venerdì 11 aprile 2008

Parte V Tragico Samba













Le percussioni diffondevano un ritmo selvaggio e irrefrenabile.
Le fiamme sorgevano direttamente dall’asfalto e guizzavano al ritmo sincopato della musica.
Il disegno che era stato tracciato dalla benzina versata a terra e poi incendiata era un pentacolo.
Intorno a questo disegno satanico e fiammeggiante, grande forse sei metri di diametro, le schiere dei neri passeggeri si muovevano in una danza macabra, in una sorta di “rave dei dannati”.
L’aria era satura degli umori di questa umanità perversa mista all’odore acre del fumo.
II più scatenato fra tutti pareva essere quel “anima necra” di Tankeredi con il suo accappatoio azzurro svolazzante, sembrava un cavallo imbizzarrito, solo ogni tanto ritrovava la lucidità e sfoltiva un ciuffo, sistemava una basetta, ma era solo un attimo poi il suo ballo delirante riprendeva.

Tra i partecipanti vi erano alcune procaci donne (compresa la biondina) quasi completamente nude, le quali si concedevano carnalmente nei posti e nei modi più disparati a questi diavoli, a questi “teatranti gotici” come li definiva il nostro uomo.
L’orgia era quasi al suo climax.
In modo bizzarro il Tanckredi inzuppava il suo dito medio nelle intimità femminee di tutte le partecipanti a questa ammucchiata e poi, con una mossa che il nostro beniamino definì meno che meno “originale”, le metteva sotto il naso dei suoi “compagni di merenda” come una sorta di sommelier osceno.
Cercò di fare la stessa cosa con il nostro anfitrione, ma uno sguardo sdegnato lo fermo sul più bello, così l’untore tremebondo, si allontanò nella calca danzante di questo tragico samba, ma proferendo prima di sparire un insulto malevolo contro di lui.

Montava la rabbia dentro il ventre del Conte di Massa come maionese francese.
Non ne poteva più, di tutto e di tutti. Troppi eventi lo avevano ormai infastidito dal suo personale Nirvana malese. Avrebbe fatto piazza pulita, cominciando dal vampiro dal dito immorale, ma ecco che inaspettatamente il suo interesse fu distolto e la sua rabbia si trasfuse in curiosità.

La sua attenzione aveva, infatti, percepito che la concitazione del gruppo aveva avuto un moto di arresto.
Un nuovo elemento si era aggiunto al gruppo, un elemento cruciale.
Era la venuta di quello che, probabilmente, doveva essere il “regista” di questa simpatica accozzaglia di attori dark.

La musica simultaneamente al silenzio delle voci, tacque.

Facendosi largo fra i ballerini c’era lui: il Capo, il loro Signore, il Principe delle Tenebre.
Per la verità, al nostro intreprido viaggiatore parve di vedere Chuck Norris, o almeno un suo sosia, era “preciso a lui” come avrebbe detto la sua portinaia napoletana.
Cosa ci facesse poi Chuck Norris a Milano in un “rave” improvvisato, in questa piazza di notte, erano dei dubbi che non sfioravano il nostro protagonista, tanto era forte la scena "così piena di pathos”, si sarebbe potuto dire.

Fra due ali di vampiri che si aprivano come le acque del Mar Rosso ecco arrivare: “Il Texas Ranger”, con tanto di impermeabile di pelle nero lungo sino a terra e stivali (ma senza stella però).

Il saluto, che il cow boy vampiro rivolse a tutti fu degno del suo ingresso trionfale: una risata che parve provenire dall’oltretomba stesso, che gelò il sangue e accompagnata dall’esibizione del suo famosissimo “calcio girato”.
A bocca spalancata e mostrando i canini lunghissimi, che saettavano fra la barba curata (il nostro odontoiatra non poté evitare di guardarli affascinato), eruppe lo sghignazzo di questo diavolo folk. Una risata tipo quello di Vincent Price nel finale del video clip thriller di Michael Jackson, tanto per capirsi.
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La musica dopo pochi attimi di quiete riprese ancora più indiavolata.
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Il nostro uomo cominciava però a divertirsi… Tutto sommato lui si adattava sempre e comunque; trovando i suoi punti fermi nel cambiamento.
Gli furono offerti un paio di cocktail (long island) e il piacevole calore del fuoco e dell’alcol cominciarono a metterlo a suo agio con il luogo e con la strana compagnia di danzatori erotomani.
Pensò che sarebbe bastato confondersi con i partecipanti di questo baccanale per essere al riparo da altre sorprese e dimenticò la prudenza tanto raccomandata da frate Elia.

Incontrò così il suo destino lungo la strada che aveva scelto per evitarlo.

Continua…

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