giovedì 10 aprile 2008

Confessioni di una maschera


I miei ricordi, sono sempre dei lampi nella memoria, ravvivata da una canzone, un posto un odore, in questo mondo nessuno manca.

Là correvo bambino con gli amici in cortile, su quel "biroccino" fatto di legno e ruote, e dietro l’angolo ecco l'odore del mare e il mio primo bacio con quella ragazzina dai capelli neri.
In fondo a quella strada vedo ancora mio padre che mi sorride, giovane e bello, così purtroppo rimasto nella mia memoria che si è fermata a quell'ultima notte passata insieme.

Fuori da quella scuola quanti cazzotti! C'era sempre qualche d'uno a cui fare pagare una prepotenza, sento ancora il sapore metallico del sangue nella bocca.
Gli amici poi...tanti volti e tutti hanno sempre ventanni, in quella piazza a ridere fino a notte fonda. Alcuni non ci sono più, ma per me sono semplicemente andati avanti prima.
Certe notti poi avvolte di magia come fossero vive, e certe albe con il freddo nelle ossa e la voglia di dormire che ti graffia la pelle.
Ho fatto tante cose e tanto vorrei fare ancora, non ho mai mollato anche quando tutto sembrava perduto.
Cerco in ogni giorno sempre un nuovo inizio.

La mente può contenere un pensiero alla volta, ma nel cuore c'è tutto e non sempre, come diceva il poeta "è il paese più straziato".

Il tempo lenisce ogni angoscia e asciuga ogni lacrima, è veramente un gran dottore.
Curiosamente le gioie sono più tranquille e distaccate e i dolori meno brucianti, come se un invisibile vaso comunicante alla fine pareggi i conti.
Raffreddando ciò che bruciava e scaldando ciò che faceva rabbrividire.

Non butterei via nulla anche se non trovo la necessità di rivivere tutto, se sono questo è perchè ho vissuto quello.

Veramente non posso dire nulla se non che oggi il sole splende, l'aria è fresca e par che la vita possa durar cent'anni.

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