sabato 20 settembre 2008

l'incenso e la spada


Il Maestro Pin-Nao era assorto nel “wu-wei”: l'agire senza azione.
In altre parole non stava facendo un cazzo come suo solito.

Proprio sul più bello, mentre stava entrando nello stato di coscienza del Ming (o del Menga), irruppe nella stanza il suo allievo prediletto, il nipote Pi-Nin.
Trafelato il giovane disse: “Divino, è giunto qui, proprio ora, lo spietato Governatore Ko-Hur-Nut con il suo seguito, è di passaggio nella nostra provincia e vuole vedervi”.
“Calma il tuo spirito Pi-Nin! Non sai forse che le preoccupazioni non fermano la mano del destino?”, ammaestrò il Grande Taoista.

“Si dice che egli primeggi nell’arte marziale e sia un combattente terribile”, aggiunse Pi-Nin, visibilmente preoccupato per l’incolumità del maestro che era anche la sua unica fonte di sostentamento.
“Solo gli sciocchi si nutrono con le orecchie”, l'apostrofò Pin-Nao.
Poi imperscrutabile aggiunse: “Fallo passare e servimi il pasto…E’ mezzodì ed ho un certo languorino”.

Nella sala ampia ma sobria entrò con arroganza il Governatore dello stato di Chou. Lo seguivano il Capitano delle guardie e, tre passi indietro, la giovane moglie di adamantina bellezza.

Lo sguardo del Maestro si posò su ognuno e poi continuò a mangiare dalla sua ciotola senza una parola.

Visibilmente imbarazzato per l’accoglienza così poco formale, il Governatore parlò titubante: “Venerabile Maestro, si dice che oltre che saggio voi siate insuperato nell’arte del combattimento. Insegnatemi i vostri segreti”.

Il Sommo continuò il suo pranzo in silenzio.

Improvvisamente una mosca roteò veloce intorno alla sua scodella fumante. Rapido come minzione di Tigre, Pin-Nao l’afferrò con le bacchette. Poi la guardò con semplicità e...La lasciò andare, riprendendo quindi il pasto masticando rumorosamente.

I minuti passarono.

Improvvisamente con un profondo inchino il Capitano delle guardie spazientito sbottò: “Maestro! Sua Eccellenza il Governatore vi ha fatto una domanda…Che dite dunque!”.

Pin-Nao sollevò lo sguardo dalla sua ciotola e parlò: “Ho risposto! Solo che voi udite solo le parole”.
Con un sospiro il Governatore riformulò la sua richiesta: “Perdonate il mio Capitano, ma per cortesia rispondete”. Continuò poi, abbassando il capo: ”Ho tre quesiti. Come posso non essere mai sconfitto, cosa devo fare per vincere e in ultimo come devo comportarmi con il mio nemico. Parlate ve ne prego”.

Pin-Nao con voce profonda e ispirata disse: “Chi non contende non può essere sconfitto”, e aggiunse, “Evitare è meglio che combattere, bloccare è meglio che colpire, colpire e meglio che storpiare, storpiare è meglio che uccidere.
Solo alla morte non è possibile porre rimedio.
Ricorda…Sopra ogni cosa è vincere senza lottare, così si compie la Via.”.

Dopo una pausa, il Supremo, riprese: “ Prima di tutto avvolgi il tuo avversario con il tuo spirito, egli attaccherà, quando tu lo vorrai. Sarai padrone del suo vuoto e del suo pieno, il combattimento inizia molto prima di incrociare le armi”.

Il grande Maestro, ingoiò un boccone e parlò ancora a bocca piena: “La tigre nascosta nell’erba alta triplica la sua forza. Nulla deve rivelare il tuo attacco, nascondi i tuoi intenti anche a te stesso, agisci come se tutto fosse già stato fatto. La mente comanda sul corpo, ma il respiro comanda sulla mente...Quindi realizza. Da ultimo con il nemico sii risoluto, ma non essere crudele".

Sulla compagine cadde un silenzio pesante.

Pi-Nin si mordeva nervosamente la manica della veste, presagendo la fine, ma così non fu.

Il Governatore si alzò e disse compiaciuto: “Grande Pin-Nao io vi ringrazio dei preziosi segreti ai quali mi avete addotto”.
Il Maestro con un sorriso sornione lo interruppe: “Prima però Governatore metteteli in pratica un poco, magari con il vostro seguito di soldati, nella vicina foresta dell’Eterno Sudore. Poi tornate da me e vi darò il mio parere”.
Congedò così i suoi ospiti Pin-Nao, facendo seguire il suo commiato con un rutto maestoso (probabilmente dovuto al gran numero di ravioli al vapore che aveva mangiato) che scarmigliò un poco l’acconciatura dell'alto dignitario.
Gli ospiti erano ormai sulla soglia quando la voce tonante del grande taumaturgo li raggiunse: “Vostra moglie lasciatela qui. Ho colto uno scompenso in un suo meridiano che devo guarire”.
Il governatore si inchinò riconoscente e si allontanò nella foresta dell’Eterno Sudore per l'allenamento.

Pin-Nao posò il suo sguardo profondo ed ammaliatore negli occhi della giovane nobildonna e con voce dolce e musicale, come melodia d'arpa Birmana nella notte, disse: “Vieni piccola, ti mostrerò la mia collezione di incensi profumati”.
La donna semplicemente sorrise e squittì: “Volentieri, Glande Maestro”.
Si appartarono insieme per alcune ore.

Quando ritornò il Governatore con le sue guardie si esibì in una dimostrazione che il Maestro, magnanimo, giudicò pregevole.
La carovana riprese infine il suo viaggio diretto alla città di Chou sede del governo imperiale.

“Che simpatico vecchietto, proprio un grande saggio”, pensò il Governatore dondolando nella portantina. Il suo sguardo si posò distrattamente sulla sua bella consorte che guardava lontano con uno strano sorriso estatico che non ricordava di aver mai veduto.
Scrollò le spalle Ko-Hur-Nut, pensando fra se e se: “Le donne! Non capiranno mai un cazzo di Yin e neanche di Yang”, poi non ci fece più caso.

4 commenti:

Haemo Royd ha detto...

Vincenzo La spada, molto lieto.
Il piacere è tutto mio, disse la splendida donna in verde alla vista dell'enorme zumstuck telescopico e se ne giovò.

Octuagenario ha detto...

Mio chiaro Chiarissimo,
le donne non sapranno molto di In e Ian, ma sanno di Zum zum, e questo è l'importante.
Ora, se permette, corro al bagno a mettere in riga la mia personale collezione di incensi profumati...

Pipoca ha detto...

ciò mi ricorda un mio carissimo amico, incontrato durante un safari in mongolia, lo sciamano In Chen So, un lontano cugino di Nean chi Yo, cugino alla lontana a sua volta del Governatore Ko-Hur-Nut.

In Chen So mi istruì alle gioie della meditazione della Spada Lucente alla Lampada, una difficilissima forma di levitazione genitale a cui anch'io partecipavo gaudente. Purtroppo un giorno la lampada esplose, causando un incurabile ruggine alla spada lucente di In Chen So e da quel giorno non ebbi più sue notizie.

Pipoca ha detto...

mi perdoni, ma nella foga del ricordo, ho dimenticato di inserire un apostrofo [sic.]

mi sono tolta le scarpe, mi bacchetti pure nell'alluce.