta di miscuglio, perdendo ogni peculiarità e confondendosi con etnie arabe/asiatiche/africane di importazione, sostenute da un traballante legame dissonante di religioni diverse, cioè in altre parole credere di poter vivere in una nazione composta da popoli diversi è un'idiozia.
Quando mai in tutta la storia del genere umano si è avuto una convivenza pacifica fra popoli diversi nello stesso luogo?
E' la natura umana e la sua Storia che è negata dai sostenitori dell'immigrazione senza controllo che dovrebbe invece secondo i criteri della scienza sociale, non superare il 5% della popolazione autoctona e con normative d'ingresso rigorose,  atte a garantirne la coabitazione pacifica con i residenti ed esigendo perciò il rispetto del modello sociale dello Stato che li ospita e non imponendo il proprio che fra l'altro ha determinato il loro esodo.
E' un gravissimo pericolo che bussa alle frontiere e credo in un decennio anche alle porte di casa di ogni europeo non di lingua inglese. 
Purtroppo suppongo ma a ragion veduta che questo quadro sarà non solo pensato ma anche dipinto in favore degli USA.
E' per questo motivo che i nostri uomini politici non vogliono dire di no all'America e di conseguenza sono complici di questo stato di cose. Se mai è possibile giustificare l'avidità di un altro paese non c'è scusa per chi volta le spalle per interesse al suo stesso popolo con l'aggravane di rappresentarlo grazie alla fiducia degli elettori. 



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